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Autore: Natalja_Aljona    09/01/2011    3 recensioni
"They've all come to look for America"
Questa storia comincia durante la notte tra il 17 e il 18 giugno di quest'anno.
James Paul McCartney sta per compiere sessantotto anni.
Dovrebbe essere un compleanno come gli altri, per l'ormai sessantottenne bassista, ma, a sua insaputa, due certe persone stanno cercando in tutti i modi di mettersi in contatto con lui...e ne combineranno di tutti i colori.
"Non ce lo sappiamo ancora spiegare. Oggi, 17 giugno 2010, una ragazza ha riconosciuto in un barbone il volto del noto chitarrista George Harrison"
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hold Me Tight

(...and rolling on the river!)


Nel frattempo, in pizzo a una panchina tra gli alberi di Hyde Park, un ometto basso, grasso e tarchiato, più o meno sulla settantina, stava accordando un basso Pöfner, che comunque era più alto di lui.

Quell'uomo si chiamava Paul McCartney.


-Ed era l'ultimo Re dei Templari, reduce di un rapimento da parte dei suoi perfidi sudditi all'unico scopo di trafugargli l'Höfner, per poi sostituire il Sacro Basso con una volgare imitazione. Era finita l'epoca del Sacro Graal, signori... Era cominciato il Tempo del Sacro Baass.-


-Più convinzione, George, più convinzione!-

Una vecchia signora poco lontano si fermò ad indicare ad un'amica il ragazzo che stava imprecando in direzione di un cornetto.

Due dei Poorboys, probabilmente John e Tom Fogerty, si avvicinarono alle vecchiette, gesticolando:

-Circolare, circolare!-

-And rolling on the river!-

La prima signora sbuffò.

-Bah! Giovani d'oggi! Andiamo, Alice!-

-Gioventù bruciata! Ti seguo, Ellen!-

-Ma...ma...- mormorò John, allungando una mano verso le due, incredulo.

Proprio in quel momento, perfettamente sincronizzate, le due si voltarono verso l'ingenuo Lennon, che ancora le guardava a bocca spalancata.

-E in un momento, alè, diventi brutto!- cantarono in coro, indicandolo.

Una volta che le due furono scivolate dietro l'angolo dei Poorboys, rapide come lucertole sulla carta vetrata, John si toccò il foruncolo che gli era spuntato sul naso, allibito.

-Me la pagherete!- gridò, spiccando un salto con il pugno levato al cielo. -Brigitte era più bella di voi messe insieme, streghe!-

Fiutando aria di tempesta(e non solo), il cornetto ne approfittò per tagliare la corda, scomparendo in una nuvoletta di zucchero filato rosa, per poi rimaterializzarsi al fianco di un pubblico ufficiale, con un frappuccino in mano.

-Huga, amigo!- esclamò, battendogli una pacca sulla spalla.

-Huga...- rispose il poliziotto, inarcando un sopracciglio.

E quello da dove accidenti spuntava?

-Hai da accendere?- domandò con un sorrisino innocente.

Il poliziotto, non senza dare evidenti segni di fastidio, gli porse un accendino.

Questa volta fu l'ex cornetto ad inarcare il (mono)sopracciglio, con il solo risultato di far indietreggiare per lo spavento l'ufficiale, che si chiese se per caso non fosse schedato.

-Mai sentito parlare di panna spray?-

-Vuoi finire dentro?-

-Non saprei, hai un buono sconto?-

Il poliziotto indietreggiò, seriamente inquietato.

Non sapeva cosa quello strano marinaretto avesse in mente e per carità, non voleva saperlo.

Prese la marca del frappuccino che stava bevendo e corse via, chiedendosi se sarebbe bastata per rintracciarlo e farlo schedare.

Se ne incontravano di tipi strani, in giro.

George sbattè le ciglia, deluso.

-Oh...la promozione è finita?-

Lanciò uno sguardo stizzito al frappuccino, di cui aveva appena rumorosamente succhiato l'ultima goccia, e si smaterializzò.

Down on the corner, al Quariter Generale der Poorboys, lo aspettava una bella strigliata.

-George! Di grazia, la vuoi smettere di trasformarti in un cornetto alla crema?!- gridò John, gli occhi dilatati come quelli di un basilisco e i capelli in piedi dal nervosismo.

George incrociò le braccia al petto, arricciando labbra e naso.

-E' il mio Patronus!- si giustificò, inclinando leggermente la testa verso destra.

John scosse la testa, battendo un piede per terra.

-E chi te l'ha insegnato, Harry Pöfner?!-

-Non pronunciare quel nome invano, Jo!-

Harry Pöfner, infatti, era il basso sostituto di Paul McCartney, oltre che l'inventore del basso Pöfner, non ancora lanciato sul mercato a causa di una serie di imprevisti.

Harry aveva preso il posto di Paul, e il Pöfner quello dell' Höfner, con l'unico risultato che i Templari erano fuggiti con il vero Höfner, e tutti gli altri si erano dovuti attaccare al tram.

O dovrei dire sottomarino?


Il sottomarino sopra il quale, in quel preciso momento, un certo James Paul McCartney stava volando.

-Ma...ma...ma...-

Paul abbracciò il tetto del sottomarino, aumentando la stretta per non cadere.

Una volta trovata una posizione perlomeno accettabile, Paul si mise ad osservare la città dall'alto.

Era sorprendente.

Davanti alla vetrina di un negozio di animali, una giovane coppia era tutta presa dalla scelta di un cane.


-I don't know why you say Rottweiler and I say Bulldog-


Paul scosse la testa, sorridendo.

I Beatles avevano davvero segnato la sua vita.
Chissà cosa faceva John, adesso... E George? Quante nuvole aveva già mangiato?

In quel momento, il finestrino si aprì.

-McCartney!- gli gridò la ragazza alla guida.

-Sei pronto?-

Paul sgranò gli occhi.

-Pronto...a cosa?-

Poi, il vortice.

Il vortice, e un solo pensiero:

Diamine, ho sessantotto anni, non ho già passato l'età per le montagne russe?!

La ragazzo lo guardò male.

-Negativo, McCartney! Zitto e nuota!-



She seems to have an invisible touch yeah...


Round, round get around, I get around...


Down on the Sixties...


Fu allora che li vide li vide.

Harry George, The Nowhere Man, Willy, i fratelli Fogerty, Doug Clifford, Stu Cook e le due M, note anche come Marty e Tina.

-Benvenuto a bordo, James Paul McCartney!-


James Paul accennò un mezzo sorriso, ma vagando con gli occhi sui suoi nuovi compagni di viaggio, si accorse che una ragazzina fastidiosamente più alta di lui(no, non è vero), ma comunque più bassa di George(magra consolazione...), contemplava il suo ex amico chitarrista con un certo risentimento.

Come poteva, si chiedeva Paul, contemplarlo con risentimento?

Insomma, era evidente che la contemplazione implicasse qualcosa di ben diverso dal risentimento, eppure...

Quella ragazza era combattuta.

Certo, lui era appena stato calato dall'elica del Submarine, ma era sicuramente abituato a non passare inosservato.

Quindi si avvicinò di soppiatto alla donzelletta(che vien dalla campagna, non potè fare a meno di pensare, perchè altrimenti starei già pensando a qualche efficace espediente per staccarmela dal collo), stringendole delicatamente la mano.

Accidenti, quanti calli. I famosi “calli da scrittrice” di Tina -quasi, forse, magari- Harrison.

Però, pensò ancora James Paul, questi calli le conferiscono un certo fascino... Notevole!

Che cara ragazza, forse un po' piccolina-non dimostrava più di dodici anni e mezzo, tredici-...e troppo alta, decisamente troppo alta.

Ma non più alta di George, per lui andrebbe bene! Chi lo sa...

-Oh, Susanna, non piangere per me...-

Tina lo guardò, quella strana, bellissima confusione soffusa nello sguardo, lo guardò, era Paul McCartney. Non era George. Nessuno era George-tranne, appunto, George-, nessun George le stringeva la mano. George! Poteva sembrare un sospiro.

I suoi pensieri erano un campo di battaglia. Facevano male.

Tina, si diceva, non era capace di disperarsi senza ironia. Se George l'avesse sposata, lo ripeteva ogni volta, l'avrebbe fatto ridere sempre. Ma Martina non sapeva cucinare, o lo sapeva fare molto male e molto poco(la camomilla-quella solubile-, la piadina-mezza bruciata-).

Ecco, ecco perchè George non l'avrebbe mai sposata. Egoista, ordina una pizza, vattene al ristorante!

Che pensieri fastidiosi.


Io che sono stata l'unica, in quella fredda notte di maggio, a tirarti fuori dalla lavatrice, mentre la centrifuga infuriava...

-Sei carina, sai?-

-Anche tu...-

Solo dopo, l'incompresa Marty-Tina si rese conto che George stava amabilmente conversando con una cotoletta.

-Oh...-

E che ti ho anche spazzolato via il detersivo che avevi tra i capelli...

-Tina? Tina, sei qui?-

Io che ti ho impedito di strozzarti con il tappo del Viakal...

-Ehi, Tina, ma non mi senti?-

Ma tu sei un ingrato, HarryGeorge Harrison...

...e non sai nemmeno accendere una lavatrice!

-Tina!-

Martina fece un salto, atterrando precisamente sul piede destro di M1, che lanciò un grido.


E si rideva di noi...


-Imbranatissima... Con il tuo quaranta e mezzo di piede mi potevi ammazzare!-

-Ma non l'ho fatto, accidenti a me-

Marty 1 sospirò, sorvolando magnanimamente sulla battutaccia e studiando lo sguardo perso e abbattuto dell'amica.

-Vai a controllare Johnny-quello stordito!-che sei di ronda-

John, lo sapeva per esperienza, avrebbe potuto farle tornare il sorriso.

Ci pensò, rimirandosi la tomaia della scarpa(troppo rotonda!). Avrebbe potuto?

-Vado, vado...-

Con queste parole, Tina si diresse verso il bagno, nel quale, da qualche minuto circa, qualcuno aveva ucciso(pardon, acceso) la radio.



Che imbroglio era...


-MALEDETTA PRIMAVERAA! Come on baby drive my car, yeah!-

-John?-


Martina inarcò un sopracciglio, palesemente disgustata di fronte ai gridolini di Lennon immerso nella vasca fino al collo.

Accidenti a lui, vecchio balordo. Pure la radio si doveva tenere!


Contemporaneamente, l'agente M1 aveva avviato un simpatico-molto- tentativo di persuasione nei confronti di HarryGeorge Harrison.

-Ascoltami bene, agente Qu-qu 7*!- lo apostrofò l'agente M1. -Tu adesso torni esattamente da dove sei venuto e fai tornare il buonumore al Mozzo M2!-

George guardò la ragazza più bassa, ma evidentemente più intelligente, per poi alzare le spalle.

-Se proprio vuoi...-

Con una corsetta, l'agente HarryGeorge raggiunse l'agente M2, parandolesi davanti.

-Ehi, Marty! Vuoi...-

A quelle parole, la ragazza girò repentinamente la testa, con gli occhi che le brillavano.

-Harry??-

HarryGeorge.

E sei bello, da morire, ragazzino, tu... -John cantava sopra la radio, sbagliando disastrosamente canzone. Ma aveva ragione, ne aveva da vendere. Era bello davvero, George. Non che Tina impazzisse per gli uomini più alti di lei-orgoglio, solamente questo-, ma HarryGeorge era bello. E stupido, anche. Maledettamente-

E adesso chissà cosa voleva chiederle.

Oh, ti prego, ti prego, ti prego...

-Una caramella per la gola?-

-Ma perchè non ci vai tu, a quel bel paese?-

George non si scompose.

-Forse volevi dire tal, Marty?-

Martina si guardò intorno spaesata.

Lo sarebbe stata ancora per poco.

La radio continuava a infierire, impietosa.


Se a mani vuote di te, non so più fare come se non fosse amore


George era confuso.

Ma come mai, si chiedeva, se è risaputo che le caramelle alla propoli sono per la gola, ci sono sempre quegli originali che cercano di farti passare l'intero pacchetto per il naso?



*Quasi Qualificato 7, nome di Paperino in qualità di agente della Paperon Intelligence Agency...xD



Buonmattino a tuttiiii!! Io, MarTina Harrison, sono disgraziatamente tornata.

Come avete passato le feste, come va??

Per Poseidone, perdonatemi per il ritardo. E' da...uhm...quasi sette mesi che non aggiorno questa storia e da settembre che non aggiorno tutte le altre... Purtroppo non so neanche quando potrò-ma ci proverò- aggiornare di nuovo, perchè questa terza media è davvero terribilmente insidiata dai compiti e l'anno prossimo devo andare pure al liceo(ma sono contenta, perchè sia tutti i professori che i miei-e soprattutto io- sono d'accordo per mandarmi al liceo Classico. E io mi ci faccio mandare, più che volentieri xD).

Infatti ho cominciato la terza media, e domani, ahimè, la ri-ricomincio.

E, soprattutto, il trentun dicembre SONO TORNATA DALLA MIA SECONDA VACANZA A LIVERPOOL!! Il mio regalo di Natale-dopo Natale, è stato bellissimo! E stavolta ho visto tutto-tutto(quasi tutto-tutto, ma per poco!!). XD

Detto, questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto -la parte iniziale l'ho scritta due mesi fa, oggi finalmente sono riuscita a ultimarlo- nonostante George sia un inguaribile deficiente e gli avvenimenti che si susseguono siano TUTTO meno che normali...

Scusatemi se non rispondo alle recensioni-prometto di rimediare la prossima volta- per cui ringrazio tantissimo le mie recensitrici, ma ho i miei zii a pranzo e devo scappare...


A presto(spero!),

Marty ;)

  
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