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Autore: ilestkd    10/01/2011    1 recensioni
pensieri di una ragazza universitaria.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                            PENSIERI E PAROLE
 
Ed eccomi qui, seduta davanti ad una scrivania sommersa di libri, pieni di formule fisiche. Tra sette giorni parto e tra quattro ho l’esame, penso di non sapere molto, e non ho nemmeno voglia di studiare, non voglio tornare a Milano, o per lo meno non voglio stare lontano dall’amore della mia vita, alzarmi alle cinque della mattina per preparare pranzi che mangerò sicuramente freddi, fare due ore di viaggio per andare all’università, tornare a casa alle sette del pomeriggio stravolta e non riuscire nemmeno a capire cosa dica mia madre o cosa voglia il mio cane. Mentre scrivo le mie quattro righe di sfogo morale, il mio dolce cucciolo mi chiede di coccolarlo, e, con una mano mollo il foglio per accarezzare la sua morbida testolina pelosa. Sono giorni che ci penso, dopo quasi un mese di vacanza nella mia terra natia, andare via non e che mi disturbi tanto, quello che mi dispiace e mi tormenta è lasciare il principe del mio cuore, solo, lontano da me, e ricominciare una lunga odissea, un weekend io da lui e un weekend lui da me, abitiamo a 1200 km di distanza. Mentre continuo a scrivere il cane, mi lascia la sua pallina in mano, vuole che gliela lanci. Faccio ciò che vuole, e lui si perde in una velocissima corsa per recuperare il suo amato giocattolo, dopodiché sale sul letto, e con la sua fedele compagna di giochi, mentre stranito mi guarda scrivere freneticamente, pian piano si addormenta. È ora di pranzo, ma non ho molta fame. L’ultima cosa che ho messo nello stomaco sono due toast, le patatine fritte con la maionese e le alette di pollo del McDonald’s, mangiate ieri sera con i compagni di palestra dopo un film stupendo. Adoro quel cibo. Alzo gli occhi solo per un attimo, ed intorno a me vedo solo ed esclusivamente libri di fisica, di cui uno di 164 pagine. Dopo un’ultimo sguardo li chiudo, TUTTI. Non ho la mente abbastanza libera per pensare alla spinta di Archimede, alla legge di Boyle e ne tanto meno a quel coglione prepotente del prof. che, tra una settimana presenterà davanti alla mia faccia nervosa un bell’esame scritto. Mi squilla il telefono, è lui. Il mio bellissimo e dolcissimo fidanzato che, sentendomi con la voce cupa mi chiede cosa ho, io rispondo nulla. Nel chiudere la telefonata mi sussurra un semplice TI AMO, che strappa un sorriso alle mie labbra. Tornando a quello che purtroppo devo chiamare prof. di fisica, ma che come i miei compagni preferirei chiamare Geppetto o Babbo Natale. La sua materia mi piace, ma lui non mi va giù per niente, è arrogante, antipatico, mi fa odiare qualcosa che mio malgrado devo studiare per laurearmi. Mi ricorda il mio prof. di filosofia alle superiori. Nella mia testa ho pensieri che però non so quantificare, non so se siano pochi ma difficili da analizzare e risolvere o il contrario. So solo che ho scelte di vita da fare, e non posso aggirare l’ostacolo e scappare, devo superarlo, devo saltare quell’asta alta 90 cm per 110 metri (così direbbe il mio prof di atletica leggera per farmi capire). Devo decidere e anche in fretta, non posso illudere me, il mio fidanzato, mia madre e tutti quelli che mi amano. Stich si è svegliato, mi scruta con quei suoi piccoli teneri occhi marroni, questa volta dall’aria interrogativa, che sembrano chiedere:” Quando mangiamo!?”. Eh sì, si è fatto un po’ tardi, il mio stomaco brontola e sicuramente anche il suo, abbandono i pensieri più complessi per un po’, dedicandomi ad altro, forse riposo, sport, pulizie casalinghe? Staremo a vedere.
  
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