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Autore: GreenNightmare    06/01/2011    3 recensioni
La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 Gennaio.
Oggi è ricominciata la scuola. Non so, forse sono stupida io, ma ogni volta che si ritorna dalle vacanze natalizie o estive, mi aspetto sempre di trovare i miei compagni diversi, cambiati, forse più maturi, comunque cresciuti rispetto a quando li ho lasciati. E invece anche quest’anno sono rimasta delusa. Lo so, io sono l’ultima che deve parlare.

L’inizio della scuola non è stato molto incoraggiante.
Ero già entrata in classe in ritardo per colpa di Joe, che avevo incontrato per strada e quindi ci eravamo messi a chiacchierare. Lui non aveva intenzione di andare a scuola, figurarsi. Era lì a cazzeggiare con lo skate, con l’aria di non avere un problema al mondo. Vorrei essere anch’io come lui.
Nel senso che a volte vorrei fregarmene anch’io di tutto e di tutti e fare quello che voglio. Bruciare un giorno no e due si, scappare di casa almeno una volta al mese, mandare apertamente affanculo le autorità.

Joe è la persona più libera che conosca ma, allo stesso tempo, più prigioniero di sé stesso che mai.
La sua ribellione è solo una fuga. Una fuga da tutto: da un mondo che sembra non essere fatto per lui, da una prigione continua e senza sbarre. Ma nessuno, tranne me e Larry, lo capisce.

E comunque, sono arrivata in ritardo. Se solo Joe non mi avesse fermata, forse ora non sarei nei guai, ma ormai è inutile fare queste considerazioni- anche perché la colpa non è di Joe, ma mia e della mia dannata lingua lunga.

Il fatto è che sono arrivata e davanti all’edificio 2 –quello dove c’era il corso di biologia- e proprio lì davanti c’era Rebecca Howlen che parlava con una sua amica. E, passandole accanto, non ho potuto fare a meno di mormorare: - troia -. E lei ovviamente mi ha sentita.
Ok, lo so che lei non ha mai fatto niente a me direttamente, e che la colpa è solo di Steve che ci si è messo insieme, ma non è veramente colpa sua. Era praticamente accecato dall’amore o quel che era.

Comunque, Steve, dopo mesi che ci provava, ci si era messo insieme a quella troia. Io lo avevo avvertito di stare attento. Che quella è veramente un’imbecille senza cervello e senza scrupoli. Ovviamente, a cosa è servito? A niente. Infatti, lei cosa ha fatto? Ha raccontato a mezza scuola –ma che dico mezza, a tutta la scuola- che Steve è gay, che lei ci ha provato a farci sesso ma insomma lui non era proprio interessato all’articolo donna. O ragazza, o quello che è.

Ovviamente non è vero, solo che lei si diverte a sputtanare la gente senza un motivo. E poi anche se fosse gay, cosa gliene fregherebbe agli altri? Ma la gente del liceo non ragiona così. L’hanno pestato a sangue. Quindi direi di avere avuto un ottimo motivo per sibilare quel troia, anche se non avevo intenzione di farmi sentire. Sono una vigliacca. Lo so.
Beh, comunque lei mi ha sentito e con quel suo fare da troietta con la sua odiosissima vocina acuta fa: -Qualche problema?- Ok. A questo punto non potevo più tirarmi indietro e ho fatto:
-Sì. Il mio problema sei tu.-
-Senti ciccina, è meglio che moderi i toni con me, altrimenti ti gonfio tanto da farti diventare la faccia rossa come i tuoi capelli- Mi minacciava di picchiarmi! Non ho potuto fare a meno di sorridere.
–Vorrei solo che ci provassi- ho risposto.
–Senti, è inutile che fai tanto la figa con me, perché ti conviene allontanarti capito?-
A quel punto le sono proprio scoppiata a ridere in faccia. Era una scena totalmente ridicola. E lei stava passando ancora di più per un’imbecille, con tutte quelle mossette e le parole studiate apposta.
E poi le ho detto, ancora ridendo:
-Senti. So che non sembra, ma mi sto letteralmente cagando addosso dalla paura. Ti prego, non aggredirmi!-
Non le è piaciuto. Odia essere presa per il culo in questo modo. Forse prima non mi avrebbe menato, ma ora l’avrebbe fatto glielo si leggeva negli occhi. O perlomeno ci avrebbe provato. E infatti ci ha provato. Mi è saltata addosso, ma si vede che non è molto pratica di risse, infatti il suo modo per “gonfiarmi” è stato tirarmi i capelli. Questo era il suo massimo! Le ho tirato un pugno in faccia, ma sfortunatamente la prof è uscita proprio in quel momento, così mi ha gridato dietro un casino mentre Rebecca piagnucolava strofinandosi l’occhio.
Poi la nonna premurosa mi ha mandata dal preside.

Ormai frequento più lui di tutti i miei amici.
E il simpaticone si finge anche stupito:
- Sallie, cosa ci fai qui? Di nuovo? Pensavo avessimo risolto ogni problema.- E già quando qualcuno mi dice qualcosa del genere mi incazzo sul serio.
- Non abbiamo risolto un bel niente invece.- ho sbottato sedendomi sulla sedia di fronte a lui e incrociando le braccia come una bambina capricciosa. Almeno mi rimaneva la soddisfazione di aver fatto un occhio nero a quella stronzetta.

Per fortuna, visto che lo vado a trovare si e no una volta al mese, il preside mi conosce e ha molta pazienza con me.
–Allora, cosa è successo?-
-Niente di che. Ho fatto a botte con Rebecca Howlen.- Allora lui ha sospirato, uno di quei sospironi che tira a volte il fidanzato di mia madre quando Johnny piange alle tre del mattino, e mi ha chiesto:
-E perché l’avresti fatto?- A quel punto io mi sono rotta e ho cominciato a gridargli contro. Di solito non faccio queste cose, ma non ne potevo più di quelle frasi di circostanza.
– Lo sa benissimo il perché, però quegli stronzi che hanno pestato Steve fuori da scuola il mese scorso a quanto pare NON SONO FINITI DA LEI O SBAGLIO? E sa perché Steve ha due occhi neri che sembra un panda? PERCHE’ QUELLA TROIA E’ ANDATA IN GIRO A DIRE CHE ERA GAY!!!!!!!! Questo è il problema nella sua dannata scuola, non io che difendo un mio amico, ma quei fottuti stronzi che PICCHIANO LA GENTE CHE SECONDO LORO E’ GAY!-

A quel punto mi ero alzata in piedi e quasi tremavo, ma mi ero resa conto della scenata e mi sono data una calmata.
Il preside ha sospirato di nuovo e mi ha detto di sedermi. Poi ha cominciato a raccontarmi la solita storia che a scuola ci sono ragazzi problematici, che la violenza non è il modo giusto di risolvere le cose, che certo, avrebbe parlato anche a loro, ma a questo punto non stavo più ascoltando.Quasi piangevo dalla rabbia.

Alla fine mi ha lasciata andare dicendo che se sarebbe ricapitato un’altra volta mi avrebbe sospesa. Come se si aspettasse che di punto in bianco non mi avrebbero più mandata da lui. Ho borbottato un “certo, certo” e sono uscita. Volevo sbattermi la porta alle spalle ma non ho avuto il coraggio. Sono una codarda.

Beh, per oggi direi che è tutto. Ho scritto anche troppo.

Sallie
  
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