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Autore: Sophie_moore    12/01/2011    3 recensioni
I due si guardarono e cominciarono a scorrere la rubrica dei loro cellulari, alla ricerca di qualche nome che li riportasse indietro nel tempo, per ricordare qualcuno che fosse all’altezza. Alla sua altezza.
E se Syn fosse in contatto con un ragazzo che potrebbe sostituire temporaneamente il batterista? E se insieme a questo ragazzo arrivasse l'uragano della sorella minore?
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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There’s something fucking wrong, there.

 
<< Ragazzi, buongiorno!! >>  Jade entrò nella sala prove, ovvero il garage di casa sua, mentre suo fratello ed il suo gruppo stavano finendo un pezzo.
<< J, credo ti ucciderò se entri ancora una volta qui dentro senza bussare. >> brontolò suo fratello Duncan, poggiando le bacchette sul rullante e prendendo la bottiglietta d’acqua lasciata di fianco alla grancassa. Ne bevve un sorso, lentamente, mentre gli altri componenti rimanevano in un silenzio di tomba. Come in una sorta di cena di nobili nel Medioevo, appena Duncan ebbe finito di bere dalla bottiglietta, cominciarono a farlo anche gli altri, riprendendo un mormorio di sottofondo.
Jade ridacchiò e scosse a testa, posando la borsa della spesa su un tavolino in mogano chiaro. << Se avessi bussato non ti avrei sentito, con tutto il rumore che fai. >> gli rispose lei. Prese l’elastico dal polso e si fece una coda alta, i capelli rossi che svolazzavano senza un senso logico.
Duncan si alzò in piedi, mostrandosi a torso nudo, raggiunse sua sorella e la fissò un momento, cercando di notare qualcosa di diverso nel suo viso. Perché c’era qualcosa di diverso di sicuro, lo capiva. Poi, lo sguardo cristallino passò ai capelli fiammeggianti legati stretti e rimase a bocca aperta. << HAI TINTO I CAPELLI! >> berciò, indicandoli convulsamente con l’indice.
Jade alzò il viso e gli fece un sorriso. << Sono almeno due giorni che ho i capelli rossi, ben svegliato fratellone!! >> lo prese in giro, dandogli una pacca sul petto  col dorso della mano. << Spostati… puzzi come un animale, lo sai?? >> gli fece notare, mentre svuotava la borsa della spesa sul tavolino. Lasciò i sei tramezzini lì e rimise poi le altre cose dentro, prendendo la borsa in mano.
<< Io faccio qualcosa nella vita. >> le fece notare. Guardò l’orologio nero che portava al polso e  imprecò,  facendo zittire i suoi amici.
<< Che succede? >> chiese la sorella minore, inarcando un sopracciglio confusa.
<< Ragazzi, le prove sono finite. >> dettò. In poco tempo, tutti i ragazzi si presero il loro tramezzino ed uscirono dal garage con tutta la loro roba, dando un bacio sulla guancia a Jade per ringraziarla. << Ho scuola di ballo. >> le disse all’orecchio Duncan. Andò alla batteria, prese la maglietta che aveva tolto prima per essere più comodo, e se la rimise addosso, per poi passarsi una mano tra i capelli.
<< Oh, giusto. >> annuì seria la ragazza, trattenendo a stento una risata. Vedere suo fratello ‘rockeggiare’ con i suoi amici e poi sentirlo mormorare imbarazzato ‘devo andare a ballare’, faceva impressione tutte le volte che lo sentiva. Ovviamente faceva hip-hop, un ballo da veri uomini come diceva lui tutte le volte.
<< Sai cosa fare, vero? >> Duncan sorrise e le stampò un bacio sulla fronte, mentre afferrava di sfuggita un borsone verde scuro vicino alla porta del garage. << A sta sera! >> aprì la porta ed uscì, lasciando Jade lì, da sola a guardarsi intorno.
La ragazza sospirò, tenendo stretta tra le mani la borsa della spesa, ed uscì anche lei dal garage, chiudendo poi la porta a chiave. Percorse il piccolo vialetto fino a casa ed entrò, posando la borsa sul tavolone della cucina. Da quando i loro genitori si erano separati, loro due erano andati a vivere da soli nella vecchia casa del padre, che aveva acconsentito subito volendo portare i figli dalla sua parte. Jade doveva compiere venticinque anni, mentre suo fratello, che ne dimostrava almeno dieci di meno, ne stava per compiere ventotto. Lui e Jade erano sempre stati legati, ma quando i genitori avevano cominciato ad avere problemi, il loro rapporto si era rafforzato, fino alla decisione di uscire da quella casa per sempre.
Squillò il telefono di Duncan (se l’era dimenticato a casa. Un’altra volta) e lei corse a rispondere, inciampandosi nel comodino di fianco alla porta d’ingresso, dove stava appoggiato il telefono. << Merda… >> brontolò, mentre prendeva il telefono in mano. Schiacciò il pulsante verde e fece partire la chiamata, appena si fu calmata. << Pronto? >>
 
°°°
 
<< Ragazzi… cos’abbiamo intenzione di fare? >> chiese Brian, stravaccandosi sulla sedia davanti al tavolo. Prese la birra e ne bevve un po’, guardando poi fisso l’etichetta. Non era decisamente una delle migliori, ma poco gli importava, avevano un problema ben più grande della marca delle birre.
<< Non lo so, non lo so!! >> brontolò Matthew, accasciandosi senza forze sul divano.
<< Mike ha detto che non può. >> ricordò Zachary, percorrendo con larghe falcate la stanza bianca, passando lo sguardo su ognuno dei componenti della squadra. Brian osservava la birra come un ebete, Matthew si massaggiava le tempie e Johnatan pizzicava le corde del suo basso senza proferire parola. << Sì ma non posso ragionare solo io! >>
<< Stiamo pensando Zacky, calmati… stiamo pensando anche noi. >> la voce tranquilla di Johnatan tagliò l’aria tesa nella stanza. << Non conosciamo qualcuno? >> chiese poi a Matthew e Brian.
I due si guardarono e cominciarono a scorrere la rubrica dei loro cellulari, alla ricerca di qualche nome che li riportasse indietro nel tempo, per ricordare qualcuno che fosse all’altezza. Alla sua altezza.
<< No. Niente. >> Matthew strinse convulsamente il cellulare tra le mani, sperando di romperlo per la rabbia. Non potevano pensare di trovare qualcun altro come Jimmy, non potevano neanche immaginarlo. Lui era uno di loro, uno della famiglia.. non potevano sostituirlo. Ma era anche vero che i fan avevano il diritto di ascoltarli suonare, quindi qualcuno doveva esserci. << Imparo a suonare la batteria. >> decise sul momento, riflettendo ad alta voce.
I tre ragazzi si voltarono verso di lui e spalancarono gli occhi.
<< Stai scherzando. >> decise Johnatan.
<< No, pensateci.. io non voglio far entrare nessuno fino a che non avremo superato… tutto. >> rispose, enfatizzando quel tutto. Si mise a sedere composto e si passò le mani nei capelli. << Io non sono pronto. >> decretò alla fine, infilandosi gli occhiali da sole per non far leggere ai suoi amici il dolore celato nei suoi occhi.
<< Non entrerà nessuno, Matt.. sai benissimo che ci serve un batterista professionista. >> cercò di portarlo sulla terra Zachary.
<< Io forse posso contattarne uno.. >> proruppe Brian, timidamente. Gli occhi degli altri saettarono su di lui e questo fece un piccolo sorriso. << Era uno dei miei compagni di scuola, al liceo.. allora suonava piuttosto bene, non so più ora se suoni ancora. >> spiegò, riportando alla memoria quel ragazzo un po’ introverso che batteva furiosamente sul rullante della batteria dell’auditorium.
<< Chiamalo, fagli fare un’audizione. >> lo spronò subito Zachary, lasciandosi scappare un largo sorriso.
Brian annuì e premette il pulsante con la cornetta verde.
Pronto?
Brian spalancò gli occhi e mise la mano sul microfono del cellulare, sconvolto.<< È una donna!! >> sussurrò agli altri, che scossero la testa e tornarono seduti dov’erano prima.
C’è qualcuno?” chiese di nuovo la voce femminile dall’altra parte.
“Ehm.. Duncan?” provò, sperando in una risposta diversa da ‘non sono più Duncan, ora mi chiamo Angelina’.
Oh! No, mio fratello non è a casa, ha lasciato il cellulare a casa… posso dargli un messaggio se vuoi!
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e rimise la mano sul microfono. << È la sorella. >> rese partecipi i suoi amici, nei quali si accese di nuovo un barlume di speranza.
“Sì, grazie.. mi faresti un favore! Puoi riferirgli appena torna che lo ha chiamato Brian, del liceo?”
Sì certo! Spero torni presto, deve lavare i piatti. Glielo farò sapere, devo dirgli altro?
“No.. un’informazione, suona ancora?”
Certo. Non smette un attimo. Il garage tutti i giorni sembra un concerto heavy-metal. Non che mi dispiaccia ma sono io che pulisco poi.” La ragazza fece un sospiro e si tranquillizzò. “Posso sapere a cosa ti serve?
“Ecco… diciamo che è un candidato per entrare nel mio gruppo, ma deve fare una specie di audizione..”
Ohhhhhhhhhhhh. Ho capito. Riferirò! Altro?
“No, grazie.. a presto!” chiuse la chiamata e sorrise. << Suona, e la cosa più importante è che non è diventato una donna!! >> disse, facendo ridere i ragazzi.   
  
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