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Autore: Giuu    07/01/2011    1 recensioni
"Quando odi profondamente una persona, basta poco per amarla alla follia.
D'altronde, l'odio non era che la variante impazzita di quello stesso sentimento, passionale quanto struggente."
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Maria Reckless. >>
<< Sì. >> sussurrai io, a occhi chiusi.
Reckless, che cognome ridicolo.
Spericolato, avventato, incosciente.
Sì, incosciente. Così mi definivano i dottori.
Il dizionario dava due spiegazioni, alla parola "incosciente".
"Irresponsabilità" o "Assenza o perdita della cognizione di sé e della realtà".
Le persone che mi tenevano chiuso dentro al manicomio pensavano la seconda.
Ero pazza, dicevano.
Ma io l'avevo visto, quel mostro. L'avevo visto che torturava mia sorella, l'avevo visto mangiarsela.
L'aveva morsa e, dopo circa un minuto, gettata via, come se fosse uno straccio.
Quel mostro... Dannatamente perfetto...
Aveva gli occhi rossi.
<< Maria, è ora della puntura. >> disse il medico.
<< N-non la voglio fare. >> sussurrai ancora.
Non mi ascoltò. Mi si avvicinò e io provai a spostarmi.... Ma per me, dopo quello che mi era successo, era perfino difficile respirare.
Mi conficcò la siringa nella spalla e io urlai.
Poi il buio. Il vuoto.

Aprii gli occhi. I medicinali facevano pochissimo effetto su di me, ma mi facevano male.
Dormivo al massimo due ore, mentre loro pensavano che per sei ore sarei stata tranquilla. Ma invece no. Oh, ingenui.
Sapevo che mi tenevano dentro al manicomio per nascondere il loro fottutissimo segreto.
Manicomio...? No, per niente. Prigione.
La poca luce che entrava dalla finestra mi fece intuire che era notte.
Più che una stanza, sembrava una cella. Sbarre e un muro mi chiudevano dentro. Si poteva solo entrare passando dalla piccola porta super resistenze di non-so-quale-materiale-iper-tecnologico... Oppure sfondando il muro.
Guardai incuriosita la parete da dietro le sbarre e mi specchiai nello spesso strato d'acciaio che ricopriva il muro.
Mi erano cresciuti i capelli... E anche tanto. Quanti giorni erano passati? Settimane forse? Mesi? Oppure... Anni?
Qualcuno bussò. Strano, di solito entravano e basta. Guardai la porta, col cuore in gola.
Poi un grande botto. Il muro cadde a pezzi e la mia immagine si frantumò.
Non mi spostai. Non mi mossi. Trattenni il respiro.
Un'ombra nera spezzò le sbarre.
L'ombra, dopo essersi avvicinata a me a una velocità pazzesca, mi prese in braccio come se fossi stata un pupazzo, o un sacco di patate.
Era come se quelle braccia fossero state fatte apposta per me. Erano modellate sul mio corpo.
Fredde. Forti. Estranee.
Ma allo stesso tempo Calde, Dolci, Familiari.
Ma la mia piccola favola finì all'istante. Vidi la siringa conficcata nel mio braccio. Vuota, aveva già messo tutto il contenuto, qualunque cosa fosse, dentro al mio corpo.
E Io... Io conoscevo il volto dell'uomo che mi teneva in braccio. Lui era...
...Il mostro che aveva ucciso mia sorella.
 
Tristezza, Felicità.
Amore, Odio.
Bellezza, Orrore.
Gli opposti, in realtà mi erano parsi sempre direttamente proporzionali.
La crepa che gli divide è piccolissima.
Amore e Odio, per esempio, erano separati da un confine più che valicabile.
Quando odi profondamente una persona, basta poco per amarla alla follia.
D'altronde, l'odio non era che la variante impazzita di quello stesso sentimento, passionale quanto struggente.
Lo diceva sempre mia madre, prima di morire.
Non avevo un padre. Ci aveva abbandonate quando Ayumi era nata.
Poi la mamma era morta. La zia ci aveva "prese con se".
Il che stava a dire che ci aveva lasciato vivere da sole.
Ci dava il cibo e ci pagava tutto quanto, ma la sua presenza non avrebbe mai potuto colmare il vuoto della nostra mancanza.
Poi Ayumi venne uccisa da una specie di "Mostro", ma diedero la colpa a me.
Venni rinchiusa in un manicomio per circa sei mesi, poi mi sbatterono nella cella umida di una prigione.
Sapevo perchè. Dicevano solo che mi avevano trasferita. Ma volevano che tenessi la bocca chiusa su quella notte. Reckless, spericolato. Il cognome che così poco mi rappresentava, per il mio temperamento freddo e distaccato.
Eppure proprio quel mio carattere avrebbe determinato il mio destino da esorcista.


Note della Scrittrice:
 

LOL. All'inizio, questa storia doveva continuare. Ma poi, in mancanza di ispirazione, ho deciso di modificare semplicemente il capitolo e di farlo... Autoconclusivo.
Scusatemi, ragazzi. Veramente. xD
È che ogni tanto mi vengono queste ispirazioni stupide e mi metto a scrivere.
Il genere dovrebbe essere "Dark Fantasy". Giallo a causa di certe paroline presenti nella storiella.
Dio, spero vi piaccia! Malgrado non si capisca una mazza, ci ho messo l'anima e il cuore, a farla.
Scusate gli errori/orrori presenti (se ci sono) ma quando scrivo, poi, non lo rileggo molto bene, quindi qualche errore c'è sempre.
Ringrazio la mia carissima amica Vale per avermi aiutata a farla diventare scorrevole e piacevole da leggere (almeno un po', credo). Grazie Vale, sei la mia vita. *___*
Ringrazio anche il mio carissimo amico Luca e gli Evanescence per l'ispirazione.
E poi un grande grazie va anche a voi per averla letta. [L]
G.
 

  
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