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Autore: Laukurata    10/01/2011    1 recensioni
Storia di violenza in famiglia. La mia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora riesco a scrivere di questo perchè l'ho superata. Ho avuto la fortuna di poter recuperare il rapporto inesistente con mio padre. Ho avuto la fortuna di essere ascoltata da lui, e dirgli tutto ciò che pensavo e provavo. La mia vera fortuna è stata avere una madre stupenda, una donna che ha sempre lottato nonostante tutte le brutte cose capitatele. Mi ha sempre spinta a mantere un minimo di contatto con lui, perchè, diceva, è sempre tuo padre. 

Quindi, Grazie. 

Grazie mamma. 
 




 
 
 
Zitta

Storia di violenza in famiglia. La mia. 

 

 
 
Mia madre non è mai stata molto ordinata, forse lo sarebbe stata se anche la sua vita lo fosse stata un pò di più. 
Guardo i cartoni mentre lei cucina, sta preparando il ragù. 
 
Io amo la pasta così e mi sento felice. 
 
Quando il rumore di una macchina che entra nel vialetto mi arriva mi giro a guardarla. 
Magari non l'ha sentita. 
 
Sì che l'ha sentita. 
 
Si agita. 
 
Corre in camera, chiede il mio aiuto e si lamenta perchè ho lasciato tutto a giro. 
 
La portiera della macchina si chiude. 
E' arrivato il babbo. 
 
Sono contenta, anche se vedo la mamma preoccupata. Corro alla porta per salutarlo ma lui non si accorge di me. 
 
Rimango in cucina, ferma. Ascoltando ciò che mi accade intorno. 


 
Ci sono urla. 
 
Urla di rabbia, di frustrazione. 
 
Urla di scusanti, urla che chiedono perdono. 

 
 
Ora so che urla erano, quando avevo quattro anni no. 
Ora non ci sono più urla. 
Quando ero piccola ogni giorno era così. 
Ora reagirei, difenderei mia madre. Quando ero piccola non potevo che guardare. 


 
 
La mamma aveva gli occhi lucidi, era nervosa. Mi passa il piatto con violenza mentre sto sulla sedia a dondolo e inizio a mangiare. 
 
Tornano a litigare, di nuovo. 
 
Lui ha la voce grossa, cattiva. Ho paura anch'io. 
 
Le va nel viso, la spinge. Lei cerca di difendersi ma sa come finirà. Uno schiaffo la colpisce in pieno volto. E poi un altro. Un altro ancora. Il suo viso è rosso. Gonfio. 
 
Improvvisamente lui lancia il piatto per terra. 
 
Resto incantata a guardare i cocci e il cibo sul pavimento. Come si può buttare per terra quella pasta così buona? 
 

 
Non comprendo nemmeno bene quello che mi succede. Il babbo urla imprecazioni e se ne va, sbattendo la porta dietro di se. Sento la macchina che passa dal vialetto. I sassi sotto le ruote fanno un rumore particolare. 

 
La mamma piange, e io mi metto accanto a lei. 
 
Sto lì, e ascolto. 
 
Ascolto quello che ha da dire, ascolto il suo monologo.
 
Ascolto il suo dolore mentre piange, sto lì, accanto a lei affinchè non si senta sola. 

 
Mai.
 
 
  
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