Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Sintesi    09/01/2011    7 recensioni
Biagio è un ragazzo come tanti. Fuma, scherza con il amici, fa il pazzo con la sua moto. Ma è più attento dei suoi coetanei. Lui vede cose che agli altri sfuggono ... come ad esempio quella gracile ragazzina seduta su quel muretto che mangia mandarini e cammina da sola nei parchi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bucaneve;


Biagio la guardava da lontano, seduto sulla sua moto, attorniato dai suoi amici. Fumava una sigaretta scroccata nell'intervallo e non le staccava gli occhi di dosso. Lei era così diversa da lui … lei, così pallida, con gli occhi verdi cerchiati di matita nera, i capelli scuri e ricci, indomabili, che il vento dispettoso le spingeva sulla faccia. Leggeva il libro di storia con un mandarino in mano, a cui ogni tanto staccava uno spicchio.
La chiamavano Neve, perché era bianca come i fiocchi che cadevano dal cielo. Biagio la guardava ancora, con un mezzo sorriso stampato in viso e una forte voglia di baciarla impressa nella testa. Gli si smuoveva qualcosa dentro, quando Neve catturava la sua attenzione, quindi quasi sempre. Non era amore, era solo desiderio di averla per sé, lei che era irraggiungibile per tutti e che non era mai stata voluta da nessuno. Biagio pensava che tutti dicessero che a loro non interessava solo perché sapevano di non avere speranze con lei. Nemmeno lui ne aveva, lo capiva, ma lui la guardava lo stesso, perché aveva solo diciassette anni e un'infinita curiosità di scoprire quel corpo minuto e candido.
Improvvisamente, Neve alzò lo sguardo e lo fissò. Uno sguardo lieve, vellutato, come le impronte di un gatto sulla sabbia, eppure carico di elettricità, di forza, di stupore, forse. Biagio memorizzò mentalmente il colore di quegl'occhi e il suo mezzo sorriso divenne completo.
« A Bià, ma che te sei imbambolato? E 'namo su, che mia mamma dopo rompe! » il suo amico gli tirò un pugno leggero su una spalla con il casco rosso, ma lui non si mosse.
Biagio non era imbambolato, Biagio era perso. Neve riabbassò gli occhi e chiuse il libro sulle sue ginocchia, lo mise nello zaino e si alzò in piedi. Era magra, magrissima, ma aveva un bel fisico, slanciato, sinuoso ...
« Ma nun te sarai mica fissato co' sta tipa adesso! Ar massino na botta e via eh Bià, non mi scadere! »
Lui non smise di sorridere nemmeno quando lei gli passò davanti senza guardarlo, camminando a testa bassa, i capelli svolazzanti intorno all'ovale del viso, le mani nascoste dentro le tasche dei jeans blu chiaro. Biagio le guardò la camicia lilla, le fissò involontariamente il seno e il reggiseno nero che le si intravvedeva appena dalla scollatura … poi, senza salutare nessuno, indossò il casco e partì.
Si fermò poco più avanti, in un parco. Parcheggiò, scese e si mise ad aspettare seduto su una panchina e una sigaretta in bocca. Attese mezz'ora, poi la vide. Mani in tasca, zaino enorme portato solo su una spalla, auricolari nelle orecchie e l'espressione sognante di chi sta ascoltando la propria canzone preferita. Le andò incontro, lei sembrò sorpresa. Si fermò di colpo, e Biagio le arrivò quasi addosso.
La guardò a lungo, da vicino come non aveva mai fatto.
« Che canzone ascolti? » le chiese.
« Non sono affari tuoi » rispose.
Biagio sorrise, senza darsi per vinto: « Tanto non volevo saperlo »
« E perché mai me l'hai chiesto, allora? »
Fu lui questa volta a mettersi le mani in tasca: « Perché volevo sentire il suono della tua voce »
Sorrise, impreparata. Questa volta non aveva una risposta acida da rifilargli. Restò in silenzio.
« Ti va di fare due passi, Neve? »
« Va bene, ma perché Neve? »
« Perché non so come ti chiami e Neve è come ti chiamiamo tutti … se vuoi puoi dirmi il tuo vero nome, così userò quello per parlarti »
Gli prese inaspettatamente la mano e la strinse. La sua era gelata, quella di Biagio era bollente e sudata, ma non voleva far vedere la sua agitazione: « Neve andrà benissimo » gli rispose lei annuendo.
Camminarono senza più staccarsi, senza dirsi niente, entrambi con gli occhi bassi e le labbra schiuse a respirare la calda brezza di inizio estate. Lui poteva sentire ciò che lei ascoltava perché aveva la musica ad alto volume, che prima invece era bassissimo.
Fece finta di girarsi ad osservare il paesaggio e alzò gli occhi al cielo: « Sai, Neve, io so il tuo segreto. L'ho scoperto subito che ti porti dentro un problema nascosto, l'ho capito perché non porti mai magliette a maniche corte, perché tieni sempre le mani in tasca e ti copri gli occhi con la matita … lo so che non sarò io ad aiutarti, piccola Neve, perché non lo vuoi, il mio aiuto. Ma se mai cambiassi idea, sappi che io ci sarò, ci sarò … per te » disse e la sua voce era talmente bassa da sembrare un sussurro del vento di quel pomeriggio.
Lei, che non aveva sentito le sue parole, appoggiò la testa ad una sua spalla, e chiuse gli occhi con un sospiro sereno.
« Sarà meglio che vada, ora » gli disse poi, verso sera.
Lui annuì, facendole un sorriso: « Domani se mi passerai vicino mi saluterai? »
Lei gli accarezzò una guancia col dorso della mano senza smettere di fissarlo. Avvicinò il viso al suo e gli diede un bacio sulla punta del naso. Sorrise quando lui lo arricciò: « Farò di più, domani »
Si salutarono e solo allora lei mollò la sua mano che aveva preso da quel primo pomeriggio. Solo allora lei gli diede la schiena e si avviò verso l'uscita del parco con le mani nuovamente infilate nei jeans.
Biagio si accese una sigaretta e la guardò andarsene, il cuore gli batteva all'impazzata ma da fuori non lo si poteva notare. Era apparentemente tranquillo, quasi annoiato da quel pomeriggio speso in quel parco con una perfetta sconosciuta per poi non riuscire a rimediarne nemmeno un bacio degno di nota. Eppure lui, dentro, da qualche parte tra le sue costole, esplodeva di felicità.
L'indomani Neve non c'era. Biagio arrivò di corsa, parcheggiò e l'attese, ma lei non venne. Lo fece anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, ma lei non venne mai più. Finì la scuola, l'estate scaldò  il mondo, le vacanze spingevano le persone a preparare le valigie. Biagio continuò la sua vita, non pensò più a quel pomeriggio. Poi, però, un giorno, ripassando davanti a quel muretto dove l'aveva sempre vista sedersi, notò un foglio nascosto nella siepe appena dietro alla fila di mattoni.

Non conosco il tuo nome, esattamente come tu non conosci il mio. Conosciamo solo il tocco delle nostre mani, le tue erano caldissime, eri agitato perché sudavi e sorridevi di continuo come sotto esame. Ma sai, hai detto una cosa vera mentre eravamo in quel parco e ti devo ringraziare. Io non ho mai toccato nessuno come è successo con te. Voglio dire, ne ho baciati tanti, di ragazzi, e non solo quello … ma non li ho mai percepiti. Da fuori non puoi sentire una canzone se il volume è troppo basso. Bisogna farla urlare, farla uscire dalle cuffie al massimo dei decibel. Solo così chi ti sta vicino può condividere quella melodia con te. Tu hai gridato al mio cuore, gli hai strillato dentro che doveva reagire. Sei stato il sole che ha sciolto la neve. Tu hai capito il mio problema, e anche se l'hai solo sussurrato io ho percepito il tuo aiuto. Se ti raccontassi di come ho iniziato a drogarmi non mi crederesti, non ha senso spiegare le origini di tutte le cazzate che facciamo. L'importante è rimediare. Se leggerai questa lettera, vorrà dire che sei andato a cercarla nel posto giusto, qui su questo muretto dove io ti ho aspettato per tutti gli ultimi giorni della mia vita.
Goditi la vita, Sole. Amala, anche solo per la durata di una passeggiata in un parco.

Biagio ripiegò la lettera e la infilò nella tasca della giacca da moto. Si accese una sigaretta, poi ci ripensò e la spense attaccata ad un lampione. Si sedette su quel muretto e dalla sacca che portava a tracolla tirò fuori un mandarino. Fissò per un attimo il cielo col sole che tramontava, poi iniziò a mangiare spicchi salati di lacrime.
 
-fine-
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sintesi