I lost myself on a cool damp night..
Quel giorno di maggio lo ricordo
vagamente.
Ricordo che mi annoiavo
terribilmente.
Eravamo in viaggio da diverse
ore, ed io avevo bisogno di una pausa…una sosta per riprendere fiato, per
sgranchirmi le gambe e per riempire il mio stomaco che emetteva un forte
brontolio.
Io e Keith
ci stavamo dirigendo verso lo studio di registrazione.
Dovevo incidere dei nuovi brani
che sarebbero dovuti rientrare nel mio secondo disco.
Nuovi brani, perché, a quanto
pare, il materiale che avevo proposto in precedenza, non era piaciuto alla casa
discografica. Mi dissero di scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa di più fresco
ed innovativo. Personalmente, per me quel materiale era forte.
Ne ero
davvero orgoglioso. Forse era migliore di Grace, il mio album precedente.
Ma se i miei discografici
vogliono che io componga altre canzone…beh, dovrò
accontentarli.
………………..
“Keith,
manca ancora molto?”
Ero sfinito…non
potevo resistere un minuto di più
dentro quel furgone, così asfissiante.
L’essenza di quel deodorante per
auto al profumo di lavanda, che si confondeva con l’odore acre e stantio di
quel vecchio macinino, mi stava dando alla testa.
Dovevo respirare dell’aria
fresca.
Un desiderio insolito, dato che
l’aria di Memphis era malsana, quasi quanto quella che si respirava all’interno
del furgone.
“Non preoccuparti Jeff, manca poco.”
Dai polverosi finestrini,
riuscivo ad intravedere il Wolf River…
Eravamo quasi giunti a
destinazione, ma io dovevo assolutamente uscire da quell’opprimente
scatola di ferro con le ruote.
“Possiamo fermarci un attimo?”
“Perché?
Tanto tra non meno di mezz’ora siamo arrivati.”
“Sì, ma io ho bisogno di respirare
dell’aria fresca…voglio uscire da qui.”
“Okay Jeff…”
Keith
fermò il furgone in un’area di servizio dell’autostrada.
Scesi in fretta e furia…sembrava
che dovessi soffocare da un momento all’altro.
Mi sgranchii le gambe, fumai una
sigaretta e poi chiesi a Keith di entrare in una
bettola che si trovava in quello spiazzo d’asfalto.
Ci sedemmo al bancone e
mangiammo un sandwich…
“Potrei avere un bicchiere
d’acqua?”
“Certamente signore.”
Avevo sete…la mia bocca era
impastata e la mia gola era secca.
Ebbi un’immediata sensazione di
sollievo, non appena l’acqua fresca scivolò giù per il mio esofago.
Mi sentivo decisamente
meglio…però, avevo ancora quel senso di oppressione che premeva sul mio petto.
Ero agitato…pensavo “e se nemmeno le nuove canzoni piacessero ai
produttori?”
Ero molto insicuro per
natura…passavo le notti a pensare e ripensare a quei
sfottuti testi, a quelle melodie, a quegli accordi…cercavo di perfezionare il
mio lavoro, sempre più.
Lo facevo per me stesso, sì…ma
anche per fare una buona impressione sulla gente, su
chi, un giorno, avrebbe ascoltato le mie canzoni.
“Andiamo Jeff?”
“Sì…”
Uscimmo fuori
da quella specie di bar…
Davanti a noi, c’era il Wolf River, l’affluente del fiume
Mississipi…
Avevo un’irrefrenabile voglia di
tuffarmici.
Sentire l’acqua accarezzarmi la
pelle, con la sua freschezza.
Mi diressi verso il furgone,
aprii lo sportello e presi una radio che si trovava lì, coperta da un vecchio e
lercio asciugamano.
L’accesi
e cercai una frequenza dove si potesse ascoltare della musica decente.
D’un
tratto, sentì l’intro di Whole Lotta Love, dei Led Zeppelin.
“L’atmosfera
giusta per una bella nuotata” pensai.
Appoggiai la radio sul cofano
del veicolo e mi diressi verso la riva del fiume…
“Jeff,
che vuoi fare?!”
“Non preoccuparti Keith, voglio solo farmi una nuotata.”
Entrai in acqua, senza
spogliarmi dai miei indumenti…
Non mi tolsi nemmeno gli
stivali, così pesanti, come se avessi dei macigni al posto dei miei piedi.
“Ehi Jeff,
torna indietro!!”
Non lo ascoltai…
Iniziai a nuotare verso i piloni
dell’autostrada, canticchiando Whole Lotta Love…
“Wanna Whole Lotta
Love?
You've been learnin', baby, I been learnin',
All them good times, baby, baby, I've been yearnin',
Way, way down inside honey, you need it,
I'm gonna give you my love”
Guardai il fondale del fiume,
per poi immergermi completamente.
Non si vedeva nulla. L’acqua era
talmente torbida, che non riuscivo a mantenere gli
occhi aperti, per osservare tutto quello che mi circondava.
Decisi di risalire in superficie per riempire i polmoni d’aria…guardai verso il
sole che stava tramontando.
Che spettacolo…quel cielo color
rossastro, quelle nuvole che sembravano giocare a nascondino con la notte…tutto
era estremamente perfetto.
Quell’attimo
di pura estasi però, fu interrotto da un rumore…era il
traghetto che, solitamente, solcava le acque del Wolf
River.
Inizialmente non ci feci molto
caso, ma il rumore continuava a diventare sempre più insistente, così mi
voltai…
Vidi delle luci in lontananza che si avvicinavano sempre più…
Dopo di che, il buio.
C’è la luna che chiede di
restare
Quanto basta perché le nuvole mi facciano volare via
Bene, è giunto il momento per me di andare,
non ho paura, paura di morire…
………………………………………………….
Bene,
eccomi qui con questa OS dedicata a Jeff Buckley, cantautore
statunitense nato nel 1966.
Essa
parla di quel 29 maggio del 1997, giorno in cui Jeff
morì.
Ho
provato ad immedesimarmi in lui, nei suoi pensieri.
Beh,
che dire? Buona lettura : )