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Autore: Burnt Orchid    09/01/2011    5 recensioni
[FIC SOSPESA INDEFINITIVAMENTE]
Lily origlia una conversazione dei malandrini e scopre che chi si fa i fatti propri... non si innamora! Non so quanto sarà lunga... improvviserò un po'... Vediamo come va... Recensite!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ff j&L 4 Lily Evans si guardò allo specchio del bagno e urlò, terrorizzata.

Sentì Alice battere un pugno sulla porta e gridare "Lily! Tutto bene?"

Affermò, per tranquillizzare l'amica, anche se ovviamente non andava tutto bene. Aveva due occhiaie orribili e, nonostante non fosse una delle tipiche ragazze ossessionate dall'aspetto fisico, si vergognava di farsi vedere in giro in quello stato.

La verità era che non aveva chiuso occhio quella notte. Le parole di Potter erano risuonate nelle sue orecchie per ore, anche dopo aver nascosto la testa nel cuscino.

Aveva passato le ore notturne a sentirsi in colpa, a rimproverarsi. Si sentiva crudele e stupida. Lei, che si era sempre reputata una persona integra e seria, ora sapeva di essersi sbagliata. Era solo una ragazzina, pettegola ed immatura. Spiare Potter e costringerlo a raccontarle una cosa così brutta! Aveva sfruttato l'infatuazione che il ragazzo aveva per lei e l'aveva inconciamente obbligato a rivelarle il suo segreto.

Ovviamente, lei non si sarebbe mai, in vita sua, aspettata una tale tragedia, ma si sentiva comunque tremendamente colpevole. Merlino solo sapeva quali sofferenze Potter aveva subito nei giorni precedenti e lei si era comportata come una bambina. Non aveva pensato alle possibili conseguenze e non aveva nemmeno messo in dubbio le ragioni che i Malandrini avevano per tenere il segreto di Potter nascosto da tutti.  

Era stata un'egoista; aveva pensato solo ed unicamente a se stessa, e non si era fermata davanti a nulla, neanche davanti allo sguardo tormentato di Potter.

E ora doveva trovare il coraggio di affrontarlo. Cosa gli avrebbe detto quella sera? 'Mi dispiace'?  Nulla di quello che poteva dire avrebbe significato qualcosa.

Non c'erano scuse per come si era comportata, e lo sapeva bene.





---




Una figura incappucciata sovrastava il corpo di Dorea Potter. La figura levò la bacchetta, pronta a lanciare un incantesimo fatale, quando Charlus Potter si gettò su di essa, ed insiema rotolarono a terra. Quattordici bacchette furono puntate sui due uomini. L'Auror cercò di strozzare il Mangiamorte, non essendo in possesso di una bacchetta, ma i suoi tentativi furono vani, perchè il suo rivale lo allontanò da sè con un movimento di bacchetta. I due si fissarono ansimanti.

Fu l'Auror a spezzare il silenzio "Non toccarla!" disse con voce gelida. L'altro replicò "Allora vuoi che prima ci occupiamo di te,
Auror Potter?".

Il suo tono sarcastico fece arrabbiare ancora di più James, che osservava la scena dal buco della serratura.

"Sempre che ci riusciate!", disse Charlus Potter, irriverente.

Il Mangiamorte rise con perfidia. I peli del collo di James si rizzarono.

Anche gli altri quattordici Mangiamorte risero, dietro alle loro maschere d'argento.

Il padre di James si alzò, fiero. Andò a porsi davanti al corpo inginocchiato di sua moglie.

Il Mangiamorte che Charlus aveva sfidato levò per una seconda volta la bacchetta ed in un attimo James fu trasportato nel mezzo della scena e cominciò a spintonare quello che sarebbe stato l'assassino di suo padre. Ma non importava quanta forza ci mettesse, quanti pugni tirasse, non riuscì a impedirgli di scargliare la più temuta delle Maledizioni Senza Perdono contro suo padre.

Diede un altro spintone al Mangiamorte, mentre urlava con voce disumana "NOOOOOOOOOOOOOO!"




"Ahio!"

James si svegliò all'udire la voce soffocata di Sirius. Si guardò attorno, ma il suo amico non c'era. Tuttavia Remus e Peter erano in piedi e lo guardavano con occhi terrorizzati.

Fu allora che James vide Sirius emergere da sotto il letto. Teneva una mano premuta sulla propria tempia e aveva lo sguardo arrabbiato. James ebbe la sensazione che quella rabbia fosse diretta a lui.

"Ma che ti prende?" urlò Sirius.

James non riusciva a rispondere. Sudava freddo e tremava. Non riusciva a cancellare le immagini che aveva appena visto dalla sua mente.

Sirius lo guardò e si accorse dello stato del suo amico e subito capì cosa doveva essere successo. Si avvicinò a lui e disse, stavolta con voce più bassa e più pacata, "James?"

Remus fece un passo verso i due amici, ma non disse nulla, lasciando che fosse Sirius ad occuparsene. In fondo, era meglio così.

James non rispose fino a che Sirius non lo prese per un braccio e lo scosse leggermente. A quel punto, guardò l'amico negli occhi e disse "Scusa. Ti ho fatto male?"

Sirius ghignò, sollevato nel vedere il suo migliore amico reagire. "Figurati! Una botta in testa non è abbastanza per mettere al tappeto il grande Sirius Black!"

James sorrise debolmente "Con tutte le volte che devi aver battuto la testa in vita tua ci sarai abituato!"

Il ragazzo con gli occhiali non si rese subito conto dell'effetto che avevano avuto le sue parole, ma vide il sorriso apirsi sulle faccie degli altri tre Malandrini.

La risata abbaiante di Sirius riecheggiò nella stanza. "Wow, James! Hai fatto una battuta! Era un po' scarsa ma pur sempre una battuta!"

Si voltò verso Codaliscia e Lunastorta e cominciò a battere le mani. Gli altri due lo seguirono a ruota, ridendo.

Sirius, pervaso da una sensazione di sollievo, saltò sul suo letto e si mise in piedi, guardando dall'alto la faccia stupefatta di James. Esibendosi in una triste parodia di un inchino, parlò con voce solenne "Diamo ufficialmente il bentornato a Monsieur Ramoso!"

Peter fece una risatina stridula.

Sirius continuò "Diamo anche il bentornato alle sue battute scadenti! Signor Ramoso, vuole salire sul palco e dire qualcosa al pubblico?"

Peter e Remus urlarono in coro "Discorso! Discorso!"

James sorrise e disse "Dato che il mio pubblico mi acclama...", e salì sul letto accanto a Sirius, che rideva mentre gli dava forti pacche sulla spalla.

James imitò Sirius e si inchinò goffamente, mentre diceva con tono di finta modestia "Grazie Lunastorta, grazie Codaliscia... e bè, Felpato... ", abbracciò l'amico con fin troppo entusiasmo, e quando si sentì abbracciare a sua volta, James fece scendere la sua mano lentamente giù per la schiena di Sirius e... e agguantò le sue mutande e cominciò a tirarle verso l'alto con forza!

"Ahhhhhh!" gridò Sirius, tra lo spaventato e il divertito. "No, Ramoso, questo è un colpo basso!"

Remus e Peter ridevano a crepapelle mentre osservavano Sirius dimenarsi e James continuare a tirargli sù le mutande.


---



James attese che tutti i Malandrini fossero andati a dormire quella sera. Aveva convinto Sirius a tornare a dormire nel suo letto. Sentiva di non avere più bisogno del suo aiuto per dormire. Inoltre aveva deciso di tornare a lezione l'indomani, perciò l'amico si era messo a letto presto, perchè sapeva che la mattina avrebbe dovuto svegliarsi in tempo per la colazione in Sala Grande.

Quando fu certo che i suoi compagni di stanza dormissero, sgattaiolò fuori dal suo dormitorio e scese in Sala Comune, con passo sicuro, certo di trovare la Evans ad aspettarlo. Già se la immaginava: bellissima in un elegante vestito da sera, con i capelli legati in una particolare acconciatura. Le labbra tinte di rosso e orecchini di diamanti alle orecchie. Sarebbe stata stupenda, solo per lui.

Un gran sorriso gli si allargò tra le guance.

Giunto alla Sala Comune, vide con delusione che la sua Lily non era ancora arrivata.

Sedette sul divano di fronte al camino acceso ed attese.

Attese per almeno dieci minuti e stava per rassegnarsi al fatto che non sarebbe venuta quando la vide scendere le scale, in tuta da ginnastica e con i capelli legati in una coda alta.

Certamente non era ciò che si era aspettato, ma la vista gli mozzava comunque il fiato.

Cercò di riguadagnare un po' di autocontrollo e disse "Sei in ritardo, Evans".



---



Lily indossò la tuta e si legò i capelli. Di certo non avrebbe dato a Potter  la soddisfazione di sapere che si era fatta bella per lui.

Si diede mentalmente un pugno in testa.

Non riusciva proprio ad evitare di essere crudele con Potter. Quel ragazzo era diventato orfano da pochi giorni e lei stava continuando a trattarlo come aveva sempre fatto! Certamente, lui se l'era meritato in passato, per averla sempre messa in ridicolo e per essere stato sempre insopportabilmente invadente... Ma ora non poteva essere perfida con lui! Doveva provare almeno un po' di pietà!

Scese le scale lentamente, anche se sapeva benissimo di essere in ritardo.

Quando fu all'ultimo gradino lo vide: era seduto sul divano di fronte al camino. Le fiamme gli illuminavano solo una parte del viso. Sembrava stare meglio del giorno precedente. Aveva un sorriso beffardo stampato sulla faccia ed i suoi occhi sembravano aver ripreso parte della loro vivacità. Indossava una maglietta aderente che evidenziava le sue larghe spalle muscolose.

Si fermò per un millisecondo ad ammirarlo, sperando che lui non se ne accorgesse.

Anche lui la stava fissando, con i suoi occhi nocciola che parvero addolcirsi per un momento. Lui rinsavì e disse "Sei in ritardo, Evans".

Lei non rispose e si avvicinò a lui. Sedette anche lei sul suo stesso divano anche se si mantenne a debita distanza. Boccheggiò per pochi secondi e lui alzò le sopracciglia. Questo la spinse a parlare, infine.

"Potter, io.... vorrei chiederti scusa".

Lui sorrise, con nonchalance e replicò "Scuse accettate. Ora vieni, non abbiamo tempo da perdere!".

Lei lo guardò stupefatta mentre si alzava e si dirigeva verso l'uscita della Sala Comune.

Accortisi che Lily non lo stava seguendo, James si voltò indietro e disse "Allora? Vuoi venire o no?"

Resistendo al desiderio di dirgli che no, non voleva andare, si alzò e gli corse dietro.


---


James precedette Lily lungo i corridoi di Hogwart. Camminarono per pochi minuti, almeno secondo Lily, che era intenta ad osservare il ragazzo davanti a lei. Aveva proprio un bel... un bell'andamento!, pensò.

Presto lui si fermò e, rivolto verso di lei, disse con voce solenne "Evans, ti presento la stanza delle Necessità!"

Lei alzò le sopracciglia e, tentando di trattenere il sarcasmo, disse "Io vedo solo un muro, Potter..."

Lui parve sgonfiarsi.

"Ehm... già... dammi solo un attimo..."

Vide Potter cominciare a camminare avanti e indietro e si chiese se, alla fine, fosse davvero diventato seriamente disturbato.

Stava per domandargli se si sentiva bene quando, le antiche mura di Hogwarts si trasformarono in una grande porta.

James si voltò verso di lei e sorrise quando la vide spalancare la bocca in segno di sorpresa.

Il ragazzo aprì la porte e, facendosi da parte, proferì "Prima le signore", e Lily gli lanciò un occhiataccia, prima di entrare con eccessiva cautela.

La stanza era mediamente grande. C'era un vasto camino e di fronte ad esso due poltrone ed un divano in stile imperiale. Tra le due poltrone c'era un set da scacchi. Vicino al divano c'era un tavolino con una clessidra in cristallo. Dalla parte opposta della stanza c'era una larga libreria. Infine, alla sua destra un'ampia porta-finestra dava su un giardino. Avvicinandosi alla finestra Lily vide la figura della luna riflessa sull'acqua che riempiva una piscina.

Lily era immobile davanti alla finestra quando sentì Potter chiudere la porta. Sussultò e si voltò verso di lui.

Era in piedi al centro della stanza e le stava sorridendo con timidezza. "E' di tuo gradimento?"

Lily si allontanò dalla finestra e annuì. Poi domandò "Che posto è questo?"

"Si chiama Stanza delle Necessità, come ho già detto, perchè può trovarla solo chi ne ha bisogno. Dentro ci troverai ciò di cui necessiti. Per farla apparire basta passarci davanti tre volte pensando a una 'necessità'. Sarà qui che passeremo le nostre due ore insieme."

Lily si lasciò penetrare da quelle informazioni ed annuì.

James andò a sedersi sul divano e le fece segno di fare lo stesso. Lei sedette, ma non sul divano. Si accomodò su una delle due poltrone.

James si sentì un po' rattristato dalla differenza di lei, ma cercò di non badarci. Invece, allungò una mano per prendere la clessidra di cristallo e la rivoltò. La Evans lo guardò con curiosità e lui diede la risposta alla sua silenziosa domanda "Quando la sabbia avrà finito di cadere le nostre due ore saranno terminate e torneremo alla torre".

Lei annuì nuovamente. Dopo alcuni attimi di silenzio chiese "E ora che facciamo?"

Lui alzò le spalle. "Dobbiamo per forza fare qualcosa?"

Lily lo guardò stupefatta "Certamente, Potter! Hai intenzione di tenermi sveglia fino alle 2 di notte a non fare niente?!"

Lui sorrise, canzonatorio. 

"Ci sono molte cose che potremmo fare, Evans", e le lanciò uno sguardo pieno di significati.

Lily gli tirò addosso un cuscino che era appena apparso accanto a lei. "Sei un maiale, Potter! Scordatelo!"

Decise di non pensare al motivo per il quale un cuscino si era appena materializzato.

Lui fece una smorfia delusa. "D'accordo. Allora..." si guardò attorno per un momento "sai giocare a scacchi?"

Lei fece segno di no.

"Bè, neanch'io."

Lei sbuffò e lui la guardò male "E allora?" chiese sulla difensiva, "neanche tu sai giocarci!"

Lei incrociò le braccia e le gambe e James pensò che sembrava proprio una dea.

"Sei bella quando ti arrabbi", le disse con sincerità. Sinceramente neanche lui sapeva proprio cosa fare; aveva sperato che avrebbero parlato. Lei era così intelligente e lui adorava ascoltarla.

"E tu sei originale come una Nimbus a dieci galeoni!" replicò lei, impedendo al rossore di prendere possesso delle sue guance.

Lui sorrise, "Mi sento lusingato, Evans".

"Non era un complimento!" replicò lei.

Lui continuò a sorridere e lei lo odiò. Lo odiò perchè non riusciva a ferirlo, mentre lui la rendeva vulnerabile ogni secondo di più. Lo odiò perchè il suo sorriso era così bello, che veniva voglia di sorridere anche a lei. Ma non lo fece.

James voltò il viso verso la finestra per un momento e poi propose "Che ne dici di un tuffo in piscina?"

Lei sbarrò gli occhi "Ah ah! Molto divertente, Potter! Credi davvero che acconsentirò a spogliarmi davanti a te?"

"Non ci avevo pensato", disse lui, un po' deluso. Poi sembrò rallegrarsi, "Magari un'altra sera", disse.

Sì, come no!, pensò Lily.

Sbuffò un po', per l'ennesima volta. Si alzò e si diressa all libreria. Scorse con gli occhi tutti i libri e poi concentrò lo sguardo su un piccolo libro: Sonetti e Poesie di Elizabth Barrett Browning.

Lo estrasse dalla libreria e tornò a sedersi. Si rivolse a Potter "Dato che non abbiamo nulla da fare, ti dispiace se leggo?". Sapeva di essere rude, ma affrontare Potter era per lei un'immensa sfida e questo la innervosiva.

Lui la guardò sorpreso e rispose "Perchè no? Però leggi ad alta voce".

"Come scusa?"

"Leggi ad alta voce", ripetè lui, allungando le gambe sul divano, "altrimenti mi annoio".

Lei non avrebbe voluto, ma poichè non riusciva a trovare una motivazione valida per rifiutare, aprì semplicemente il libro a caso e cominciò a leggere la poesia che le era capitata sotto gli occhi.

"Come ti amo? Ora ne conto i modi."
Lily si sentì arrossire. Era questa la poesia che avrebbe dovuto leggere a Potter? Deglutì e continuò, restia a mostrare il suo imbarazzo.
"Ti amo quanto profondo e ampio e alto
la mia anima può, quando oltre ogni sguardo
si volge all’Essenza, alla Grazia ideale."
Non osò alzare lo sguardo, per paura di vedere lo sguardo ardente di Potter su di lei.
"Ti amo al livello del più quieto bisogno
di ogni giorno, al sole e a lume di candela."
Faceva  davvero caldo lì dentro... ora non le sarebbe dispiaciuto più tanto un bagnetto in piscina.
"Ti amo in liberà, come chi per giustizia lotta;
ti amo semplicemente, come chi evita la lode;"
Oddio, probabilmente Potter si era già spogliato e messo addosso un preservativo colorato.
"ti amo con la passione delle mie amiche pene
e con la fiducia che avevo da bambina."
Prese un respiro profondo; la poesia era quasi finita e poi avrebbe potuto scavare una buca e sotterrarsi. Fece per continuare, ma fu la voce profonda di Potter a parlare.
"Ti amo di un amore che credevo perduto,
coi miei passati santi, ti amo col respiro
i sorrisi e le lacrime di tutta la mia vita!
E, Iddio lo voglia, di più ti amerò dopo la morte."

Lily lo guardò, sorpresa. "La conosci a memoria?" Lo osservò bene e vide che gli occhi di Potter avevano perso la luce che poco prima li aveva illuminati.

"Sì."

"Ti piace la poesia?"

"Piaceva a mia madre".

Un silenzio teso seguì le sue parole.

Lily non osò fargli ulteriori domande. Credette che lui non avrebbe detto più nulla, ma Potter la stupì ancora.

"Quando ero piccolo soffrivo di insonnia, così mia madre una sera provò a farmi addormentare leggendomi una poesia di Elizabeth Barrett. Funzionò, così da allora lo fece ogni sera... Era la poetessa preferita di mia madre."

Lily era immobile. Non si mosse per paura di infrangere quell'aura di confidenzialità che si era creata attorno a loro. Sperò che lui continuasse.

"Sai, lei diceva che potevi imparare cos'è l'amore solo leggendo le sue poesie", disse piano e poi aggiunse con tono imbarazzato "in effetti sono un po' da femmina".

Lei sorrise e decise di parlare, infine "Le poesie non hanno sesso, Potter".

Lui alzò l'angolo destro della bocca "E' quello che diceva anche lei".

Lily provò dispiacere per quel ragazzo, che stava provando ad essere forte e che ancora non sapeva di esserlo. Gli chiese "Vuoi che ne legga un'altra?".

Lui la guardò, e pareva così confuso e così perso e così solo che a Lily venne una voglia quasi irrefrenabile di abbacciarlo.

Per la prima volta quella notte, James abbassò gli occhi. Scosse la testa e disse con voce debole "Non... non stasera". Non credeva di poterlo sopportare. Quella poesia aveva fatto tornare vivide tante delle sue memorie e per lui era già stato un immane sforzo trattenere le lacrime.

Lily annuì e, dopo aver chiuso il libro, lo posò sulla poltrona accanto alla sua.


---


Non fecero molto altro quella sera, si limitarono a parlare di scuola. Lily aveva cambiato atteggiamento e, ora che si sentiva più a suo agio, parlava con Potter come avrebbe parlato con qualunque altro suo compagno di classe. Lo aggiornò sugli argomenti che avevano studiato a lezione in quei giorni e parlarono della festa che Lumacorno avrebbe organizzato per il mese seguente.

Ad un certo punto, James chiese a Lily con chi sarebbe andata la festa, ma prima che lei potesse rispondere udirono una dolce melodia.

Lily si voltò alla ricerca della fonte di quel suono e vide che proveniva dalla clessidra che stava accanto a Potter. La sabbia era completamente ricaduta nel recipiente inferiore ed ora Lily poteva vedere nella parte superiore la figura di una piccola sirena di cristallo. All'interno della clessidra, la sirena aveva cominciato a ruotare su se stessa e a cantare.

Lily distolse lo sguardo dalla clessidra quando Potter si alzò.

James disse "Le due ore sono finite. Dobbiamo andare".

Anche Lily si alzò e lo seguì fuori dalla Stanza delle Necessità.

In silenzio tornarono alla torre di Grifondoro, entrambi immersi nei loro pensieri.

Quando furono in Sala Comune, James le diede la buona notte e disse "Ci vediamo domani a lezione, Lily", prima di salire le scale che portavano al dormitorio dei maschi.

Lily lo guardò sparire e sussurrò "Buonanotte, James".












Buonanotte, buonanotte fiorellino,
buonanotte fra le stelle e la stanza,
per sognarti, devo averti vicino,
e vicino non è ancora abbastanza.
Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto.
Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè.
Buonanotte, questa notte è per te.
                                -Francesco De Gregori





SPAZIO AUTRICE

Solitamente non perdo tempo a scrivere qualcosa qui perchè spero sempre che bastino le parole delle mie storie, e anche perchè quando finisco di scrivere un capitolo non vedo l'ora di pubblicarlo e spendere 10 minuti per lo spazio autrice mi fa soffrire fisicamente. Comunque credo che questa volta qualcosa ci sia da dire: sono un po' delusa. Per il 3 capitolo, ho ricevuto solo 1 recensione. So di averlo pubblicato di mattina presto alle 8, e quindi probabilmente il mio aggiornamento ha avuto minore visibilità, ma comunque ho avuto circa 100 visite, e 14 persone hanno questa fic tra le seguite, e 4 tra le preferite.

So che le recensioni non sono la cosa più importante, ma se volessi semplicemente scrivere senza che nessuno commenti, non pubblicherei le mie storie su EFP. Sarebbe carino se qualcuno dei lettori sprecasse due minuti per commentare. Criticate! Voglio sapere quello che pensate. Mi impegno per scrivere i capitoli rapidamente e, non importa quanto scrivere sia un piacere, è comunque un gran bel lavoro.
Ecco, non volevo fare la predica. Volevo solo spingervi a recensire.... spero che funzioni.

Per concludere, ringrazio BlueBreath: sono contenta che la storia ti interessi tanto. Io stessa sono soddisfatta del 3 capitolo, modestamente XD. Sono felice di sapere che non sono stata troppo sdolcinata, perchè era esattamente quello che temevo. Grazie mille, spero che recensirai ancora! Baci, pikkola Prongs.

Nonostante questa mia... ehm lamentela, ringrazio tutti voi che avete letto, e quelli che hanno recensito in precedenza.


Porgo i miei più cordiali saluti,
pikkola prongs.

ps. La poesia si intitola "
Come ti amo? Ora ne conto i modi" di Elizabeth Barrett Browning.
   
 
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