Anime & Manga > Evangelion
Segui la storia  |       
Autore: Darik    13/01/2011    3 recensioni
A Neo-Tokyo 3 arriva un nuovo pilota, che darà il via ad una serie di grandi cambiamenti nella vita dei nostri.
In un graduale e continuo crescendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Rewriting of Evangelion'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5° CAPITOLO

Il sole rendeva quella giornata particolarmente torrida.

Sembrava di essere in estate, invece si era ancora in primavera.

Ma per la professoressa di ginnastica non era affatto un problema giocare a pallavolo con quel caldo.

Le ragazze della seconda A erano state sfidate dalla seconda B, e ora stavano svolgendo una partita nel campo della scuola, sotto lo sguardo di alcuni spavaldi giovanotti che dal tetto dell’edificio sbirciavano le giocatrici.

A volte il sudore poteva fare meraviglie nel mostrare dettagli che solitamente erano nascosti.

Nella squadra della II A c’erano anche Asuka e Hikari.

Mana e Rei invece stavano in panchina.

La prima con lo sguardo basso, la seconda persa in chissà quali pensieri.

Erano passati già tre giorni dall’attacco dell’angelo e Mana aveva sempre fatto attenzione a evitare lo sguardo di Asuka, che comunque non dimostrava di interessarsi molto a lei.

Shinji invece più volte era parso sul punto di dire qualcosa, per poi trattenersi.

Ayanami invece sembrava vivere fuori dal mondo.

Per Mana non era un problema.

Voleva stare da sola.

“Dai Tako, fai un servizio dei tuoi!” gridò il capitano della II B a una delle schiacciatrici.

La ragazza obbedì prontamente, saltò e colpì la palla.

“La prendo io!” urlò Asuka, che si sporse in avanti tenendo le braccia tese e le mani giunte.

La ragazza sentì qualcosa sfiorarle a velocità altissima la testa.

La palla si conficcò nella rete di protezione del campo.

E lo fece con tale forza che la rete si deformò e la palla esplose.

Sul campo scese un silenzio sbigottito.

La giocatrice Tako si guardò le mani, stupefatta.

“Asuka! Stai bene?” domandò Hikari andando affianco ad Asuka.

“S-si, credo di si” rispose sbalordita la ragazza.

“Ma cosa è successo?”

“Non lo so. Stavo per prendere la palla, quando è… è come sparita. Poi mi è sembrato che un proiettile mi passasse affianco alla testa”.

La professoressa si chinò ad esaminare la rete piegata dalla forza dell’impatto e i resti del pallone.

Tra tutte le ragazze, soltanto Rei sembrò accorgersi di qualcosa: si alzò, andò al centro del campo e si chinò per raccogliere un oggetto.

Mana se ne era andata.


Quando tutti gli studenti tornarono in classe, lo strano incidente sembrava essere stato già dimenticato, ma non da tutti.

“Dov’è Mana?”

La domanda di Shinji non trovò risposta da Toji e Kensuke, che si strinsero nelle spalle.

“Mana ha chiesto di uscire prima” gli disse allora Hikari, che stava cercando di ricostruire con Asuka cosa era successo.

Shinji fissò il banco vuoto della sua nuova compagna.


Nel suo appartamento, Mana piangeva a dirotto, stringendo al petto la scatola che solo lei poteva toccare.

La scatola era aperta, ne guardava il contenuto e ogni occhiata sembrava scatenare una nuova ondata di singhiozzi.

Sarebbe stata capace di piangere ancora a lungo, ma fu interrotta dal bussare alla sua porta.

Rapidamente la ragazza rimise a posto la scatola e cercò di darsi una sistemata prima di andare ad aprire.

Guardò dallo spioncino.

Sorpresa aprì la porta. “Shinji Ikari?”

Shinji sembrava alquanto imbarazzato. “Ehm… si. Ho pensato che ti servisse qualcosa”.

“Come facevi a sapere dove abito?”

“L’ho chiesto alla signorina Misato”.

“Be, prego entra”.

La ragazza fece accomodare Shinji.

“Posso offrirti qualcosa?”

“No, non disturbarti”.

Shinji si guardò in giro: nell’appartamento stavano in bella vista molto foto, per la maggior parte panorami.

C’erano anche alcune foto della famiglia di Mana, di suo padre e sua madre, persone dall’aspetto distinto e simpatico, e dei suoi fratelli maggiori.

“Hanno gli stessi capelli della sorella” pensò Shinji.

Mana gli andò affianco. “Ikari, cosa volevi dirmi?”

“Eh?”

“Avevi detto che eri passato nel caso mi servisse qualcosa. Cosa?”

In effetti, non lo sapeva nemmeno Shinji.

O meglio, lo sapeva. Ma non sapeva se ne era all’altezza, dato che lui sembrava essere l’ultima persona al mondo capace di offrirlo.

“Aiuto” disse semplicemente.

“Aiuto?” ripeté Mana.

“Si, per via di quello che ti ha detto Asuka. Mi dispiace davvero che sia stata cosi dura con te. In effetti il suo comportamento mi sembra strano. Con me non si è mai comportata cosi, almeno non fino a quel punto”.

“Ma io non me la sono presa”.

“E allora perché quegli occhi arrossati?”

Mana sospirò e si avvicinò a uno dei quadri. “Ho pianto, si. E non perché me la sono presa. Ma perché Asuka ha ragione, ha perfettamente ragione. La mia prima prova con l’Eva è stata un disastro. Ti rendi conto? Se tu non avessi spostato la mia arma, avrei crivellato di colpi lo 02. Asuka ha fatto bene ad arrabbiarsi, mi sarei arrabbiata anch’io davanti ad un compagno cosi inetto”.

“Ma era la tua prima volta” replicò Shinji “Il problema non è in te, Kirishima. E che ti è successo tutto troppo in fretta. Ti sei ritrovata sballottata all’improvviso in qualcosa molto più grande di te. Però puoi farcela”.

“E tu cosa puoi saperne?” rispose Mana guardando Shinji negli occhi. “In America ho sentito parlare di te, sai? Nella Nerv sei una sorta di leggenda, il ragazzo che ha raggiunto il 41% di sincronia al primo tentativo, che ha battuto tre angeli e aiutato a sconfiggerne altri tre. Per molti sei una sorta di veterano. Io sono solo una nullità in confronto a te. E sparisco anche di fronte ad Asuka, che ha una tecnica di pilotaggio sublime. Mentre Ayanami finora non ha potuto fare molto, tuttavia non è certo il tipo che commette simili gaffe. Ed io? Che cosa ho fatto io finora? Ho solo rischiato di uccidere il Second children!

Mi sa tanto che sono solo di troppo, qui. Forse dovrei ritirarmi”.

Shinji si passò una mano sulla testa. “Guarda che hai un’opinione troppo alta di me. Ti ricordi quando ti ho detto che nella mia prima battaglia stavo per mettermi a piangere? Bene, avessi fatto solo quello. La mia prima battaglia è stata un disastro, non ho saputo reagire in alcun modo, l’angelo ha spezzato il braccio dello 01, gli ha trapassato il cranio ed io non ho fatto niente. L’Eva ha vinto solo perché è andato in berserk, in caso contrario sarei morto da un pezzo. E col quarto angelo? Figurati, anche il mio esordio con le armi da fuoco è stato un disastro. Mi sono fatto nuovamente bloccare dalla paura, alla fine ho vinto in preda alla disperazione e alla rabbia. E decisi di andarmene, però dopo ci ripensai.

Col quinto angelo non ne parliamo. Dopo il primo attacco fui nuovamente tentato di mollare tutto. E riguardo gli altri tre angeli, la parte del leone l’ha fatta Asuka.

Perciò io non sono per nulla speciale. Pensa che ancora adesso non so veramente perché piloto lo 01”.

Quelle parole erano una sorpresa per Mana, perché in America le avevano detto i fatti ma non come si erano svolti.

“E infine” Shinji abbassò lo sguardo “anche prima di conoscere gli Eva, la mia vita era già stata sconvolta, perché…” Il ragazzo si fece forza “perché mia madre è morta quando ero piccolo. E mio padre, il comandante della Nerv, mi ha abbandonato. Poi mi ha richiamato poco tempo fa, e solo per pilotare l’Eva. Immagina come mi sono sentito”.

Shinji dovette farsi forza, dopo aver fatto una simile descrizione della sua vita, per ricordare il motivo della sua visita.

“Eppure sono riuscito ad andare avanti. E se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche e soprattutto tu, che hai una vita felice alle spalle”.

Mana gli andò vicino e gli accarezzò il viso. “Visto che siamo in tema di confidenze, allora mi confiderò anch’io. Ricordi il mio primo giorno di scuola? Hikari mi ha chiesto perché pilotavo l’Evangelion. Io ho risposto che lo facevo per la salvezza del mondo. In realtà del mondo non me ne frega granché. Temo che sia un concetto troppo astratto, lontano. Quello che faccio, lo faccio solo per la mia famiglia. Sono loro il mio mondo, io voglio proteggere loro. Una protezione che ha come conseguenza secondaria la difesa del mondo. In fondo è un discorso piuttosto egoista il mio, non credi? Tanto più che prima stavo piangendo, e sai perché? Perché se avessi fatto del male ad Asuka, avrei diminuito le possibilità di salvezza della mia famiglia, e poi del mondo. Hai capito quindi che razza di persona sono?”

Stavolta fu Mana a doversi fare forza.

“Ma io dico chi se ne frega. Rappresentano il mio tesoro, senza il quale non potrei vivere”.

“Capisco” annuì Shinji. “Sei davvero fortunata, Kirishima”.

Calò allora il silenzio.

Cos’altro potevano dirsi?

“Ho trovato!” esclamò Mana “Shinji, vorresti diventare il mio senpai?”

A quella proposta, Shinji indietreggiò come se avesse visto un fantasma. “Eeehhh?!”

“Si, aiutami. Aiutami con l’Eva!” insisté Mana.

“Ma non mi hai ascoltato prima? Io non sono un eroe o un maestro. So a malapena badare a me stesso”.

“Puoi aiutarmi col tuo esempio! Tu sei riuscito a farcela. Mostrami come. Mostrami come si può evitare di fuggire!”

Shinji non sapeva cosa fare o dire.

Quella era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato.

Poi però si ricordò della ragione per cui era venuto.

“E va bene, accetto. Tu, comunque, promettimi che continuerai sempre a ragionare con la tua testa, Kirishima. Le possibilità che io sbagli sono molto, troppo alte”.

“Contaci”.

Dopo aver stretto l’accordo, Shinji guardò Mana con occhi particolari.


“Bene ragazzi, il test di sincronia è finito. Potete uscire” annunciò Misato.

I quattro Evangelion erano posizionati nelle loro gabbie.

“Kirishima, tu devi restare ancora. Il tuo tasso di sincronia ha avuto un buon incremento, ma Il ritardo nel tuo addestramento richiede ulteriori test e allenamenti”.

“Molto bene, Misato” rispose Mana “Però avrei una richiesta”.

“Ovvero?”

“Vorrei che Shinji Ikari restasse a guardarmi”.

Misato rimase sorpresa. “E perché?”

“La sua presenza mi… rasserena” confessò con una punta d’imbarazzo Mana.

Il maggiore della Nerv inarcò un sopraciglio. “Oh be, tu Shinji sei d’accordo?”

“Si” rispose risoluto il ragazzo.

“In tal caso, Asuka e Rei voi potete andare. Asuka ci vediamo stasera”.


Negli spogliatoi, Rei e Asuka si stavano cambiando.

“Ma che storia è questa? Chi si crede di essere quella? Quanto crede di poter diventare brava?” sbottava Asuka.

Rei ascoltava in silenzio le escandescenze della tedesca.

Finì di cambiarsi e uscì dallo spogliatoio dicendo freddamente ‘arrivederci’.

Rimasta sola, Asuka sferrò un pugno contro l’armadietto.


I giorni passarono.

E Mana si sottopose per interi pomeriggi a estenuanti allenamenti e test di sincronia.

Maya Ibuki rimase sorpresa del ritmo che riusciva a sostenere il Fourth Children.

Misato supervisionava i risultati delle prove, e Shinji stava sempre con lei.

Stupendo Misato, il ragazzo non di rado non si limitava ad assistere ma prendeva la parola, spiegando la strumentazione dell’Entry Plug a Mana o avvertendola di fare attenzione alla meccanicità degli allenamenti.

“Non fissarti sul ‘inquadra il bersaglio e spara’, può giocare brutti scherzi” le diceva con semplicità.

E Mana faceva attenzione a ogni singola parola.

Ma era soprattutto la presenza di Shinji che la rassicurava.


Ritsuko Akagi, leggendo l’ultimo risultato del test di sincronia, si accese un’altra sigaretta.

“Che ne pensi?” domandò a Misato, persa nei suoi pensieri.

“Questo dovresti dirmelo tu. I risultati sono buoni, no?” rispose il maggiore.

“Oh si, la sincronia e l’abilità del Fourth Children aumentano a vista d’occhio. E il merito sembra essere davvero di Shinji. Certo, i suoi consigli non sono nulla di speciale, potresti darli anche tu. Però detti da una persona che parla per esperienza diretta, acquistano più valore per Mana”.

“Mi sorprende”.

“Davvero? Eppure mi sembra una buona cosa”.

“Lo è, lo è” ribadì Misato “Mi sorprende la velocità con cui Shinji sta crescendo. Sta imparando a prendersi cura degli altri. Speravo che accadesse. Ma cosi presto…”

Ritsuko tirò fuori uno dei suoi sorrisetti maliziosi. “Ah, ho capito. Tu ti sei messa a fare la mamma con Shinji, e ora temi che il pulcino possa lasciare il nido anzitempo”.

“Chi sarebbe la mamma?!” esclamò Misato con una buffa espressione irata “Ti ricordo che essendo il comandante e il vicecomandante al polo sud, ora sono io che comando!”

“Tiri fuori la storia dei gradi perché non sai come replicare, vero?”

Il maggiore fu salvato dall’arrivo di un messaggio sul suo cellulare.

“Spero non sia quell’idiota di Kaji. Restare chiusa dentro quell’ascensore sarebbe stato un paradiso se non ci fosse stato anche quello scemo”.

Aprì il messaggio: “Oh, è di Maaya. Già, mi aveva invitato all’inaugurazione del suo locale, ma tra blackout, riparazioni e prove dello 03 non ho proprio avuto il tempo. Dovrò trovare un’occasione speciale per portare tutta la comitiva da lei”.

Un istante dopo, risuonarono gli allarmi.

“Un angelo!!” esclamarono Misato e Ritsuko in coro.


Lo schermo mostrava le immagini dell’enorme angelo in orbita intorno alla Terra.

“Sembra uscito da un quadro futurista o qualcosa di simile” pensò Mana davanti a quell’immagine.

Lei, Shinji, Rei e Asuka ascoltavano le spiegazioni di Misato.

“Quindi la situazione è questa: l’angelo si sta posizionando per attaccarci col suo intero corpo precipitando da lassù. Esiste una sola possibilità per fermarlo: gli Eva 01 e 03 lo bloccheranno con le mani e attivando gli AT-Field al massimo, lo 00 aprirà lo scudo del nemico e lo 02 colpirà il nucleo”.

“Misato, ne parli come se fosse una sciocchezza. Fermare quel coso con le mani?!” obbiettò scandalizzata Asuka.

“Mi rendo conto del rischio, ma non abbiamo altre possibilità. Solo questa strategia” rispose Misato.

“E secondo te sarebbe una strategia questa?!” insisté il Second Children.

Misato distolse gli occhi. “In effetti, non lo è. Siete liberi di rifiutare, se volete”.

I quattro Children non dissero niente.

Il maggiore fu rincuorato. “Secondo il regolamento vi è permesso fare testamento”.

“Tsk, non se ne parla, non ho alcuna intenzione di morire” replicò Asuka.

Anche Shinji e Rei non vollero, Mana sentì una lieve tentazione, che respinse subito.

“Molto bene” riprese Misato “Il vostro coraggio vi fa onore. A operazione conclusa vi offrirò una cena da farvi leccare i baffi! Una mia amica ha da poco aperto un ristorante, lì si mangia da re”.

“Davvero? Evviva!” commentò tutto contento Shinji.

Quando rimasero soli, Asuka sbuffò: “Figuriamoci, ci porterà in qualche stamberga. Si sa che la generazione del Second Impact è cresciuta povera”.

“Non si possono certo incolpare per questo” replicò Shinji.

“Io penso di sapere a quale ristorante si riferisce. La proprietaria ha una faccia simpatica che promette bene” osservò Mana.

“Nessuno ha chiesto il tuo parere” le disse bruscamente Asuka.

Dopo un attimo di smarrimento, Mana si fece forza. “Ho diritto di parlare quanto te!”

Le due ragazze si scambiarono delle occhiatacce.

“Bah, fa come credi. Basta che non rischi nuovamente di ammazzarmi” la liquidò Asuka andandosene.

“Io sono sicuro che ce la farai, Kirishima” disse Shinji.

“Grazie. Se ne usciamo vivi, promettimi che mi chiamerai Mana”.

“Promesso”.


E infine arrivò il momento dello scontro.

I quattro Evangelion si disposero in diversi punti fuori della città, che era stata evacuata.

Da quelle posizioni avrebbero potuto raggiungere ogni zona di Neo-Tokyo 3.

I Magi si sarebbero occupati di calcolare il punto esatto in cui sarebbe caduto il nemico e avrebbero dato le indicazioni ai piloti.

“Il nemico è in avvicinamento!” gridò Misato. “Eva in posizione di partenza!”

I quattro Evangelion si misero in posizione da corridore pronto alla partenza.

Mana respirò profondamente più volte. “Non devo fuggire!”

Mise saldamente le mani sulle cloche.

“Partenza!” ordinò Misato.

I quattro giganti partirono con perfetta sincronia, i loro passi veloci facevano tremare in continuazione la terra.

Una mappa olografica dentro l’Entry Plug indicò il punto d’impatto, mentre una grande ombra sembrò coprire tutta la città: l’angelo si stava facendo strada tra le nuvole.

Gli Eva accelerarono il passo, saltando agilmente palazzi, colline e tralicci.

“Aumentate la velocità!” ordinò ancora Misato.

Mana obbedì, cominciò a sentire un forte vento vorticarle intorno: l’Eva le trasmetteva la sensazione dell’attrito.

I contorni del panorama che vedeva intorno a se sfumarono, solo la zona davanti era sempre nitida.

E quando spiccava un balzo enorme, doveva guardare davanti e concentrarsi perché il suo stomaco non finisse sottosopra a causa della percezione di vuoto d’aria durante la discesa.

Raggiunse il luogo prestabilito, una collina: l’angelo incombeva su di lei, era talmente grande da dare l’impressione che lo stesso cielo stesse precipitando.

Meno di un istante dopo arrivò lo 01.

“AT-Field potenza massima!!” gridarono Shinji e Mana.

L’aria intorno a loro assunse una sfumatura violastra perché satura dell’energia degli AT-Field, i due Eva alzarono le braccia con le mani verso l’alto.

E infine toccarono l’angelo.

Per Mana fu una sensazione di dolore quasi accecante: sembrava che una montagna fosse stata poggiata sulle sue braccia.

I muscoli del collo e delle spalle s’irrigidirono e dopo pochi secondi cominciarono a dolere intensamente.

La ragazza strinse i denti, al punto che temette di spezzarli, e dovette lottare contro la forza invisibile che cercava di farle mollare le cloche spinte in avanti il più possibile.

L’ambiente esterno era un delirio: tutto tremava all’impazzata, l’aria era sia viola sia rossa, incandescente a causa dell’attrito dell’angelo che si scaricava verso il basso, il terreno cedeva sotto i piedi.

Fu un’eternità o qualche secondo.

La tensione diminuì abbastanza: il grosso della forza d’impatto era stato assorbito.

Fu allora che giunsero lo 00 e lo 02: unirono le loro braccia a quelle degli altri due, respingendo in alto l’angelo.

L’enorme peso dalle braccia scomparve quasi del tutto.

“Adesso!” gridò Shinji ad Ayanami: quest’ultima estrasse il Prog Knife e usandolo come un bisturi tagliò lo scudo del nemico per poi aprirlo con le mani.

“Prendi questo!!!” urlò Asuka conficcando il suo Knife nel nucleo dell’angelo.

Che si afflosciò sui quattro Eva.

E infine esplose fragorosamente.


Terminata l’operazione, quando i quattro piloti tornarono nella sala comando, furono riempiti di lodi da Misato.

Anche gli operatori Ibuki, Hyuga e Aoba li applaudirono.

Shinji e Asuka erano chiaramente felici.

Persino Rei si abbandonò, a suo modo, a una lieve soddisfazione.

Anche Mana, che però per almeno una settimana non avrebbe più voluto saperne di oggetti da sollevare con le braccia.

Si attivò uno schermo olografico, da cui arrivò la voce del comandante Gendo Ikari, in quel momento al Polo Sud. Una voce che Mana trovò inquietante.

Il comandante e il suo vice, che il Fourth Children non aveva mai incontrato, erano stati fino ad allora irraggiungibili a causa d’interferenze radio provocate dall’angelo in orbita.

Misato fu elogiata.

E poi: “Mi è stata riferita ogni cosa. Sei stato bravo Shinji”.

Shinji trasalì a quelle parole del padre, che chiuse il contatto dopo un’ultima raccomandazione a Misato.

“E sei stata brava anche tu”.

Stavolta fu Mana a trasalire per le parole che le aveva appena detto Asuka guardando da un'altra parte.


Quella sera, Misato rispettò la promessa fatta ai Children, invitandoli nel ristorante di Maaya.

Non era ancora giorno di paga, ma il maggiore sperò che l’amica le facesse uno sconto.

Il ristorante era davvero gradevole, semplice e sobrio.

Maaya rimase estasiata quando vide i quattro ragazzi.

“Whoa! Che ospiti carini che mi hai portato!”

E li abbracciò tutti e quattro insieme lasciandoli senza fiato per quanto era forte quell’abbraccio.

Poi prese a servirli.

Le pietanze furono portate rapidamente, essendo loro gli unici clienti quella sera, ed erano squisite.

Maaya e Misato si dedicarono ad una gara della birra, cercando di coinvolgere anche Rei e Asuka.

Per la prima non si fece niente, ma Asuka fu quasi costretta a ballare con Maaya mezza ubriaca, sotto lo sguardo divertito di Misato che teneva il passo.

“Ehi, Asukina fringuellina, mi sembri giù di morale” osservò Maaya.

“Non ho niente. E non storpiarmi il nome” replicò indispettita Asuka.

“Ooohh, ma come siamo seri. Perché non ti fai una birretta?”

Dal bancone afferrò un boccale di birra alla spina, di quelli più grandi di una mano e lo porse alla ragazza.

“Fatti un goccetto!”

“Scordatelo! Io non bevo!”

“Mmm, se bevi, prometto che ti darò una serie di consigli su come si conquistano i ragazzi”.

“Tsk, gli stupidi ragazzini non m’interessano” concluse Asuka andandosene ad un tavolo.

E portandosi dietro il boccale.

Mana e Shinji invece mangiavano standosene appartati.

Shinji mostrava una certa contentezza. “Hai visto, mio padre mi ha elogiato. Sai, penso di aver trovato un motivo valido per pilotare l’Eva”.

“Ed io ti devo ringraziare per avermi dato la forza di continuare a pilotare l’Eva”.

“Non ho fatto nulla di speciale, Kiri… cioè, Mana”.

Mana si rallegrò e riprese a mangiare, pur sentendosi intensamente osservata alle spalle.

A un tratto una mano la afferrò per le spalle: “Che ci fate in disparte, musoni?” esclamò Maaya, piuttosto brilla, tirandola a se e costringendola a ballare.

Misato, alquanto sbronza, fece la stessa cosa con Shinji. “Vieni Shinji, comportati da ometto!”

“Signorina Misato! La prego. Lei è ubriaca!”

“Ma come siamo perbenini” disse Misato stringendosi Shinji al petto.

“Non soffiarti l’uomo della situazione!” la rimproverò Maaya strappandole Shinji e abbracciandolo di petto.

Il ragazzo cominciò a sentirsi la testa girare, preso com’era tra quelle ragazze alquanto formose.

Mana invece pensò di svignarsela, venendo prontamente afferrata da Maaya che se la mise sotto il braccio destro, reggendola senza problemi come se fosse un sacco, mentre col sinistro la giovane ristoratrice continuava ad abbracciare il povero Shinji.

“Giù le mani! Non fate esaltare questo maniaco!” strillò Asuka portando a se il suo coinquilino.

Il quale si accorse di come l’alito di Asuka sapesse di birra.

E di come il contatto col seno della Second Children, anche se più piccolo di quello di Misato e Maaya, fosse comunque molto, ma molto piacevole.

“Guarda che io di uomini ne capisco più di te e Misato!” dichiarò Maaya con aria di sfida.

“Che cosa?!” esclamò furente Misato. “Asuka, mostriamole chi è la più matura!”

“Ok!” annuì Asuka.

Come risultato le quattro ragazze, anche se Mana venne di nuovo trascinata nella mischia, salirono divise in due coppie su un paio di tavoli e cominciarono a ballare il can can.

Shinji fu costretto a stare nel mezzo, perché doveva fare da giurato.

Rei impassibile si chiese se i tavoli avrebbero retto il peso.


Gendo Ikari e Kozo Fuyutsuki erano in volo verso Neo-Tokyo 3.

Il primo stava consultando un rapporto appena trasmessogli dalla città.

“Cosa stai leggendo con tanto interesse?” volle sapere Fuyutsuki.

“E’ il rapporto dei tecnici che hanno supervisionato la nostra base dopo il black out. C’è un dettaglio che mi ha incuriosito e ho chiesto un controllo specifico”.

“Per cosa?”

Gendo si prese qualche attimo per rispondere: “Lo spogliatoio in cui era rimasto bloccato il Fourth Children. Quella ragazza ha raccontato che la porta bloccata si è come aperta da sola, all’improvviso”.

“E invece”?

“Stando ai tecnici, i blocchi della porta sono stati divelti”.

Fuyutsuki rimase in silenzio.

 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: Darik