Buongiorno!
Questo è il mio primo tentativo di scrivere una fic sul manga Tutor Hitman Reborn, ed in particolar modo sulla coppia formata da Yamamoto e Gokudera per cui siate clementi.
Sono ancora infatti in una fase di studio dei personaggi, e molto probabilmente non sono ancora riuscita a coglierli in tutte le loro sfumature e potenzialità. Dovrò fare pratica.
Il fatto è che ultimamente ho letto parecchie storie sui due (la mia coppia preferita di questo manga) e così mi è venuta voglia di provare a scriverci qualcosa. Speriamo in bene.
E' una storia senza grosse pretese, che prende spunto molto alla lontana da un episodio di Maison Ikkoku dal titolo Kyoko.
I personaggi ovviamente non sono miei, ma degli aventi diritto.
E scusatemi se ci saranno degli errori di scrittura qui e li. Leggo e rileggo sempre milioni di volte, ma qualcosa non si sa perché sfugge sempre.
Ringrazio chiunque leggerà questa storia.
Vi lascio alla lettura del prologo.
Un bacione
Rebychan


PROLOGO

Il giovane dai capelli del colore dell'argento guardava con occhi umidi la distesa verde che gli si parava davanti.
In quel luogo si era divertito molto con… “Takeshi.”, sussurrò.
Ora che "l’altro" se n’era andato, avrebbe sentito molto la sua mancanza. Lo sapeva. Ammise con se stesso. Gli si era affezionato tanto. Troppo.
Poco importava farsi forza dicendosi che "lui" era tornato nel luogo da dove era venuto. Nel luogo in cui sarebbe stato più felice. L’unica cosa cui riusciva a pensare era al vuoto che gli aveva lasciato dentro.
Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi ma si oppose alla loro caduta.
Lui era un tipo duro, e non tollerava dimostrarsi debole piangendo.
Non per un motivo che ad occhi esterni avrebbe potuto sembrare stupido.
Non poi di fronte al ragazzo  che lo seguiva a qualche passo di distanza preoccupato.
Quest’ultimo, infatti, era proprio l’ultima persona di fronte alla quale avrebbe voluto dimostrarsi una femminuccia.
Respirò diverse volte per calmarsi.
“Non piango.”, disse indispettito ad alta voce rivolto a se stesso.
Fu allora che due braccia forte lo afferrarono da dietro.
Nel giro di un attimo si ritrovò stretto in un abbraccio possessivo. Il suo volto nascosto in un ampio torace.  
Una voce calda gli sussurrò all’orecchio. “Lo so… non stai piangendo.”
Il giovane a quelle parole non riuscì più a trattenersi e si lasciò andare.
Pianse calde lacrime mentre si ricordava com’era iniziata quell’esperienza che in principio aveva considerato una perdita di tempo,  ma che invece aveva finito con il cambiargli la vita.

FINE PROLOGO