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Autore: Kate_88    13/01/2011    6 recensioni
In secondo superiore nulla è facile, ancor meno se ci sono le prime difficoltà, gli amori e un nuovo nemico che non è per niente facile. Tutto cambia quando si cresce e sapere che un giorno si dovrà indossare una corona, grava ancora di più sulla schiena della povera Usagi.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Minako/Marta, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 5 – Resurrezione

 

 

Il giorno dopo, Mamoru si alzò con un solo pensiero in testa: andare da Usagi per parlarle.

La conversazione con i quattro generali gli rimbombava in testa, l'idea di averli potuti avere accanto era in qualche modo di conforto, avendo da sempre il problema del sentirsi inutile, dicendo spesso di non avere poteri. Questa volta poteva dare un aiuto importante alla sua amata, avrebbe potuto farle vedere che realmente l'amava, dimostrandoglielo in ogni modo.

Si vestì piuttosto di fretta, indossando una camicia bianca e un paio di jeans, mise il casco e montò in moto con le pietre in tasca.

In breve citofonò a casa di Usagi, dove la madre aprì.

Ormai era il benvenuto in casa, aveva conosciuto i genitori e aveva avuto l'approvazione del padre che, inizialmente perplesso, lo definì poi un bravo ragazzo, in grado di rendere felice la figlia.

Anche Shingo aveva dato la sua approvazione, soprattutto quando Mamoru gli regalò l'ultimo videogioco uscito sul mercato che tanto aspettava.

Il ragazzo salì in camera di Usagi, ancora in pigiama.

« Mamo – chan! Scusa ma mi sono svegliata tardi »

« Tranquilla. Anzi, se hai due minuti devo un attimo parlarti, perchè credo che oggi dovremo vederci con le altre »

« Che succede? »

Mamoru tirò fuori dalla tasca le quattro pietre e chiamò i generali che, come ologrammi, si mostrarono.

« Questi sono i quattro generali, lo sai bene chi sono. Mi hanno messo in guardia sui nemici attuali e... Non basteranno le nostre sole forze. Devono tornare in vita e non posso farlo solo, in più, egoisticamente, ti dico che mi farebbe piacere se tornassero »

« Mamo – chan, io vorrei aiutarti ma, come facciamo a farli tornare in vita? Io non ho questo potere »

« Principessa, voi avete il cristallo d'argento. Avete questo potere. » Kaspar parlò a nome dei quattro.

« Ma cosa vuol dire? »

« Lo avete già fatto ricordate? Con sailor Saturn... » continuò Kaspar.

« È vero Usa, lo hai già fatto »

« Io non credo di riuscirci... dobbiamo sentire le altre. Le chiamo e... prima però Mamo – chan devi uscire dalla camera, devo cambiarmi »

Mamoru arrossì e gli ologrammi subito sparirono scusandosi.

Dopo un po' di tempo, giusto il necessario per una partita con Shingo ai videogiochi, Usagi e Mamoru uscirono da casa, raggiungendo le altre al tempio.

Dopo una lunga spiegazione, Minako intervenì: « Quindi Kaspar, Zackar, Jack e Nevius torneranno. Quando vogliamo farlo? »

« Secondo me, a questo punto non c'è tempo da perdere » seguì Makoto alzandosi in piedi.

« Ragazze trasformiamoci. Forze unendo tutti i nostri poteri potremo aiutare il Principe e la Principessa » esclamò Rei afferrando la sua penna.

« Bene! Sono d'accordo ragazze! » terminò Ami.

Le ragazze si trasformarono, seguite da Mamoru e Usagi.

Non era facile quell'unione e così iniziarono a raccogliere i loro poteri richiamandoli insieme a Sailor Moon e Milord.

I due reali presero le sembianze di Serenity ed Endimyon e lasciando levitare le pietre, si strinsero in cerchio per avvolgerle e confluire i loro poteri.

Ancora non bastava.

Non c'era un vero convoglio di energie e in breve la prova fallì, lasciando le guerriere in ginocchio, esauste.

« Cos'è andato storto? » domandò Serenity al principe.

« Non lo so. Era come se il potere non fosse... ma certo! Ci sono loro ma serve anche il potere del guerriere del sistema solare esterno! Bisogna chiamare anche Haruka, Michiru, Setsuna e Hotaru. »

 

Mentre le guerriere riposavano e Mamoru interpellava le pietre, Usagi chiamò le altre guerriere che in breve la raggiunsero.

Tutti, dopo pranzo, erano pronti per riprovare quell'impresa.

Le guerriere si strinsero in un cerchio tenendosi per mano. All'interno del cerchio Serenity ed Endimyon si stringevano le mani, lasciando levitare le quattro pietre fra di loro. In tutto si formavano tre cerchi.

Le guerriere, nel cerchio più esterno, iniziarono a convogliare i poteri che arrivavano a sorvolare il principe e la principessa.

Serenity iniziò ad usare il cristallo d'argento che, uscendo dal suo petto, iniziò ad inglobare il potere, dirigendolo poi verso le quattro pietre.

Anche Endimyon collaborò, lasciando uscire dal suo petto il cristallo d'oro che potenziò maggiormente il potere del cristallo d'argento, dando inoltre maggiore energia a Serenity per sostenere lo sforzo.

Le guerriere perdevano energia, ogni secondo era sempre più dura resistere, finchè dalle pietre non scaturì una luce abbagliante che fece distrarre le guerriere che interruppero il contatto e che allontanò anche i due reali.

Quando la luce sparì, Zackar, Kaspar, Nevius e Jack erano lì, in carne ed ossa, con la loro divisa da generali.

« Bentornati! » disse Endimyon che si rialzò per primo, porgendo poi la mano a Serenity.

I quattro generali s'inchinarono davanti ai due reali, lasciando poi parlare Kaspar: « Grazie ad entrambi per averci riportato alla vita. Svolgeremo una vita tranquilla su questo pianeta per non gravare su di voi e ovviamente metteremo tutta la nostra vita al vostro servizio, specie in questa grande battaglia che c'aspetta. »

« Kaspar, Nevius, Zackar e Jack, alzatevi e non inchinatevi. Non dovete. Già il vostro aiuto sarà per noi importantissimo. » parlò Serenity che poco dopo, per il troppo sforzo, tornò ad essere semplicemente Usagi, come tutti gli altri presenti.

« Adesso siamo tutti stanchi, dovremo riposare. Dovremo trovare una sistemazione per voi quattro » continuò Usagi.

« Per la sistemazione ci ho pensato io. Non dubitavo delle tue capacità e ieri, sul tardi ho contattato un mio amico che affitta un appartamento. In quattro entrano tranquillamente. I primi mesi pagherò io l'affitto, poi si vedrà » affermò Mamoru verso la ragazza.

Le ragazze intanto si congedarono, tornando alle proprie famiglie, tranne Minako che per un attimo restò lì, quasi paralizzata alla vista di Kaspar.

Mentre gli altri restanti parlavano tra loro, Kaspar si allontanò un po', raggiungendo la ragazza.

« Sono felice di rivederti Venus »

« Porto il nome di Minako da quando sono rinata »

« Ma hai mantenuto la tua bellezza, come la dea che si dice in antichità, rappresenti il tuo pianeta »

« Kaspar, ora le cose sono diverse, lo sai, vero? »

« Immagino dovrò imparare le maniere di questo secolo, giusto? Quand'ero soggiogato da Metaria, sono stato l'unico dei quattro che non s'è mischiato molto con questo nuovo mondo. Ad esempio, quando si terrà il prossimo ballo di palazzo? Vorrei invitarti. »

« Kaspar, non si fanno più questi balli. Insomma, adesso le coppie escono, mangiano un gelato o vanno al cinema, oppure tante altre cose ma niente balli, e poi ricordo bene che un tempo eri così ribelle da ignorare i balli... comunque è inutile rivangare il passato. »

A Minako faceva uno strano effetto rivedere Kaspar, probabilmente al ricordo di quando era sulla Luna e aveva una cotta per quell'uomo. Eppure era tutto proibito. Non poteva legarsi a lui, ne farglielo sapere, perchè la Terra stava per attaccare la Luna e potevano anche diventare nemici.

I presagi poi s'avverarono e si ritrovarono a combattere, l'una contro l'altro, consci che uno dei due avrebbe causato la morte dell'avversario.

« Venus, anzi Minako, sono felice di averti rivisto. » in breve Kaspar si voltò e tornò dagli altri, lasciando una Minako rossa in volto e con il cuore a mille.

 

Tanos intanto, progettava un nuovo piano per rubare una mente forte, intelligente, qualcosa che poteva risvegliare la somma strega.

Nuovamente aveva aperto il solito libro di fiabe e pronunciò: « Tu che usi astuzia in ingegno, fa che per loro sia un avversario degno. Torna alla vita di tenebre condita.»

Dal libro, per magia, apparì quello che un tempo era il gatto con gli stivali, con la faccia deformata dalla malvagità e una bacchetta tra le mani.

« Devi trovare una mente che sia forte, pura e intelligente. Che sia una mente in grado di risvegliare la Somma Strega »

« Si Sommo Tanos. Troverò la mente e ve la porterò. Brillerà d'oscurità. »

In un fascio di luce, il gatto sparì e come Cinderella, quasi fosse una lucciola, iniziò a vagare per la città di Tokyo, alla ricerca di quella mente, forse non troppo difficile da trovare.

   
 
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