I
miei genitori erano entrambi
Grifoni, io sono una Serpe. I
miei genitori erano entrambi nella
squadra di Quidditch di Grifondoro, io sono in quella dei Serpeverde. Mio
padre era un portiere. Mi
madre era una cacciatrice. Io
gioco nel ruolo di cercatrice. Loro
erano conosciuti come Oliver
Baston e Katie Bell. Io
solo Elisabeth Katie Baston. “..James
Potter afferra il
boccino, soffiandolo alla cercatrice di Serpeverde.. Grifondoro si
aggiudica la
vittoria,Signori !” Urla
di gioia si innalzano dagli
spalti in cui due colori spiccano, il rosso e l’oro.
Imprecazioni e grida di
rabbia si odono dagli spalti opposti, quelli in cui a dominare sono il
verde e
l’argento. Atterriamo
al suolo, spintono
chiunque cerchi di rifilarmi una parola di conforto. Desidero solo
rintanarmi
negli spogliatoi e imprecare contro quei rammolliti. Ma uno di loro mi
impedisce
di proseguire, fiondandosi davanti a me e bloccandomi la strada. Ha
ancora il boccino tra le mani, se
lo rigira, facendogli fare piccoli saltelli e riafferrandolo
prontamente. I
suoi occhi brillano di una luce che sa di vittoria, di presunzione. Ed
io,
dentro di me, grido rivalsa. “Piccola
lezioncina Baston.. è
questo che devi afferrare..” Ghigna,
avvicinandosi a me e
mostrandomi il suo bottino. “Vuoi
che ti mostri com’è fatto un
boccino? Non credo tu l’abbia mai visto da così
vicino..” Scatto
in avanti con l’intenzione
di infilargli lo stramaledetto oggetto in un posto dove non batte il
sole, ma
la mia migliore amica, Angelica
Nott, me
lo impedisce, tenendomi stretta per le braccia. Potter indietreggia,
continuando
a sorridermi. “Volevo
solo essere
gentile,piccola..” “Ti
consiglio di levarti dalle
palle Potter prima che ti cruci qui sul campo di Quidditch!” “Che
foga.. la stessa che avevi
quest’estate quando..” “TACI
BRUTTO IDIOTA!” Gli
urlo contro la mia rabbia, il
mio disprezzo. Da quando sono ritornata qui ad Hogwarts mi sono
sforzata di
dimenticare quello che è accaduto a Grimmauld Place solo due
mesi fa, ma ora
senza che io lo voglia, ritorno con la mente a quello stramaledetto
giorno. E’ un’afosa
giornata di agosto, i miei genitori mi hanno
costretta ad accompagnarli in una delle loro visite ai Potter. Detesto
intrattenermi
con la loro cerchia di amici, tutti ex Grifondoro. Ginny
ed Harry
Potter ci accolgono nel loro salotto, sprecandosi in convenevoli e
sorrisi. “Lisa, tesoro.. ogni anno
diventi più bella..” Piego impercettibilmente le labbra,
mostrando alla donna
quello che dovrebbe somigliare ad un sorriso. Non aggiungo altro alle
sue
parole, mi guardo intorno, desiderando che questa stupida rimpatriata
finisca
il prima possibile. “Albus e Lily sono a Diagon
Alley con Rose.. ma James è nel
giardino sul retro, raggiungilo pure..” Probabilmente il Sig. Potter ha
pensato di farmi un favore,
allontanandomi dalle noiose chiacchiere tra adulti, non rendendosi
conto che
preferirei restarmene ad ascoltare stupidi aneddoti anche per tutto il
giorno,
piuttosto che passare anche un solo minuto in compagnia di quel
decerebrato di
suo figlio. Nonostante la mia riluttanza, annuisco
e congedandomi
educatamente, mi incammino nella direzione indicatami. Conosco molto
bene ogni
piccolo angolo di questa casa, solevo
trascorrerci tutte le estati precedenti ai miei undici anni. Esco sul giardino, fermandomi sui
pochi gradini e
poggiandomi al parapetto. James Potter è poco distante,
è appena atterrato al
suolo con una buona manovra. Ammetto a malincuore che vola in maniera
impeccabile. “Sorprendente..”
Richiamo la sua attenzione,
increspando le labbra in un
ghigno. Riscendo gli ultimi gradini e tiro fuori dalla tasca un
pacchetto di
sigarette, ne prendo una, accendendola col mio aggeggio babbano. Un
oggetto che
Arthur Weasley mi regalò che ero solo una bambina, non
comprendendo a pieno le
sue caratteristiche, probabilmente. James si avvicina, sfilando la
sigaretta dalle mie labbra e
prendendone una boccata prima di gettarla a terra e calpestarla. “Questa merda ti fa
male..” “Impicciati degli affari
tuoi, Potter..” Scrolla le spalle, dirigendosi verso
un vecchio capanno
dove ha di certo intenzione di posare la sua Firebolt. Lo seguo, pur
non
interessata a ciò che fa. Mi guardo intorno e noto con
sorpresa che nulla è
cambiato in questo vecchio casotto. Con una mano accarezzo la superficie
in legno delle pareti,
soffermandomi su alcune scritte che portano ormai i segni del tempo.
Alcune
sono state cancellate, deturpate ma riesco ancora a leggerle, forse
perché
ricordo bene il giorno in cui furono scritte. Delineate da manine
tremanti e
poco attente alla giusta forma. E una serie di risultati delle nostre
prime partite a
Quiddtch.. E una foto prima strappata, poi
rattoppata in malo modo con
pezzetti di magicscotch. Ritrae due bambini, lei gli posa un bacio
sulla
guancia, lui ripulisce il viso sfregandolo con la manina, assumendo
un’aria
disgustata. Poi l’abbraccia ridendo e punzecchiandola. James mi si avvicina, parlandomi ma
tenendo gli occhi ben
fissi sulla parete. “Sono stato io a
cancellarle.. l’estate successiva al
nostro primo anno ad Hogwarst..l’anno in cui hai smesso di
parlarmi, in cui ti sei
allontanata.. l’anno in cui sei diventata una
Serpe..” Solo ora rialza gli occhi e per la
prima volta dopo
un’infinità di tempo, non leggo nel suo sguardo
rancore o derisione. Intravedo
un pizzico di tristezza e nella sua voce percepisco qualcosa simile al
rimpianto. Allontano la mia mano dalla parete,
uscendo dal capanno e
inspirando l’aria fresca del pomeriggio. Una brezza che sa di
fiori ed erba
appena tagliata. Chiudo gli occhi, perdendomi per un istante in quella
sensazione di quiete e svuotando completamente la mia mente. Qualche altro passo e mi ritrovo ai
piedi dell’imponente
quercia, testimone della nostra infanzia. Rialzo il capo ad osservare
la verde
chioma da cui filtra la luce del sole. “C’è
ancora?” James che mi ha raggiunto non risponde
subito, ma si
allunga verso uno dei possenti rami, facendo scivolare le corde di
un’altalena
vecchia e malandata. Sorrido, pur senza rendermene conto e la sfioro,
sedendomi
sopra, dondolando lentamente. “Sembra molto più
piccola..” “Attenta, sei ingrassata
notevolmente dall’ultima volta in
cui ti ci sei seduta.. potresti ritrovarti col tuo bel sederino per
terra!” “Brutto idiota..”
Mi rialzo di scatto, colpendogli il
petto con piccoli pugni
ma lui,scaltro, mi afferra i polsi, posando i suoi occhi nei miei. E
per un
istante resto immobile, a perdermi nel marrone, contornato da piccole
scaglie
di verde che illumina le sue iridi. Lentamente avvicina il viso al mio,
non indietreggio. La sua bocca sfiora le mie labbra,
prima in un tocco
delicato, poi irruento. Mi bacia, tenendomi stretta e il mio
corpo esile sembra
scomparire tra le sue forti braccia. Lascia i mie polsi quando mi arrendo a
lui, e le mie mani
sono libere di intrecciarsi coi suoi neri capelli. Ma non trascorre molto tempo prima che
mi renda conto di
quello che sto facendo. Riapro gli occhi, allontanandolo
bruscamente. “Che cazzo ti salta in
mente?” “Un attimo fa non mi
sembrava che ti dispiacesse..” Ghigna, affondando una mano nella
tasca mentre con l’altra
scompiglia la capigliatura corvina che solo un attimo prima avevo
torturato. “Una momentanea perdita di
lucidità..” Rispondo seccamente. “E se ancora ci riprovi..
giuro che ti ammazzo!” Non risponde, mi fissa con un cipiglio
soddisfatto impresso
sulla sua faccia da schiaffi. E la voglia di fargli del male fisico
cresce in
me a livelli inspiegabili. “Ragazzi entrate? Il
the è pronto..” Suo padre, fermo sui gradini ci
richiama. Rivolgo un’ultima
occhiata truce al bellimbusto, prima di prestare attenzione
all’uomo. Gli
sorrido, incamminandomi verso di lui. James è al mio fianco. “Con piacere Sig.
Potter..”
Annuisce felice, prima di rientrare e
farci strada. “Ipocrita..” “Coglione..” Siamo seduti nell’ampio
salotto, chi su alcune poltrone,
chi sul divano. Sorseggio la mia bevanda, cercando di scacciare dalla
mia mente
quello che è successo poco fa. James, seduto accanto a me
sembra tutto tranne
che agitato. Ingurgita dei biscotti, incurante delle occhiatacce di sua
madre. “Lisa i tuoi genitori ci
hanno detto che, finita la scuola,
anche tu tenterai la carriera professionista nel Quidditch..seguirai le
loro
orme..” Annuisco, sorridendo gentilmente a
Ginevra Potter. In
realtà non me ne frega una cippa di seguire le loro orme, se
accadrà sarà
perché sono stata io a volerlo. James si avvicina al mio orecchio,
sussurrandomi qualcosa. “Non bisogna saper giocare a
Quidditch per diventare un
giocatore professionista?” Gli mollo un calcio, mentre lui
soffoca un gemito di
dolore. Continuo a mantenere il sorriso sulle labbra augurandomi di non
tornarmene a casa con una paralisi. Non ho mai riso tanto in tutta la
mia vita.
O forse si, forse fino ai mie undici anni non facevo altro, e proprio
qui, in
questa casa. Scuoto
il capo furiosamente, non
voglio ricordare, cancellerò ogni traccia di
quell’insignificante pomeriggio.
Uno dei tanti di un’estate noiosa. Quando mi decido a tornare
alla realtà,
James non è più di fronte a me. Lo vedo esultare
coi suoi compagni di squadra e
borbottare qualche insulto contro noi Serpi. Un
respiro profondo e mi
allontano, via dagli schiamazzi, dalle urla, ma soprattutto dalla sua
voce.
*** “Cosa
stava per dire James Potter
prima che lo interrompessi?” Angelica
Nott mi fissa, mentre ci
incamminiamo nei sotterranei, dirette alla nostra Sala Comune.
Preferirei
morire all’istante piuttosto che rivelarle lo spiacevole
incidente che mi ha
coinvolto pochi mesi prima. Scrollo le spalle, continuando a camminare. “Non
ne ho idea, tantomeno me ne
frega qualcosa..” Proseguo,
mentre lei si
intrattiene con alcune studentesse del sesto anno, facendosi bastare la
mia
replica. Il pettegolezzo non muore mai, e la mia migliore amica
è un’esperta
nel ficcanasare. Mi
accascio sulla poltrona,
preceduta da Albus e Scorpius. Sospiro, posando le gambe sul tavolino
basso di
fronte al divano. “Coraggio
Lisa, ci rifaremo alla
prossima partita!” Al
mi da una pacca sulla spalla ed
io mi sforzo di ricambiare la sua premura con un sorriso. A volte mi
domando
perché quel bifolco di James non possa somigliare di
più a suo fratello. Angelica
si unisce a noi poco
dopo, sedendosi sulla nera poltrona e rivolgendosi a quei due. “Rose
Weasley vi sta cercando.. le
sue urla si propagano per tutti i sotterranei.. fatela smettere, vi
prego!” Arriccia
il naso in una smorfia di
disgusto. A differenza mia, lei non tollera nessuno che non appartenga
alla
nostra stessa casata. Io, eccetto per Potter, non faccio simili
discriminazioni. “Te
l’avevo detto che stavolta si
sarebbe arrabbiata..” Albus
borbotta qualcosa all’amico,
assumendo un’espressione seccata. Scorpius si limita a
ghignare, evidentemente
compiaciuto della sua impresa. Si rialzano, lasciandoci sole
nell’ampia sala. Quei
due prima o poi faranno
morire di crepacuore quella povera ragazza.
*** Un
altro giorno ha inizio. Un
giorno scarno, senza senso per me, uguale a tutti gli altri. Ancora
insonnolita
mi siedo al mio banco nell’aula pozioni, pochi minuti dopo il
vecchio Lumacorno
ci costringe a preparare una delle inutili pozioni che tanto decanta:
il
Veritaserum. Inizio
a buttare nel calderone gli
ingredienti necessari, distrattamente mi volto a guardarmi intorno.
James
Potter è seduto dietro di me, concentrato sulla sua miscela.
Un’improvvisa
illuminazione mi coglie. Mi
avvicino al suo tavolo,
fingendo di aver finito la mia scorta di Asfodelo. Mi guarda scettico
per
alcuni secondi, ma quando finalmente si assenta per recuperarne
dell’altro,
ficco nel suo calderone un ingrediente a caso, che
contribuirà certamente a
rovinare la sua pozione. Ritorno
al mio posto, rendendomi
conto che il mio intruglio ha assunto un colorito giallognolo,
decisamente
lontano dall’essere incolore e inodore. Mi volto di scatto
verso quell’odioso
Grifondoro, che si limita a ghignare strizzandomi l’occhio. A
quanto pare ha
avuto la mia stessa idea. Naturalmente
il vecchio professore
non ha gradito il risultato del nostro lavoro e ci ha costretto a
trattenerci
dopo l’orario delle lezioni per preparare insieme una
composto che sia
quantomeno accettabile. Io
e Potter siamo soli nella
fredda aula, sono seduta su una sedia, braccia incrociate e viso
imbronciato.
Non ho la minima intenzione di aiutarlo, dovrà sbrigarsela
da solo quel
fedifrago. “Sei
un maledetto
bastardo,Potter..” “Devo
ricordarti Lisa, che tu hai
agito nel mio identico modo?” “Sono
Baston per te.. non
dimenticarlo!” Sorride,
scuotendo il capo, mentre
getta nel calderone dello sciroppo di Elleboro, aggiungendoci
l’attimo dopo del
sangue di Salamandra. Mi
rialzo,
sbuffando rumorosamente e unendomi alla preparazione della pozione.
Prima
finiamo, prima posso andarmene da qui. Con
la coda dell’occhio seguo i
suoi movimenti, quando non si sforza di essere detestabile risulta
anche
carino. Sospiro, chiudendo gli occhi e pregando Morgana di non
ripiombare
ancora in questi futili pensieri. Con
fatica cerco di recuperare
delle zanne di Serpente, ma James mi allontana delicatamente dal
tavolo, prendendole
lui stesso. Credo sia stato il primo gesto carino che mi concede da sei
anni.
Rialzo lo sguardo, poso i miei occhi su di lui e dalle mie labbra
escono parole
che non so trattenere. “Quella
foto..quella nel vecchio
capanno..” Balbetto
e sono costretta a
distogliere lo sguardo per evitare di arrossire, o sentirmi
più stupida di
quanto non lo sia già. “L’avevi
strappata e poi..” “E
poi ho riunito ogni pezzetto
col magiscotch...non è perfetta, ma non volevo che andasse
perduta..” “Perché?” Mi
guarda, sul viso un’espressione
perplessa come se avessi appena chiesto la cosa più ovvia al
mondo. E prima che
lui risponda so che in realtà è così. “Quel
giorno una bambina con le
treccine e un vestitino davvero orrendo, disse di amarmi..” Alle
sue parole i ricordi sembrano
prendere forma, ho l’impressione di essere ancora
lì, nel giardino di Grimmauld
place a rincorrere James. Corro incontro al bambino seduto ai
piedi dell’altissima
quercia. Mi siedo accanto a lui, in mano ho qualcosa che subito gli
mostro. “Guarda Jamie, ho trovato un
trifoglio ma è strano.. ha una
foglionina in più!” Il ragazzino afferra la piccola
piantina, rigirandola tra
le mani e dopo averla osservata attentamente, sul suo viso si delinea
un’espressione sorpresa ed entusiasta. “Lisa questo è un
quadrifoglio! Zia
Hermione una volta mi ha raccontato che
trovarlo porta fortuna..” “Davvero?” Spalanco gli occhietti, agitando le
manine freneticamente,
eccitata per la recente scoperta. Restiamo appoggiati al tronco
dell’albero
ancora a lungo, un dolce venticello ci culla. E dopo poco sono ancora
io a
parlare. “Sai cosa vuol dire essere
innamorati Jamie?” “Mhh.. “ “Io lo so,vuoi
saperlo?” Il bambino annuisce, osservandomi con
gli occhietti pieni
di curiosità. “Essere innamorati vuol dire
rincorrersi tutto il giorno,
dimenticandosi di avere fame.. e poi quando finalmente si mangia,
lasciare
all’altro l’ultimo pezzetto di torta di nonna
Molly.. vuol dire spingere
l’altro sull’altalena e anche se si desidera
usarla, si preferisce
che sia lui a dondolarsi e
ridere.. ridere tanto.. quando si adora la sua risata e si fanno le
faccette
buffe perché rida, e rida ancora..” James mi fissa, colpito dalle mie
parole. “Perciò io ti amo
Jamie e tu ami me..” Il bambino sembra riflettere su
qualcosa, poi finalmente si
decide a replicare. “Se è vero che mi
ami devi farmi una promessa..” Muovo la testolina,annuendo con
decisione. “Una volta che avremo finito
la scuola e saremo dei
giocatori di Quidditch come le nostre mamme ed il tuo papà..
tu mi sposerai e
vivremo insieme qui, così potremo continuare a rincorrerci,
potrò spingerti
sull’altalena e quando andremo da nonna Molly ti
lascerò l’ultimo pezzetto di
torta..” “Si..” Appoggio la mia testolina al suo petto. “Avevi ragione Jamie..
questo quadrifoglio porta fortuna..” Mordo
con forza il labbro
inferiore, è l’unica cosa che può
impedirmi di piangere. L’avevo dimenticato,
avevo rimosso uno dei ricordi più belli che avevo. Per
quanto le cose siano
cambiate, come ho potuto cancellare così una parte della mia
vita? Come ho
potuto permettere che quel ragazzino lasciasse il posto che gli
spettava nel
mio cuore? “E
un bambino idiota le fece
promettere che un giorno lei lo avrebbe sposato e che.. “..che
avrebbero vissuto in quella
casa, continuando a rincorrersi, a spingersi sull’altalena e
mangiare l’ultimo
pezzetto di torta di nonna Molly..” Gli
sorrido, dopo tanto, troppo
tempo. Riposa gli ingredienti che rigirava tra le mani, sulla
superficie del
tavolo, e resta immobile a fissarmi. Sono io che mi muovo verso di lui,
appoggio le mani sulle sue spalle e alzandomi sulle punte lo bacio. Non
è
irruento come quello di pochi mesi prima, è dolce, a fior di
labbra. Mi
riallontano l’attimo dopo
riprendendo a mescolare il viscido intruglio,a quanto pare nemmeno
questa volta
la pozione ha assunto un aspetto decente. Il
più grande errore degli ultimi
anni è stato quello di guardarlo, ma non vederlo.
Perché se mi fossi soffermata
ad osservarlo sul serio, avrei rivisto quel ragazzino dolce e
impacciato che mi
lasciava l’ultimo pezzetto di dolce. Lo stesso che rivedo
ora, in piedi dinanzi
a me. Avrei
capito di aver riempito la
mia vita di inutili parole, stupide illazioni e nient’altro
evitando di pormi
quelle domande a cui avevo timore di rispondere.
E soprattutto avrei inteso che non
c’è nulla
di peggio che lasciare qualcosa a metà. E
dopo essermi privata del
superfluo, cos’è rimasto? L’amore, solo
quello. E
avremmo dovuto ripeterci ogni
giorno che ci amavamo, perché si sa, le persone dimenticano. “Mi
sposerai Elisabeth Katie
Baston?” “Vedremo
James Sirius Potter..” E’
una one-shot che ho scritto di getto,
venuta fuori chissà perché! Probabilmente
perché adoro questi due, e chi
ha letto le mie altre fanfic lo saprà bene!
;) Non
è perfetta, ma spero di avervi comunque
lasciato con un sorriso sulle labbra.. Il titolo
è riferito al fatto che, negli
anni, l’uno è rimasto ben nascosto in un
‘angolo del cuore’ dell’altro.. e
l’orgoglio, la testardaggine hanno impedito loro di
rendersene conto. Dovevano
riscoprirsi bambini per ricordare. ‘La
voce di un
bambino per quanto onesta e sincera è insignificante per chi
ha dimenticato
come ascoltare” Per
ora è completa, ma nel caso in cui dovesse piacere, nel caso
in cui me lo chiediate potrei anche decidere di continuarla!
;)‘James odia Lisa
perché gli ha appena dato un bacio sulla
guancia’‘Lisa ama Jamie
perché è un adorabile musone’‘Jamie &
Lisa’‘James 120
Lisa 110’‘James 100 Lisa
130’…