- Ricordati di noi
- Si riavviò i capelli
biondi, ostentando tranquillità assoluta e raffinatezza.
- Quegli stessi
capelli che, fino a qualche mese fa, adoravo accarezzare, scompigliare
amorevolmente, e talvolta rigirarmi tra le dita. Era un gesto che
rilassava me,
ma che lei adorava facessi. Un gesto
che ormai potevo solo ricordare e sognare.
- Era così bella,
anche quando indossava i pantaloni della tuta, come in quel momento.
Lei era
sempre stupenda, e mai, mai mi ero ritrovato a pensare che stesse male.
Aveva
una grazia incredibile, il che la faceva sembrare ancor più eterea.
Eppure era
umana, una semplice umana con l’aspetto angelico, che mi aveva
catturato
l’animo. Sin da quando era una mocciosetta di undici anni, era stata
capace di
colpirmi. Non ero riuscito a ritenerla mia sorella, non quando ai
quindici anni
avevo cominciato a provare una forte, forte gelosia verso chiunque le
si
avvicinasse, anche contro gli altri miei fratelli. Ed era stato una
gioia
sapere che anche lei non mi riteneva tale, e che usciva con il capitano
della
squadra di nuoto solo per farmi ingelosire. Che il suo cuore
apparteneva a me.
- Beh,
adesso non più..
- Era una sofferenza
poterla avere così vicino, eppure così distante. Rosalie era come
avvolta da
una bolla di indifferenza verso di me, che mi faceva stare bene alla
larga,
nonostante lottassi anche contro la voglia di sfondarla, quella
barriera, e di
colpirle il cuore.
- Esattamente come
faceva lei ogni volta che faceva qualcosa.
- Quando sorrideva,
quando accavallava le gambe, quando parlava: sembrava lo facesse solo
per
flagellarmi, colpendomi con le più crudeli armi. Lei e la sua totale
insofferenza nei miei riguardi. Essere ignorati era la cosa più brutta
di
tutte. Avrei persino preferito che mi dichiarasse guerra, che prendesse
il
primo che passava per strada e lo baciasse, che mi dicesse apertamente
il suo
odio. Ma non ignorarmi, quello no. Perché mi distruggeva.
- L’appartamento di
Bella era fin troppo piccolo. Il suo profumo afrodisiaco stagnava in
ogni
angolo, e il mio cuore non ne poteva più. Era come se lei
fosse in ogni particella di ossigeno. Io stavo vivendo di lei,
che era anche il mio virus personale.
- Accavallò le gambe,
mentre parlava tranquillamente con Alice e Bella. Non con
me, nonostante avessi aperto io il discorso.
- La sua voce sembrava
un coro di angeli. Lei era un angelo.
- Certa gente, l’aveva
definita cinica, fredda, invidiosa, cattiva. Bestemmie, tutte
bestemmie. Come
potevano dire certe cose su di lei? Non la conoscevano, ovviamente.
- Io, io sapevo che la
mia Rose non era né cinica, né invidiosa, né tantomento cattiva.
- Tzè, lei,
la più dolce persona dell’universo,
cattiva?
- Forse un po’ sadica,
sì, perché mi stava letteralmente facendo morire. Ma che colpa ne
aveva, lei,
se ero così innamorato? Se lei non mi amava più? Non potevo puntarle il
dito
contro, e dirle ‘mi hai dimenticato’, perché era colpa mia.
Dannatamente colpa
mia, che non me l’ero tenuta stretta.
- Dopotutto, lei aveva
tutto il diritto, adesso, di odiarmi. Sapevo che aveva intenzione di
cancellarmi dalla sua vita, e io le ero ripiombato davanti con
l’egoistica
presunzione che mi sarebbe corsa tra le braccia. O forse, era una
speranza vana
da completo rincoglionito per amore.
- Voltati.
- Implorai,
mentalmente. Ma lei non poteva sentire i miei pensieri, non poteva
conoscere i
miei sentimenti più nascosti. Che poi non erano così indecifrabili.
L’avevano
capito tutti che mi ero pentito, che volevo almeno far pace, chiarire
il mio
errore, perché lo ammettevo di aver sbagliato. Doveva permettermi di
esserle
almeno amico, almeno fratello.
- Oh, Rosalie..
- Se mi avesse almeno
guardato un istante negli occhi, invece che scapparmi dalle mani ogni
volta che
tentavo di avvicinarmi. Questo nascondino mi faceva terribilmente male.
E io
cominciavo a non poterne più.
- «Ragazze, io vado a
farmi un giro» avvisai, alzandomi stancamente. Non avevo alzato lo
sguardo,
cercando di ridurre al minimo la mia pena. Perché solo vederla
ignorarmi, mi
spezzava il cuore in briciole sempre più piccole.
- Passeggiai fino in
centro, dove molte volte io e lei
avevamo passato dei pomeriggi insieme, mano nella mano. Quei ricordi
furono una
cannonata ai miei sentimenti già rovinosi.
- Mi guardai un po’ in
giro, respirando aria non satura di quel profumo che sapeva tanto di
viole e
ciliegie, il suo bagnoschiuma preferito, che sposava perfettamente col
naturale
profumo della sua pelle. Mi sedetti su un muretto basso, accanto ad un
monumento, e tirai fuori il mio telefono dalla tasca dei jeans. Guardai
tutte le
foto salvate sulla memoria. Non ce n’era una dove lei non ci fosse,
sorridente,
bella come il sole, le stelle e ogni qualsiasi astro stupendo. Sorrisi,
trovando la foto di me e lei che ci baciavamo sulla spiaggia, questa
estate.
Sentii le lacrime inumidirmi gli occhi. Non
dovevo piangere, ero un uomo.
- Ma nonostante il mio
orgoglio me lo rammentasse tutte le volte, un singhiozzo mi sfuggì, e
gli occhi
pizzicarono a furia di non aprirli per far scendere le lacrime.
- «Questa
poi: un orso che piange in mezzo ad una città.»
- Alzai gli occhi,
incontrando i suoi, celesti come il
cielo sereno, dolci, familiari. Aveva un sorriso a incresparle le
labbra rosee
e perfette, ma per me era indecifrabile. Perché era qui, adesso? Voleva
darmi
il colpo di grazia che avevo pregato di ricevere per tutti questi mesi?
- Nonostante ora
probabilmente impersonificava l’angelo della morte –della mia-, era
stupenda,
nel suo cappottino grigio, che non era propriamente in stile con i
pantaloni
della tuta blu. Ma era comunque bellissima.
- «Emmett..»
pronunciò. Sentire la sua voce dire il mio nome era stato il mio sogno
proibito
per tutto questo tempo, e ormai pensavo di non sentirlo più.
- Non feci in tempo a
battere ciglio, che me la ritrovai tra le braccia, accoccolata al mio
petto
come faceva sempre. Le mie braccia andarono automaticamente a
stringerla forte,
per proteggerla, per sentirla vicino, per esprimerle tutto il mio amore
e la
mia felicità.
- Ora sì che stavo per
scoppiare a piangere, ma per la gioia. E non mi vergognavo per nulla,
avrei
mandato a fanculo anche il mio orgoglio per lei. Perché non ero un
uomo, senza
di lei.
- «Scusami, scusami..»
mormorai, nell’ultimo disperato tentativo, sui suoi capelli. Quei raggi
di sole
che le incorniciano il viso d’angelo, che mi erano mancati
terribilmente.
- «Sono solo un
idiota.. Puoi perdonarmi, Rose? Puoi perdonare un orso con la testa di
gallina
che non ascolta tutti i discorsi e solo la metà sbagliata?» le chiesi,
ricordando le sue parole quel giorno. Mi avevano tormentato per mesi.
Lei alzò
lo sguardo ai miei occhi, e notai che aveva le guance rigate dalle
lacrime. In
compenso, un sorriso divertito le illuminava il viso stupendo.
«Sai..Non hai
idea di quanto mi sia mancato il tuo bagnoschiuma alle viole, e la tua
crema
all’iris che ti mettevi sempre sul naso quando faceva freddo..E anche i
tuoi
occhi, il tuo sorriso, e il tuo modo di morderti l’interno della
guancia quando
sei nervosa..» notai che lo stava facendo anche adesso, e sorrisi
intenerito.
Poi ripresi. «Mi è mancato in modo inumano accarezzarti i capelli, che
è la
cosa che di più ti rilassa, e mi mancano le tue pantofole con topo
Gigio che
fanno un rumore tremendo..» sorrise di nuovo, mentre i suoi occhi
brillavano.
«Mi mancava il tuo modo di mordicchiarti le unghie quando sei
pensierosa o
distratta, mi è mancato il suono della tua voce, e ho sentito molta
mancanza
della tua risata. Pensavo..pensavo non avresti più chiamato il mio
nome, nel
modo in cui solo tu sai fare..Pensavo che non ti avrei mai più
riabbracciata,
amore mio..» terminai il mio sproloquio disperato, poggiando
delicatamente la
fronte sui suoi capelli. Ma lei non mi permise di sentire il suo
profumo per
più di un istante, che mi alzò il mento con le sue dita delicate.
Pensai che
volesse guardarmi negli occhi, per dirmi qualcosa –come un rifiuto, o
una
proposta della serie ‘restiamo amici’, perché magari non mi amava
più..Invece
fece tutt’altro. Poggiò con irruenza le sue labbra sulle mie, portando
le mani
dietro al mio collo, e stringendomi forte. Mi lasciai trasportare da
quel
bacio, ricambiando la stretta con vigore, e ricambiando con la stessa
urgenza
di Rosalie. Dio se mie era mancata..
- Ma stranamente- e
non so il mio inconscio a che livelli di idiozia raggiunse- fui io il
primo ad
allontanarmi. Lo feci a sufficienza per riuscire a guardarla in quegli
occhi
che mi erano mancati da morire. «Ma cosa significa?» balbettai. Per la
prima
volta dopo tanto tempo, arrossii sotto il suo sguardo stralunato.
Lasciò andare
all’indietro la testa, scoppiando in una risata cristallina e
scampanellante.
Poi piantò i suoi occhi nei miei, tornati seri.
- «Significa che ti
chiedo scusa anch’io Emmett.» feci per bloccarla, lei non aveva nulla
di cui
scusarsi, ma lei appoggiò prontamente due dita sulle mie labbra, senza
abbandonare il contatto visivo. «Ho straparlato, quel giorno..ti ho
accusato di
non saper nulla di me, quando mi conosci meglio di me stessa..E ti
chiedo scusa
per essermi comportata da stupida in tutto questo periodo. Ti chiedo
scusa per
essere scappata, ma avevo paura. Paura di soffrire di nuovo per te,
nonostante
tu mi fossi venuto a cercare..ti chiedo scusa, Emmett.»
- «Ti amo,
Rosalie Lilian Hale Cullen.»
dissi solenne.
- «Anch’io ti amo,
Emmett McCarty Cullen. Da impazzire..»
rispose, prendendo tra le mani il mio viso e avvicinandolo al suo con
una
lentezza disarmante. Questo secondo bacio,
dopo tanto tempo, non avevo per niente intenzione di
interromperlo.
Avrei preferito morire per mancanza d’aria, piuttosto che separarmi mai
da lei,
in quel momento.
- Piccolo
missing moment in ‘Changes’, tra Emmett e Rose. E’
così che si sistemano le cose tra loro due^^ Non potevo metterla
nell’altra
perché la porto avanti solo con i pov Edward e Bella, e il vecchio di
Alice mi
era servito solo per spiegare cosa succedeva in quel momento da tutte
le
prospettive. u.u
- Allora,
com’è? Spero sia uscita almeno benino, ci tengo a
farla bene questo momento tra Rose e Emmett. Io adoro la loro coppia,
come
anche le altre, ma loro..sono loro. I magnetici Rose e Emmett. U.U
- Spero si
sia capito che il povero Emmett era davvero e sinceramente
innamorato di
Rose...
- J Se potete, lasciate
un commentino? Solo per sapere se vi è
piaciuta. J Magari ne farò altri, se questo non è male. ;)
- Ora vado, ciau!^^