Trois folie -Un pazzo sa di esserlo?
Retrace 03: Ai Shiteiru, Light-kun.
Riflettendoci
con attenzione, Keigo avrebbe pure potuto accorgersi che qualcosa non andava
–anche se non avrebbe mai potuto
indovinare fino a che livello le cose
non andassero-, ma era troppo ipnotizzato
per potersi rendere conto di alcunché.
Il neolaureato
in medicina, Keigo Mizuro, non riusciva nemmeno ancora a crederci, eppure
quell’angelo biondo incredibilmente attraente aveva scelto come suo fidanzato proprio lui… se si teneva
conto che la sua dolce metà era addirittura un idol, la sua incredulità saliva
alle stelle.
Tuttavia non è
rilevante, per ora, ciò che pensa il giovane Keigo; no, adesso è di vitale
importanza concentrarsi su una mente meno sana,
una mente a cui era stato riversato il colpo di grazia alcuni mesi prima, il
ventotto gennaio, ad essere precisi.
Amane Misa
aveva sempre saputo di non poter essere completamente considerata sana di
mente, se per “sanità mentale” s’intende il concetto prefabbricato venduto
dalla società moderna; nonostante ciò, il muro che la separava dalla pazzia era
rimasto in piedi per molto tempo, seppur traballante, pericolante e pieno di bieche
crepe. I danni a quel muro erano notevolmente peggiorati alla morte dei suoi
genitori, avvenuta anni prima, ma le difese non avevano accennato a crollare,
sopravvivendo in quell’equilibrio instabile.
Il ventotto
gennaio di quell’anno, alla morte del suo amato Light –“assassinato da Kira”, così le avevano detto-, il muro era
ingloriosamente crollato, riducendosi in polvere e lasciando che la pazzia la
divorasse rapidamente e con furia, come un qualcosa per lungo tempo desiderato
ardentemente e solo di recente ottenuto.
Aveva cercato
instancabilmente, Misa, e alla fine l’aveva trovato: un ragazzo che somigliava
in modo inquietante a Light.
No,
“somigliare” non è il termine adatto: erano identici,
tanto che Misa era addirittura arrivata a chiamarlo “Light-kun” –Keigo,
ingenuamente, l’aveva preso come un segno d’effetto; “Light”, dall’inglese “Luce”-.
Amane si
avvinghiò meglio al braccio del ragazzo, mugugnando soddisfatta. Era sempre
stato così, quello che voleva lo otteneva e non se ne separava più,
contagiandolo di un amore che sapeva solo di morboso.
«Ti amo,
Light-kun» gli bisbigliò nell’orecchio, facendolo sorridere teneramente.
“Un bel po’
diverso dai soliti sorrisi di Light, no?”
In effetti,
osservando bene, non aveva mai visto i lineamenti affilati di Light guardarla
con espressione tanto dolce. Troppo dolce.
Troppo
–troppo!- innaturale per quel volto.
Si rese conto
di essere stata ingannata da sé stessa da quel giovane che pretendeva di essere come il suo adorato
Yagami.
Light-kun è morto! –Che Amane Misa sia morta con lui, lasciando solo
questo folle involucro?-.
“Tu non sei
Light-kun” pensò, delusa, prima di aprirsi con velocità impressionante in un
sorriso radioso, “però possiamo porvi rimedio”.
Facilmente
riuscì a convincere Keigo ad accompagnarla al suo appartamento, così come
riuscì senza sforzo a convincerlo a fare un gioco.
In breve tempo
Keigo si ritrovò mezzo nudo legato al letto, mentre Misa gli si strusciava
contro. Sembrava tutto normale, ma fin troppo presto il ragazzo si accorse di
quell’unica nota stonata.
Sgranò gli
occhi dallo stupore quando finalmente riuscì a vedere quel sottile coltello che
lo trapassava.
«Cos…?» riuscì
a bisbigliare prima che la bocca gli si riempisse di sangue.
«Tu non sei
Light-kun, lui è morto…» disse Misa, sorridendo, «quindi sbrigati a morire
anche tu, così lo riavrò tutto per me».
Death Note: Amane Misa, la quintessenza della follia dettata
dall’amore. Qui la vediamo alle prese col suo primo omicidio che non comprende
il Death Note (logico, avendone perso i ricordi da tempo, tenendo conto che la
storia è ambientata pochi mesi dopo alla fine della serie).
Misa è
abbastanza folle e infantile da voler a tutti i costi stare con Light anche se
lui è morto… ma non può accontentarsi di avere per sé una persona che gli
somiglia soltanto, quindi nella sua follia risulterebbe abbastanza logico il
cercare di plasmare quella persona fino a farla diventare esattamente come Yagami, seppur questo significhi uccidere il
malcapitato.
Sinceramente,
vedendo quanto sia stata resa pazza dall’amore, ce la vedo a darsi alla
necrofilia.