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Autore: unleashedliebe    08/01/2011    4 recensioni
- Ragazzi, lei è la modella della quale vi ho accennato prima!- Gli sguardi dei componenti si posarono su di me e mi sentì avvampare. Ringraziai mentalmente tutto il fondotinta sulla mia faccia che permise al rossore di non essere notato. Guardai chi avevo di fronte.. Ali aveva ragione! Rimasi sconvolta da tanta bellezza racchiusa in quei pochi metri quadrati. Dovetti far uso a tutto l’autocontrollo possibile per non far uscir bava dalla mia bocca. Ne avevo visti tanti di belli, lavoravo pur sempre con modelli! Ma loro erano.. indescrivibili! Di una bellezza unica! Mi maledissi in tutte le lingue che conoscevo: assomigliavo a un adolescente in calore, ma ero una “donna in carriera” diciannovenne! .. Così iniziò la mia avventura con la band tedesca. Mai avrei immaginato come questi quattro ragazzi avrebbero sconvolta la mia tranquilla esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve. Oggi è il 30 settembre e siamo in studio con Deike Beerten, la modella che collabora con i Tokio Hotel ormai da quasi due mesi. Pronta per la sua prima intervista senza la band signorina?
Credo di si. Mi chiami pure Deike comunque.
Okay. Allora cominciamo con la prima domanda. Come è arrivata a lavorare come modella per il gruppo? Quando ha iniziato la sua carriera?
Ho iniziato a fare casting a sedici anni, soprattutto per pubblicità di vestiti e cose varie. A diciassette anni ho fatto la mia prima sfilata a Milano, poi sono stata notata e così è iniziato tutto, gli eventi più importanti intendo. Ho lavorato anche a New York e a Parigi.
Una carriera in ascesa insomma! Ha abbandonato la scuola per la carriera?
No, ho fatto di tutto per farcela. È stato davvero difficile, ma ce l’ho fatta alla fine: mi sono diplomata a luglio con il massimo dei voti al liceo artistico.
Davvero? Quindi non vuoi fare la modella per sempre?
No, non lo farei comunque. Una modella smetterebbe comunque di lavorare una volta raggiunti i trent’anni. Quando smetterò, mi piacerebbe fare la fotografa.
Conoscevi i Tokio Hotel quando hai fatto il primo servizio con la band?
Si, li ascoltavo quando avevo sedici anni. Poi, se devo essere sincera, ho smesso: il lavoro non mi lasciava molto tempo. Sono stata molto felice quando ho scoperto di poter lavorare con loro.
Quali sono le foto fatte con loro che preferisci?
Non saprei, sono tutte molto belle. Ognuna ha un aspetto che mi affascina.
Ha visto che c’è un sito nel quale è in atto un sondaggio indetto dai fan per scegliere la foto più bella?
Davvero? Non lo sapevo, e quale vince?
Quelle fatte con Tom Kaulitz, nella scuola.
Capito, in effetti sono molto belle. [ride]
Ci puoi raccontare qualche aneddoto divertente che è successo in questi mesi?
Oh io lo farei ma.. devo lavorare con loro per altre due settimane e ci tengo alla mia vita.
Certo! Ora passiamo a qualche altra domanda.. più personale.
Uhm.. okay.
Hai creato un bel rapporto con i Tokio Hotel?
Si, sono dei ragazzi normali insomma. Ho trovato dei grandi amici e mi ritengo fortunata.
Chi preferivi dei quattro prima di conoscerli?
Quando avevo sedici anni intende? Allora.. sinceramente non avevo un preferito, però i rasta di Tom mi affascinavano parecchio e poi ho sempre sognato di riuscire a fare le unghie belle come quelle di Bill [ride]
Da un po’ di tempo circolano certe foto di te in compagnia del chitarrista Tom Kaulitz. Qualcosa da dire?
Si, sono belle foto. Mi piacciono le luci.
Nient’altro? In alcune vi tenevate per mano..
Solamente perché ho un pessimo senso dell’orientamento e altrimenti mi perdo.
In una però siete abbracciati!
Si. Allora? [sorride]
Quindi.. le fan vogliono sapere se c’è tra qualcosa tra di voi oppure no.
Ah, okay. Non so che dire, dipende dai punti di vista!
Che intende dire, dipende dai punti di vista?
Stiamo bene insieme, non saprei che altro dire.
Quindi state insieme?
Non ho detto questo.
Okay, abbiamo capito che non ci dirai niente su questo. Quindi passiamo ad altro. E’ da poco uscito l’album della band. Tu cosa pensi del loro nuovo lavoro?
Non saprei che dire se non che l’adoro.
Bene. L’intervista è finita, ringraziamo Deike per averci concesso del suo tempo.
E’ stato interessante, grazie a voi per avermi invitata!

Finalmente la mia prima intervista era finita, che faticaccia! Tornai a casa mia, sapevo che il chitarrista era lì che m’aspettava.
- sei stata molto brava Deike – mi disse il mio ragazzo sorridendo stanco. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lo sentì stringere debolmente, quasi freddo. Lo guardai un attimo negli occhi, aveva lo sguardo triste.
Non capivo che succedeva, da due giorni a questa parte si comportava in modo più strano, come se.. mi evitasse! Anche Bill era strano, osservava il fratello e me con sguardo cupo.
- Tom, che succede? Perché ti comporti così? Sei.. diverso!- domandai fissandolo.
- Dobbiamo parlare. Tu.. domani finisci di lavorare con noi.. con la band inizieremo la promozione del tour e a febbraio iniziamo a girare per l’Europa. Non ce la faccio, non sono in grado di mantenere una relazione a distanza. Perciò.. penso sia meglio concluderla qui. Non riuscirei a starti fedele anche se.. ci tengo a te-
Abbassai lo sguardo, le punte delle mie converse erano davvero molto interessanti in effetti.
Mordevo morbosamente il labbro, sapevo sarei scoppiata a piangere da un momento all’altro. Era inutile che parlassi, lui aveva già preso la sua decisione.
- Non fare così.. tu sei diversa dalle altre..- presi un bel respiro per prendere il controllo della mia voce.
- Cosa dovrei fare scusa?- chiesi atona. – Dovrebbe essere una consolazione sapere di essere diversa?  Talmente differente da fare la stessa fine delle grupies no?  Vattene per favore.- continuai con voce tremante. Mi guardò indeciso per l’ultima volta, prese la porta e uscì dalla mia vita, forse.. per sempre.
Caddi a terra a peso morto. Era incredibile come una persona avesse rivoluzionato la mia vita in soli due mesi, era diventato la calamita e io ero il pezzo di ferro. Dipendevo da lui, lo amavo. Non glielo avevo mai detto, ma era così. E in cuor mio pensavo che anche lui mi amasse. Mi sbagliavo.
Mi lasciai andare a un pianto liberatorio, che continuò tutta la notte, finchè non mi addormentai appoggiata al muro.

Quando, la mattina, mi sveglia, avevo un mal di testa assurdo, senza pensare al dolore alla schiena per l’assurda posizione in cui avevo dormito e la faccia sconvolta da un lungo pianto: occhi rossi e gonfi, guance rigate dal mascara sciolto. Mi contemplai disgustata allo specchio. A interrompere l’attenta osservazione fu un messaggio arrivatomi da Franz. “Ricordati che stasera devi andare al locale Sterne per l’ultima serata in compagnia della band. Vestiti carina mi raccomando. Da domani bisogna cercare un nuovo lavoro” Sospirai, era lui che si doveva trovare un nuovo lavoro, io avevo già adocchiato un appartamento carino ad Amburgo, grande e.. c’era l’ascensore. Cosa più importante.. avevo abbastanza soldi per comprarmelo. Poi.. come facevo a farmi carina? Sembravo un mostro. Chiamai Alice, la mia salvatrice.
- Pronto, Alice? Ho bisogno di un consiglio- chiesi cercando di mantenere un tono normale.
- Dimmi tutto stella, sono qui apposta!- sorrisi, per fortuna avevo lei.
Presi fiato e le spiegai a grandissime linee la situazione – ho gli occhi rossi e gonfi. Stasera devo andare a una festa, come faccio per migliorare? Sembro Frankenstein!-
- Tesoro, che è successo? Cos’hai fatto per ridurti così?- ecco, l’avevo fatta preoccupare.
- Io non ho fatto niente. Ha fatto tutto Tom, mi ha lasciato- dissi piano.
Seguì un silenzio terribile dall’altra parte.
- Ti prego, non chiede niente, non ce la faccio a spiegarti. Fa male.- la implorai.
-  Prendi due cucchiaini e mettili in congelatore per dieci minuti. Tirali fuori e posali sugli occhi, lascali lì finchè non si scaldano.- Disse spedita.
- Grazie, ti voglio bene.- risposi e chiusi la conversazione.
Feci come m’aveva consigliato, per fortuna funzionò! Seguì un lungo bagno ristoratore e una seduta dall’estetista per farmi unghie e trucco. Stavo per scegliere i vestiti quando mi arrivò un messaggio dalla mia amica.
vestiti sexy. Non devi fargli capire quanto stai male. Ti voglio bene anche io, per te ci sono sempre” sorrisi rincuorata dall’sms di Alice e decisi di seguire il suggerimento. Tirai fuori dei capi dal guardaroba e chiamai Alice.
- Pronto, Ali?- chiesi con tono mogio.
- Ehi tesoro. Come stai? Un po’ meglio?- era ansiosa.
- No, di merda. Ma lasciamo perdere.. che tristezza!- dissi con tono amaro.
- Come ti sei vestita? Voglio descrizione completa: trucco, vestito, scarpe, capelli, accessori!-
- Allora.. ho messo un bellissimo vestito nero, senza spalline, corto e termina con un pizzo. Ha una fascia grigia sotto il seno; scarpe col tacco alto, aperte davanti. Cappotto grigio chiaro, orecchini pendenti grigi e neri, braccialetti neri. Capelli ricci, raccolti in uno chignon con vari ciuffetti ai lati del viso. Trucco semplice, un po’ di mascara e una linea di eye-liner -
- Scommetto sei bellissima! Senti.. ho parlato con mia madre di una cosa.. tu da domani sei libera no? Vorresti passare un paio di settimane qui in Trentino con me? Ho dato tutti gli esami all’Uni e ho tempo libero. E poi mi manchi da morire!-
- Davvero Alice? Dio, mi farebbe veramente piacere! Grazie mille, certo che vengo! Comincio a fare le valigie stasera, tanto non penso riuscirò a dormire- dissi triste.
- Su, su con morale tesoro! Pensa positivo, sei una figa pazzesca! Sei più bella quando sorridi!-
- Grazie mille, ora vado! Hanno suonato al citofono. Speriamo bene!-
Scesi lentamente dalle scale e trovai giù una bellissima limousine e la band era già dentro.
- Buonasera ragazzi!- salutai cercando di non fissare lui.
- Deike! Sei.. stupenda cavoli! Wow!- disse Georg.
- Grazie mille, anche voi siete bellissimi stasera! Quasi più del solito!- sorrisi.
Mi sedetti dal lato opposto di Tom, vicino a Bill.
- Ehi Deike, stai bene?- mi domandò il cantante a voce bassa per non farsi sentire.
- No, sinceramente sto da schifo. Però.. si sopravvive ecco. E.. lo sanno tutti?- domandai indicando gli altri.
Lui annuì, mordicchiai il labbro. Bill mi guardò comprensivo.
- Sai? Penso sia un cretino. Prima o poi lo capirà anche lui. Spero riuscirai a perdonarlo- disse dolce.
- Bill.. sai qual è il brutto dell’amore? Che non riesco ad odiarlo. Non ce la faccio, anche se dovesse tornare fra un anno, lo perdonerei. Anche se mi tradisse, lo perdonerei. Perché sono egoista, lo amo troppo per lasciarlo andare. Forse.. lo amo troppo- conclusi con la voce tremante.
- Che farai ora?-
- Domani parto, vado a stare in Trentino, da Alice, per un po’. Devo cambiare aria-
- Va bene. Mi dispiace davvero Deike!- era sincero, vedevo che soffriva anche lui. Scrollai le spalle.
- Niente dura per sempre- dissi con tono amaro.
- Cosa state confabulando voi due?- s’intromise Gustav nel discorso.
- Nulla!  Mi ha chiesto se domani l’accompagnavo all’aeroporto perché torna in Italia!- sorrisi, che bugiardo nato.
- Torni in Italia?- chiese Georg.
- Si, ho bisogno di rilassarmi dopo questi due mesi stressanti, vado a trovare Alice!-
- Ma dopo torni in Germania o resti lì?- domandò sempre il bassista.
- Non so, dipende. Devo vedere come vanno le cose! Comunque.. devo rimanere tutta la sera o posso andare a casa prima? Del tipo.. presenza per un’ora e poi torno a casa a fare le valigie?- chiesi con una nota speranzosa nella voce, sapevano che non ero tipa da feste.
- Jost ha detto che almeno un’ora bisogna rimanere, poi puoi tornare- disse Bill.
Lodai il cielo per la notizia e finalmente arrivammo al locale. Scesi io per prima, venendo accecata da una miriade di flash, sorrisi falsamente e salutai distrattamente i paparazzi, aspettai che anche gli altri scendessero e ci dirigemmo insieme dentro. Il posto era bellissimo, non c’era la solita musica spacca timpani, era serata anni Ottanta, per fortuna. I miei nervi non avrebbero retto troppo baccano.
Ci sedemmo in un tavolino abbastanza isolato e ordinammo qualcosa da bere.
- Ci canti qualcosa stasera? Non ti ho mai sentito cantare! È serata Karaoke!- esclamò allegro Bill facendo gli occhi dolci.. assomigliava così tanto a Tom! Stupida, erano gemelli!
- No! Oddio sono stonata!! Farei una figuraccia epica!- dissi convinta.
Talmente convinta che mezz’ora dopo m’avevano trascinata con la forza sul palchetto, messo un microfono in mano e fatto partire una canzone.
Iniziarono le note di sottofondo. Conoscevo quella canzone, era una delle mie preferite in assoluto. Chiusi gli occhi, respirai rumorosamente e feci uscire la voce.

[…]But I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful,
Like a rainbow
[…]

Finita la canzone aprì gli occhi e fui travolta dagli applausi del pubblico, non essendo ancora abituata a stare al centro dell’attenzione, arrossì, bofonchiai a mezza voce un grazie e corsi dai ragazzi.
- Deike! Sei stata bravissima! Mi sono quasi commosso sai? Non credevo avessi una voce così bella!-  si complimentò Bill, seguito poi da Georg e Gustav.
- Esagerato! Grazie mille comunque e.. non fatemi più una cosa del genere!- dissi minacciosa.
Poco dopo vidi sparire il cantante e tornare con un pacco in mano e lo guardai interrogativa.
- Che è quella cosa Kaulitz?- chiesi sospettosa.
- Cosa pensavi? Che non ti facessimo un regalo? Si vede che non ci conosci! Tieni, questo è da parte di noi quattro!- disse porgendomi il pacco. Era sottile, rettangolare. Potevo immaginare il contenuto.
Lo aprì delicatamente, cercando di non strappare troppo la carta. Vidi il contenuto e sorrisi dolce: era una cornice che conteneva una nostra foto, molto grande con i loro autografi in basso. Scattata dal manager mentre ci rilassavamo dopo un’intervista: io avevo i capelli legati con qualche ciuffo che scendeva, seduta a gambe incrociate, appoggiata al divano. Di fianco a me Bill e Tom stavano chiacchierando fra loro mentre Gustav aveva gli occhi chiusi ed era seduto in poltrona; Georg invece stava mangiando un panino. Ringraziai i ragazzi con voce tremante dalla commozione.
- Beh, i miei regali invece li troverete domani quando arriverete all’Universal, sono nei vostri armadietti!-
Dissi io. Li avevo affidati a Saki, chiedendo di sistemarli li. Erano quattro ritratti che avevo fatto nei momenti di tempo liberi e messi in cornice. Il più bello era quello del chitarrista, quello fatto uno dei primi giorni, quello che aveva anche visto e definito bellissimo.
- Ci hai fatto un regalo?- Domandò Bill con lo sguardo luccicante, sembrava proprio un ragazzino!
- Si e no, non ti dirò cos’è! Lo scoprirai domani. Uhm, sono stata qui un’ora e mezza quindi posso essere libera d’andare! Non vi azzardate a venire in aeroporto domani, non vi voglio vedere! Il volo parte anche presto quindi.. fatemi un favore: restate a letto!- dissi congedandomi. Non mi piacevano gli addii, non ero portata.
Sfuggì velocemente dal locale, uscì fuori e chiamai un taxi.
Mezz’ora dopo ero a casa. L’ultima notte lì. Una tristezza mi invase: era la consapevolezza di un’avventura bellissima finita e delle cose che quest’avventura aveva portato. Gioia, felicità, amore, amicizia, cuore spezzato. Tanti bei momenti comunque. Non volli piangere, mi auto imposi di mantenere un certo controllo.
Due ore dopo avevo preparato le valigie ed ero sotto le coperte.

La sveglia suonò molto presto per i miei standard: erano le sette, l’aereo era alle nove precise. Controllai se non avessi dimenticato qualcosa dentro e, dopo aver accertato che fosse vuoto, trascinai le miei valigie per quei maledetti piani di scale e chiamai un taxi. Alle otto e mezza era in aeroporto, pronta a lasciarmi alle spalle la Germania.
- Deike!- Sentì qualcuno che mi chiamava, mi girai verso la voce e scoprì che era Bill, seguito da altre tre figure. Erano tutti e quattro travestiti per non farsi riconoscere.
- Vi avevo detto di non farvi vedere! Va a finire che piango e dai!- piagnucolai avvicinandomi a loro.
- Pensavi non saremmo venuti? Beh, sorpresa!- disse Georg. 
Mi avvicinai al bassista e lo abbracciai, dopo fu il turno del batterista. Andai da Bill e gli sorrisi.
- Mi fa piacere che sia venuto, comunque – dissi. Poco dopo fui avvolta dalle sue braccia, esili quanto le mie.
- Mi mancherai tanto Bill!- confessai mentre una lacrima scese sulla mia guancia.
- Anche tu! Prometti che ti farai sentire! E poi.. verrai a vederci in Italia vero?-
- Non so.. farò il possibile!- sorrisi.
- Va a salutare Tom, su! Non fare quella faccia, almeno un sorriso farglielo, piccolo!- Scossi la testa, mi avvicinai al chitarrista e aspettai che alzasse lo sguardo su di me. Aveva il viso stanco, come il mio. Gli rivolsi un debole sorriso e un lieve cenno di mano. Stava per dire qualcosa quando chiamarono il mio volo. Scrollai le spalle, presi le mie valigie, salutai l’ultima volta i quattro e andai verso l’aereo, senza voltarmi. Misi gli occhiali da sole per coprire le lacrime che avevano iniziato a scorrere copiose.
E così, in una giornata soleggiata di novembre, mi lasciai alle spalle la Germania.

   
 
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