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Autore: ShinyDarkF    06/01/2011    2 recensioni
Erano solo due ragazzi.
Erano felici.
Non sapevano quello che stava per accadere.
Ora sangue è quello che vedono.
Sangue è quello che sentono.
Sangue è quello che vogliono.
Ma forse non tutto è perduto.
Sono stati nel buio per anni ma ora...
Stanno tornando.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edit: Comincio col dire che questo capitolo era molto più lungo ma l'ho diviso in due parti. A presto il prossimo e spero che vi piaccia. Poi volevo augurare, anche se in ritardo, buon anno a tutte le persone che stanno leggendo questa FF. E grazie ancora!

Qualche ora più tardi i quattro ragazzi si trovavano fuori di casa.
"Dove andiamo?" si lamentò Sue.
In quei giorni si erano scoperte molte cose sui ragazzi. Sue era la più lamentosa del gruppo, e anche se amava fingersi dura come una pietra, in realtà dentro di sé c’erano molte paure che la ragazza non voleva svelare neanche a se stessa. Tom era ancora peggio di Sue. In realtà neanche lui era senza cuore così come voleva che gli altri credessero ma lo  mascherava, e anche molto bene. Una sola volta Bill glielo aveva detto, gli aveva detto di aver visto per un secondo il suo vecchio fratello. E Tom aveva praticamente fatto un massacro. Forse era felice di essere considerato un mostro. Forse una parte di lui pensava di esserlo davvero e che si meritasse di essere trattato come…semplicemente come un mostro. Forse aveva accettato di essere così e si era stancato di combattere. Forse ancora non lo aveva accettato.
Bill era un vero e proprio mistero. A volte sembrava buono, sembrava quasi una persona come le altre ma a volte era proprio come Tom, se non ancora più cattivo di lui. A volte si ritrovava ad uccidere persone innocenti e voleva dare la colpa a qualcuno. Voleva dire che l’influenza del fratello gli aveva giocato un brutto scherzo o addirittura si era sorpreso ad accusare Christina, perché era sempre uno stress stare vicino a lei senza morderla. Ma in fondo, la colpa era solo di Bill, e anche se gli dispiaceva uccidere, non poteva negare di sentirsi bene con se stesso dopo aver bevuto. A volte aveva dei sensi di colpa incredibili, altre volte era un vero e proprio maniaco omicida ma non si mostrava mai così con la sua ragazza. No, quelli erano segreti che avrebbe tenuto sempre e solo dentro il suo freddo corpo.
Christina. Lei era la coraggiosa del gruppo. Non lo avrebbe mai ammesso ma lo era. Tutti la trattavano come una pari ma sapevano che lei non era come nessuno di loro. Sue era la cacciatrice e Bill e Tom erano due vampiri ma Christina non era niente, era solo una povera ragazza che un giorno andava a scuola e viveva una vita normale e il giorno dopo era andata via di casa e aveva scoperto un nuovo mondo che poteva distruggerla in meno di due secondi. Ma a lei non importava. O almeno sembrava non importarsene. Purché ci fosse Bill insieme a lei perché, si, la ragazza credeva nel vero amore e sapeva che nessun sacrificio poteva essere troppo grande se ci fosse stato il suo ragazzo con lei. Ma tutti sapevano che era come una bomba: si mostrava allegra e…normale, ma da un momento all’altro poteva scoppiare.
" Ma tu non mi senti mai quando parlo? Stiamo andando al bar" disse Tom sprezzante.
"Quale bar?" ribattè la ragazza.
"Ma tu non mi ascolti mai quando parlo? Quando siamo venuti ti ho chiaramente detto che saremmo andati ad un bar a cercare informazioni"
"Credevo stessi scherzando"
"Bè, evidentemente no"
Tom era arrabbiato. Pessimo presagio.
"E cosa dovremmo trovare là?"
"Ah lo scoprirai" rispose Tom con il suo solito ghigno.
Tom era arrabbiato. Tom rideva. Questo era molto, molto peggio. Tom sapeva qualcosa, e per farlo diventare così vulnerabile non era niente di buono.
Capirono già da subito che il bar di cui parlava il vampiro non era un bar normale. Non per comuni mortali almeno. Era un bar frequentato da soli vampiri e creature immortali, si potevano vedere individui con code e corna. Ma se si tralasciava questo il bar era completamente normale. C’era il barista, c’erano i drink, c’erano le sedie, anzi chi aveva provveduto all’arredo aveva avuto stile.
Peccato che, avvicinandosi, si vedeva chiaramente che le pareti erano tinte di rosso, ma quel rosso era troppo scuro e perfetto per essere solo vernice.
Sangue.
Christina tremò.
Solo allora Bill decise di parlare.
"Ma che cosa stai cercando di fare?"
"Secondo te?" rispose il fratello.
"Non lo so ma evidentemente neanche tu ne hai idea. Prima ci fai fare un viaggio di ore intere fino a Los Angeles senza motivo, poi  ritorni nella nostra vecchia casa e ora in questo posto. Se volevi semplicemente compagnia potevi anche portarti uno di questi tizi con te"
Due vampiri arrabbiati. La giornata si stava mettendo proprio male.
"Ma ti vuoi stare un po’ zitto! Ecco il tuo problema, ti credi sempre meglio degli altri, tu sai tutto, tu hai sempre ragione, non credi che a volte tra sei miliardi di persone tu possa anche non conoscere tutto su tutti" disse Tom.
"Non quando ci sei mezzo tu. O ti devo ricordare che se avessi seguito il mio istinto quel giorno sarei ancora vivo ora?"
"Ah allora è questo. Tu vuoi punirmi perché tanto tempo fa io ti ho ucciso."
"Non è questo, so che hai commesso un errore, capita, sto solo dicendo che…"
"Ferma un secondo. Errore, credi davvero che io ti abbia trasformato per errore?"
"Ma non mi dire che l’hai fatto apposta. Non ci posso credere"
"Volevo che stessimo insieme"
"Oh certo, grazie fratellino, che bella idea è stata uccidermi"

"Per quanto ancora andranno avanti così" sussurrò Christina.
"Ah non lo so, dopo di te" rispose Sue.
"Certo"
E le due ragazze entrarono nel bar mentre i due vampiri stavano ancora litigando.

"Due birre per me e per la mia amica" disse Sue al barista.
"I mortali non possono entrare qui. Io se fossi in voi scapperei urlando"
"Oh davvero. E chi ti dice che noi siamo mortali"
Sue si alzò e prese il barista talmente forte che quest’ultimo precipitò dall’altra parte della sala.
"La cacciatrice" sussurrò un demone.
"In carne ed ossa" rispose Sue.
Stava per cominciare una guerra in quel locale, da una parte una ragazza che rideva e dall’altra un gruppo di persone alte almeno due metri e con la faccia sfigurata. E anche loro ridevano.
Christina pensò che forse Sue si divertiva a cercare sempre lo scontro con tutto.
"Fermi" urlò Tom." Lei è con noi"
"Tu stai con la cacciatrice?" disse il demone che aveva parlato prima.
"Problemi?" sussurrò Tom non appena si avvicinò all’uomo.
Il demone era molto più alto di lui e molto più forte di lui sicuramente ma Tom non era spaventato e neanche Bill ma neanche loro capivano il perché. Tanti mostri erano contro di loro, più forti, forse pure più vecchi di loro e tutti volevano ucciderli ma i due vampiri si sentivano forti, sapevano che con un solo tocco della mano avrebbero posto fine a quella lotta e l’unica cosa che sarebbe rimasta in quel bar sarebbe stata polvere.
Ma non la loro.
"Ora voi ci direte delle cose"
"Cosa?"rispose il demone.
"Cominciateci a dire cosa è successo qui nel 1500"
"Non possiamo"
"E perché?"
"Credete di essere forti, credete di essere coraggiosi. Illusi. Lì fuori ci sono cose che neanche potete immaginarvi e io so che mi ucciderete, forse ci ucciderete tutti ma preferiamo morire per mano vostra piuttosto che piegarci a quello"
"Quello cosa?"
Il demone stava per parlare quando improvvisamente una freccia lo colpì in pieno petto e si trasformò in polvere.
Tutti rimasero a bocca aperta.
Persino Tom, in cuor suo, cominciò a provare paura.

   
 
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