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Autore: So_So_    05/01/2011    5 recensioni
Incuriosita, tentai di spostarmi un po’ a sinistra (senza dare nell’occhio) per vedere chi occupasse il letto accanto a quello del nonno; vi era seduto un ragazzo che sembrava avesse solo qualche anno in più di me. Aveva la testa bassa ma si notavano dei bei capelli neri che la luce donava di riflessi luminosi. Una maglia nera, semplice conteneva le larghe spalle e la schiena che doveva essere stretta in un busto. In quel momento, proprio quando stavo per spostare gli occhi, alzò la testa verso di me.
Fu orribile!
Non avevo mai visto e mai vidi in futuro uno sguardo come il suo: mi prese al petto come una pugnalata.
Era impenetrabile, ma si notava un misto di terrore, tristezza, disperazione e odio che metteva paura. Mi voltai subito per sfuggire al fuoco ed insieme al ghiaccio di quello sguardo disperato ed istintivamente mi aggrappai al braccio di mio fratello e gli appoggiai la testa sulla spalla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LEGGETE QUA! Ehi...buonasera a tutti...per cominciare, DOMANI (6 Gennaio e giorno della befana) E' IL MIO COMPLEANNO =) ora mi è tornata l'ispirazione per andare avanti...ecco un nuovo capitolo! Qualsiasi domanda se non capite, commento (positivo o negativo), consiglio o altro sono bene accetti (anzi, desiderati =) grazie a tutti quelli che leggono! tanto perchè lo sappiate ho visto che abbstanza persone hanno messo la storia nelle seguite...tuttavia solo 3 o 4 commentano o chiedono qualcosa...Ringrazio ancora KIKKETTA16 ...però mi farebbe piacere che commentasse anche qualcun'altro...anke per dirmi che faccio schifo =) un bacio, spero di ricevere più commenti quando riaprirò la pagina...fatelo come regalo x il mio compleanno =)

Stavo percorrendo il familiare vialetto di ghiaia che conduceva alla porta di casa War.

Suonai e venne ad aprirmi Beth, saltandomi in braccio appena mi vide.

-Caaathy! Quanto tempo.

La bimba mi scoccò un sonoro bacio sulla guancia mentre entravo tenendola con un braccio mentre con l'altro chiudevo la porta. Fuori dalla cucina, appoggiato al muro c'era Alex, che mi sorrise dolcemente aspettando che mi avvicinassi per poi baciarmi sulla guancia. Sentii dei passi sulle scale e vidi che la signora War stava scendendo al piano di sotto.

-Ciao Cathy!

-Buongiorno signora War.

-Come stai tesoro?

-Bene grazie!

Nel complesso stavo bene, era vero; tuttavia sentivo un bisogno disperato di vedere Chace, di sentirlo parlare di Jake, di sentire Jake parlare attraverso lui.

-Vieni un momento in cucina con me cara?

-Certo!

La seguii in cucina e mi sedetti su una delle quattro sedie che circondavano il tavolo.

-Cathy, volevo parlarti di una cosa, prima che tu veda tutto con i tuoi occhi.

Cominciai a preoccuparmi.

-Allora...Ryan è da qualche giorno che ha cominciato ad avere degli incubi. Non credo siano incubi normali...sono piuttosto forti direi: non vuole più saperne di dormire adesso e, sinceramente, non so proprio che fare!

Rimasi in silenzio...nemmeno io avevo idea di cosa dire o fare in realtà!

-Pensavo che un po' di vacanza gli avrebbe fatto bene; magari è stressato dalla scuola o da qualsiasi cosa, credo che staccare per qualche giorno lo possa rilassare un po'!

-Si, sono d'accordo: credo che sia una buona idea! Dove lo porta?

-I miei genitori hanno una casa al mare ad un'oretta da qui, ci andiamo sempre d'estate. Quello che volevo assolutamente chiederti era se ti faceva piacere venire con noi.

Mi sentivo un po' un'intrusa...Tutta la famiglia andava via, ma io cosa c'entravo? La signora War, evidentemente, lesse il mio sguardo e si rivolse di nuovo a me.

-Ci siamo affezionati molto a te: hai portato novità ed una speranza in una famiglia in difficoltà...Ryan si è attaccato a te come ad un'ancora, credo gli farebbe piacere se venissi anche tu!

-D'accordo, se vi fa piacere volentieri.

La signora War sospirò e sorrise guardandomi con dolcezza.

-Mi farebbe piacere se glielo dicessi tu: non gli sono mai piaciute le novità, soprattutto in questo periodo, ma a te dà retta, forse acconsentirà!

Annuii e mi alzai dalla sedia per uscire dalla stanza ed andare a cercare Ryan che, come ogni volta che andavo lì, credevo si trovasse in camera sua. Sua madre, però, mi fermò.

-E' uscito...è in giardino sul retro!

Cambiai direzione ed uscii per la porta a vetri della cucina che dava su una bellissima veranda accogliente, con piante ben curate e fiori colorati.

Ryan era lì, seduto su uno dei tre gradinetti bassi che dalla veranda scendevano fino a tuffarsi nell'erbetta verde e tenera del giardino. Mi dava le spalle, ma sapevo che mi aveva sentita e anche che sapeva che ero io. Mi sedetti vicina a lui, sui gradini, tentando di capire cosa stesse guardando così intensamente da evitare addirittura di rivolgermi uno sguardo di saluto. In realtà non guardava niente: il suo sguardo era completamente perso nel vuoto e vacuo.

-Ciao Ray.

Si riscosse appena e si girò a guardarmi: aveva il viso stanco, vissuto.

-Cosa succede?

Scosse la testa: ultimamente le cose complicate da dire non cercava più in tutti i modi di spiegarmele; scuoteva la testa e lasciava perdere.

-Sono gli incubi?

Annuì. Certo che erano quelli.

-Sono così brutti?

Aveva lo sguardo confuso.

-Non ti ricordi bene quello che sogni, vero?

Mi guardò e scosse la testa come per tentare di fare chiarezza.

-Sai, succede anche a me. Faccio dei sogni terribili e quando mi sveglio non mi ricordo niente, così ho ancora più paura di riaddormentarmi perchè non so cosa mi aspetta!

Ok, piccola bugia: non facevo quasi mai incubi, e non avevo paura di addormentarmi di nuovo, ma se questo era quello che provava lui, allora era meglio che si sentisse compreso. Non è che non lo comprendessi, solo che a lui dava più sicurezza sapere di non essere, per una volta, il diverso. Ed io sentivo di doverlo recuperare: ci stavamo allontanando, purtroppo, e la morte di Jake aveva peggiorato le cose.

-Senti...mi era venuta una bella idea prima!

Dire che l'idea era di sua madre avrebbe rovinato tutto dato che le idee di sua madre le odiava perchè in lei vedeva solo un continuo tentativo di farlo parlare anche se, ad occhi esterni, non sembrava assolutamente così!

Mi guardava curioso:

-Si, Beth mi ha detto che i vostri nonni hanno una casa al mare...e così, avevo pensato che sarebbe stato carino andarci qualche giorno tutti assieme, non trovi?

Era di nuovo perso nel vuoto, ma distrattamente annuì.

-E' vicina alla spiaggia la vostra casa?

Dovette fare un collegamento in ritardo perchè si girò di scatto a guardarmi come terrorizzato...avevo capito: la spiaggia!

-Tranquillo: non fa ancora abbastanza caldo per mettersi in costume.

Si rilassò leggermente.

 

Tornando in salotto, dopo aver lasciato Ray assorto nei suoi pensieri sulla panca in giardino, vidi Alex seduto sul divano di pelle beige, a guardare un film stupido. Mi sedetti vicina a lui aspettando che Ryan rientrasse e si svegliasse da quello stato di trance in cui era caduto. Non l'avevo mai visto così e la cosa mi spaventava: certo non era mai stato bene, però c'era sempre stato. Era lucido e presente, si poteva “discutere” con lui; ora era come se non ci fosse.

Alex tolse il volume del televisore e mi fissò intensamente, troppo intensamente per essere Alex. L'avevo sempre considerato una persona superficiale, ma in fondo sapevo benissimo che era l'esatto contrario.

Era forse un po' nervoso, cauto, quando mi rivolse la parola.

-Cathy, Ryan sta bene?

Era preoccupato, moltissimo, ma cercava di mascherarlo con un tono indifferente che gli riusciva malissimo.

-Lo so che mi interesso poco a lui...ma...

La voce gli s'incrinò, straziata dal pianto che tratteneva con difficoltà.

-Lo so, lo so che gli vuoi bene! Ryan...beh, solo Ray sa come sta Ray, purtroppo...ed in questo momento ho paura che nemmeno lui lo capisca bene. E' molto confuso. Non sta male fisicamente, questo no, ma è molto stressato. Credo non dorma nemmeno molto perchè ha cominciato ad avere degli incubi che lo scombussolano, gli fanno ancora più confusione di quella che già aveva!

Alex annuì molto interessato, quasi teso, voglioso di carpire più informazioni possibili, ma purtroppo nemmeno io sapevo molto.

Non conoscevo, tuttavia, questa parte di Alex...anzi, a dire il vero non lo conoscevo affatto e non sapevo niente di lui, ne del suo rapporto con il fratello prima dell'“incidente”. In quel momento, però, mi parve una cosa essenziale per completare un puzzle che avevo nella testa e che, in realtà, non avevo nemmeno mai cominciato pur possedendo gran parte dei pezzi! Cosa era successo a Ray?

Corsi in cucina dove la signora War stava cominciando a preparare la cena. Mi sedetti al tavolo e mi rivolsi a lei.

-Signora War?

-Dimmi tesoro!

-Prima che Ryan smettesse di parlare e succedesse qualsiasi cosa sia successa, com'era il rapporto tra lui ed Alex?

-Mmm, bella domanda. Credo dovrai ascoltare una lunga storia.

-M'interessa, la prego!

-D'accordo. Allora: da piccolini Alex e Ryan non sono mai andati molto d'accordo, tuttavia non litigavano quasi mai. Ryan è sempre stato un ragazzo molto maturo per la sua età, gli piaceva divertirsi, certo, ma non esagerava mai, anzi...a volte troppo poco. E' una persona seria, profonda, ma per niente timida. Tra i due lui era la testa, il cervello che pensava, dato che, ti sarai accorta, Alex è l'esatto opposto. Alex è un ragazzo spontaneo, pensa poco a ciò che fa, naturale, scherzoso, prende tutto come un gioco ed a volte risulta immaturo. Quando erano più piccoli, comunque, Ryan sopportava di buon grado il fratello ed anzi, alle volte lo rimetteva sulla strada giusta, lo seguiva molto di modo che non facesse le cavolate che il suo carattere lo portava a fare. Un giorno, però, successe una cosa che rovesciò esattamente la situazione: Frank, il padre di Alex e Ryan morì, mentre io ero incinta di Beth. Entrambi i ragazzi erano affezionati sino all'inverosimile al padre e ciò che successe li cambiò radicalmente, o meglio...cambiò Ryan che aveva il carattere più vulnerabile. Ryan cominciò a comportarsi da sbandato: frequentava gente che non mi piaceva, girava per locali poco adatti, faceva cose che non avrei mai pensato potesse fare. Ho provato in tutti i modi, ma alle cure ha reagito come ora, o con violenza, alle buone maniere della mamma nemmeno reagiva, alle cattive mi fregava comunque: non sono riuscita a fare niente!

In questo periodo Alex è cambiato per riflesso: non avere più la guida del fratello sempre pronto a salvarlo da qualsiasi situazione, lo ha costretto a svegliarsi e maturare e la condizione in cui era la famiglia e lo stesso Ryan, lo ha spinto a non fare cavolate e ad aiutare il fratello come poteva. Ryan si faceva avvicinare ormai solo da lui ed Alex, dal canto suo, faceva di tutto per farlo sfogare e ragionare. In effetti ci stava anche riuscendo, ma, proprio quando cominciavano a vedersi i primi miglioramenti, è successo Dio solo sa cosa e una notte, verso le due, mi ha chiamata il pronto soccorso dicendo che mio figlio era ricoverato. Ho chiamato Alex che era ad una festa con amici, ma non ha risposto. Quando sono arrivata in ospedale e ho visto Ryan sul letto privo di sensi, un medico mi ha detto che aveva un'emorragia interna ma nessun segno di ematomi ad indicare che fosse stato picchiato. Aveva solo il taglio di cui ora ha la cicatrice sul fianco. Da quando si è svegliato non ha più detto una parola, ma i medici hanno detto che a chiamare l'ambulanza era stato un uomo che, arrivati sul posto, non hanno trovato; non ha detto nome o altro!

 

Rimasi di stucco: ora sapevo tutta la storia di Ray, o almeno quasi...c'erano ancora molte cose che dovevo capire! 

  
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