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Autore: zagabria    09/01/2011    0 recensioni
- Prendila, Margaret, prendila e nascondila; ma soprattutto mantieni il segreto, non dire a nessuno ciò che hai visto questa sera, non ti fidare delle persone che ti stanno accanto, sono le peggiori!-
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre

Il tempo aiuta a riflettere, allontana per un po’ il problema oppure ne crea altri?

 

Mi misi d’accordo con Ivan riguardo quando venire a prendere il tutto e decidemmo insieme per l’indomani pomeriggio perché, questa volta, ero io ad assistere a una conferenza su un libro che avevo letto e di cui conoscevo l’autore, incontrato per la prima volta a un corso che tenne nella biblioteca dell’università e che scoprii essere mio vicino di casa. L’idea mi sembrò ottima e dopo una breve chiacchierata lo accompagnai fuori.
Mi accorsi che ormai si era fatto tardi e presi le dovute precauzioni nel caso in cui l’intruso tentasse di rientrare in casa. Chiusi a chiave la porta, inserii l’allarme e nascosi il “tesoro” in una sacca sportiva che poi riposi in un luogo che reputai adatto a quello scopo. Mi accertai che le finestre fossero tutte serrate e andai a letto chiudendomi dietro la porta della stanza e, cosa cha non avevo mai fatto, incastrai con una sedia la maniglia. La nottata che passai fu abbastanza tranquilla e il mattino mi preparai per il meeting. Mi sentivo sinceramente più libera e serena degli ultimi giorni, alquanto tesi: “ora ho un alleato di cui fidarmi” pensai divertita; uscii da casa e arrivata nella sala fui accolta calorosamente dal mio conoscente Davide Falbo, autore del libro “Una cultura scomparsa”. Questo era il titolo di quella storia che mi affascinò particolarmente, per il modo coinvolgente e il tono serio con cui era stato scritto. Parlava, in breve, di una città fantastica scoperta tra le sabbie del Sahara da un esploratore dilettante. Avevo il posto riservato nella prima fila e feci, dopo la spiegazione da parte dell’autore, alcuni commenti e domande. Rimasi molto sorpresa dalla risposta che ebbi dallo scrittore al mio interrogativo.

- Chiedi cosa mi ha ispirato questo libro? Avresti dovuto capirlo, non mi aspettavo questa domanda da te... - Non sapevo cosa dire, una risposta del genere mi aveva lasciato senza parole.

Terminata la conferenza, andai immediatamente da Davide per avere una spiegazione ma non riuscii a raggiungerlo perché sommerso dalla folla.
Infastidita, uscii dal salone e mi avviai verso casa. Pranzai velocemente e mi riposai sul divano guardando un telefilm alla televisione. “Finalmente la situazione sta prendendo una piega diversa” pensai quando suonò il campanello ed entrò Ivan. Era irritato e gli chiesi come mai.

-Perché?! Per strada ci sono persone incivili che non sanno come si vive in comunità!-.

Non ho voluto approfondire l’argomento ma piuttosto cercai di distrarlo.

-Su, non surriscaldarti. - gli dissi sorridendo –Che ne pensi se andiamo a divertirci? Hanno aperto da poco una deliziosa pizzeria in Via dell’Elba e mi piacerebbe molto andarci-.

-Volentieri- mi rispose – ma prima ti devo domandare una cosa. Hai nascosto bene... -

- Certo!- lo interruppi – ma non pensiamoci per ora. Dai andiamo, prima di non trovare più posto!- e, ridendo, lo spinsi fuori da casa chiudendo con molta cura la porta.

Il sole stava tramontando mentre Ivan ed io ci avviavamo allegramente verso la pizzeria. Passammo una bella serata, la pizza era ottima, e durante la cena non accennammo completamente a tutti gli avvenimenti che si erano presentati nel corso della settimana, che definirei parecchio particolari. Quando rientrammo nell’edificio, però, mi sopravvenne una brutta sensazione che seppi descrivere nel momento in cui girai le chiavi nella serratura (accuratamente chiusa tengo a ricordare) ed entrai in casa. Rimasi in piedi davanti alla porta, sbigottita, mentre Ivan entrava e cominciava a guardarsi intorno: sembrava fosse passato un tornado. I mobili non erano più al loro posto, libri e fogli sparsi ovunque, ogni cassetto era stato sistematicamente aperto e controllato, molti soprammobili erano in pezzi per terra, le finestre intatte e sprangate ed io non avevo il coraggio di entrare.Dopo un po’ mi decisi e iniziai a girovagare per fare la “conta dei danni” ma quando entrai nella mia camera, anch’essa a soqquadro, notai un frammento di carta con un messaggio, scritto con alcuni ritagli di giornale, sul cuscino. Il foglio riportava questo:

Avrai notato che sono capace di entrare in casa tua senza problemi. Per ora mi sono limitato a questo, ma se non mi farai trovare ciò che non ti appartiene...”- rabbrividii e mi guardai intorno; ero sola nella stanza. Continuai la lettura: “... ti lascio immaginare. Fammelo trovare dentro un sacchetto rosso nel cassonetto in via Gorizia a mezzanotte del 12 giugno. Naturalmente niente polizia. Saluti... ”
Il biglietto finiva così. In quel momento entrò Ivan, il quale si preoccupò molto vedendo il mio viso di un bianco spettrale ma porgendogli il foglio comprese la mia reazione.

- Non ti preoccupare... E’ uno scherzo di pessimo gusto. Eppure... -

Lo vidi perplesso e questo non mi tranquillizzò per niente. Lui non era una persona che si suggestionava facilmente ma tutto questo l’aveva messo un po’ in difficoltà. Gli porsi una spontanea domanda ma la voce mi uscì tremante:

- C-cosa f-faccio ora? -

Ma lui non mi degnò della sua attenzione. Era troppo occupato nelle sue riflessioni e solo quando tornò in sé, potei ripetergli il mio quesito.

- Voglio essere sincero... non so se è una singola persona oppure un gruppo, ma non agisce in modo scriteriato, fa sul serio. Ti tengono d’occhio, credo ti sorveglino, anzi, ci sorveglino, perché ormai sono coinvolto anche io... dobbiamo trovare una soluzione. Potremmo cedere, è pericoloso mettersi contro... -.

- Non ci penso neanche! Non posso permetterlo.. -.

- Scusa eppure mi è sfuggito qualcosa. Se ha lasciato questo messaggio... significa che non ha trovato ciò che cercava! Quell’oggetto è ancora dentro casa! Dove lo hai nascosto?-

Il tono di queste parole mi risollevò e, decisa, lo incitai a seguirmi. Lo condussi nell’ingresso, ancora in disordine, mi avvicinai alla libreria e spostando i cocci di un vasetto che avevo collocato su una mensola e il tappeto, gli rivelai l’ubicazione del nascondiglio. Era una fessura sotto un’asse del pavimento che si era schiodata e che fino allora non avevo fatto riparare, ma in quel momento si rivelò veramente utile.

- Geniale! Ma quando l’hai scoperto?-

lo sapevo... sapevo che mi avrebbe rivolto questa domanda!” pensai, era una cosa imbarazzante ma era mio dovere raccontargliela, almeno avrei rincuorato entrambi.

- Bene, se proprio devo... giorni fa avevo pensato di prepararmi una tazza di the da bere insieme alla mia eccezionale torta al cioccolato (non per vantarmi ma sono un’ottima cuoca). Avevo in mano il piatto e la tazza quando decisi di leggere un libro mentre mi rilassavo e quindi mi avvicinai alla libreria ma... ti lascio immaginare!-.

Lui aveva già iniziato a sorridere.

- Inciampai nell’asse, la tazza con il the volò dentro la boccia dei pesci e la torta... sulla mia faccia!- ci guardammo l’un l’altro e scoppiammo in una fragorosa risata.

- Sei unica! Solo a te possono capitare queste cose!-

- Lo so! Purtroppo lo so... -

Quella strana allegria resisté solo pochi secondi; in un attimo tornò la tristezza, ma soprattutto la rabbia, per tutto quello che era successo. Come si potevano permettere di entrare in casa mia, rovistare tra le mie cose, minacciarmi e andarsene indisturbati e aspettare mentre io devo avere il lato peggiore della situazione?!
Confidai a Ivan ciò che mi turbinava nella testa ma per ben la seconda volta in quella sera non mi rispose. A causa dell’agitazione del momento e del suo disinteresse alle mie parole gli dissi con tono esasperato e offeso:

- Non stare così, in silenzio! Non ce la faccio più a vederti immobile senza neanche parlarmi! Non te ne importa niente di questa situazione, vero?-.

- Che cosa stai dicendo?! Sto cercando di vedere da un altro punto di vista tutti i fatti che ci hanno coinvolto. L’unica cosa che sono riuscito a capire è che quella sfera dorata ha più valore di quanto crediamo e non possiamo farla cadere in mani altrui. Potrebbe essere pericoloso e... -

- Potevi rendermi partecipe. -

- Scusami tanto. Non volevo... pace?-

Aspettavo solo questo momento. Con un sorriso annuii e ci promettemmo di non metterci più contro: vista la situazione dovevamo rimanere uniti.

- Che cosa faccio stasera? Non ho il coraggio di dormire in questa casa. Ormai non mi sento sicura in nessun posto. I miei genitori sono all’estero ed io non so dove andare... -.

- Che problema c’è? Dormirai da me. Ci avevo già pensato e non te l’ho detto perché mi sembrava scontato. -

- Non disturbo?- gli chiesi, anche se già immaginavo la risposta.

- Assolutamente no. Vai a preparare le tue cose; io ti aspetto qui. -

Seguii il suo consiglio. Presi un borsone che usavo per i viaggi di breve durata e ci sistemai dentro dei vestiti. Non persi molto tempo e quando tornai nel salotto, vidi Ivan che mi attendeva pazientemente davanti alla porta con una busta in mano. Gli chiesi cosa contenesse e lui mi rispose che doveva portare il “tesoro” al sicuro in casa sua e per non dare nell’occhio lo nascose lì dentro. Gli sorrisi e chiusi a chiave l’ingresso del mio mondo violato.

 

Salve lettori! Mi scuso tanto per questo enorme ritardo di pubblicazione ma la mia Editor ha problemi con internet e mi sono dovuta arrangiare.. (Sono piuttosto negata per codici e cose del genere..). Che ne pensate di questo nuovo capitolo? La situazione inizia a farsi interessante.. Ma lascio a voi i commenti!
Come sempre ringrazio chi mi segue e anche la mia Editor, che questa volta non ha letto in anteprima questa parte del racconto.. Ahaha! :P
Vi saluto e.. a presto!

  
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