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Autore: Nuage9    08/01/2011    1 recensioni
Raccolta di one-shot sui vari monaci Sanzo, e sul legame che c'è/c'è stato tra loro. :)
01. « Ha paura che gli rubi il giocattolo, anche se è già stato usato? Ai miei tempi, si preferiva averne di nuovi ».
02. « Guardare la Luna ti farebbe bene. Non sai mai quando potrà mancarti questa vista »
03. « Avevo sospettato avessi degli strani passatempi, ma così mi sembra un po’ troppo, non credi? »
[Questa raccolta partecipa al The OHHP indetto da BlackIceCrystal ~]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Komyo Sanzo, Ukoku Sanzo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The importance of being Sanzo (L'importanza di chiamarsi Sanzo)
Fandom: Saiyuki
Personaggi: Genjo Sanzo, Komyo Sanzo, Ukoku Sanzo
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of Life
Avvertimenti: Raccolta, Missing Moments, Shounen-ai
Note: 1) Questa raccolta partecipa al The One Hundred Prompt Project, indetto da BlackIceCrystal;
The One Hundred Prompt Project
2) Bhe... Non c'è molto da dire: come ho già scritto nell'introduzione, è una raccolta su Sanzo - ergo più o meno tutti i Sanzo apparsi fin'ora (Ukoku, Komyo, Genjo Sanzo e, anche se non era un Sanzo a tutti gli effetti, Kamisama); non comparirà nessun personaggio di Saiyuki Ibun, comunque (quindi nemmeno il predecessore di Ukoku, credo). Tutto qui, enjoy :D ~
Prompt del capitolo: n° 73 - Gelosia
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono (sigh!) e la storia non è scritta a scopo di lucro ~

The importance of being Sanzo.

Non era per gelosia, no. Non avrebbe avuto senso essere gelosi di qualcosa che non si può avere.


Ogni tanto il suo Maestro scompariva e toccava a lui andarlo a cercare, tutte le volte.
Eppure, arrivato alla soglia dei sette anni di età, Koryu aveva capito che non poteva essere normale, per quell’uomo, sparire dalla circolazione ogni volta che un altro monaco Sanzo - molto giovane, con i capelli corti e neri; l’opposto di lui, insomma - veniva a far visita al tempio.
I monaci più anziani, mascherando malamente i loro risolini divertiti, intimavano al piccolo monaco dagli occhi viola di cercare l’onorevole Komyo Sanzo per motivi spesso assurdi. Probabilmente, se avesse avuto qualche anno di più, Koryu avrebbe capito che speravano che lui sorprendesse i due, sospettati amanti, in atteggiamenti almeno... Ambigui.
Ma non fu mai così.
Il più delle volte, i due monaci Sanzo stavano seduti sotto il portico ad osservare il nulla, parlando di cose che il piccolo non riusciva a capire; altrimenti, giocavano come due mocciosi a chi faceva volare più lontano degli aeroplanini di carta. Nulla di che, insomma.
Tuttavia, mentre gli adulti se ne andavano sempre delusi ed insoddisfatti, perché così il loro pettegolezzo principale era sopito fino ad una nuova visita del giovane bonzo moro, il piccolo Koryu rimaneva sempre, per tutto il tempo, ad osservarli, chiedendosi perché non potesse essere lui l’uomo destinato a passare così tanto tempo con il Maestro. Perché mentre ad occhi altrui, interessati soltanto alle cose visibili, poteva passare inosservato, agli occhi di un bambino, ancora innocenti, non sfuggì mai la strana atmosfera di complicità, di parole non dette, ma comprese attraverso gli sguardi, che si creava ogni volta che i due erano insieme. Senza nessun altro intorno.
E, vedendoli così, Koryu cercava sempre il modo di intromettersi.
Un giorno, con il suo solito ghigno sarcastico sul volto, il giovane Sanzo chiese al Maestro perché quel piccolo gli girasse sempre intorno; e da quando aveva iniziato ad avere un’insana passione per quelli troppo giovani.
« Con me passi » aveva continuato « -ma con lui non ti sembra di esagerare? Non avevo mai visto un bambino così geloso. Ha paura che gli rubi il giocattolo, anche se è già stato usato? Ai miei tempi, si preferiva averne di nuovi ».
Ma Koryu non aveva capito, si era limitato a guardar male quello strano, insolente giovane che, però, gli aveva già rivolto le spalle. Non lo guardava mai, lui. Osservava sempre e solo il Maestro - il quale, in quel momento, rivolse proprio al moro una fugace occhiata, come ad intimargli il silenzio.
Del resto, il Maestro continuava a guardare Koryu - non continuamente, ma a lui, per il momento, poteva bastare. In fondo non era geloso. Si è gelosi dei propri genitori, dei propri fratelli, dei propri fidanzati - ma loro non erano niente di tutto questo; e a quel pensiero, il bambino sentì una strana fitta al petto.

Solo più tardi, osservando le volute di fumo che disegnavano strani cerchi nell’aria, riuscì ad ammettere con se stesso che, forse, aveva mentito fin troppo a lungo. Non erano le attenzioni di un padre, qualle che aveva così tanto cercato.

  
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