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Autore: thequeenofdrama    07/01/2011    8 recensioni
In questa calda notte estiva una sola parola sembra voler fuoriuscire impetuosa dalla sua penna. O meglio, un solo nome. Damon. Non lo vede da. Non lo sa più quanto tempo è passato. Bugiarda. Conta i giorni da quel pomeriggio pieno di neve in cui lui le aveva detto una semplice parola – “Parto.” - e poi era scomparso, tanto in fretta da non lasciarle nemmeno il tempo di realizzare che se n’era andato davvero. Sei mesi, diciassette giorni, nove ore e qualche minuto.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Quando una canzone mi ossessiona, non è mai un bene, o forse si XD In ogni modo, dopo aver fatto un video (se volete guardarlo, lo trovate qui ), sentivo che ancora non mi bastava e così ho buttato giù anche una fic... Che, come al solito, nella mia testa non aveva niente a che vedere con quello che ho scritto, doveva essere una cosa molto più angst e dolorosa e drammatica, ma poi, non so se è perchè questi due già mi deprimono abbastanza nella realtà, alla fine ho cambiato rotta. Non so se alla fine i personaggi sono rimasti IC, probabilmente no, o forse si se la si vede come una situazione ambientata più o meno un anno dopo rispetto a quello che stiamo vedendo ora. No Klaus. No Stefan. Il resto è scritto nella fic. I POV sono alternati, in base ai pezzi della canzone. Critiche, commenti, annotazioni, tutto sempre ben accetto =D


I JUST NEED YOU NOW


It's a quarter after one
I'm all alone
And I need you now

Il suo diario fra le mani. Elena non ricorda nemmeno più l’ultima volta che ha confidato a quelle pagine i suoi segreti, i suoi sogni. Nell’ultimo anno gli eventi si erano susseguiti così freneticamente che aveva completamente abbandonato l’abitudine di scrivere ogni sera, come aveva fatto per tutta la sua adolescenza. E questa sera. Questa sera non lo sa perché l’ha tirato fuori dal cassetto in cui l’aveva gelosamente chiuso a chiave, per evitare che qualcuno, suo fratello, lo leggesse ancora. Guarda quelle pagine bianche, Elena, ma non riesce più a sporcarle con la sua bella grafia. Potrebbe raccontare di molte cose. Di come, adesso, la situazione sembri tornata normale. Di come, sempre momentaneamente, perché nella sua città non si sa mai, siano tutti al sicuro. Di come l’equilibrio tra lei e Stefan alla fine si sia spezzato, senza che lei sia riuscita a dare al suo ragazzo, ex, nemmeno una spiegazione.

Non ha voglia di scrivere niente di tutto questo, Elena. Perché in questa calda notte estiva una sola parola sembra voler fuoriuscire impetuosa dalla sua penna. O meglio, un solo nome. Damon. Non lo vede da. Non lo sa più quanto tempo è passato. Bugiarda. Conta i giorni da quel pomeriggio pieno di neve in cui lui le aveva detto una semplice parola – “Parto.” - e poi era scomparso, tanto in fretta da non lasciarle nemmeno il tempo di realizzare che se n’era andato davvero. Sei mesi, diciassette giorni, nove ore e qualche minuto. Trattiene il respiro, Elena, quando si rende conto fino a che punto si è spinta. Quanto è riuscita ad andare oltre quella linea che si era prefissata di non oltrepassare mai. Damon. Non c’è stato un solo momento, da quando è scomparso, in cui il pensiero di lui non abbia occupato la sua mente. Sorride, Elena, un leggero sorriso di autocommiserazione per la banalità della situazione. Per essere caduta nell’abusato cliché di quelli che si rendono conto di quanto tengono a qualcuno soltanto quando lo perdono.

Ci aveva provato. Oh, si, si era impegnata a fondo, Elena. Aveva alzato un muro invalicabile tra loro due, trasparente, che non poteva essere visto da nessuno, ma era lì, sempre, solido abbastanza da impedire ad entrambi di avvicinarsi troppo l’uno all’altra. E poi c’era l’odio. Odiarlo le riusciva bene, all’apparenza. Il cipiglio furioso e le battute al veleno erano diventate la sua specialità, una specialità che le era costata più fatica di quanto avesse immaginato. E, nonostante tutto, lui era rimasto lì, accanto a lei, a proteggerla, a rischiare la sua vita, fino all’ultimo, fino a quando non era tutto finito e poi, sapendola al sicuro e felice tra le braccia di Stefan, se n’era andato. E non aveva fatto in tempo, Elena, non aveva fatto in tempo a dirgli che le sarebbe piaciuto che restasse. Per lei. Con lei. A dirgli che, nonostante tutto, gli voleva bene.

No, non è nemmeno questa la verità. Elena lo sa. Il suo corpo parla per lei, il nodo in gola che sembra volerla soffocare, lo stomaco che si attorciglia su se stesso, le lacrime che premono dietro i suoi occhi. No. Non gli vuole bene. Certo, ci tiene a lui, ma non è solo quello. Non più. O forse è stato sempre così e semplicemente lei non ha mai avuto il coraggio di ammetterlo. Ed ha paura anche adesso, Elena. Non vuole pensarlo. Non vuole scriverlo. Non vorrebbe nemmeno provarlo. Ma tutte quelle sensazioni contrastanti che la consumano e la divorano hanno un nome. Un nome preciso. Amore. Stringe la penna tra i denti, Elena, e una lacrima scivola silenziosa lungo la sua guancia. Amore. Lo ama. Lei ama Damon. Si lascia cadere sul letto, si nasconde sotto le lenzuola chiare, si nasconde dal mondo. Si nasconde dalla verità che è più soffocante del torrido caldo estivo.


And I said I wouldn't call
But I'm a little drunk
And I need you now

Sei mesi. Diciassette giorni. Dieci ore. Damon Salvatore potrebbe essere seriamente disgustato da se stesso, se non ci fosse una parte di lui così perdutamente innamorata da fargli credere di essere quasi tornato non solo umano, ma addirittura adolescente. Proprio lui. Qui. A contare giorni, ore e minuti, come la peggiore ragazzina innamorata. Quando è diventato così irrimediabilmente patetico? Si sente un cretino. Un cretino per aver pensato che scappando avrebbe risolto tutti i suoi problemi. Un cretino per essersi illuso che stare lontano da lei l’avrebbe aiutato a mettere da parte quei sentimenti che ormai avevano avuto il sopravvento sul suo io più cinico, spietato, mostruoso. Un cretino ancora peggiore quando aveva realizzato che sei mesi senza di lei gli erano sembrati sessant’anni. Un pessimo cretino adesso che se ne sta qui, a guardare la finestra di Elena, come l’ultimo degli eroi di un romanzetto rosa da quattro soldi.

La distanza non era servita. Il tempo. Il tempo non era mai servito, l’aveva già sperimentato. Un secolo e mezzo non gli era bastato per mettere da parte un’ossessione. Figurarsi il suo primo, vero e unico amore. Non erano servite le donne. Il suo fascino restava immutato, ma la caccia, la conquista, l’adrenalina, perfino il sangue e la paura, niente di tutto questo riusciva più ad interessarlo, ad occupare la sua mente. Non era servito nemmeno il suo ultimo porto sicuro, l’amico fidato che l’aveva accompagnato per tutti quei decenni. L’alcool non era più una panacea. Non è nemmeno ubriaco, questa sera, Damon. Non eccessivamente, almeno. Al terzo bicchiere aveva lasciato perdere. E adesso è qui. Nell’unico posto al mondo dove la sua non – vita sembra avere un senso.

L’estate è un’ottima stagione. Le finestre aperte sono un invito seducente per ogni innamorato. Non ha resistito, Damon. E la osserva dormire, la sua Elena. La guarda e fa suo ogni dettaglio. I lunghi capelli scuri sparsi disordinatamente sul cuscino. Le mani che stringono ancora il suo diario. Aperto. La curiosità vince sul rispetto della privacy e i suoi occhi azzurri si posano sulle pagine, ma non c’è niente da leggere. Sono bianche. Un lieve stupore si impossessa di lui, ma è niente rispetto alla sorpresa di vedere le guance di lei ancora umide di lacrime. La sua osservazione non può continuare, perché il suo sguardo viene catturato da due profondi occhi nocciola che lo fissano. E in quegli occhi, a Damon sembra strano, ma sembra leggere quasi. Sollievo?

“Damon…” La voce di Elena è un soffio leggero. Damon si siede accanto a lei, con la naturalezza che lo contraddistingue, come se il tempo non fosse passato, come se non fosse mai andato via. Scappato, per la precisione. E Damon lo sa che niente di tutto questo è giusto. Che non dovrebbe essere qui. Che è tornato ad essere l’egoista di sempre. Che si era ripromesso di stare lontano da lei, di farle vivere la sua vita, di lasciarla libera, ora che la sua presenza non era più necessaria neanche per proteggerla. Ma poi la guarda ancora e una voce dentro di lui glielo sussurra. Che questo è il suo posto. Che lei è tutto quello che gli è rimasto.


And I don't know how
I can do without
I just need you now

Si solleva di scatto, Elena, si rimette seduta e adesso le sue iridi scure si specchiano direttamente in quei due piccoli oceani azzurro ghiaccio. La sorpresa viene scacciata via da una sensazione nuova, una sensazione mista di sollievo e, le fa un po’ paura ammetterlo, felicità. Le sue labbra si schiudono in un sorriso aperto e sincero. Non ha il coraggio di fare altro, Elena. Lo vede stringere un poco gli occhi, scrutarla da sotto le sue lunghe ciglia scure, sospettoso di quella reazione. Ma non ha voglia di parlare, Elena, non ha voglia di spiegare, non ha voglia di lasciare che il tempo passi ancora, riempito da inutili conversazioni. Non adesso, non adesso che il suo cuore sa finalmente quello che vuole. E si butta, Elena, non pensa più. Sfiora con una carezza il viso del bel vampiro, ma non ha tempo di soffermarsi sulla sua espressione scioccata. Le sue dita scorrono tra i suoi capelli corvini, stringono le ciocche sottili, avvicinano quel viso perfetto al suo. E finalmente.

Le sue labbra incontrano quelle di Damon. È un po’ timorosa, Elena. Cerca di domare l’impeto che ha dentro di sé, il fuoco che sembra essersi acceso non appena le loro bocche si sono unite. Il suo è un bacio lieve. “Elena…” Damon si allontana leggermente da lei. Il suo sguardo è così intenso che Elena è sicura che possa vedere fin dentro la sua anima. Vuole una conferma. Elena lo sa. Annuisce piano e i suoi occhi restano incollati a quelli di lui. E non ha bisogno di dirgli altro. Non c’è mai stato bisogno di parole tra loro. Ed esplode. La fiamma che per troppo tempo è rimasta lì, sepolta sotto una cenere fatta di paure, incomprensioni ed errori, adesso è libera di divampare, di risvegliarsi e scoppiare. Si ritrovano le loro labbra. Si rincorrono le loro mani. Si fondono i loro corpi. E l’unica cosa di cui adesso è certa, Elena, è di non poter fare più a meno di Damon. L’unica cosa di cui è certa, è che ha un disperato bisogno di lui. E, dentro il suo cuore, sa di essere ricambiata con la stessa impetuosa e travolgente intensità.

   
 
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