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Autore: S_marti_es    06/01/2011    2 recensioni
E' bello, a volte, rituffarsi nei ricordi, anche se questi sono lontani. E spesso, ripensandoci, scopriamo buffi parallelismi o strane coincidenze.
Questo è quello che capita a Lily in un piovoso pomeriggio...
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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DISCLAIMER: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della straordinaria J. K. Rowling;  questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

Con un ringraziamento speciale alla mia amica Sara (alias littleS91), che mi fa troppi complimenti e troppe poche critiche.

 

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Chiusa in casa, guardo la pioggia cadere e spero, prego, che la guerra finisca.

Ormai è quello che faccio ogni giorno.

 

Oggi però ero stanca di starmene con le mani in mano e così ho iniziato a riordinare i miei ultimi averi ancora negli scatoloni.

Mi ero ripromessa di farlo già da quando ci siamo trasferiti qui a Godric’s Hollow, ma poi c’era sempre qualcosa che me lo impediva: Remus che passava per una visita, James e Sirius che facevano esplodere la cucina nel tentativo di cuocere dei biscotti, il telefono che squillava…

 

Oggi però ho svuotato fino all’ultimo tutte le scatole rimaste.

 

Nell’ultima ho trovato i miei libri di scuola e mi sono ritrovata, senza pensarci molto, a sfogliarli sorridendo.

 

Poi, dal manuale di pozioni del terzo anno è scivolata fuori la foto che ancora adesso tengo in mano: siamo io e Severus, con dei costumi di Halloween che sorridiamo timidi.

Ricordo questa foto: l’ha scattata Mary al primo anno, durante la festa della scuola.

 

Improvvisamente mi alzo e mi avvio verso la mia scatola dei ricordi, dove tengo le fotografie più belle.

E’ strano, ma l’immagine che ho tra le mani mi fa ripensare ad un’altra istantanea, scattata anni dopo.

 

Eccola: ci siamo io e James, questa volta alla festa di Halloween dell’ultimo anno, che sorridiamo raggianti (e forse un po’ brilli) a Remus che cerca di immortalarci.

Diceva che poteva essere la sua ultima possibilità di scattarci una foto in cui nessuno dei due sta affatturando l’altro.

 

E’ triste confrontare le due foto, ma lo faccio lo stesso.

In fondo, rappresentano i due uomini più importanti della mia vita.

 

E, ora che ci penso bene, rappresentano anche la mia totale mancanza di intuito…

 

 

Quando ho conosciuto Severus, l’essergli amica è stato quasi istintivo, come se avessi dovuto proteggerlo dal mondo.

 

Nonostante lui avesse offeso mia sorella, non me la sono presa come avrei fatto con qualcun altro, anzi, gli sono stata vicino, mi sono fidata completamente sin da quando l’ho conosciuto.

 

Sentivo, sapevo che quello che mi diceva sulla magia, su Hogwarts e sui nostri poteri era vero. E’ strano, ma non ho mai diffidato di lui, nemmeno una volta, sul fatto che mi potesse stare raccontando un mucchio di fandonie.

 

Affidarmi a lui, confidargli i miei pensieri e le mie paure è stato facile, spontaneo.

 

Non ho mai dubitato del fatto che mi volesse bene e mi volesse proteggere, che non mi avrebbe mai fatto del male, che per me ci sarebbe stato, sempre.

 

E invece non è stato così.

 

 

E’ triste, ma forse anche buffo, pensare che invece con James è stato tutto l’opposto.

 

Credo fosse la sua sicurezza che mi mandava in bestia.

 

Quando l’ho conosciuto anche lui ha offeso una persona a me cara, ma è stato diverso: non avevo istinti di protezione nei suoi confronti.

 

Così negli anni ho sempre cercato di evitarlo.

 

Perché ce l’aveva con Severus, perché era un arrogante, un bulletto presuntuoso che aveva bisogno di dimostrarsi superiore agli altri, sicuro di sé più di chiunque altro…

 

Si beh…

 

Mi piacerebbe potermi vantare del fatto che questi fossero i motivi principali che mi tenevano lontana da James. Mi piacerebbe dimostrarmi già così matura a quell’età…

 

In realtà c’era anche qualcos’altro…

 

L’orgoglio: non volevo dargliela vinta. Perché avrei dovuto cadere ai suoi piedi? Per fargli ottenere ancora qualcosa facilmente e senza alcuno sforzo?

 

E poi, soprattutto, se fossi davvero uscita con lui… Cosa sarebbe successo dopo? Mi avrebbe sicuramente fatto del male…

 

Insomma, per farla in breve, ho passato anni a sfuggire a James Potter, anni a convincermi che non avrei dovuto fidarmi di lui, che mi avrebbe fatto solo del male, anni ad evitarlo e a sfuggirgli per paura di soffrire.

 

E invece…

 

…invece lui non mi ha mai deluso.

 

Né quando litigavo con mia sorella e mi sentivo sbagliata, né quando i miei genitori sono morti, nemmeno quando abbiamo finito Hogwarts e io non avevo una casa in cui tornare, né quando ho scoperto di essere incinta, e neppure adesso, che cambio umore ogni tre passi e divento apprensiva ogni volta che non lo vedo nei dintorni.

 

Da quando siamo diventati amici, ancora prima di uscire insieme, mi ha sempre protetto, anche quando io ero troppo acida per ringraziarlo.

 

 

Sento improvvisamente dei rumori all’ingresso, che mi risvegliano dalle riflessioni in cui ero caduta.

 

Una voce, la sua voce, solare e inconfondibile, riempie di colpo la casa, per poi essere seguita da una risata simile a un latrato.

 

-Pad…piantala!-

 

La voce di Remus, alterata e spossata allo stesso tempo, mi riporta al presente.

 

-Lils…sei di sopra?-

 

-Si!-

 

Rispondo nascondendo il più in fretta possibile la foto di me e Severus.

 

Per un pelo!

 

La porta si apre e colui-che-non-mi-ha-mai-deluso mi guarda con un sorriso.

 

-Che facevi?-

 

Per un attimo, una frazione di secondo, penso a come sarebbe confidare i miei pensieri delle ultime ore a James…

 

 

…Nah, ho tutta la vita davanti per rimanere vedova…

 

E confidargli di averlo paragonato a Severus Piton di certo non lo aiuterà a restare in vita in buona salute.

 

Così mi invento qualcosa di credibile.

 

-Cercavo foto imbarazzanti di Sirius…-

 

E così, mentre mio marito si dichiara “orgoglioso di avermi sposato e che io sia la futura madre del suo erede”, non posso fare a meno di darmi ancora una volta della stupida e di mandare al diavolo il cosiddetto intuito femminile che io, l’ho capito finalmente, non posseggo per niente.

 

   
 
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