Ciao a tutti da NaruXHina,
di ritorno dopo le feste! Spero abbiate fatto un buon Natale e un buon
Capodanno, e auguro a me a voi di partire col piede giusto in questo 2011!
Per quanto mi riguarda lo
si vedrà subito: tra pochi giorni ho un esame! SIGH!
Di conseguenza, dovendo io studiare parecchio, questo capitolo sarà un po’ più
corto degli altri, ma tranquilli, la fic proseguirà, più lentamente forse, ma
non vi lascerò a bocca asciutta! È dall’ultimo capitolo, un po’ di tempo fa,
che vi ho lasciati a bocca aperta, ed ora è giunto il momento di richiuderla!
Le ragazze mangiano la foglia e il master è alla berlina: cosa sta accadendo?
Leggete e divertitevi! Un’altra cosa: molti non se ne sono accorti per via
delle feste (poche letture e pochi commenti…), ma ho postato altre due fic
one-shot su Fairy Tail durante questo periodo!
Si intitolano “Merry Fairy Tail Christmas”, fic
natalizia, e “Figlia di drago”,
song-fic su un mio OC con un’altra delle mie rivisitazioni di canzoni Disney
(che su EFP hanno cancellato…)!
Mi raccomando, correte a
leggere anche quelle, e non scordatevi di commentare! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
La partenza di quel pomeriggio di Natsu e il suo gruppo
avevano rinfrancato un po’ gli animi degli gildaioli. Tuttavia, malgrado
l’ottimismo, nemmeno loro potevano starsene in panciolle: Fairy Tail restava
comunque minacciata all’esterno dalle fangirl, senza contare poi le loro quattro
incupidite da tenere all’oscuro di tutto.
Riguardo il primo problema, quella sera stessa, constatata la
determinazione delle assedianti ad accamparsi nel cortile interno, venne
mandato Max a parlamentare un “cessate le avance”.
La trattativa proseguì a lungo, finché Macao, udendo bussare,
si avvicinò al portone con attenzione: “Max, sei tu?”
“Si, sono io, apri, presto!”
Macao, spalancati i battenti quanto bastava (poteva benissimo
essere uno stratagemma delle fangirl per entrare), restò un attimo sorpreso
quando anziché il biondo mago addetto allo stand dei souvenir si trovò di
fronte un grosso orsacchiotto sorridente.
Max Alors si fece largo a fatica e rientrò: non lo si vedeva
perché era oscurato dalla massa di pupazzetti, lettere improfumate, scatole di
cioccolatini e regalini vari (tra cui un reggiseno…) affidategli dalle fangirl
di Gazille!
“Alla fine le ho convinte a tornare a casa, ma hanno voluto a
tutti i costi che recapitassi questa roba a Gazille! Sapete, sto iniziando a
ripensarci sul mio desiderio di diventare un mago-imprenditore famoso…” disse
scaraventando tutto a terra, arrossendo notando il reggiseno con tanto di firma
e dedica!
“Vuoi che ti aiuti a portarglieli?”
“Francamente” –rispose il biondo- “eviterei di andare di sopra
a chiedere a Gazille di farci entrare solo per consegnargli questa
paccottiglia.”
Makarov a quel punto si era avvicinato ai due, come chiamato
in causa: “Saggia constatazione Max, più che tirarlo su di morale questi regali
lo farebbero infuriare ancora di più.”
Era stato costretto a bloccarlo, e sapeva che quella roba,
reggiseno incluso, non gli avrebbe addolcito la prigionia, e probabilmente,
incavolato com’era, una simile consegna avrebbe messo a repentaglio la salute
dei fattorini!
Max si passò una mano sulla fronte: “Beh, con quelle
rompiscatole fuori dai piedi direi che per stasera possiamo stare tranquilli.”
“Nessuno può dire che non tentino un assalto nottetempo.” -lo
rimbeccò il master- “Sarà meglio che qualcuno resti qui stanotte per
precauzione.”
Più tardi infatti, Bisca, che aveva aspettato che il master
andasse via per agire, si avviò con passo trascinato verso le scale. Il passo
più che trascinato in realtà doveva dirsi trascinante: Arzack, che guarda caso
aveva deciso di restare di guardia, le si era abbarbicato a una gamba e cercava
di impedirle di muoversi. Bisca, sbuffando, lo tollerò fino al primo gradino,
quando si accorse che salire con quella fastidiosa zavorra le avrebbe fatto
faticare parecchio.
“Va bene, questa storia è durata anche troppo. Mollami
subito.”
“Giammai!” –fece l’innamorato pistolero, stringendole la gamba
ancora di più- “Non hai nessun motivo per salire di sopra!”
Arzack udì forte e chiaro il rumore di un colpo che veniva
innestato in canna minacciosamente…
“Ad ogni modo sei libera di fare come vuoi…” disse innestando
la retromarcia, scollandosi da lei, e guardandola impotente lasciarlo al piano
terra come ci si lascia dietro un caricatore esaurito o un bossolo ormai vuoto.
“Sigh! Torna in te, Bisca!”
“Ma che fai? La lasci salire?” domandò Max, aiutandolo a
rialzarsi.
Arzack, demoralizzato, sbuffò: “Che importa? Tanto non andrà
troppo lontano.”
La cow-girl, giunta a destinazione, si guardò intorno. Il
pianerottolo del piano superiore era deserto e silenzioso. Vista la via libera,
in punta di stivali fece per entrare nell’ampio corridoio…
“Io non lo farei se fossi in te.”
Bisca mise mano al fucile in una frazione di secondo e lo
puntò verso una figura nascosta nell’ombra di un angolo.
“Fatti vedere!”
“Sono Cana.” disse la figura senza alcun timore.
“E così vuoi impedirmi di proseguire, eh? Allora facevo bene a
sospettare di te! Scommetto tutte le mie munizioni che Gazille è qui, ma tu lo
sapevi già e volevi tenertelo tutto per te, ammettilo!
“Hai ragione su tutto.” -disse l’altra, senza scomporsi-
“Tranne per una cosa: non voglio impedirti di proseguire. Semplicemente perché
non ce la faresti.” proseguì venendo allo scoperto.
“Che inte… ?!?!?”
La faccia di Cana Alberona, non più velata dalla penombra, era
addobbata da un naso rosso e livido!
“C’è una barriera… Ci sono andata a sbattere poco prima che
arrivassi…”
Bisca incredula volle controllare, ed effettivamente il palmo
della sua mano si fermò come davanti un muro invisibile laddove il corridoio,
che conduceva alle varie stanze del piano superiore, iniziava.
“Ma che roba è?!”
“Non lo vedi? È una spudorata macchinazione per impedirmi di
raggiungere Gazille! E dire che stasera gli avrei letto la mano…”
“Tsk! Ancora con questa storia? Come vuoi che lui, o chiunque altro, creda che
voi due siate destinati a restare insieme perché lo dicono le carte o la tua
mano? Ciarlatana!”
“Taci, ignorante! Guarda qui piuttosto: la mia linea
dell’amore è lunghissima!”
“Ma se te la sei allungata con la matita!”
“Menzogna!”
“Imbrogliona!”
Ciascuna allungò le mani sull’altra, pronta a ghermirle la
chioma per strapparla ed usarne i capelli come corda per strangolarla, quando
un perentorio “Basta così!” le bloccò entrambe.
Le due maghe ebbero un tuffo al cuore vedendo Erza che, a
braccia incrociate, le scrutava imperiosa… e con faccia rossa e dolente come
quella di Cana! Lei e Bisca notarono poi che in una mano teneva una bottiglia
di champagne (Cana capì ad occhio dalla bottiglia che era di buona qualità) e
nell’altra un paio di calici da brindisi.
Dunque aveva solo finto di tornarsene a casa, e non era difficile intuire come
fossero andate le cose!
“Quando…” domandò Cana indicandosi il naso gonfio che
l’accomunava alla rivale in amore.
“Più o meno quando sei arrivata tu credo, solo che io sono
salita da un’altra scala. Oggi ho giusto avuto l’impressione che gli altri
volessero impedire a me e a voi di salire quassù, e la cosa mi ha
insospettito.”
Arzack aggrappatosi alla gamba di Bisca non era stato un
episodio isolato quel giorno: Macao e Wakaba avevano trascinato Cana al bancone
per una consulenza cartomantica quando solo questa aveva dato l’impressione di
volersi avviare alle scale, e quando era stata la scarlatta a volersi avviare
di sopra Warren era corso da lei a dirle che Gazille stava prendendo il sole vicino
la piscina… ed ovviamente lei era corsa subito a controllare col bikini già
indosso!
“Da quel che hai detto prima, Cana, sembri essere parecchio
certa che il mio Gazille sia proprio su questo piano bloccato: questo conferma
le mie ipotesi.”
“Come osi dire “mio”?”
Erza la fulminò con lo sguardo: “Basta! La situazione è più
grave di quanto pensiate. Seguitemi!”
Cominciò a discendere le scale. Cana e Bisca, malgrado la
diffidenza visto che anche Erza era in corsa con loro per il cuore del drago
d’acciaio, rimandarono la loro discussione a dopo rivolgendosi un’occhiataccia,
dopodiché le corsero dietro.
La rossa le condusse fuori dalla gilda; passando per la sala,
non poterono non evitare di notare Max e Arzack appesi al muro grazie a delle
spade infilzate nei loro vestiti. Quando Erza era tornata alla carica dalla
scala interna non avevano certo potuto opporsi proprio a lei!
“L’avevo detto io a Macao che se ci teneva tanto a mettere
qualcuno di guardia poteva starci lui! Ma no, lui doveva badare al figlio! Bah,
bella scusa…” si lagnò il biondo.
“Biscaaaaaaa!” piagnucolò Arzack, ma sia la sua adorata che le
altre due erano troppo occupate anche solo per rivolgere un’occhiata a quei due
salami!
Arrivate fuori, nel cortile interno della gilda, Erza indicò
uno sgabello, sopra il quale stava seduta Mira, che elevava il suo canto e le
note della sua chitarra ad una delle finestre della facciata dell’edificio.
“Affacciati alla finestra amore mioooo! Affacciati alla
finestra amore mioooo…” –due colpi di tosse la troncarono di colpo- “Affacciati
alla finestra, Gazille, per favore! Sigh!” disse con la voce ormai roca.
“Ma che stai facendo?” domandò Cana, avvicinatasi insieme a
Erza e Bisca.
L’albina tossì ancora prima di rispondere: “Sto dedicando una
serenata al mio amorino Gazille…”
“Come fai ad essere sicura che si trovi proprio in quella
stanza?” domandò Erza, rivolgendo un’occhiata all’unica finestra con la luce
accesa, sotto la quale si era piazzata l’albina.
Mirajane si schiarì la gola e si spiegò loro a testa bassa:
“Ecco, quando Cana oggi ci ha messo al tappeto mi sono ripresa in tempo per
vederla scalare la parete ed entrare proprio in quella finestra, e poi mi hanno
raccontato di quando è piombata giù dalle scale mentre rincorreva Gazille, così
ho pensato potesse essere camera sua… Però sono qui già da un bel po’ e sono arrivata
alla fine del repertorio, ma lui non è venuto nemmeno a sbirciare, sigh!”
“Più che ovvio se vuoi il mio parere.” –fece Bisca altezzosa-
“Una bamboccia come te non ha speranza di conquistare un macho come lui con
delle canzoncine così stupide e sdolcinate.”
Il labbro di Mirajane prese a tremare e due secondi dopo la
poverina scoppiò a piangere.
“Buaaaah! Cattiva! Le mie canzoni d’amore sono bellissime!”
“Bisca! Non ti permettere di far piangere Mira! Dai, asciugati
le lacrime.”
“Sigh… sniff… grazie Cana!” mugolò accettando il fazzoletto
che le porgeva.
“Risparmiatele per quando io e lui ci sposeremo.” aggiunse con
tanta naturalezza subito dopo!
“BUAAAAAAHHH!”
A Bisca saltò la mosca al naso: “Chi è che lui dovrebbe
sposare?”
“ME!”
“AH, SI?”
“SI!”
“Buaaah! Sette note non bastano per cantarti il mio amore, Gazille!”
Tra urla, minacce e pianti, il livello di fastidio era ormai
salito ben oltre la soglia del sopportabile di Erza!
“STATE TUTTE ZITTE!”
Le urla di Erza, di comprovata efficacia, riportarono
finalmente la quiete.
“Non c’è tempo per piagnucolare o starnazzare. Forse non ve ne
siete accorte, ma qui la situazione è molto seria… E comunque quella che lo
sposerà qui sono io…”
Cana, Bisca e Mira aprirono bocca, ma un gesto della sua mano
corazzata impedì l’insorgere di un’altra inutile discussione (e le assicurò di
avere l’ultima parola in merito!).
“Tutte noi siamo venute qui per lo stesso motivo e siamo
rimaste a bocca asciutta.”
Mira tossì: specialmente nel suo caso era vero!
“Direi che è il caso di fermarsi a riflettere: non vi sembra
strano che improvvisamente il piano dove si suppone si trovi Gazille sia
diventato off-limits?”
Bisca guardò Cana con un ghigno: “Chissà, magari si è
rinchiuso per non venire più assillato da questa ciarlatana e dai suoi stupidi
tarocchi.”
“Come ti permetti?!”
“Vuoi litigare?”
Mira gongolo: “In fondo è un tipo riservato: forse voleva solo
un po’ di tempo per sé, per riflettere sui suoi sentimenti… Aah, che dolce!”
Erza roteò gli occhi al cielo: “Voi due siete state così
occupate a massaggiarvi la botta in faccia e a litigare che scommetto non
avrete fatto il minimo caso al testo della barriera, non è così?”
Cana e Bisca guardarono altrove, colpevoli.
“Io invece ci ho fatto caso. La barriera impedisce di entrare
al piano superiore senza permesso, ma anche di uscirvi.”
“Ma se è così vuol dire…”
“Che se veramente Gazille si trova al secondo piano, come ormai abbiamo capito
tutte…” –disse guardando Cana, imbronciata perché aveva creduto di poter avere
l’esclusiva di quella preziosa informazione- “… nemmeno lui può uscirne. Se
fosse stato Gazille a far innalzare quella barriera magica per starsene
tranquillo, non si sarebbe certo imprigionato da solo. Questo vuol dire…”
“Vuol dire che lo hanno rinchiuso!” concluse Cana sbalordita.
Mira portò subito le mani alla bocca: “Hanno imprigionato
Gazille! Il mio amato Gazille!”
Erza annuì col capo, contenta che quelle tre avessero
finalmente messo in moto il cervello: “Non solo ci vogliono impedire di
raggiungerlo, ma non contenti lo tengono prigioniero.”
“Ma chi? Chi può aver fatto qualcosa di così terribile?”
chiese Mira, tutta preoccupata, chiedendosi se lo trattassero bene, se gli
dessero da mangiare, se non gli avessero assegnato delle carceriere cattive con
la frusta pronte a molestarlo…
Cana digrignò i denti: “Freed, no? Questo tipo di incantesimi è
opera sua!”
“Certo, ma probabilmente lo avrà fatto su ordine del master.”
–chiarì Erza- “La nostra stessa gilda sta ostacolando il nostro sogno d’amore,
e Gazille ne sta subendo le conseguenze!”
“Gli farò recapitare una torta con una lima dentro, così potrà
fuggire!” esclamò Mira.
“La sua è una prigione magica, non ha sbarre…”
“Uh, peccato…”
“Sarà anche carina, ma in quanto a cervello…”
“Da che pulpito…”
“Grrr! Brutta…”
“Basta!” –urlò di nuovo Erza, con tutta l’autorità di cui
disponeva, ad era parecchia!- “Saremo anche rivali, ma Gazille è in pericolo e
l’ultima cosa che può aiutarlo sono i nostri litigi! Noi teniamo a lui più di
chiunque altro, perciò dobbiamo unirci per aiutarlo!”
“Unirci?”
“Esatto. Mettiamo da parte gli asti per un po’.”
“Una tregua insomma.”
“La priorità ora è salvare Gazille. Quando lo avremo tirato
fuori, decideremo una volta per tutte chi di noi quattro è degna di lui, ma per
il momento dobbiamo allearci per contrastare chiunque oserà frapporsi tra noi e
lui!”
Bisca guardò Cana, che guardò Mira, che guardò Erza, e poi ci
pensò su: “Beh… forse… forse si può! Che ne dite voi?”
Bisca e Cana si guardarono disgustate. Tuttavia, il discorso di
Erza non era campato per aria; l’unione fa la forza, e a volte anche i nemici
possono essere utili come alleati.
Erza allungò una mano tra le altre disposte in cerchio:
“Formiamo un’alleanza?”
Titubanti, prima Cana e poi Bisca posero la propria mano
destra su quella di Erza, infine si aggiunse anche Mira, sempre timida ed
emozionata, ma carica d’entusiasmo: “Noi saremo le Gazille’s Angels! Lo
salveremo a tutti i costi!”
Le quattro levarono le mani al cielo: il patto era suggellato!
“Gazille, stiamo arrivando!” urlò Erza, ormai condottiera,
incitando le sue nuove compagne.
“SI!”
Makarov aveva prestato scarsa
attenzione mentre gli avevano raccontato in breve della loro casuale riunione e
della loro momentanea unione di forze. A capo basso, con la fronte già
imperlata di sudore, aveva rimuginato a lungo, incredulo.
<< Gazille è scomparso? Com’è possibile? Come ha fatto a
oltrepassare la barriera di Freed? Ma soprattutto, come fanno loro a sapere che
è fuggito? >>
Significava dunque che
anche loro avevano oltrepassato la barriera?
Rialzò gli occhi, cercando
di domandare minaccioso: “Come avete fatto a…”
“A controllare di persona
che Gazille non era dentro la prigione in cui voi lo avevate vilmente
rinchiuso?” –lo anticipò Erza- “Era ovvio che quel muro invisibile era stato
piazzato lì da Freed, quindi siamo corse da lui e lo abbiamo… “convinto” a
darci una mano.”
“……”
“NON è QUELLO CHE STA
PENSANDO!!!” urlò Erza, scarlatta come i suoi capelli.
“Io non ho aperto bocca…”
rispose il vecchietto guardandola con aria di sufficienza, mentre alle sue
spalle Bisca la guardava come a dirle: “Per il modo in cui l’hai detto…”
“Che cosa gli avete
fatto?”
Cana smise di ridere e fu
lei a rispondergli: “Nulla di che, lo abbiamo persuaso a collaborare prima di
arrivare alle cattive!”
Freed era a letto. stava leggendo un libro alla luce della
lampada sul comodino. Leggere gli conciliava il sonno ed era diventata una sua
abitudine serale. Stava per voltare pagina quando lo colse una brutta
sensazione. Scagliò via il libro e sguainò la spada, che teneva sempre e
comunque vicina a sé, e fu pronto a scappare quando il muro della sua camera
prese a crepitare, annunziando l’imminente crollo.
Scattò in piedi puntando la spada verso la breccia nella
parete, sulla quale, diradatisi i detriti, apparvero le Gazille’s Angels in
tutta la loro sexy minacciosità.
“Credo di sapere perché siete qui.”
“Perché hai imprigionato Gazille, bastardo!?” ringhiò Cana,
con la quale, durante la battaglia di Fairy Tail, c’erano stati duri screzi.
“Temo proprio di non potervelo dire.” disse flemmatico,
incurante di loro, come del fatto di essere in camicia da notte.
“Umpf, non importa il perché. L’importante è che ora torni lì
e togli di mezzo quella stupida barriera!” attaccò Bisca, evocando il proprio
fucile.
La spada di Freed luccicante nella semioscurità restava
immobile e fredda puntata su di loro: “Non lo farò.”
Lui era un osso duro. Non solo era forte, ma era anche fedele
fino in fondo agli ordini e ai compiti ricevuti: anche in difficoltà numerica
non avrebbe indietreggiato, e anche sconfitto, non avrebbe mai ceduto. Proprio
per questo Mira pensò che per raggiungere il loro obiettivo, la sola forza
sarebbe stata inutile.
“Oh, io invece credo di sapere come fare a convincerti… Ih ih
ih!” disse la maga avvicinandosi a lui di parecchio con un sorriso malizioso e
le mani dietro la schiena.
Freed, vedendo che era stata proprio Mirajane a farsi avanti,
deglutì e fece un passo indietro: “D-dunque vorresti sedurmi per far sì che io
vi obbedisca? Oh, Mirajane, questo maledetto incantesimo ha dunque fatto si che
tu scendessi tanto in basso per l’uomo che ti ha costretto ad amare?” esclamò
Freed, con tono quasi da tragedia, mentre cercava di impedire ai suoi occhi di
abbassarsi sulla sua scollatura.
Mirajane rise ancora: “No, a dire il vero pensavo di
convincerti con… questo!”
“C-cosa?! T-tu-tu… No! NOOOOOOOOOO!!!”
<< Hanno avuto la meglio su Freed? >>
“Ehm, ragazze? Possiamo
tornare alle questioni importanti?” suggerì Mira, alzando timidamente la
manina.
“Che cosa? Ah, giusto!” –fece Erza battendo pugno su palmo- “Torniamo a noi,
master! Vogliamo sapere dov’è andato Gazille!”
Il vecchio fece spallucce: “E che ne so io?”
“Non faccia il finto
tonto. Dall’iscrizione di quella barriera e dalla sua fuga abbiamo capito che
volevate impedirgli di andare da qualche parte, e casualmente oggi Natsu e il
mio team sono partiti in tutta fretta guarda caso senza neanche pensare di
avvertirmi.”
Makarov strinse i denti:
purtroppo Erza non era solo forte, ma anche intelligente e perspicace.
“Dove erano diretti?”
incalzò Bisca.
“Sputi il rospo!” incalzò
Cana.
“Per… per favore…” chiese
infine Mira.
“E si ricordi che come
abbiamo “convinto” Freed possiamo convincere anche lei.”
Makarov restò immobile
come statua di granito, vedendole fare tutte un passo in avanti verso di lui.
Parve vacillare. Ma poi le squadrò dritte negli occhi, con un sorriso
sprezzante da rivolgere più agli avversari che ai propri compagni.
Ridacchiò: “Male, ragazze,
molto male. Cos’è questo atteggiamento? D’accordo, non sono uno di quei master
che pretendono il rispetto a tutti i costi, però così mi mettete in una brutta
situazione…”
Gettò a terra il bastone,
che certo non gli serviva per reggersi in piedi.
“Lo sanno tutti che le
donne non si toccano nemmeno con un fiore… Però un genitore ogni tanto deve
darla una sculacciata se le sue bambine si comportano male!”
E per nulla intimorito da
un ulteriore passo avanti delle quattro, diede subito fondo al suo potere
magico (senza esagerare), dotandosi in un attimo di un corpo prestante,
muscoloso e alto due metri.
Però, nemmeno le sue
“bambine” corsero via piagnucolando.
“Mira!”
L’albina fece qualche
passo in più, portandosi in testa al gruppo.
Makarov, incerto, inclinò
un sopracciglio: “Uh?”
Frugò nella sua tasca, e
sorridendogli gli mostrò il contenuto.
“EEEEEEEEH!?!?!?!?”
IL SUO BAMBOLOTTO DALLA
TESTA MOLLEGGIATA!!!
I due metri di
strabiliante magia e possenti muscoli si piegarono davanti a quella terribile
visione: Mira lo guardava, e il suo sorriso gentile in quel contesto appariva
ingiustificato, inquietante, spaventoso… sadico!
Erza rise compiaciuta nel
vedergli gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata: “Abbiamo usato lo stesso
metodo con Freed, e non avevamo dubbi funzionasse anche con lei, master!”
Nel caso dello spadaccino
dai capelli verdi avevano usato invece il pupazzetto di Laxus, che Mira aveva
subito notato incustodito, e di cui si era impossessata in un lampo
approfittando della distrazione dello spadaccino.
Makarov aveva ormai
capito, eppure ciò che stava accadendo, ciò che avrebbero minacciato di fare,
rifiutava di focalizzarsi chiaramente in lui, come se fosse troppo orribile da
concepire! Meglio rifiutarsi di credere!
Mira afferrò delicatamente
con due dita la sua grossa testolina traballante… e tirò impercettibilmente:
“Master, se tirò in questa direzione la molla finirà con lo spezzarsi, giusto?
E se succede, non credo che questo bel cosino potrà far più dondolare la sua
testa nel modo che le piace tanto.”
Orrore! Miserabile
ricatto! Gazille o il suo alter-ego molleggino?
“N-n-n-n-no-no-no-no-no-non-non…
Non oserai, vero?!?!?”
“Ih ih…”
La mano di Mira si spostò leggermente, ma il suono finissimo della molla che
veniva stirata giunse alle orecchie del master come un grido lancinante di
dolore!
“NOOOOOOOOOO! VI DIRò
TUTTO! TUTTO! TUTTOOOOOOO! SIGH!”
Il colosso cascò a terra
ai loro piedi, di nuovo piccolo e ora sconfitto.
Le quattro si guardarono
tra loro compiaciute e complici: era bello sentirsi tutte alleate, tutte nella
squadra trionfante!
Qualcuno ha detto che
l’Inferno non è tremendo quanto una donna disprezzata.
Ma una ragazza innamorata
è capace di cose da far drizzare i capelli a una donna disprezzata… Figuriamoci
quattro!
Ora a sorridere sprezzante era Erza: “Avanti, parli. Dov’è andato Gazille?”
Che crudeltà…
E mentre il master cede a
questo inumano ricatto di Mira (che l’amore sembra in grado di far tornare ai
vecchi tempi di quando era una “amorevole” ragazzina…), i nostri pensieri
vanno, oltre al povero pupazzetto molleggino in ostaggio, a Gazille…
Come caspita ha fatto a fuggire?!?!?
Che ruolo avrà in questa
storia? Riuscirà a tenersi fuori dai guai, o ne creerà altri? Mi raccomando,
continuate a seguirmi! E nel frattempo commentate, voglio sapere se la trovata
per far capitolare Makarov vi è piaciuta! XD
Buon 2011 da NaruXHina!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!