III. Sanctity Of Dreams
I
giocattoli si trovano bene, a casa di Andy. In fondo, è stata la prima casa per
molti di loro. Quando non giocano con Chris, sono tornati padroni del loro
spazio. Woody è tornato a dirigere quella che adesso è una grande famiglia,
coadiuvato da Jessie e Buzz, sposati ormai da cinque anni, e genitori adottivi
di una serie di matrioske abbandonate che Bonnie aveva recuperato al parco
cittadino.
Andy
spesso si ferma a giocare con loro e Chris, quando non è troppo impegnato con
qualche progetto da finire. A volte anche Molly e la nonna giocano con loro, ma
i giocattoli continuano a preferire il tocco di Andy. Soprattutto Woody, per
cui Andy è stato il primo padroncino, il primo vero amico. Anche Woody, come
Jessie, ha notato che ogni volta Andy si sofferma a leggere i due nomi dipinti
sotto i loro stivali, quasi vi cercasse un significato nascosto.
“Io
credo che Bonnie… beh, credo che Bonnie sia innamorata di Andy” azzarda Jessie,
senza avere il coraggio di alzare lo sguardo dalle proprie mani.
Per
fortuna Mrs. Potato interviene a darle manforte. “Sì, credo anch’io che sia
così.”
“Ma
patatina mia, come puoi…”
“Zitto,
testa di tubero!” esclama lei, zittendo il marito. “Sono cose che soltanto noi
femmine possiamo capire.”
Dolly
guarda Woody: tra loro sembra esserci più di una semplice simpatia, ma sono
entrambi troppo testardi per ammetterlo. “Credo anch’io che sia così, Woody.
Bonnie crede che Andy sia sposato e abbia una famiglia, ecco perché la sua voce
era così triste, quando ci ha riconsegnato a lui.”
“Va
bene, va bene, va bene!” esclama lo sceriffo, alzando le mani e interrompendo
il brusio. “Ma che cosa possiamo fare? Non possiamo certo dirlo noi a Andy!”
“Hai
ragione, cowboy, ma io credo che nemmeno Andy sia indifferente a Bonnie”
interviene Buzz. “Insomma, che sia diventata una bella ragazza lo sappiamo
tutti, no?”
Woody
fissa a bocca spalancata l’amico. Da quando è diventato così sensibile e
romantico? Forse ha bisogno di una regolatina ai circuiti… “Bene, allora
dobbiamo fare in modo che si incontrino, ma come?” Si prende la testa tra le
mani, cercando di mettere insieme un piano, quando la voce di Trixie lo
richiama alla realtà.
La
giovane triceratopo, aiutata da Rex, sta battendo velocemente sui tasti del
computer di Andy. “Ecco, premi qui, poi questo! No, no, attenzione, fai così…
ecco fatto!” Guarda in giù, soddisfatta, sorridendo agli altri. “Ho trovato il
sito internet del college di Bonnie. In prima pagina c’è un articolo che parla
di lei, ha vinto una borsa di studio per i suoi disegni! La prossima volta che
Andy userà internet, se lo troverà davanti e lo leggerà!”
Un
rumore lungo le scale li costringe a riprendere rapidamente la loro posizione.
Andy entra in camera a larghi passi e si getta sul letto a corpo morto. “Sono
sfinito…” sbadiglia. Sta seguendo il progetto di riqualificazione di un vecchio
edificio, e ogni sera torna a casa stanco morto. A Natale ha avuto pochissimi
giorni di riposo, e ora deve lavorare il doppio per recuperare. Per fortuna non
ha una ragazza: manca appena una settimana a San Valentino, e non avrebbe il
tempo di pensare ad una sorpresa o a un regalo per lei.
“Andy,
tesoro, vieni a cena?”
“Non
aspettatemi, mamma, prima faccio una doccia.”
Si
alza e passeggia per la stanza, lasciando cadere la giacca su una sedia e la
borsa dei progetti in un angolo. Sceglie i vestiti puliti, poi sparisce in
bagno. Durante i suoi dieci minuti di assenza, Dolly e Woody scrivono un
post-it piuttosto chiaro: Controllare
posta elettronica. Lo appiccicano sulla tastiera del pc appena in tempo.
Andy
torna in camera, con i capelli ancora bagnati e un aspetto più rilassato, butta
via l’appunto adesivo e si siede davanti allo schermo.
“Ma
che diavolo… non ricordavo di aver lasciato in memoria questo sito…” borbotta,
scorrendo la pagina con attenzione. Il mouse si ferma, e lo sguardo è catturato
dalla fotografia di una bella ragazza bruna. “Bonnie…” sussurra, mentre legge
della vittoria di un’importante borsa di studio da parte di Bonnie. Osserva con
attenzione il disegno che ha vinto il concorso: riconosce Woody, Jessie, Buzz,
Hamm, Mr e Mrs Potato… “La rapina al treno…” sussurra ancora, mentre sente gli
occhi farsi pesanti di lacrime, al ricordo dei vecchi giochi. Legge il titolo
del disegno: Il mondo dei giocattoli.
È vero, non ci sono che giocattoli, in quel disegno. E ce ne sono due che non
riconosce: due bambole, un maschio e una femmina, che si tengono strette per mano,
tremanti per la paura, mentre Woody li salva dal malvagio Dottor Prosciutto.
Andy
non fatica a riconoscersi nel maschio, e fatica ancora meno nel riconoscere
Bonnie nella femmina.
E
qualcosa si fa strada nel suo cuore, strappando via i paletti della ragione.
Bonnie gli manca.
*
Bonnie
entra in camera trascinando i piedi, stremata e desiderosa soltanto di andare a
dormire. Non può nemmeno buttarsi sul letto come fa di solito, perché il suo
letto è carico di buste e foglietti volanti. Si volta verso Jennifer per avere
spiegazioni.
L’altra
ragazza fa spallucce. “Erano tutti sul pavimento, quando sono entrata. Evidentemente
Mark non era l’unico a voler uscire con te per San Valentino.”
Bonnie
passa velocemente in rassegna i biglietti. Cuoricini, cuoricini, cuoricini…
cestina tutto senza leggere. Tutto, meno una busta bianca, senza mittente,
sulla quale c’è scritto solo Bonnie. Meglio
leggere, potrebbe essere importante.
Cara Bonnie, ho saputo della tua
borsa di studio. Complimenti, sapevo che prima o poi ce l’avresti fatta, a fare
qualcosa di grande. L’ho capito quando ho visto che avevi rimesso in sesto
tutti i nostri migliori amici.
“Jenny,
sai chi ha portato questa?”
“No,
era sotto la porta come le altre.”
Bonnie
sbuffa, mentre un’altra lettera fa capolino sotto la porta. Apre di scatto, e a
farne le spese è il povero Jeremy. “Jeremy, non uscirò con te, stasera” lo
informa. Poi prende un gessetto, e lo scrive sulla lavagnetta che lei e Jenny hanno
appeso accanto all’ingresso, in modo che sia ben visibile da tutti. “Non-uscirò-con-nessun-ragazzo-di-questo-college-stasera!”
scrive, scandendo bene ogni parola.
“Secondo
me sei troppo dura, BonBon” la rimprovera teneramente l’amica.
“No,
sono solo troppo stufa.” Torna a guardare il biglietto che ha tenuto. È di
Andy, lo sa. Lo sente.
Mentre
si chiede come possa essere arrivato in camera sua, qualcuno bussa. È Missy,
dorme nella stanza accanto. “Ciao, Bonnie. Senti, un tizio è passato, prima, e
mi ha chiesto di darti questo.” Le porge un pacchetto.
“Grazie,
Missy.”
“Beh,
non lo apri?” le chiedono le due ragazze, in coro.
Bonnie
è indecisa. Potrebbe essere uno stupido regalo di San Valentino.
Apre
la scatola, e ci trova una fotografia. Al centro c’è Andy, con in braccio un
bambino biondo. Il bambino che ha visto giocare in giardino. E poi vede Molly,
e la madre di Andy, e un uomo di cui non conosce il nome. E poi tutti i
giocattoli che ha amato. Volta la fotografia, vede un piccolo testo, ma la
fitta che sente al cuore nel vedere Andy sorridere a quel bimbo non le permette
di leggere. Abbandona la scatola sulla scrivania e riprende in mano il
biglietto di prima, e sente una lacrima solcarle il volto. O forse, più di una.
Jennifer
prende la fotografia e legge ad alta voce.
“Cara
Bonnie, se stai vedendo questa fotografia significa che sei già tornata in
camera, e che la ragazza a cui ho affidato questo pacchetto è una persona
affidabile. Spero che tu non abbia buttato via il mio biglietto senza leggerlo.
Ho voluto spedirti questa fotografia, perché so che tu le adori. Come vedi, ci
sono tutti i nostri giocattoli, comprese le matrioske. Come vedi, ci sono io, e
c’è anche Molly. Sicuramente hai riconosciuto mia madre. L’uomo che vedi è
Simon, il marito di Molly, e Chris è il loro bambino. Mi sono reso conto solo
dopo che te ne eri andata, che credevi fosse mio figlio. Io non ho figli,
Bonnie. Beh, se escludi Woody, Buzz, Slinky e gli altri. Non ho più molto
spazio, ma ci tenevo a dirti ancora una cosa: mi piace la porta della tua
stanza.”
Bonnie
alza la testa: sulla porta della stanza ha appeso una serie di disegni che
ritraggono tutti i loro vecchi giocattoli. “Andy ha visto la porta della mia
stanza? Significa che è stato qui!”
Jennifer
e Missy guardano la foto. “Beh, il tuo amico Andy è davvero un bel ragazzo!”
“E’
stato qui?” chiede lei.
Missy
annuisce. “Mi ha fermata in corridoio e mi ha chiesto se ti conoscevo…”
“Dov’è
andato?” biascica Bonnie, infilandosi le scarpe senza allacciarle.
“Ha
detto che avrebbe fatto un giro per il campus, e che sarebbe andato a vedere la
mostra dei disegni fatti per il concorso” spiega Missy, senza capire l’agitazione
di Bonnie. “Comunque, c’è qualcosa, nella scatola.”
Bonnie
guarda meglio. Sotto la fotografia c’era una piccola bambola di pezza, alta
appena dieci centimetri: piccola, eppure perfetta in ogni dettaglio. I capelli
corti e scuri, fatti con ritagli di lana. Gli occhi, due bottoni lucenti che
scintillano alla luce della lampada. Una gonna dai colori sgargianti, e una
piccola collana fatta con un filo dorato: come ciondolo, un cerchietto di
plastica dipinta che dice: Bonnie.
“E’
una bambola…” sussurra.
“La
bambola BonBon!” esclama Jennifer, esaminandone le rifiniture.
“La
bambola BonBon…” ripete Bonnie, stupefatta. “Ha visto il mio disegno, allora. È
uguale a come l’ho disegnata…”
Corre
via, lasciando Jennifer e Missy senza parole.
Non
ha mai smesso di sognare, e anche se la paura di aver frainteso è tanta, Bonnie
sente che val la pena provarci.