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Autore: Izumi V    13/01/2011    6 recensioni
Due amiche, quasi sorelle, non avevano aspettato un solo secondo dalla fine dei corsi per recarsi al villaggio vacanze prenotato circa sei mesi prima.
E quindi eccole qui, Nami e Robin, pronte a ore e ore di sole cocente: abbronzatura perfetta e rilassanti bagni di acqua salata.
Certo, non sapevano che un evento imprevisto avrebbe sconvolto i loro piani di calma piatta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutto per un pallone mandato fuori campo…

 

Non potevano crederci, di essere finalmente in vacanza. Era tutto l’anno che aspettavano quel momento, per dimenticarsi di libri, scuola, studio.
In più, avevano un ottimo motivo per rallegrarsi del tanto atteso arrivo della pacchia. Perché per molti, quell’anno, la scuola era finita l’11 giugno, ma per altrettanti miseri studenti era terminata un mese più tardi.
Già… la maturità.
Ma per ora basta, volevano goderselo quel mese e mezzo che rimaneva loro di libertà.
Due amiche, quasi sorelle, non avevano aspettato un solo secondo dalla fine dei corsi per recarsi al villaggio vacanze prenotato circa sei mesi prima.
E quindi eccole qui, Nami e Robin, pronte a ore e ore di sole cocente: abbronzatura perfetta e rilassanti bagni di acqua salata.
Certo, non sapevano che un evento imprevisto avrebbe sconvolto i loro piani di calma piatta.

“Ah… certo che qui si sta da Dio… hai avuto un’idea geniale, come al solito… sei proprio una secchiona!” Nami si divertiva a prenderla spesso in giro per come andava a scuola: a differenza di lei, Robin sembrava conoscere a memoria tutti i libri di scuola. Una mente brillante, ma anche una grande serietà e senso del dovere. “…sei troppo diligente! Divertiti di più, come faccio io!” continuò, i corti capelli rossi mossi dalla brezza marina. Ma l’altra non le rispose, anzi come al solito le rivolgeva un timido sorriso e riprendeva la lettura: ebbene sì, qualsiasi cosa si stesse facendo, Robin leggeva.
Erano in spiaggia dalle otto di quella mattina. Il sole era ormai già alto nel cielo, ed era ancora troppo caldo perché ci potesse piazzare con il lettino sotto i suoi caldi raggi. Per il momento, si godevano la frescura rimasta nell’aria sotto all’ombrellone, leggendo o (come nel caso di Nami) disegnando. Non era molto brava a ritrarre le persone, ma i paesaggi le venivano davvero bene! Con la linguetta di fuori e un’espressione concentrata, la rossa si figurava nella testa la vista della spiaggia dalla finestra della loro camera d’albergo, e tentava di riprodurla con precisione.
Quando arrivò alle foglie delle palme, però, una palla da beachvolley le atterrò esattamente in braccio, facendola sbagliare… e non solo.
“CHI CAVOLO E’ STATO?!? Mo’ lo disintegro!!” strillò, isterica.

"Oh mio Dio!! Ti prego, perdonami, dolce angelo divino!!" non fece in tempo a voltarsi, che si ritrovò un ragazzo biondo e magro inginnocchiato al fianco del suo lettino.
"M-ma... MA TU CHI CAVOLO SEI?! E NON MI CHIAMARE 'ANGELO'! Nemmeno ci conosciamo..." disse lei, con un misto di sorpresa e ribrezzo della voce. In cuor suo, però, sperò di non essere stata troppo sgarbata.
"Oh, meravigliosa visione - riprese quello spostato, ignorandola - mi chiamo Sanji e ti chiedo perdono per averti disturbata!". Ora quello strano ragazzo si era messo in piedi, e le guardava entrambe con un sguardo mesto e rammaricato.
"Che tipo... - pensarono conemporaneamente - però non troppo pessimo!". Il giovane in questione avrà avuto più o meno la loro età, era alto, un fisico asciutto e un ciuffo di capelli biondissimi che gli copriva l'occhio sinistro.
Gli rivolsero un sorriso radioso, per farsi perdonare della scortesia: in realtà, Robin non capiva perchè dovesse intromettersi, lei non centrava niente! Ma per mantenere il ruolo della più saggia tra le due, prese parola.
"Non ti preoccupare, non è niente! Piuttosto presentati!" cercò di metterlo a suo agio, sebbene quello avesse già cominciato a prendere confidenza: le guardava entrambe con occhi adoranti, facendo loro uno scanner completo.

Sanji, infatti, era in un mondo tutto suo: pensava soltanto al bikini nero con contorni azzurri, che spiccavano sull'esile corpo abbronzato della mora, e al due pezzi verde su quello della rossa.
"Non ci credo - si disse, tornando lucido - ho qui davanti a me due splendide pollastrelle... e mi chiedono pure di presentarmi!!".
"Beh... il mio nome è Sanji, ho 19 anni e... sono single!" concluse sorridendo furbetto. Era ben deciso a non perdere la preziosa occasione, ma una voce allegra e potente lo riscosse del tutto.
"Andiamo, Sanji, quanto ci metti a riprenderti una palla??" un ragazzo moro, più basso e magro, ma con un fisico più definito, saltellava urlando dieci metri più avanti, sul bagnasciuga della spiaggia. Vicino a lui, c'era un altro ragazzo, più bruttino, coi fitti ricci neri e un lungo naso.
Sì, anche Nami aveva gli occhi e, approfittando della distrazione del biondo, aveva allungato il collo oltre di lui, per distinguere la figura urlante e quella al suo fianco. Ma la vista non l'aveva soddisfatta abbastanza: infatti, si rimise gli occhiali da sole decisa ad abbronzarsi un po'.
Tuttavia, Robin, la stupì alquanto, perchè si alzò dal lettino dicendo a Sanji: "Beh, già che ci siamo conosciuti, perchè non ci presenti ai tuoi amici?". La rossa sollevò la testa stupita e, notando l'impercettibile cenno dell'amica, si rese conto che era interessata proprio al piccoletto moro.
Facendole l'occhiolino, maliziosa, nascose la sua sorpresa e diede retta, invece, alla sua curiosità: da quando si conoscevano, Robin non aveva mai prestato particolare attenzione agli uomini... se quel ragazzo aveva destato in lei qualche istinto, era un tipo da conoscere.
Così, si attaccarono ciascuna a un braccio del nuovo amico, facendosi trascinare fino alla sabbia inumidita dall'acqua salata. Erano arrivate a un piccolo campo da beach-volley, con tanto di rete a metà campo, e si apprestarono alla conoscenza dei due ragazzi.
"Piacere, Usopp!! Io modestamente sono il capogruppo e ho allestito io questo splendido campetto!" esclamò sorridendo. "Piacere, Nami!" "Lieta di conoscerti, Usopp! Io mi chiamo Robin" Nessuna delle due sapeva se credergli o no.
"E quello invece è Rufy..." sospirò Sanji in direzione del ragazzo, in quel moento impegnato a palleggiare. Fissando Robin, Nami si accorse che pareva parecchio soddisfatta. Sorrise anche lei, meccanicamente.
Fu allora che a Rufy si accese una lampadina sopra la testa ed esclamò contento come un bimbo: "Ehi ragazze! Perchè non giocate con noi! Più siamo più è divertente!!" Il suo entusiasmo era contagioso, tanto che le ragazze accettarono subito la sua offerta. Sanji, ovviamente, insistette però per stare in squadra solo con loro due.
"Ma così siamo dispari..." osservò il nasone grattandosi il mento.
"ZOROOOOOOO!!!" Rufy prese a urlare a squarciagola, destando metà spiaggia.
"Ma la smetti di gridare?! - lo rimproverò Sanji - E poi che ti viene in mente di fare? Chiamare quella stupida testa di verza?? Ma chi lo vuole!!" insistè, deciso.
"Scusatelo, è che lui e Zoro litigano di continuo, si conoscono da quando sono piccoli (come tutti noi del resto) e sono come cane e gatto..." spiegò Usopp, notanto le espressioni preplesse delle nuove arrivate.
"Ah... ma scusa... chi è Zoro?" Nami non si accontentava certo di quella misera spiegazione, anzi i suoi sensi erano all'erta e il suo cervello cominciò ad attivarsi:

1)Innanzitutto, quel nome le suonava tremendamente sexy
2)Secondo il suo istinto femminile, se Sanji lo odiava tanto, è perchè lo riteneva un pericoloso avversario in amore... in questo caso, la sua proverbiale curiosità era a dir poco stuzzicata.
"Beh... chiamamolo allora!!" esclamò decisa, con gli sberluccichini nei grandi occhi castani.

"Ah, eccolo!" Usopp indicò loro qualche metro più indietro rispetto al bordo del campo.

Svogliatamente, immergendo bene i piedi nella sabbia calda prima di ogni nuovo passo, un ragazzo si avvicinava nella loro direzione, accompagnato da un eslatato Rufy... sì, l'aveva sollevato di peso dall'asgiugamano steso sulla sabbia e trascinato per qualche metro, finchè l'altro non aveva cominciato a camminare da solo.
Nami prese a sbavare appena riuscì a vederlo meglio, ma attese che lui arrivasse davanti a loro per farsi cadere la mandibola fino a terra. La tirò su appena in tempo perchè non fosse vista da nessuno, tranne da Robin naturalmente, che cercò i reprimere una risata nascondendola dietro a una mano sul viso.

"Bene, ragazze! Questo è Zoro!...Zoro, da bravo, saluta!" lo incitarono gli amici. "Mpf...." fu l'unica cosa che invece uscì dalla bocca di Sanji, che aveva cominciato a scalciare nervoso la sabbia, guardando altrove.
"Mmmh... ciao..." disse il ragazzo, sollevando un braccio in segno di saluto, ma senza sembrare troppo interessato... effettivamente non aveva la minima voglia di stare lì... "Però la rossa non è niente male..." osservò tra sè e sè, impassibile.

"Piacere, Nico Robin!"
"..."
"...Nami?" l'amica le tirò una gomitata, ridestandola.
"AH! P- Piacere, Nami!" esclamò allora, arrossendo violentemente.
"Cazzo - non potè fare a meno di pensare, ma questo chi è... Superman??". Non aveva tutti i torti.
Abbronzato da fare schifo, fisico da urlo, addominali scolpiti in una tartaruga perfetta, ampi pettorali, due spalle larghe così, braccia muscolose, corti capelli verdi ("Intonati al mio costume!!" pensò Nami esaltata), e bermuda nero al ginocchio.
E non è tutto: tre orecchini all'orecchio sinistro e due meravigliosi, intensi, profondi occhi neri come la notte... da brivido.
"Mi manca solo di vedere il suo sorriso..." pensò allora la rossa, con rammarico.


Nami, Nami... ogni cosa a suo tempo!

 

 


Dell'autrice:
E' normale che io a gennaio stia già pensando all'estate? Credo proprio di sì...
Comunque mamma mia... penso a quello gnocco di Zoro in spiaggia e ne viene fuori una fic a due capitoli (già, vi anticipo che sarà solo di due capitoli)! Da paura! *__* 

  
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