Il sole era sorto di nuovo e lui aveva ancora il telefono tra le mani. Continuava a comporre quel numero e a sperare di sentire quella voce dolce all'altro capo del telefono chiamarlo amore, e sussurrare il suo nome. Lei gli aveva risposto seccata, come ogni volta che il suono del cellulare l'aveva distolta dall'oblio, e gli aveva chiesto chi fosse lui, perché l'aveva chiamata. Piangeva, eppure asciugando le sue lacrime le aveva raccontato di come si erano conosciuti, di quanto si erano amati, dei progetti e delle promesse, dei sogni e delle speranze. Le aveva parlato per ore, sperando che lei ricordasse, e poco prima che la storia finisse, lei aveva sussurrato il suo nome - Arthur - Lei era felice, lo aveva riconosciuto, lo amava ancora. Arthur aveva chiuso, aveva sorriso, e poi aveva lasciato il suo telefono. L'avrebbe chiamata di nuovo, il giorno dopo, lei non lo avrebbe riconosciuto e lui le avrebbe raccontato la loro storia d'amore, e lei avrebbe commentato, come ogni volta, che le sarebbe piaciuto che quella storia, meravigliosa e indimenticabile, fosse la sua.