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Autore: LadyofShadow    20/12/2005    4 recensioni
Tre persona sanno la verità. Tre persone sanno che Lucius non è il vero padre di Draco. Ma quando la verità è troppo dolorosa, quando scopre un baratro di menzogne, segreti e rimpianti, forse è meglio che resti celata... quando la verità fa fare cose strane alle persone, cose priobite... forse la verità è che non è mai troppo tardi per cercare di tornare indietro. Questa fiction è dedicata ad Angi e Gius.
Genere: Triste, Malinconico, Dark, Sovrannaturale, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Dalle parole ai fatti

Capitolo 2 – Dalle parole ai fatti

 

 

Harry P.O.V.

 

Nessuno capisce. Ho visto la morte. Ho visto morire Cedric, l’anno scorso. Ho visto morire il mio padrino, non più tardi di due mesi fa. E non posso fare a meno di chiedermi… a chi toccherà la prossima volta?

 

Attiro la morte su chi mi sta accanto.

 

No, non io. Non è colpa mia.

 

Voldemort. È lui la causa di tutto. Lui – e la stupida guerra che sta portando avanti. Se anche mi uccidesse, poi toccherebbe a loro. La mia morte non può salvare nessuno.

Anzi, condannerebbe l’intero mondo della magia, se davvero sono l’unico destinato a sconfiggere quel bastardo che si autodefinisce un Lord Oscuro.

Voldemort e i suoi seguaci mi hanno rovinato la vita… spezzandone molte altre.

 

-         Harry, noi dobbiamo andare. Sai… la riunione dei Prefetti –

 

Mi accorgo solo dopo molto tempo che Hermione mi ha parlato. Sono già andati via. Chissà che effetto fa, parlare con uno che non ti risponde.

Sono diventato sempre più chiuso, negli ultimi mesi, sempre più asociale. Non ho voglia di parlare con nessuno. Tantomeno con Piton o con Malfoy o, soprattutto, con Silente.

 

La porta dello scompartimento si apre. Me ne accorgo perché ne vedo il riflesso nel finestrino. Fuori è già quasi buio.

-         Potter – mi chiama una voce grondante disgusto

Ah. Malfoy.

Mi rendo vagamente conto del fatto che sono solo. Anche lui è solo. Niente Tiger e Goyle.

Penso, avrà sbagliato scompartimento. Adesso se ne andrà.

 

Si avvicina.

Mi giro a guardarlo, e quello che vedo mi spiazza: non è il solito bulletto, patetico Malfoy. Ha una strana luce negli occhi. Una scintilla di rabbia, forse… si, di odio. Odio puro.

“Che diritto hai di odiarmi, bastardo?” estrae la bacchetta. Perché non mi sto muovendo? Perché non rispondo alla provocazione?

“Non è una provocazione” realizzo in un istante “Vuole uccidermi”

Uccidermi. Sul serio? Ma non può… non può…

Siamo sull’Espresso di Hogwarts, cristo, non può uccidermi!

E io? Sono ancora paralizzato. Non è paura. È rabbia.

“Tu non hai il diritto di odiarmi. Tu non hai sofferto per causa mia. IO posso odiarti. È colpa dei tuoi genitori se Kreacher mi ha teso una trappola, è colpa di tua zia se Sirius è morto! IO ti odio!!”

-         La pagherai. – sussurra – La pagherai per quello che hai fatto a mio padre! – alza la bacchetta. Mi ripeto che non può uccidermi.

-         Tuo padre sta bene dove sta – rispondo, amaramente. La frase più lunga che  abbia pronunciato da giorni.

 

È così strano. È strano che io non reagisca. È strano che Malfoy abbia trovato il coraggio di sfidarmi da solo. È strano lui. Paralizzato un attimo dalla mia risposta, è come se non sapesse se piangere, ridere o incazzarsi.

Alla fine abbassa la bacchetta.

Non mi odia meno di prima. Semplicemente, abbassa la bacchetta. La sua rabbia non può essere sfogata con qualche incantesimo.

 

Esiste una pulsione, un istinto animalesco negli essere umani, maghi o babbani che siano. Un istinto che porta a soffocare la rabbia nel sangue. A picchiare. Colpire. Strappare cuori e spezzare ossa.

Era questo che leggevo ora nel suo sguardo.

 

E non mi sarei tirato indietro.

 

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Draco P.O.V.

 

-         Tuo padre sta bene dove sta – mi sbatte in faccia Potter

 

Ah. Divertente. Non soffri anche tu per la sua morte? Davvero pensi che stia bene dove sta?

Tu parli di Lucius. Si, sta bene dove sta.

 

Ma non chiamarlo mio padre.

 

Metto via la bacchetta quasi senza accorgermene, e strigo i pugni fino a sbiancarmi le nocche. Voglio colpirlo… voglio spaccargli quella faccia da bravo bambino che si ritrova.

Presto avrai qualche altra cicatrice Potter!

 

Assecondo il mio istinto e lascio partire un pugno in direzione della sua mascella. Cerca di evitarmi ma non è abbastanza veloce. Lo prendo, non forte quanto avrei voluto. Non sta fermo un attimo. Si difende, risponde ai miei attacchi. E stai fermo, maledetto! I colpi che riesco a infliggergli non mi danno soddisfazione. Vorrei che fosse un punchball, così portei sfogarmi ben bene con la certezza di fargli male sul serio.

Lo colpisco con un calcio basso, inaspettato. Si accascia tenendosi lo stomaco. Beh, potevo mirare anche più in basso. Mi ricorderò di farlo, la prossima volta. Ma ora non sono lucido.

Continuo a infierire incurante del fatto che ora non può difendersi. Con un calcio lo colpisco in faccia e sento un orribile “Crack”… devo avergli spezzato il naso. Poverino.

Ha già sofferto tanto, lui.

Ha avuto una vita difficile, lui.

Sempre trattato male dai suoi “parenti”, lui.

Lui, lui, lui, lui, lui… mi da il voltastomaco sentir parlare sempre di lui! Vedere come la gente lo compatisce!

 

-         Non mi fai pena, Potter – sussurro – Ringraziami, perché ti sto trattando con imparzialità… come meriti! Ringraziami se ti considero abbastanza da non provare pietà di te! –

Mi chino e lo afferro per la gola. Lo tiro su, quasi di peso. Annaspa, forse sta soffocando. Ma chi se ne importa?

Lo sbatto contro il finestrino dello scompartimento, stringendo convulsamente la stretta sul suo collo. Per una volta ho la sua completa atenzione. Soltanto il sangue che gli confluisce al viso gli impedisce di sbiancare dal terrore.

Si, gli avevo rotto il naso, e adesso il suo sangue mi cola sulle dita, ma non ci faccio caso.

 

-         Non . devi . mai . più . parlare . di . mio . padre – scandisco lentamente, ignorando il fatto che sta soffocando. Ormai è quasi blu per la mancanza di ossigeno.

Senza preavviso, lo lascio andare di colpo. Cade in ginocchio boccheggiando e tossendo, per riprendere aria.

 

Tutto sommato, non vale la pena di andare in prigione per togliersi una soddisfazione da niente quale la morte di Potter. Che non risolverebbe nulla, tranne forse farmi entrare nelle grazie di un mago con cui non voglio avere niente a che fare.

 

 

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Ringrazio tutti quelli che mi seguono per quanto pochi essi siano e rispondo ai commenti (per quanto pochi essi siano):

 

Angi: bene spero che la fict sia all’altezza delle tue speranze!

Diana Riddle: non è che lo odio… insomma, moderatamente. Questo cap è stato abbastanza esplicativo, no? ^_^

  
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