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Autore: Jude Buckley    07/01/2011    7 recensioni
Una breve One Shot su Steven Adler, ex-batterista dei mitici Guns N' Roses. A tratti molto drammatica, ma in un certo senso "reale".
Un piccolo spazio, dedicato ad un membro di questa band, così poco considerato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ci si sente sapendo che, da un momento all’altro, potresti perdere tutto ciò che di più caro hai al mondo

self-destruction

 

 

 

 

 

Come ci si sente sapendo che, da un momento all’altro, potresti perdere tutto ciò che di più caro hai al mondo?

Essere consapevoli del fatto che la propria vita si sta deteriorando, consumata dal dolore e dalla sofferenza?

Come ci si sente, sapendo che potresti non rivedere mai più la luce calda del giorno, baciarti il viso?

Io so come ci si sente…Steven Adler lo sa.

Convivo con tutto questo ogni giorno, ogni singolo istante della mia vita…

anche se questa non la considero “vita”.

La definirei più una sorta di limbo.

Un luogo sperduto, dove è impossibile vedere un futuro, dove non c’è luce.

Pensare a tutto questo mi uccide…

è come un coltello, conficcato nella propria carne.

E ogni volta che la memoria mi porta indietro a quei momenti, questo coltello, viene spinto ancor più in Profondità, arrivando a lacerare persino la mia anima, ormai perduta.

 

 

Nascondo bene tutto questo dolore, mascherandolo con falsi sorrisi.

Almeno, credo di riuscirci...non ne sono più tanto sicuro.

Intanto penso...

penso a tutto quello che mi sta inesorabilmente, scivolando dalle mani.

Penso ai sogni che avevo un tempo, ai miei vecchi amici, ai miei cari...

penso che domani potrei non rivederli più.

 

 

Quando mi accorgo che un nuovo giorno ha avuto inizio...

quando mi accorgo di essere VIVO, mi sento perso.

Ho tentato molte volte di togliermi la vita...

una notte, ho ingerito 100 pasticche di Valiums ed una bottiglia di Jagermeister per cercare di morire.

Non volevo più soffrire, ma invece...

quella è stata la notte in cui ho sofferto di più.

Eppure prima non era così...

C'è stato un tempo in cui ero felice.

Un tempo in cui vivevo di musica, colei che ha fatto nascere in me, la passione per la mia tanto amata batteria.

Iniziò tutto grazie ai Kiss, dopo aver ascoltato una loro canzone.

Ricordo che implorai mia madre…

cercai di convincerla in tutti i modi a comprarmi quello strumento musicale di cui mi ero perdutamente innamorato.

Quando lei acconsentì, io ero così dannatamente felice…

saltellavo per tutta la cucina, urlando

“ehi, finalmente potrò rullare anche io come Peter Criss

 

 

La mia giovinezza, la mia infanzia…

ammetto che non è stata semplice.

Ho vissuto a Cleveland, nell’ Ohio, fino al 1983.

Fui cacciato da ogni scuola che ho frequentato, per via del mio comportamento.

A detta di tutti ero un “pessimo soggetto”.

In seguito, mi trasferii a Los Angeles, dove, insieme ai miei amici Slash e Duff, formai una band…ci chiamavamo i Road Crew. Pochi anni dopo, ci unimmo ai Guns N’ Roses.

Sì, quelli erano proprio anni felici…finchè non mandai tutto a puttane.

Mi sento incompreso…

Non ho mai avuto un certo peso nei Guns N’ Roses.

Beh, sicuramente non vengo considerato nemmeno ora…

mi conoscono semplicemente come “il drogato” o come un incapace, che si è fatto cacciare dai suoi migliori amici…in realtà me ne sono andato io, ma sapevo come stavano le cose…

sapevo che se non me ne fossi andato io, ci avrebbero pensato loro a sbattermi fuori dalla band a calci in culo.

Avevano ragione…sono stato un vero stronzo.

 

 

Il successo, arrivato così all’improvviso, mi ha reso diverso…

incespicai nelle droghe, fino a stabilizzarmi completamente in quel mondo, fatto di siringhe e finzioni.

Quel mondo da cui non riesco più ad uscire…

non voglio farlo, non POSSO farlo.

Sono schiavo di tutto questo e ne pago le conseguenze.

Ho sprecato il mio futuro, ho scaraventato all’aria ogni mio sogno, ogni mia ambizione, tutto per un po’ di benessere momentaneo.

Potevo essere felice, invece ho scelto la direzione opposta…

persone che mi erano vicine, che credevano in me, ora non ci sono più.

Ho deluso tutti…

ho deluso me stesso.

 

Ora mi trovo qui, buttato su questo sudicio pavimento freddo, con in mano una siringa…

spingo nelle mie vene tutto il suo contenuto, sussultando per l’immediato piacere che sto provando…

tutta via, mi sento morto.

Mi sento inutile…sono inutile!

Non ho più rapporti umani, non ho più quell’affetto che mi manca terribilmente.

Tutti mi evitano, come se fossi affetto da una grave malattia altamente contagiosa.

Come biasimarli?

Del resto è solo colpa mia…

Molte volte, Michael e Saul, hanno tentato di aiutarmi, portandomi in dei centri per la disintossicazione da sostanze stupefacenti, ma io fuggivo sempre…

forse perché non era quello il tipo di aiuto che mi serviva.

Forse avevo bisogno di una persona sincera con cui potermi sfogare, con cui poter condividere le mie angosce…

ma mi devo accontentare di lei, dell’eroina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…………………………..

 

“Ringraziamenti”

 

 

 

Bene, eccomi qui…con questa struggente, tristissima OS, dedicata al mio caro Steven Adler, il primo batterista dei Guns N’ Roses. Non so perché, ma le OS sono sempre drammatiche xD

Vabè, ce ne faremo una ragione u.u Ringrazio la e la mia Paolina *mi va di fare dei ringraziamenti, quindi li faccio :D*

Buona…lettura ç__ç

 

 

 

 

 

  
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