Fandom: Saiyuki
Personaggi: Komyo Sanzo, Ukoku Sanzo
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of Life
Avvertimenti: Raccolta, Missing Moments, Shounen-ai
Note: Questa raccolta partecipa al The One Hundred Prompt Project, indetto da BlackIceCrystal;
Prompt del capitolo: n° 33 - Luna
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono (sigh!) e la storia non è scritta a scopo di lucro ~
The importance of being Sanzo.
Non aveva mai pensato a quanto potesse essere bella la Luna.
« Non dovresti fumare, qui. Ci sono dei bambini », esordì qualcuno alle sue spalle; la voce, però, non era arrabbiata, né sembrava veramente intenzionata a rivolgere una lamentela. Era dolce, incredibilmente profonda. Sembrava mescolarsi ai suoni notturni in sottofondo.
Il giovane monaco Sanzo, tuttavia, si limitò a ridacchiare, senza nemmeno voltarsi verso il suo interlocutore, fingendo di ignorare la calda sensazione che quella voce, quella persona, gli procuravano.
« Non dovresti dirmelo proprio tu, Komyo- » nel frattempo, però, stava spegnendo la sigaretta sotto la suola di uno dei suoi sandali « -sbaglio, o fumi spesso e volentieri? Anche davanti ai bambini ».
« Sì, ma non in una notte come questa ».
A volte, il quarantenne sembrava seguire processi mentali tutti suoi. E mentre ti metteva a parte delle sue sconclusionate elucubrazioni, si limitava a sorriderti bonariamente, come se in realtà fossi tu a non essere stato attento, e non lui a non aver esplicitato completamente il suo pensiero.
Ma Ukoku era ormai abituato.
« Ti piace vedere le stelle? », commentò, inarcando sarcastico un sopracciglio e muovendo una mano verso l’alto, con noncuranza.
« Alcuni dicono che non c’è nulla di meglio che fumare durante una serata limpida » riprese il biondo, scoccando velocemente un’occhiata all’altro, come ad invitarlo a non interromperlo, nonostante avesse appena pronunciato due frasi completamente incoerenti tra loro « -Tuttavia, credo che in notti come queste, ci si dovrebbe limitare ad osservare la volta celeste, senza contaminarla di nicotina. Guardare la Luna ti farebbe bene. Non sai mai quando potrà mancarti questa vista ».
Mentre parlava, Komyo, in piedi davanti a Ukoku, gli si era progressivamente avvicinato, tanto che l’altro ora poteva sentire il suo respiro sulla pelle. Non si mosse, il moro, aspettando la successiva mossa di quell’uomo così imprevedibile.
Poi, all’improvviso, il monaco Komyo Sanzo allungò una mano verso l’interno della veste altrui e... Tirò fuori il pacchetto di sigarette.
« Almeno, sono sicuro che ti godrai un po’ di aria fresca » gli mormorò, ad un soffio dal suo orecchio, prima di staccarsi definitivamente e tornare dentro.
« Che stupido..! » biascicò, un po’ deluso, Ukoku « Quando mai dovrei dovrei sentire la mancanza di una notte così? »
Eppure, anni dopo, nel contemplare il nulla assoluto, Ukoku si accorse che, effettivamente, la mancanza di quel bianco satellite ad illuminare le sue notti solitarie gli mancava. Perché nemmeno il ricordo del suo defunto compagno poteva più portargli un po’ di luce.