Una volta per natale una mia amica mi disse di scegliere tra due regali. Mi ricordo che guardai attentamente i pacchetti colorati, li tastai, li scossi, per sentire che rumore producevano, e infine ne afferrai uno. Scelsi quello più grande. Lo scartai subito, frettolosamente, sono sempre stata una curiosa cronica. I pochi ricordi del mio passato sono confusi, ma sono certa che il mio viso fu solcato da un'espressione cangiante dallo stupore al disgusto per giungere mestamente all'imbarazzo. Uno di quei cosi orribili, che tuttora non ho ancora ben identificato. Uno di quei schifosissimi elfi inutili, con il classico berrettino verde, il sorriso inquietante, sdraiato a pancia all'ingiù e con i piedi all'insù, sì, con quelle babbucce improponibili, il capo sorretto dalle mani. Che schifo. La mia reazione fu maleducata, me ne resi conto solo in seguito. Cercai immediatamente di cambiare il regalo, prendere il pacchetto più piccolo, ma ovviamente un regalo è un regalo, si deve accettare. Punto. A dir la verità lo feci solamente perché volevo conservare un bel ricordo. Bello. Tornata a casa lo riguardai, lo rigirai fra le mani, ma la mia opinione non si decideva a cambiare. Fa proprio schifo. Nonostante ciò mi dispiaceva buttarlo per sempre in un cassetto nascosto, solo tra la polvere, così decisi di metterlo in alto, su una mensola nella mia camera.
Ancora oggi mi capita di svegliarmi di notte annaspando, o semplicemente giacendo lì, tranquilla sotto le coperte. E vedo quella piccola luce. Sì, mi sono dimenticata di dire che si illumina al buio. E così non mi sento sola, persa nell'oscurità. So dove guardare. In quell'esatto punto c'è una luce così rassicurante. Così calda. Bella.
Alcune volte mi domando se anche io sarò mai così per qualcuno.