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Autore: EffieSamadhi    07/01/2011    4 recensioni
[Toy Story 3]
Non si sono visti per almeno cinque anni, è comprensibile che lui stenti a crederci. E' in questo periodo che Bonnie è cambiata di più: è diventata più alta, i capelli si sono allungati e si sono fatti più docili, e il suo corpo ha iniziato ad assomigliare sempre più al corpo di una donna. Anche i suoi interessi si sono diversificati: dai pennarelli è passata all'arte, dai tricicli alle automobili, e dalle bambole è passata ai ragazzi.
[...]
Non ha mai smesso di sognare, e anche se la paura di aver frainteso è tanta, Bonnie sente che val la pena provarci.
[...]
Bonnie rimane a bocca aperta, senza parole. Sente che qualunque cosa potrebbe rovinare l’atmosfera.
E infatti non servono parole.
[...]
Woody guarda Dolly. Dolly guarda Woody. Con un sorriso si prendono la mano.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel Mondo Dei Sogni [Toy Story 3]

III. Sanctity Of Dreams

 

I giocattoli si trovano bene, a casa di Andy. In fondo, è stata la prima casa per molti di loro. Quando non giocano con Chris, sono tornati padroni del loro spazio. Woody è tornato a dirigere quella che adesso è una grande famiglia, coadiuvato da Jessie e Buzz, sposati ormai da cinque anni, e genitori adottivi di una serie di matrioske abbandonate che Bonnie aveva recuperato al parco cittadino.

Andy spesso si ferma a giocare con loro e Chris, quando non è troppo impegnato con qualche progetto da finire. A volte anche Molly e la nonna giocano con loro, ma i giocattoli continuano a preferire il tocco di Andy. Soprattutto Woody, per cui Andy è stato il primo padroncino, il primo vero amico. Anche Woody, come Jessie, ha notato che ogni volta Andy si sofferma a leggere i due nomi dipinti sotto i loro stivali, quasi vi cercasse un significato nascosto.

“Io credo che Bonnie… beh, credo che Bonnie sia innamorata di Andy” azzarda Jessie, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo dalle proprie mani.

Per fortuna Mrs. Potato interviene a darle manforte. “Sì, credo anch’io che sia così.”

“Ma patatina mia, come puoi…”

“Zitto, testa di tubero!” esclama lei, zittendo il marito. “Sono cose che soltanto noi femmine possiamo capire.”

Dolly guarda Woody: tra loro sembra esserci più di una semplice simpatia, ma sono entrambi troppo testardi per ammetterlo. “Credo anch’io che sia così, Woody. Bonnie crede che Andy sia sposato e abbia una famiglia, ecco perché la sua voce era così triste, quando ci ha riconsegnato a lui.”

“Va bene, va bene, va bene!” esclama lo sceriffo, alzando le mani e interrompendo il brusio. “Ma che cosa possiamo fare? Non possiamo certo dirlo noi a Andy!”

“Hai ragione, cowboy, ma io credo che nemmeno Andy sia indifferente a Bonnie” interviene Buzz. “Insomma, che sia diventata una bella ragazza lo sappiamo tutti, no?”

Woody fissa a bocca spalancata l’amico. Da quando è diventato così sensibile e romantico? Forse ha bisogno di una regolatina ai circuiti… “Bene, allora dobbiamo fare in modo che si incontrino, ma come?” Si prende la testa tra le mani, cercando di mettere insieme un piano, quando la voce di Trixie lo richiama alla realtà.

La giovane triceratopo, aiutata da Rex, sta battendo velocemente sui tasti del computer di Andy. “Ecco, premi qui, poi questo! No, no, attenzione, fai così… ecco fatto!” Guarda in giù, soddisfatta, sorridendo agli altri. “Ho trovato il sito internet del college di Bonnie. In prima pagina c’è un articolo che parla di lei, ha vinto una borsa di studio per i suoi disegni! La prossima volta che Andy userà internet, se lo troverà davanti e lo leggerà!”

Un rumore lungo le scale li costringe a riprendere rapidamente la loro posizione. Andy entra in camera a larghi passi e si getta sul letto a corpo morto. “Sono sfinito…” sbadiglia. Sta seguendo il progetto di riqualificazione di un vecchio edificio, e ogni sera torna a casa stanco morto. A Natale ha avuto pochissimi giorni di riposo, e ora deve lavorare il doppio per recuperare. Per fortuna non ha una ragazza: manca appena una settimana a San Valentino, e non avrebbe il tempo di pensare ad una sorpresa o a un regalo per lei.

“Andy, tesoro, vieni a cena?”

“Non aspettatemi, mamma, prima faccio una doccia.”

Si alza e passeggia per la stanza, lasciando cadere la giacca su una sedia e la borsa dei progetti in un angolo. Sceglie i vestiti puliti, poi sparisce in bagno. Durante i suoi dieci minuti di assenza, Dolly e Woody scrivono un post-it piuttosto chiaro: Controllare posta elettronica. Lo appiccicano sulla tastiera del pc appena in tempo.

Andy torna in camera, con i capelli ancora bagnati e un aspetto più rilassato, butta via l’appunto adesivo e si siede davanti allo schermo.

“Ma che diavolo… non ricordavo di aver lasciato in memoria questo sito…” borbotta, scorrendo la pagina con attenzione. Il mouse si ferma, e lo sguardo è catturato dalla fotografia di una bella ragazza bruna. “Bonnie…” sussurra, mentre legge della vittoria di un’importante borsa di studio da parte di Bonnie. Osserva con attenzione il disegno che ha vinto il concorso: riconosce Woody, Jessie, Buzz, Hamm, Mr e Mrs Potato… “La rapina al treno…” sussurra ancora, mentre sente gli occhi farsi pesanti di lacrime, al ricordo dei vecchi giochi. Legge il titolo del disegno: Il mondo dei giocattoli. È vero, non ci sono che giocattoli, in quel disegno. E ce ne sono due che non riconosce: due bambole, un maschio e una femmina, che si tengono strette per mano, tremanti per la paura, mentre Woody li salva dal malvagio Dottor Prosciutto.

Andy non fatica a riconoscersi nel maschio, e fatica ancora meno nel riconoscere Bonnie nella femmina.

E qualcosa si fa strada nel suo cuore, strappando via i paletti della ragione. Bonnie gli manca.

 

*

 

Bonnie entra in camera trascinando i piedi, stremata e desiderosa soltanto di andare a dormire. Non può nemmeno buttarsi sul letto come fa di solito, perché il suo letto è carico di buste e foglietti volanti. Si volta verso Jennifer per avere spiegazioni.

L’altra ragazza fa spallucce. “Erano tutti sul pavimento, quando sono entrata. Evidentemente Mark non era l’unico a voler uscire con te per San Valentino.”

Bonnie passa velocemente in rassegna i biglietti. Cuoricini, cuoricini, cuoricini… cestina tutto senza leggere. Tutto, meno una busta bianca, senza mittente, sulla quale c’è scritto solo Bonnie. Meglio leggere, potrebbe essere importante.

Cara Bonnie, ho saputo della tua borsa di studio. Complimenti, sapevo che prima o poi ce l’avresti fatta, a fare qualcosa di grande. L’ho capito quando ho visto che avevi rimesso in sesto tutti i nostri migliori amici.

“Jenny, sai chi ha portato questa?”

“No, era sotto la porta come le altre.”

Bonnie sbuffa, mentre un’altra lettera fa capolino sotto la porta. Apre di scatto, e a farne le spese è il povero Jeremy. “Jeremy, non uscirò con te, stasera” lo informa. Poi prende un gessetto, e lo scrive sulla lavagnetta che lei e Jenny hanno appeso accanto all’ingresso, in modo che sia ben visibile da tutti. “Non-uscirò-con-nessun-ragazzo-di-questo-college-stasera!” scrive, scandendo bene ogni parola.

“Secondo me sei troppo dura, BonBon” la rimprovera teneramente l’amica.

“No, sono solo troppo stufa.” Torna a guardare il biglietto che ha tenuto. È di Andy, lo sa. Lo sente.

Mentre si chiede come possa essere arrivato in camera sua, qualcuno bussa. È Missy, dorme nella stanza accanto. “Ciao, Bonnie. Senti, un tizio è passato, prima, e mi ha chiesto di darti questo.” Le porge un pacchetto.

“Grazie, Missy.”

“Beh, non lo apri?” le chiedono le due ragazze, in coro.

Bonnie è indecisa. Potrebbe essere uno stupido regalo di San Valentino.

Apre la scatola, e ci trova una fotografia. Al centro c’è Andy, con in braccio un bambino biondo. Il bambino che ha visto giocare in giardino. E poi vede Molly, e la madre di Andy, e un uomo di cui non conosce il nome. E poi tutti i giocattoli che ha amato. Volta la fotografia, vede un piccolo testo, ma la fitta che sente al cuore nel vedere Andy sorridere a quel bimbo non le permette di leggere. Abbandona la scatola sulla scrivania e riprende in mano il biglietto di prima, e sente una lacrima solcarle il volto. O forse, più di una.

Jennifer prende la fotografia e legge ad alta voce.

“Cara Bonnie, se stai vedendo questa fotografia significa che sei già tornata in camera, e che la ragazza a cui ho affidato questo pacchetto è una persona affidabile. Spero che tu non abbia buttato via il mio biglietto senza leggerlo. Ho voluto spedirti questa fotografia, perché so che tu le adori. Come vedi, ci sono tutti i nostri giocattoli, comprese le matrioske. Come vedi, ci sono io, e c’è anche Molly. Sicuramente hai riconosciuto mia madre. L’uomo che vedi è Simon, il marito di Molly, e Chris è il loro bambino. Mi sono reso conto solo dopo che te ne eri andata, che credevi fosse mio figlio. Io non ho figli, Bonnie. Beh, se escludi Woody, Buzz, Slinky e gli altri. Non ho più molto spazio, ma ci tenevo a dirti ancora una cosa: mi piace la porta della tua stanza.”

Bonnie alza la testa: sulla porta della stanza ha appeso una serie di disegni che ritraggono tutti i loro vecchi giocattoli. “Andy ha visto la porta della mia stanza? Significa che è stato qui!”

Jennifer e Missy guardano la foto. “Beh, il tuo amico Andy è davvero un bel ragazzo!”

“E’ stato qui?” chiede lei.

Missy annuisce. “Mi ha fermata in corridoio e mi ha chiesto se ti conoscevo…”

“Dov’è andato?” biascica Bonnie, infilandosi le scarpe senza allacciarle.

“Ha detto che avrebbe fatto un giro per il campus, e che sarebbe andato a vedere la mostra dei disegni fatti per il concorso” spiega Missy, senza capire l’agitazione di Bonnie. “Comunque, c’è qualcosa, nella scatola.”

Bonnie guarda meglio. Sotto la fotografia c’era una piccola bambola di pezza, alta appena dieci centimetri: piccola, eppure perfetta in ogni dettaglio. I capelli corti e scuri, fatti con ritagli di lana. Gli occhi, due bottoni lucenti che scintillano alla luce della lampada. Una gonna dai colori sgargianti, e una piccola collana fatta con un filo dorato: come ciondolo, un cerchietto di plastica dipinta che dice: Bonnie.

“E’ una bambola…” sussurra.

“La bambola BonBon!” esclama Jennifer, esaminandone le rifiniture.

“La bambola BonBon…” ripete Bonnie, stupefatta. “Ha visto il mio disegno, allora. È uguale a come l’ho disegnata…”

Corre via, lasciando Jennifer e Missy senza parole.

Non ha mai smesso di sognare, e anche se la paura di aver frainteso è tanta, Bonnie sente che val la pena provarci.

   
 
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