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Autore: Avis    06/01/2011    7 recensioni
Una serie di one-shot legate da un filo comune, ambientate dopo il capitolo 108. RoyAi, obvious!
Capitolo 9 - My little doubt
“Non si preoccupi, Signore. Non è un disturbo passare del tempo con lei.” Roy rimase vagamente interdetto, ed anche la Hawkeye parve rendersi conto dell’ambiguità della frase, poiché arrossì appena e si affrettò a spiegarsi. “Sul lavoro, intendo.”
“Certo, Capitano, Anche per me è un piacere lavorare con te.” Rispose Roy con un sorriso sardonico. Non ci fu bisogno di aggiungere che loro, comunque, passavano un bel po’ di tempo assieme anche fuori dall’orario di lavoro.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Time after the battle







Hiromu Arakawa ©

Avis ©





Change

Parte 2



Roy fece tamburellare le dita sulla scrivania, scoccando poi un’occhiata di sottecchi verso la Hawkeye. Le trattative con Ling, nonostante l’accordo iniziale, si erano protratte per altri quattro giorni, ma entrambe le parti si ritenevano piuttosto soddisfatte. L’Imperatore era partito durante la mattinata, e finalmente il Flame Alchemist aveva potuto godere di un pomeriggio di riposo; o meglio, di un’oretta di pausa, visto che era stato messo ai lavori forzati dalla sua assistente. I due avevano un bel po’ di documenti in arretrato, e la Hawkeye aveva costretto il superiore a darsi da fare. D'altra parte, loro sarebbero tornati ad Ishval l'indomani, e avevano un sacco di pratiche da sbrigare.

Che ore sono?” Borbottò Mustang, firmando il resoconto completo del suo soggiorno ad East City; l’indomani l’avrebbe consegnato agli emissari di Grumman, di modo che il Fuhrer potesse essere informato dei risvolti del colloquio. “Ah, dove diavolo è finito Havoc?”

Riza rimase in silenzio per qualche istante, sistemando una pila di documenti in un cassetto della scrivania. “Sono quasi le otto, Signore.” Replicò con voce tranquilla. Il suo sguardo non tradiva la minima stanchezza, tuttavia il Flame Alchemist sapeva che si era trattata di una settimana pesante anche per lei. “Quanto ad Havoc, gli ha dato il pomeriggio libero.”

Dannato scansafatiche.” Commentò l’altro, sbuffando. L’idea che Havoc fosse a spassarsela con la sua ragazza mentre lui era a lavorare lo metteva di pessimo umore. “Beh, direi che è ora di andare a mangiare!” Dichiarò Mustang, recuperando in un istante le forze. “Anche se non ho la minima voglia di farmi tutta la coda alla mensa... Per non parlare di sopportare quei seccatori di Central City.”

Riza si alzò, scrollando appena le spalle per rilassare i muscoli indolenziti. “Potremmo andare più tardi, Signore. Dovremmo trovare meno coda.”

Il Flame Alchemist parve pensarci su per qualche secondo, poi scosse il capo. “No, ho veramente troppa fame per aspettare.” I due non erano nemmeno riusciti a pranzare, visto che avevano avuto troppo da fare, e lo stomaco del Generale stava protestando con una certa intensità. L’uomo era in procinto di rassegnarsi ad affrontare la calca, quando un’idea geniale iniziò a formarsi nella sua mente; dopo qualche istante di riflessione, Roy trattenne un sogghigno, e si preparò ad una scenetta da attore consumato. “Che ne diresti di andare in un ristorante qui vicino, Capitano? Ci sono andato spesso, e si mangia piuttosto bene.”

Il cecchino gli lanciò un’occhiata perplessa, e non riuscì a nascondere una certa titubanza nel volto. “Non mi sembra il caso, Signore.” Rispose alla fine la Hawkeye.

E per quale motivo?” Disse Mustang, facendo il finto tonto ed alzandosi dalla sedia. “Dobbiamo festeggiare l'accordo con Xing, no? Cosa vuoi che sia una cena... Se incontriamo Havoc possiamo portare anche lui.” Il Flame Alchemist augurò mentalmente al sottoposto di non farsi vedere nemmeno per scherzo, altrimenti l’avrebbe incenerito per benino. Roy recuperò il proprio soprabito e quello della Hawkeye, e porse quest'ultimo alla donna con un sorriso che non ammetteva rifiuti.

Riza tentò di protestare, ma era troppo stanca per poter opporre resistenza: dopo una settimana così faticosa, anche la sua lucidità stava iniziando a vacillare. In fondo, si giustificò, il Generale era uscito con la sua squadra varie volte, finendo anche in qualche locale per una bevuta; se fossero andati alla mensa, avrebbero mangiato piuttosto tardi, visto che lei si rifiutava di saltare la coda... Però, se qualcuno li avesse visti avrebbe sicuramente travisato la situazione. L'ultima occhiata al sorriso speranzoso di Mustang le fu fatale: per la prima volta in vita sua, Riza Hawkeye mise a tacere la stupida voce nella sua testa – quella che le stava urlando “sconveniente, assolutamente sconveniente, non lo fare” - e decise di accettare la proposta del Generale. “D'accordo, Signore.” Sospirò lei, capendo finalmente perché nessuna donna di Amestris sembrava in grado di resistergli. Doveva essere quel suo dannato sorriso...

Mentre la Hawkeye indossava il soprabito, Mustang si concesse un sorriso vittorioso. La prima parte del suo piano si era conclusa in maniera perfetta.





La cena non era stata così tremenda: lei e il Flame Alchemist avevano parlato perlopiù di lavoro, ed il cibo era davvero buono. L'imbarazzo iniziale era svanito velocemente, e la Hawkeye era riuscita a rilassarsi e a godersi la serata; in fondo, non era nulla di diverso dalle loro solite chiacchierate ad Ishval. Giunti al dessert, Mustang aveva ordinato un budino, mentre il cecchino si era trovato in inaspettata difficoltà.

Lei che dessert prende?” La cameriera batté la matita sul block-notes, aspettando una risposta da parte di Riza; quest'ultima fece scorrere velocemente lo sguardo sul menù, cercando di prendere una decisione in tempi rapidi.

Mustang attese qualche secondo, osservando la crescente irritazione della cameriera e l'indecisione della sua sottoposta. “Prendi la torta di mirtilli.” Suggerì pacatamente il Flame Alchemist, sotto lo sguardo scocciato dell'altra donna. “È ottima.”

Riza annuì, vagamente sollevata, e si rivolse alla cameriera. “Vada per la torta di mirtilli.” Mentre l’altra si allontanava, borbottando qualcosa sui militari, il cecchino tornò a parlare al superiore. “Grazie, Signore.” Roy si limitò a fare un sorriso, continuando a tenere lo sguardo fisso in quello della Hawkeye; la donna si sentiva leggermente imbarazzata, senza nemmeno capirne troppo bene il motivo. “Veniva spesso qui?”

Abbastanza…” Replicò lui, vagamente irritato da quel “Signore” che Riza non sembrava riuscire ad abbandonare. “Non è proprio il posto più lussuoso di East City, però si mangia molto bene.”

Non credevo fosse tipo da trattoria.” Commentò la Hawkeye, mentre la cameriera le posava davanti il dessert che aveva scelto. “Grazie.” Mormorò il cecchino, preparandosi ad assaggiare la torta.

Ogni tanto non mi spiace un po’ di cucina casalinga, invece del rancio militare o di piatti troppo elaborati.” Rispose lui, occhieggiando il proprio dolce. “Soprattutto quando è così buona. Sai, mi ricordo i tuoi primi esperimenti ai fornelli…”

Riza scoccò un'occhiataccia al superiore, che sogghignò con aria divertita. Lei sapeva benissimo che, più che esperimenti, i suoi si erano trattati di veri e propri disastri culinari, però con il tempo era molto migliorata. “Non mi pare che lei se la cavasse meglio, comunque.” Lo punzecchiò dopo qualche secondo, assaggiando poi la torta: decise subito di dover ringraziare il Flame Alchemist per il consiglio, visto che era davvero buona.

Mustang invece fece una smorfia semi-comica, facendo tintinnare inavvertitamente la forchetta contro il piatto. “Colpito e affondato.” Commentò con una certa ironia, dopo di che attaccò il suo dessert.

I due rimasero in silenzio per un minuto buono, ciascuno limitandosi a finire la cena; Mustang rifletté su quale fosse la migliore mossa da fare tra un boccone e l’altro del suo budino. L’infallibile istinto da sciupafemmine gli stava suggerendo diverse soluzioni, ma Roy sapeva bene che nessuno di quegli espedienti avrebbe avuto successo con la sottoposta; in più, non voleva usare uno dei suoi soliti trucchetti, non con lei. Riza Hawkeye era speciale, e si meritava qualcosa di meglio.



Ecco il conto, signori.” Mustang allungò la mano verso il biglietto che gli stava porgendo la cameriera, dopo di che prese il portafogli con un gesto di nonchalance. Riza fece lo stesso, tentando di capire quanto fosse la sua parte, ma il Flame Alchemist stava tenendo la ricevuta in modo che lei non potesse vederla.

Signore, quanto…?” Domandò la Hawkeye, venendo immediatamente bloccata da un gesto del superiore.

Faccio io, non ti preoccupare.” Replicò l’altro, porgendo una serie di banconote alla cameriera; la ragazza mormorò un paio di ringraziamenti, dopo di che si dileguò con il denaro. Sul volto dell’uomo si disegnò un sorriso vagamente divertito. “Devo ammettere che ho visto servizi migliori, sai?”

La battuta non sembrò avere molto effetto su Riza, che stava guardando il superiore con un misto di imbarazzo e leggera irritazione. “Signore, per favore, non è assolutamente il caso che mi offra la cena. Mi dica quanto le devo.”

Non dire sciocchezze, sarebbe scortese lasciarti pagare.” La Hawkeye sbuffò con aria seccata, facendo sorridere nuovamente il superiore. “Su, Capitano. Lo sai che sono un gentiluomo, no?” L’uomo si alzò dalla sedia, infilandosi poi il soprabito con un gesto fluido.

Sì, Signore, ma preferirei comunque…”

Mustang la interruppe, alzando gli occhi al cielo. “Oggi hai fatto due ore di straordinari, e il pagamento è questo, d’accordo? Non mi costringere a doverti ordinare di farti offrire la cena.” Riza gli scoccò un’altra occhiataccia, ma non riuscì a fare a meno di sorridere.

E va bene, Signore. La ringrazio per avermi offerto la cena.” Dichiarò dopo qualche istante, infilandosi il cappotto. Si sentiva ancora un poco imbarazzata, ma era anche vagamente lusingata dall’atteggiamento cortese del Flame Alchemist.

Il piacere è mio, Capitano.” Replicò l’uomo con un filo di divertita ironia nella voce, iniziando ad incamminarsi verso l’uscita del locale.

I due si trovarono all’esterno dopo pochi secondi, e Riza si strinse nel cappotto, leggermente infreddolita. Le temperature invernali di East City erano sicuramente più alte di quelle di Central, ma non quanto quelle di Ishval, a cui erano ormai abituati i membri del team di Mustang; la donna cercò di non farci caso, dicendosi che presto si sarebbe abituata, quando sentì la mano del Flame Alchemist appoggiarsi sulla sua spalla. “Hai freddo?”

No, Signore.” Rispose lei, quasi automaticamente.

Mh…” Roy le scoccò un’occhiata scettica, ma non chiese altro. L’uomo scostò la manica sinistra dal polso, occhieggiando per una manciata di istanti l’orologio. “Sono già passate le dieci… Il tempo è volato, vero?” Commentò poi, iniziando a incamminarsi in direzione del Quartier Generale. Il coprifuoco sarebbe scattato di lì a breve, ma entrambi sapevano che non avrebbero avuto alcun problema a rientrare.

Sì, Signore.” Replicò il cecchino, seguendo il superiore. Per qualche istante valutò l’idea di tenersi leggermente indietro, come faceva normalmente, ma poi decise di affiancare il Flame Alchemist, mantenendosi comunque ad una certa distanza. L’orario di lavoro era passato da un pezzo, tuttavia alcune abitudini erano difficili da modificare. “Ah, grazie per il consiglio sul dolce. Quella torta era davvero buona.”

Lo so, la prendevo spesso anch’io.” L’uomo infilò le mani nelle tasche del soprabito, esercitando una breve pressione verso il basso per stiracchiare le braccia; dopo qualche secondo i due sentirono il leggero tonfo di un oggetto che cadeva a terra. Roy si fermò, cercando di individuarlo con la scarsa luce che c’era dove fosse finito, ma la Hawkeye fu più veloce.

Tenga, Generale.” Disse al superiore, porgendogli il suo orologio d’argento. Mustang sbuffò, cercando di capire come avesse fatto a cadere.

Grazie, Capi…” L’uomo si bloccò di colpo, mentre sul viso si dipingeva un’espressione offesa. “Il mio cappotto ha un buco nella tasca!” Annunciò con voce grave, rivoltando la suddetta tasca; Riza scoccò un’occhiata verso il soprabito, constatando che, effettivamente, c’era un piccolo strappo. “Quei fannulloni della lavanderia devono averlo rotto.”

La Hawkeye sospirò, abbassando la mano che impugnava l’orologio. “Non può ripararlo con l’Alchimia, Signore?”

Roy rimase in silenzio per qualche istante, rimuginandoci sopra. “Potrei farlo, ma credo che chiederò un soprabito nuovo. Questo è un chiaro atto di sabotaggio nei miei confronti.” L’occhiata mezza esasperata della sua assistente gli fece capire che non era il caso di esagerare. “Va bene, va bene. Lo riparerò nella mia stanza, con un po’ di luce. Quello, intanto, tienimelo tu.”

D’accordo, Signore.” Riza lasciò scivolare l’orologio in una tasca, dopo di che i due militari continuarono a camminare verso il Quartier Generale.





Nemmeno dieci minuti dopo, i due militari erano rientrati alla base, incontrando solo una guardia sonnolenta che li aveva fatti subito entrare. Il Flame Alchemist aveva fatto un giro piuttosto strano, riuscendo in qualche modo a raggiungere l'alloggio di Riza prima del proprio, e aveva faticosamente convinto la sottoposta ad andarsene a dormire senza riaccompagnarlo. “Grazie per la serata e per la cena, Signore.” Disse la Hawkeye, accompagnando le parole con un sorriso. Nonostante l’imbarazzo iniziale, aveva finito per divertirsi davvero, anche perché Mustang era un ottimo accompagnatore.

Figurati.” Commentò il Generale, scrollando appena le spalle. “Da domani si torna nel deserto, quindi ci voleva un po’ di relax.” Si sentiva piuttosto soddisfatto, visto che era certo di aver fatto passare una bella serata al suo Capitano. Chissà, magari lei avrebbe accettato di cenare un’altra volta assieme… Peccato che ad Ishval non ci fossero ristoranti.

Riza osservò con un certo divertimento l’espressione buffa del superiore, dopo di che frugò nelle tasche del soprabito per trovare le chiavi. “Cerchi di andare a dormire presto. Alle otto e mezza verrò a bussare da lei, quindi si faccia trovare pronto.” Normalmente, il tono del cecchino avrebbe sottinteso una lieve minaccia, tuttavia non c’era alcun segno della solita intimidazione nella sua voce.

Va bene… Prima ce ne andiamo di qui, meglio è. Almeno mi leverò dai piedi tutte le spie degli altri Generali.” L’uomo soffocò uno sbadiglio, coprendosi la bocca con una mano. “Buonanotte, Capitano. Se ci fossero dei problemi, non esitare a chiamarmi.”

La Hawkeye annuì, facendo tintinnare le chiavi nella mano sinistra. “Certamente. Buonanotte, Signore.” La sottoposta si esibì in un rapido saluto militare, ricambiato pigramente dal Flame Alchemist, dopo di che lo osservò allontanarsi in direzione del proprio alloggio. Riza scosse la testa, in un misto di divertimento ed esasperazione: Mustang era riuscito a distrarla a tal punto che non si era quasi accorta di essere arrivata nella sua stanza. “Uff…” Infilò la chiave nella toppa, iniziando a pensare ai suoi compiti ancora in sospeso. Doveva rifarsi la valigia – che per fortuna conteneva ben poco – dividere i rapporti, salutare Rebecca e... Cavolo, doveva ridare anche l’orologio al Generale. Il cecchino sbuffò, estraendo dalla tasca il simbolo degli Alchimisti di Stato, e lo fece rimbalzare sul palmo della mano; dopo qualche istante di riflessione, decise di seguire il superiore per restituirglielo. Sfilò le chiavi dalla porta, dopo di che si incamminò velocemente verso l’alloggio del Flame Alchemist, che si trovava a poca distanza dal suo.

Non aveva nemmeno girato l’angolo, quando si scontrò con qualcuno che veniva dalla parte opposta; Riza barcollò, rischiando di inciampare a terra, ma venne presa al volo dalla persona che l’aveva urtata. “Tutto bene?” La Hawkeye sollevò lo sguardo, incontrando quello del Flame Alchemist. “Scusa, non ti ho proprio vista…”

Tutto bene, Signore. Scusi se l’ho urtata.” Replicò il cecchino, mentre il suo superiore le lasciava le spalle.

Veramente ti ho centrata io.” Commentò l'altro con voce ironica.

I due rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Riza infilò una mano in tasca e ne estrasse l’orologio. “Mi ero dimenticata di restituirglielo, Generale.”

Il Flame Alchemist si riprese l’oggetto, ringraziando la sottoposta con un cenno del capo. “Ti ringrazio.” Replicò tranquillamente. “Comunque, domattina è meglio se ci vediamo direttamente in mensa. Devo passare in ufficio prima di colazione.” Brontolò il superiore, passandosi una mano tra i capelli scuri. “Ah, appena vedi Havoc, ricordagli che deve ancora consegnare il suo rapporto. Minaccialo pure, se serve!”

Riza sorrise, scrollando impercettibilmente il capo. “Non credo ce ne sarà bisogno Signore. Ma lo terrò a...”

Mustang si perse il resto della frase, tutto concentrato a fissare il viso della Hawkeye. Quando sorrideva in quel modo era ancora più bella – peccato che non ridesse spesso – e Roy provò l'improvviso impulso di fregarsene dei suoi piani e baciarla. In fondo, sarebbe bastato pochissimo: un passo in avanti, poi si sarebbe chinato leggermente e... “Signore?”

La voce di Riza lo riportò bruscamente alla realtà, e il Flame Alchemist si trovò il volto della sottoposta ad una ventina di centimetri dal proprio; nei occhi del cecchino Mustang poté vedere tutto lo stupore per il suo gesto inusuale. Giusto qualche centimetro, si disse Roy, e il labile confine tra loro sarebbe svanito. Ma lei non era ancora pronta per un cambiamento del genere: la conosceva troppo bene, e sapeva che, con un'azione del genere, avrebbe soltanto rovinato tutto.

Facendo appello a tutto il suo autocontrollo, Mustang si costrinse ad arretrare di un paio di passi, distogliendo lo sguardo dagli occhi sgranati del suo Capitano. “Buonanotte, Riza.” Disse semplicemente, concedendosi – dopo anni che non lo faceva – di chiamarla per nome. Detto ciò, girò i tacchi e si allontanò verso il suo alloggio, lasciandosi dietro una confusissima Hawkeye.





Roy sospirò, sfilandosi la giacca della divisa e lanciandola disordinatamente sulla sedia. Quella sera aveva rischiato di mandare al diavolo i suoi propositi di conquista lenta e sicura, visto che aveva flirtato spudoratamente con il suo Capitano, ma per s–fortuna non era riuscito a baciarla. Certo, anche senza fare ciò, aveva dimostrato abbastanza chiaramente le sue intenzioni; si era scoperto non poco, ma aveva la sensazione che la sua regina avrebbe continuato la partita.

Ah, Riza, Riza…” Borbottò tra sé, passandosi una mano tra i capelli neri. Il problema era la testardaggine assoluta di quella donna. Amava l’integrità morale della Hawkeye, quella che le permetteva di distinguere giusto e sbagliato, ma la apprezzava un po’ meno quando ostacolava il loro rapporto; da quel punto di vista, si era scelto una donna decisamente complicata. Forse era proprio per questo che ne era così innamorato.

Mustang sbuffò ancora un paio di volte, rigirandosi l’orologio d’argento tra le mani, dopo di che scrollò le spalle. In meno di una settimana, era riuscito a concludere un accordo internazionale, aveva dato una spinta alla sua candidatura come futuro Fuhrer, e aveva anche portato Riza a cena fuori. Niente male, insomma. Tanto, quell’aria di cambiamento non aveva decisamente nulla a che fare con la primavera in arrivo…



Riza si sedette sul bordo del letto, sfiorandosi con la mano sinistra il viso in fiamme. Non era la prima volta che lei e Mustang si trovavano vicini in quel modo, tuttavia era abbastanza certa di ricordare che, nell’ultima occasione in cui i loro volti si erano trovati a meno di mezzo metro di distanza, lei fosse agonizzante. O forse era stato quando lei l’aveva protetto dall’esplosione del Padre, chissà.

La Hawkeye sospirò nuovamente, cercando di controllare le proprie emozioni. Non le era mai capitato di sentirsi così confusa riguardo al suo rapporto con il Flame Alchemist – una relazione complessa, sul quale spesso non si interrogava volutamente – e, soprattutto, sapeva di non poter ignorare oltre il problema. Erano mesi che avevano passato quel confine tra sottoposta e superiore, tra passeggiate con i cani, tè pomeridiani, chiacchierate sul futuro di Amestris e tutto il resto. Riza si passò la mano lungo il collo, sfiorando la cicatrice che le sfregiava la gola, e tirò un profondo respiro. Aveva sempre saputo che il loro non era un normale rapporto di lavoro – la promessa che si erano scambiati rendeva già troppo profondo il loro legame – ma come poteva porre dei limiti? Quell’uomo era stato ad un passo dall’aprire il Portale pur di salvarle la vita, e lei stessa si era rassegnata alla morte, credendo che il suo comandante fosse stato ucciso. Quali confini potevano esistere tra due persone simili?

Insomma, c’era solo una cosa di cui Riza fosse certa: Roy Mustang ormai non era più solo l’uomo che aveva giurato di difendere anche a costo della vita. Il problema era che non capiva cosa fosse diventato per lei… E l’unica risposta che riusciva a darsi non le piaceva affatto.





Note dell’autrice



Dunque, rieccomi a rompere le scatole! Vi avevo promesso un aggiornamento rapido e così è stato. Spero che ora comprendiate meglio il motivo per cui non ho messo questo capitolo assieme all’altro: non solo la lunghezza, ma anche la tematica e il “tono” più leggero.

Finalmente abbiamo una specie di appuntamento, anche se Riza non lo sa, e Roy ci prova piuttosto spudoratamente u.u Ma il poverino è più vicino alla sua meta, visto che adesso la Hawkeye è in confusione totale. Quindi, oltre al “cambiamento” politico, è da intendersi un cambiamento dei suoi sentimenti, o meglio la loro accettazione. Spesso si dice che Riza deve avere delle fette di prosciutto sugli occhi, ma ha anche un altissimo controllo delle proprie emozioni (difatti, perde il controllo in una sola occasione in 27 volumi). Per quel che mi riguarda, la Hawkeye è già innamorata, e lo dimostra con le sue azioni, tuttavia lo nega a sé stessa. Ma la consapevolezza, finalmente, sta arrivando u.u

Esisteranno i mirtilli ad Amestris? E il budino? Mah, chi lo sa. La cucina di questo Paese mi è completamente sconosciuta. Invece, Riza ai fornelli mi sa di mezzo disastro, non so perché… A voi?

Quando Roy, nel suo monologo finale, parla della “sua regina”, non intende nomignoli sdolcinati, ma il pezzo degli scacchi. Per quel che riguarda il discorso di Riza, credo che l'abbiate capito tutti quale sia la sua risposta, no? ^^

Nella versione iniziale c'era anche una piccola parte con Rebecca, ma ho deciso di non inserirla. Era piuttosto inutile, anche se lei è un personaggio che adoro.



Credo di aver detto tutto ^^ e vorrei ringraziare sentitamente Castiel, MusaTalia, Silvery Lugia e Lupoz91, che hanno commentato lo scorso capitolo, riuscendo quasi a farmelo apprezzare XD Ovviamente, un bel grazie anche a chi ha inserito la raccolta in preferiti/seguiti/ricordati, e ai semplici lettori occasionali. Detto ciò, alla prossima!



P.S.: Se ci fossero problemi di formattazione, abbiate pazienza. Ho casini con Word ._.

   
 
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