self-destruction
Come ci si sente sapendo che, da un momento all’altro, potresti
perdere tutto ciò che di più caro hai al mondo?
Essere consapevoli del fatto che la propria
vita si sta deteriorando, consumata dal dolore e dalla sofferenza?
Come ci si sente, sapendo che potresti non rivedere mai più la
luce calda del giorno, baciarti il viso?
Io so come ci si sente…Steven Adler lo sa.
Convivo con tutto questo ogni giorno,
ogni singolo istante della mia vita…
anche se questa non la considero “vita”.
La definirei più una sorta di limbo.
Un luogo sperduto, dove è impossibile vedere un
futuro, dove non c’è luce.
Pensare a tutto questo mi uccide…
è come un coltello, conficcato nella propria
carne.
E ogni volta che la memoria mi porta indietro a quei momenti,
questo coltello, viene spinto ancor più in Profondità,
arrivando a lacerare persino la mia anima, ormai perduta.
Nascondo bene tutto questo dolore, mascherandolo con falsi
sorrisi.
Almeno, credo di riuscirci...non ne sono
più tanto sicuro.
Intanto penso...
penso a tutto quello che mi sta
inesorabilmente, scivolando dalle mani.
Penso ai sogni che avevo un tempo,
ai miei vecchi amici, ai miei cari...
penso che domani potrei non rivederli
più.
Quando mi accorgo che un nuovo
giorno ha avuto inizio...
quando mi accorgo di essere VIVO, mi sento
perso.
Ho tentato molte volte di togliermi la vita...
una notte, ho ingerito 100 pasticche di
Valiums ed una bottiglia di Jagermeister
per cercare di morire.
Non volevo più soffrire, ma invece...
quella è stata la notte in cui ho sofferto
di più.
Eppure prima non era così...
C'è stato un tempo in cui ero felice.
Un tempo in cui vivevo di musica,
colei che ha fatto nascere in me, la passione per la mia tanto amata batteria.
Iniziò tutto grazie ai Kiss, dopo
aver ascoltato una loro canzone.
Ricordo che implorai mia madre…
cercai di convincerla in tutti i modi a
comprarmi quello strumento musicale di cui mi ero perdutamente innamorato.
Quando lei acconsentì, io ero così
dannatamente felice…
saltellavo per tutta la cucina, urlando
“ehi, finalmente potrò
rullare anche io come Peter Criss”
La mia giovinezza, la mia infanzia…
ammetto che non è stata semplice.
Ho vissuto a Cleveland, nell’ Ohio, fino al 1983.
Fui cacciato da ogni scuola che ho
frequentato, per via del mio comportamento.
A detta di tutti ero un “pessimo soggetto”.
In seguito, mi trasferii a Los Angeles, dove, insieme ai
miei amici Slash e Duff,
formai una band…ci chiamavamo i Road Crew. Pochi anni dopo, ci unimmo ai Guns
N’ Roses.
Sì, quelli erano proprio anni felici…finchè non mandai tutto a puttane.
Mi sento incompreso…
Non ho mai avuto un certo peso nei Guns
N’ Roses.
Beh, sicuramente non vengo
considerato nemmeno ora…
mi conoscono semplicemente come “il
drogato” o come un incapace, che si è fatto cacciare dai suoi migliori amici…in
realtà me ne sono andato io, ma sapevo come stavano le cose…
sapevo che se non me ne fossi andato io,
ci avrebbero pensato loro a sbattermi fuori dalla band a calci in culo.
Avevano ragione…sono stato un vero stronzo.
Il successo, arrivato così all’improvviso, mi ha reso
diverso…
incespicai nelle droghe, fino a stabilizzarmi
completamente in quel mondo, fatto di siringhe e finzioni.
Quel mondo da cui non riesco più ad
uscire…
non voglio farlo, non POSSO farlo.
Sono schiavo di tutto questo e ne pago le conseguenze.
Ho sprecato il mio futuro, ho scaraventato all’aria ogni mio
sogno, ogni mia ambizione, tutto per un po’ di benessere momentaneo.
Potevo essere felice, invece ho scelto la direzione opposta…
persone che mi erano vicine, che credevano
in me, ora non ci sono più.
Ho deluso tutti…
ho deluso me stesso.
Ora mi trovo qui, buttato su questo sudicio pavimento
freddo, con in mano una siringa…
spingo nelle mie vene tutto il suo
contenuto, sussultando per l’immediato piacere che sto provando…
tutta via, mi sento morto.
Mi sento inutile…sono inutile!
Non ho più rapporti umani, non ho più quell’affetto
che mi manca terribilmente.
Tutti mi evitano, come se fossi
affetto da una grave malattia altamente contagiosa.
Come biasimarli?
Del resto è solo colpa mia…
Molte volte, Michael e Saul, hanno tentato di aiutarmi,
portandomi in dei centri per la disintossicazione da sostanze stupefacenti, ma
io fuggivo sempre…
forse perché non era quello il tipo di
aiuto che mi serviva.
Forse avevo bisogno di una persona sincera con cui potermi
sfogare, con cui poter condividere le mie angosce…
ma mi devo accontentare di lei, dell’eroina.
…………………………..
“Ringraziamenti”
Bene, eccomi qui…con questa
struggente, tristissima OS, dedicata al mio caro Steven
Adler, il primo batterista dei Guns
N’ Roses. Non so perché, ma le OS sono sempre drammatiche xD
Vabè, ce ne faremo una ragione u.u Ringrazio
Buona…lettura ç__ç