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Autore: Ashleigh    19/12/2005    9 recensioni
Ginny Weasley incontra un 'amico'.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sei

Qual è il tuo nome?

Il dormitorio femminile del primo anno di Grifondoro era silenzioso.

Tre delle quattro ragazze che lo occupavano, Margaret Ashworth, Joan Burns e Susan Newbolt erano ormai profondamente addormentate da almeno un'ora.

La quarta, invece, no.

Ginny Weasley era sveglissima, e piuttosto curiosa.

Si guardò intorno, per controllare che nessuno potesse vederla.

Appurato l’inconsistente rischio, e controllato che i calci di Joan Burns fossero solo dei riflessi involontari, la ragazzina si dedicò a studiare il misterioso oggetto che aveva davanti.

Sembrava-a prima vista- un comunissimo diario.

Anzi, un costoso diario.

La copertina era di pelle nera, e non vi era nulla di scritto: solamente, era decorato da un sottile bordo dorato, che gli dava un’aria piuttosto importante.

La ragazzina lo fissava con aria orgogliosa: nessuno dei diari delle sue compagne era così, nessuno era di pelle nera, nessuno aveva quell’aria importante.

Non aveva voluto sfogliarlo quando l’aveva trovato, pochi giorni prima di arrivare a Hogwarts: non voleva che i suoi genitori, o i suoi fratelli, lo vedessero, altrimenti sarebbero stati sospettosi.

Inoltre, voleva inaugurare la sua vita scolastica proprio con l’apertura del suo nuovo diario.

Con mano esitante-come se fosse qualche sorta di oggetto pregiato- lo aprì.

Le pagine, di ottima carta, o così le sembrò, erano tutte leggermente ingiallite, e non vi erano scritti, né scarabocchi.

Lo sfogliò tutto, cercando qualche traccia del suo precedente proprietario: non vi trovò nulla, nessuna pagina era stata toccata.

Deliziata, lasciò sfuggire un gridolino di gioia: il suo ultimo diario era finito ormai da tre anni, e i suoi genitori non avevano avuto i soldi per ricomprarglielo, non come quello, almeno.

Velocemente, andò verso la sua borsa, e la aprì, estraendone una boccetta d’inchiostro e un calamo.

Con cosa avrebbe iniziato? Di cosa avrebbe parlato?

Parlare della tua vita ad Hogwarts sarebbe una buona idea, disse una vocina dentro la sua testa.

E così sarebbe stato, decise: un diario sul primo anno ad Hogwarts di Ginny Weasley.

La ragazzina intinse la punta della penna nel calamaio, e iniziò a scrivere.

Cara’ iniziò, ma dovette pensare a come chiamare il suo ideale corrispondente. Poi ci ripensò, e sbarrò la parola.

‘Caro Bill’.

L’idea che stesse ‘parlando’ con una persona che avesse lo stesso nome di suo fratello sembrava buona.

Stava per continuare con qualcosa come ‘Sono una Grifondoro!’, quando, con suo grande stupore, l’inchiostro…svanì.

Girò la pagina, cercando di capire dove fosse andato l’inchiostro.

Quando la rigirò nuovamente, in una scrittura rapida ed elegante era apparso ‘Chi è Bill?

Sconcertata, Ginny fissò lo scritto.

I suoi genitori le avevano sempre detto che non doveva fidarsi di cose che sembrano avere un proprio cervello, ma, riflettè, che male poteva farle, investigare un pò?

Cosa sei?’

L’inchiostro svanì nuovamente.

Al suo posto, apparve qualche secondo dopo ‘Sono una memoria. La memoria di un ragazzo di sedici anni. Chi sei tu, invece?’

Ginny non era sicura che dare il proprio nome sarebbe stata una buona idea, ma la curiosità la sopraffece.

‘Sono Ginevra Weasley. Chiamami Ginny, però.’

‘Ciao, Ginny. Quanti anni hai?’

‘Undici.’

‘Allora sei già ad Hogwarts, suppongo. Che giorno è?’

La cosa diventava sempre più interessante.

‘1 Settembre 1992,’ scrisse Ginny velocemente, aspettando ansiosa la risposta.

L’inchiostro sparì, ma non ci fu risposta per qualche momento in più delle altre volte.

Poi riapparve la stessa elegante e rapida scrittura.

Dove hai trovato questo diario?’

Ginny non sapeva bene come c’era arrivato, quel diario, nel suo calderone. Sapeva solo che mentre fissava i suoi libri scolastici di seconda mano si era accorta della sua esistenza.

Non lo so bene. L’ho trovato mentre prendevo i miei nuovi libri.’

L’inchiostro sparì, e dopo una breve attesa, sulla pagina ricomparve la scrittura della memoria.

‘Allora, Ginny. Parlami un po’ di te. Sono curioso. Non parlo a qualcuno da molti, molti anni.’

Ginny sentì un po’ di pena per quel misterioso ragazzo. Non aveva parlato con nessuno evidentemente per molti anni, se non sapeva nemmeno la data.

L’idea di portare il diario alla McGrannitt, o di mandare un gufo alla madre per avvisarla, svanì dalla sua mente, sicura delle buone intenzioni del suo nuovo amico.

‘Vivo in una fattoria, nel Devon. Ho sei fratelli. Io sono la minore. C’è mio fratello Bill, adesso è in Egitto, lavora per la Gringotts, poi c’è Charlie, che adesso sta in Romania, e lavora con i draghi, poi c’è Percy, che è Prefetto, qui ad Hogwarts, ed è un po’ noioso, poi ci sono i gemelli, Fred e George. Purtroppo mi prendono sempre in giro, fin da quando ero molto piccola, e poi c’è Ron, che è il miglior amico di Harry Potter…’

‘Harry Potter? Quel, Harry Potter?’

Ginny si chiese perché mai la memoria avesse interrotto la sua narrazione per chiederle di ‘Harry Potter’. Poi riflettè che forse anche la memoria era una grande ammiratrice del migliore amico di suo fratello, e sorrise.

‘Proprio lui. E’ molto carino, sai. E’ sempre gentile, e mi…’

Ginny s’interruppe. SI vergognava di dire al diario della sua enorme cotta. Fece come per continuare a scrivere qualcosa sulle linee del ‘voglio dire, è una persona molto amichevole’, quando sul foglio comparve lo scritto elegante del suo nuovo corrispondente.

E ti piace tanto, vero?’

Ginny arrossì. Per essere la mera memoria di un ragazzo di sedici anni-e tutti sapevano che i ragazzi, di qualunque età siano, ne sanno poco di sentimenti-il suo amico aveva una sensibilità e un intelligenza fuori dal comune.

‘Bè, ha dei bellissimi occhi verdi, verdi come lo smeraldo, e dei disordinati capelli neri…e poi, è così carino…porta gli occhiali, e ha una strana cicatrice sulla fronte. A forma di saetta…’

‘A forma di saetta?’

‘Sì, è un po’ strano…però dicono che sia la cicatrice della maledizione Assassina che gli aveva lanciato Tu-Sai-Chi quando aveva un anno.’

Non ci fu una risposta. Sembrava che il diario, o la memoria, o qualunque cosa fosse, stesse pensando. Ginny provò a scuotere un po’ il diario, per vedere se serviva a qualcosa, ma non ottenne nulla.

Quando ormai stava per chiuderlo, sul diario apparve, ancora una volta, la scritto elegante e rapido che ormai conosceva.

‘Bè, Harry Potter e Tu-Sai-Chi non sono argomenti così interessanti, dopotutto, non ti pare? Perché non mi parli di Hogwarts?’

Ginny sentì un moto di simpatia verso il suo amico. Non l’aveva presa in giro, ma anzi, si rivolgeva a lei in modo cortese, cosa che non le succedeva mai con i suoi fratelli, e, soprattutto, ascoltava.

‘Hogwarts…Hogwarts è bellissima. Questa sera c’è stato il Banchetto, e mi…’

‘In quale Casa ti hanno smistata, Ginny?’

Ginny esitò.

E se quel cortese ragazzo era stato un Serpeverde, e non le avrebbe più parlato se gli diceva che era una Grifondoro?

Ancora una volta, però, fu il diario a rispondere per lei.

‘Grifondoro, vero?’

‘Come fai a saperlo?’

‘Ho indovinato. Sembri una ragazzina coraggiosa.’

Il moto di simpatia verso il diario aumentò ancora di più. Nessuno dei suoi fratelli le aveva mai detto che fosse coraggiosa.

‘E qual è il nuovo Preside?’

‘Albus Silente.’

‘Molto interessante. Lo immaginavo.’

‘E’ un grande mago. I miei fratelli dicono che sia un po’ pazzo, ma sempre un genio.’

‘Credo di sì. Ma non fidarti sempre dei tuoi fratelli.’

A quel punto, Ginny voleva saperne qualcosa di più sul ragazzo che le stava parlando. Rapidamente, intinse la penna nel calamaio, e scrisse.

‘Allora…in quale Casa sei stato smistato, ai tuoi tempi?’

‘Serpeverde.’

‘Davvero? Non sembri un Serpeverde.’

‘Ah, no?’

‘Decisamente no.’

Stava per scrivere che i Serpeverde erano antipatici e maleducati, oltre che degli sbruffoni, ma si trattenne. Invece, scrisse un mite ‘Hai dei fratelli o delle sorelle?’

La risposta si fece attendere qualche secondo.

‘Ci sarà molto tempo per discutere su queste cose. Abbiamo tutto un anno davanti a noi. Ci divertiremo, vedrai.’

‘D’accordo.’

Forse non ha molta voglia di parlarne, pensò Ginny.

In quel momento, il pendolo del dormitorio suonò la mezzanotte. Era ora di andare a dormire, altrimenti l’indomani non si sarebbe svegliata in tempo per la sua prima lezione. E Piton non era certamente l’insegnante più benevolente della scuola, almeno così le aveva detto Ron.

‘Adesso dovrei proprio dormire. Mi ha fatto piacere parlarti…’

Ginny si rese conto che fino a quel momento non aveva chiesto il nome del suo nuovo amico.

Qual è il tuo nome?’

L’inchiostro svanì, e al suo posto, in quella elegante, slanciata, scrittura, apparve la risposta della memoria.

‘Tom. Tom Riddle.’

‘Bè, buonanotte, Tom.’

‘Buonanotte anche a te, Ginny.’

La ragazzina chiuse il diario e lo mise con cura nel suo baule.

Quella notte, Ginny Weasley si addormentò con una calda sensazione di comforto, e con la certezza di aver trovato il suo primo, grande, amico, in quell’enorme castello di pietra.

 

 

 

  
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