Crossover
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Autore: S05lj    10/01/2011    1 recensioni
Come nasce un supercriminale? Secondo molti nella maniera tradizionale. Io sono per la cicogna o Babbo Natale. Comunque c'è una scuola che insegna ai giovani criminali in erba a diventare dei veri villains, ed è la scuola per Supercriminali. Questa è la storia di quei giovani, dei loro insegnanti, dei compiti in classe, delle lezioni, le gite e tutte quelle cose che si fanno a scuola. O quasi.
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scuola di Supercriminali'
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Cattivi storici.

Dracula battendo le mani riportò la nostra attenzione su di lui.
-Su, ragazzi, proseguiamo. Faremo un salto nel tempo, torneremo agli albori della storia per incontrare i cattivi della storia, reale e leggendaria. -
Arrivammo in un enorme castello, delle guardie ci fecero entrare e ci portarono in una stanza enorme, le guardie ci fecero sedere in delle sedie appositamente disposte per noi.
Un uomo alto, brutto ed evidentemente con un parrucchino in testa si presentò come Pippo Baudo.
-Gli ospiti di questa sera! Dalla Germania nazista Adolf Hitler. -
Dalla porta entrò un uomo dal ciuffo unto pettinato da una parte e baffetti sotto il naso anche quelli unti, indossava un abito militare e una fascia rossa al braccio destro con sopra disegnata una svastica nera. -Heil me stesso! - Gridò luomo alzando il braccio destro.
Baudo fece accomodare luomo e riprese la sua presentazione.
-DallAmerica del proibizionismo Al Capone. -
Un uomo vestito elegante tutto bianco con in mano un mitra entrò nella sala, in bocca teneva un sigaro cubano.
-Bacio le mani. - Prese posto vicino a Hitler e si accese il sigaro.
-Dalla Londra dell800 Jack lo Squartatore. -
Un vecchio vestito in smoking e mantellina con una borsetta di cuoio fece il suo ingresso.
-Dio salvi la Regina. -
-Dalla guerra dIndipendenza americana, il colonnello dei Dragoni Verdi, William Tavington! -
Un uomo moro con un codino basso vestito in uniforme rossa e verde tipica dei soldati inglesi di quel tempo fece il suo ingresso nella stanza.
-Agli ordini. -
Draco assottigliò lo sguardo osservando lultimo entrato molto attentamente.
-DallItalia il monaco Jorge da Burgos. - Un monaco vecchio vestito con il classico saio marrone fece il suo ingresso nella stanza tenendo stretto fra le mani un libro di dimensioni gigantesche, visto che inciampava in continuazione e arrivò al suo posto a suon di rotolare per terra si poté evincere che fosse cieco.
-Dalla Scozia Re Edoardo I Plantageneto. -
Un uomo di circa 50 anni con lunghi capelli e barba bianca vestito in armatura entrò con passo fiero nella stanza e si sedette sul trono.
-Mi stavo stufando di aspettare. - Cominciò a guardare minaccioso tutti i presenti.
-DallInghilterra, più esattamente da Nottingham, lo sceriffo di Nottingham! -
Un uomo con barba e capelli neri, tutto vestito di nero con un taglio sulla guancia sinistra entrò di passo svelto nella stanza, appena vide il re seduto sul trono si fermò e si guardò attorno circospetto, poi guardando con cautela il re si diresse al suo posto.
Draco non riusciva a credere ai propri occhi e fissò intensamente lo sceriffo.
-Direttamente da Roma, limperatore Commodo! -
Un uomo abbastanza giovane vestito da antico romano, con tanto di corona in testa e lungo mantello bianco entrò con aria tronfia e si sedette al suo posto.
-E adesso! Tutti in piedi. Entra il re di Camelot, sua maestà Re Uther Pendragon! -
Un uomo brizzolato sui 50 anni vestito con la cotta di ferro, lungo mantello rosso e spada legata alla cintura entrò con fare arrogante dalla porta, fece un gesto alle guardie e quelle presero Pippo Baudo e lo trascinarono via. -Voglio che venga giustiziato. -
-Per quale colpa sire? - Chiese una delle guardie.
Uther ci pensò un po su. -Trovatene una voi. No, anzi, per pratica di magia malvagia. -
Le guardie si guardarono interdette.
-No, no, ne ho una migliore, riduzione in schiavitù di un gatto morto. -
Le guardie erano perplesse.
-Non venite a dirmi che quella cosa che ha in testa non è un gatto morto. -
-Sire, ma cosa ci sarebbe di sbagliato? -
-Io adoro i gatti, non sopporto che gli si faccia del male. E poi sono contro la schiavitù e la pena di morte. E chi la pratica deve morire. E poi non lho mai usata come scusa, quindi va bene. E se non volete finire condannati a morte per non esservi lavati i denti, vi conviene eseguire gli ordini in silenzio. - Le guardie annuirono e velocemente si avviarono a giustiziare il povero presentatore. Uther si diresse al trono e una volta davanti ad Edoardo lo guardò torvo.
Re Edoardo I Plantageneto si alzò di scatto. -Che scherzo è mai questo! - Gridò su tutte le furie.
Draco guardava con gli occhi fuori dalle orbite Uther pensando che ormai doveva andare dalloculista.
-Che ci fai sul mio trono ragazzo? - Fece Uther guardandolo furioso.
-Ragazzo a me? - Incavolato come non mai mise mano alla spada. -Io sono Re dInghilterra! -
Uther parò il colpo afferrando la sua spada velocemente. -E che posto è mai codesto? Qui siamo a Camelot! Il mio regno! Il mio trono! - Ricambiò il colpo, ma Edoardo parò prontamente.
Tutta la nostra attenzione era concentrata sui due che si affrontavano a colpi di spada, non ci accorgemmo di Dracula che si massaggiava una tempia irritato.
Lo sceriffo cominciò a sfregarsi le mani. -Prima nessun re. Adesso due re. Se muoiono tutti e due, io potrò salire al trono. - Aveva la lingua che spuntava da un angolo della bocca e sbavava.
Dracula batté una mano sulla tavola rotonda mandandola in frantumi.
-Finitela! -
I due si bloccarono con le spade incrociate e si voltarono verso di lui.
-Edoardo questo è il trono di Uther, siamo a Camelot, e poi lui è diventato re, prima di te. Quindi spetta a lui fare il re. -
Edoardo mise il broncio e Uther sorrise soddisfatto.
Commodo alzò una mano. -Scusatemi, ma io sarei imperatore. -
-Stai zitto! - Gli urlarono addosso Uther e Edoardo. Il povero romano si rifugiò in un angolo a piangere.
-Allora ragazzi. Sono a vostra completa disposizione. Chiedetegli quello che volete. - Poi si rivolse ai cattivi storici. -E voi fate per bene. -
Tutti annuirono convinti.

-Volevo fare una domanda allimperatore Commodo. - Disse la Gatta Nera.
Il ragazzo tutto contento per essere il primo sorrise soddisfatto guardando gli altri con sfida.
-Lei si chiama così perché faceva da testimonial ad una casa produttiva di divani? -
Commodo strabuzzò gli occhi e gli altri si misero a ridere indicandolo, tranne il monaco ovviamente che non rise, ed essendo cieco indicò da unaltra parte.
Limperatore si ritirò a piangere in un angolo.

-Va bene. Prossima domanda. -
-Jack mi scusi Jack. -
Lanziano dottore annuì.
-Come mai ammazzava le prostitute? -
Lui annuì, quella domanda la sapeva. -Perché facevano pagare troppo la manodopera. -
-Ma non crede di essere andato un po troppo oltre? -
-Ho semplicemente dato un taglio alle spese. -

Il Joker alzò una mano. -Al Capone mi potresti dire come un boss colpevole di pluri omicidio, contrabbando e gioco dazzardo si sia fatto fregare dal fisco? -
Il boss rimase immobile e tutti lo guardarono con un enorme punto interrogativo sulla testa. Al Capone estrasse il mitra e sparò al Joker che cadde a terra e dovettero portarlo di urgenza in ospedale.
-Qualche altra domanda? - Fece il boss con forte accento siciliano e tutti si ritirarono di un passo.

-Colonnello Tavington, come mai ha usato metodi tanto barbari accanendosi in quel modo sui coloni? -
Tavington sbuffò. -Non è vero che ho usato metodi barbari. Se dare fuoco ad una chiesa è considerato una barbaria, allora dovreste considerarlo anche lo sparare alle spalle ad un ragazzino di 15 anni. -
-Infatti lo è. -
Tavington si massaggiò la bazza pensieroso. -Bé a mia discolpa posso dire che ero in guerra? -
-NO! -
-Tanto so dove abiti. - Tavington estrasse unagenda e ci scrisse sopra qualcosa.
-Ok, non importa. -

-Mi scusi re Edoardo, perché non dare la libertà agli scozzesi? -
-Perché sennò mi cambierei il nome in Madre Teresa di Calcutta. -
-Lei sa chi è? -
-Perché chi è? - Chiese sconvolto, in realtà aveva detto un nome a caso.

-Hitler sono state avanzate molte teorie sul perché dello sterminio degli ebrei. Qual è la verità? -
Hitler sorrise sicuro di se. -Cercavamo una fonte di energia alternativa. -
Il silenzio calò assoluto.

-Abate Jorge, pensa davvero che ridere possa portare il mondo alla rovina? -
-Certamente. -
-Lei non ride mai? -
-No. Mai. -
-Impossibile, ci deve esser qualcosa che possa per lo meno farla sorridere. -
-Bé adesso che mi ci fa pensare. - Il monaco si massaggiò la barba pensieroso, gli occhi ciechi rivolti verso lalto e la bocca sembrava in procinto di stirarsi in un sorriso.
-Cosa? - Tutti ci sporgemmo verso il monaco curiosi di sapere che cosa fosse.
-No, niente. -
Silenzio di tomba.

-Sceriffo di Nottingham una domanda. -
Lo sceriffo annuì.
-Quando Re Riccardo tornerà dalle crociate come pensa di cavarsela? -
-Credo che mi darò alla macchia. -
-Ma nella macchia non cè Robin Hood? -
-Dho. -

-Re Uther! Re Uther posso farvi una domanda? -
-Perché a lui date del voi e a me che sono il re no? - Obiettò Edoardo imbronciato.
-Perché io sono stato re prima di te. - Uther molto maturamente gli fece la linguaccia e laltro si ritrovò a ringhiare.
-Come mai ce lavete tanto con i maghi e la magia in generale? -
Uther corrugò lespressione sconvolto. -Chi vi ha detto una cosa del genere? - Chiese scioccato.
-Bé è così che appare nel telefilm Merlin. -
-Sciocchezze. Io sono a pro della magia. Lo sapevate che in realtà io sono riuscito a intrufolarmi nelle stanze della mia futura moglie prendendo le sembianze di suo marito grazie alla magia, che poi è defunto, pace allanima sua? -
-Davvero? -
-Certo che no, idiota, ho corrotto le guardie della torre. -
Tutti rimanemmo ammutoliti.
-Allora non è vero che odia la magia. -
-No, assolutamente. La magia è un bene prezioso, è necessaria direi. Avanti, chi di voi non ha mai fatto uso di magia? Alzi la mano chi di voi almeno una volta ha provato a fare un numero di magia o anche solo letto un libro di magia. -
Ci guardammo lun laltro, poi uno dopo laltro molti compagni alzarono la mano, compresi anche Giles, lo sceriffo di Nottingham, Silente, Piton e Lucius Malfoy.
Uther gli guardò annuendo. -Ecco vedete? Vi ho forse messo alla gogna o fatti decapitare? -
Tutti sorridemmo da quella che ci sembrava unidea assurda.
-Guardie arrestateli e metteteli al rogo! -
Le guardie entrarono come tifoni afferrando le braccia dei prigionieri.
-Cosa?! - Lucius si dimenò. -Io non voglio finire bruciato! I miei capelli si rovinerebbero. -
Piton cercò una vana difesa usando il mestolo, ma lo fermarono immediatamente.
Silente chiamò la sua fenice. -Come no. Io me la squaglio! - Chiuse le mani sulluccello appena giunto sulla sua testa. Però non era arrivata la fenice, ma solo un comune gufo che venne spiaccicato e per la paura fece tutti i suoi bisogni sul mago che imprecò in serbo croato antico
Draco cominciò ad urlare come unaquila e a piangere senza ritegno. Harry estrasse fuori la bacchetta e tutte le ragazze si misero a ridere, Ron come al solito non aveva capito cosa accadeva, Hermione cominciò a blaterare qualcosa sui diritti umani. Lo sceriffo estrasse la spada e cominciò a dimenarsi come un ossesso. -Non mi avrete mai! - Tavington alle sue spalle lo colpì con il calcio della pistola sulla testa e lo sceriffo stramazzò al suolo.
-Perché? - Gli chiese Jack vicino a lui.
-Scherzi? Gli bruceranno vivi. - Tavington sorrise tutto eccitato e contento.
-Cerchiamo di non perdere la calma ok? - Giles alzò le mani. -Non potete arrestarci e giustiziarci. -
-Perché? - Chiese Uther guardandolo storto.
-Bé non abbiamo fatto uso di magia qui a Camelot. -
Uther ci pensò un po su.
-Chi se ne frega! - Sbraitò Edoardo. -Uccidili! -
-Bruciali! - Fece Tavington.
-Non hai tutti i torti, ma qui a Camelot è reato anche non pettinarsi, vestirsi in modo non appropriato, sembrare delle donne quando si è uomini, guardarmi male, pensare che sia un tiranno, pesare che sia stupido, pensare che mi ci diverta, avere ragione e soprattutto respirare. Siete sicuri di non aver infranto nessuna di queste leggi? Quindi meritate la morte. -
-E bruciali! - Gridò Tavington.
Giles guardò Dracula. -Faccia qualcosa. -
-Mio cugino il Maestro era forte nel convincere le persone, ma hey lo hai ammazzato. -
-Non sono stato io, è stata Buffy. -
-E la stessa cosa. -
-Non direi. -
-Silenzio! - Sintromise Uther. -Per questa volta vi lascio andare. - Indicò Giles con lindice. -Ma solo perché tu mi ricordi qualcuno. -
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

-Posso fare una domanda? - Draco si avvicinò a Tavington che lo guardò con disgusto.
-Come mai lui è uguale a mio padre? -
Tavington fece una smorfia, poi lui e Lucius si guardarono negli occhi e insieme decretarono. -Non mi somiglia per niente. -
-E non vi è sfuggito vero che Piton e lo sceriffo sono identici? -
-Tsk, fatti ricoverare figliolo, io sono molto più bello. - Lo sceriffo si aggiustò il mantello.
-50 punti in meno ai serpeverdi. - Decretò Piton oltraggiato guardando con sguardo altero lo sceriffo.
-E non ditemi che non vedete come Giles e Uther siano la fotocopia perfetta. -
Giles si tolse gli occhiali e fissò il re.
-Cosè una fotocopia? - Chiese il re sconvolto.
-Qualcuno può spiegarmi perché?! -
-Se codesta è una scusa per imputarmi unaltra paternità sappi che non funziona. Solo una donna ho avuto ed era mia moglie Igraine. - Uther si sporse verso Giles parlando a bassa voce. -Sappi che se dici qualcosa a qualcuno su questa storia che sei mio figlio ti faccio evirare. - Lex-osservatore lo guardò sconvolto.
-Probabilmente tu sei una specie di sosia. - Disse Lucius.
-Sosia? Io sono maschio fino al midollo e tu sembri mia zia Brunilda durante un ballo di gala. -
-Io sono un grande amatore. - Sinalberò Lucius.
-Si, dei trucchi da donna e degli shampoo. -
-Evidentemente signor Malfoy nel corso degli anni il nostro DNA ha ripresentato la stessa mappatura. Dubito che siamo in qualche modo imparentati. - Spiegò Piton con il suo tono di voce mellifluo.
Uther e Giles tirarono un sospiro di sollievo, il primo perché non si erano venute a sapere le sue scappatelle, il secondo perché era contento di non essere imparentato con un tiranno, sadico e paranoico.
-Ma cosè questo DNA? Voi lo sapete? - Chiese Commodo alzando una mano titubante.
-Zitto tu! - Gli urlarono Edoardo e Uther e il povero imperatore si rannicchiò nuovamente in un angolo a piangere.
 

  
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