Cap. 5
Tre giorni… tre
lunghissimi giorni da quando Heles aveva fatto la cazzata più grande della sua
vita.
L’aveva chiamata
amica… amica.
Amica, amica,
amica, amica… no… non era possibile.
Magari era stato
solo un incubo…
No cazzo, il
livido sulla fronte, provocato alle fin troppe testate date contro il muro,
dimostrava esattamente il contrario…
Ma come poteva
aver fatto una cosa del genere?
Stava camminando
all’interno del corridoio quando scorse due figure al di là della finestra
principale.
In una di esse
riconobbe i fantastici capelli turchesi di Milena, l’altro doveva essere il
professor Knite.
Stavano parlando,
a Milena cade qualcosa il professore la raccoglie e poi…
Due giorni prima…
-Ok.. ho i libri,
i costumi, il metro…- Milena era stata scelta dalla prof. D’arte, per
realizzare i costumi, che sarebbero stati utilizzati nel progetto di fine anno.
Milena aveva
cercato in tutti i modi di evitare l’incarico… non che le dispiacesse, ma
lavorare a stretto contatto con il professor Knite non era tra le sue migliori
aspettative.
Era da poco che
provava quella strana sensazione, una sorta di disagio nel stargli accanto.
Forse perchè il
rapporto tra i due non racchiudeva la solita intimità tra professore e alunna,
oltre alla complicità che s’era venuta a creare si era aggiunta la scoperta di
essere simili nei gusti, pregi e difetti.
Entrò nel
laboratorio sbattendo la porta, capitava spesso che invece che con Heles,
Milena si sfogasse su delle povere e innocenti porte.
“Più ci penso è
più mi viene il nervoso. Amica. Mi ha chiamata amica, tutto ci voleva meno che
questo…ma non poteva lasciare tutto in quell’aria di incognita? No, lei doveva
fare come suo solito: “Sono io quella forte, sono io quella in grado di
accettare ed esprimere i miei sentimenti…”
Disse
scimmiottando la voce di Heles e muovendo la bocca con mille smorfie, capitava
raramente sentire Milena parlare da sola. Soprattutto perché quando si
concedeva questa forma di sfogo, la ragazza era sempre convinta di essere da
sola…o quasi…
“E poi… proprio
quando bisogna dire ciò che si pensa, proprio quando ce né bisogno… il tuo
coraggio tanto decantato viene a mancare… ma dico io, ti pare il caso?!”
“No, non mi pare
il caso…soprattutto di urlare in mezzo al laboratorio, signorina Kaiou…”
Quando Milena
riconobbe quella voce venne quasi a mancare, credeva di esser sola e a
quell’ora tutti dovevano essere già a casa, allora perché era lì?
“Pr..Professor
Knite, come mai qui?” Chiese l’allieva in modo molto secco.
“Avevo visto delle
luci, e pensavo che qualche alunno sbadato avesse lasciato l’interruttore
acceso, ma invece trovo lei signorina… di certo un alunna non sbadata e molto
intelligente… Comunque già che lei è qui vorrei discutere di una cosa…”
Lo sguardo del
Professor Knite era felice e spensierato tipico di un professore giovane ed in
gamba, chissà cosa voleva.
Milena fu
spiazzata da quel sorriso, in quei giorni cercava il più possibile di evitarlo,
non sapendo bene il perché… eppure ora, si ritrovava nuovamente a quello
sguardo tanto temuto, temuto perché non sapeva bene come era dentro il
professore. E proprio ora quello sguardo ruppe un pezzettino dell’armatura di
Milena.
“Scusi, le sarò
sembrata pazza e scortese. Comunque mi dica pure.” Disse sfoggiando uno dei
suoi sorrisi migliori, stavolta sincero.
“ Scortese no,
pazza… che male c’è ad esserlo? Comunque, tu eri molto interessata al concerto
dell’orchestra sinfonica sulle note di Vivaldi, non è vero?” chiese alzando con
le dita gli occhiali che coprivano due occhi nocciola molto maliziosi.
“Si, ma purtroppo
i biglietti sono finiti…” disse lei sconsolata, avrebbe suonato Amelie
Decroiyont, una violinista francese famosa in tutto il mondo, unica volta in
Giappone, e lei non ci poteva andare…
“Beh non tutti,
alla scuola sono stati inviati due biglietti, te li avrei dati entrambi…ma sono
uno per studente e uno per professore, quindi che ne diresti se ci andassimo
insieme stasera?” Chiese sempre con un candido sorriso che gli conferiva un
aria da bambino innocente.
-Non andarci e
rinunciare ad Amelie Decroiyont o andarci e far infuriare Heles… far infuriare
Heles..?- un piccolo ghigno le si dipinse sul volto, che mascherò subito con un
sorriso dolce e accondiscendente.
“Sarò più che
lieta di accompagnarla…”
-Giustamente se
non le dimostro chiaramente i miei sentimenti come posso pretendere di essere
capita e amata???- pensava Heles, scompigliandosi i capelli che già di loro non
erano tanto in ordine.
Era da più di
mezz’ora che pensava al da farsi… l’ultima volta che aveva cercato di fare
qualcosa di carino per lei, aveva solo combinato guai!!
Ma di sicuro
avrebbe trovato un rimedio, aveva commesso molti errori e se lo ripeteva
spesso. Ma era inutile compiangersi, come poteva poi avendo un angelo nella
propria vita?
-Milena, ce la
farò… prima o poi… ce la farò. Te lo prometto.- disse aspettandola.
Doveva arrivare a
momenti, il fatto che non fosse ancora rientrata le permetteva di farsi tutti
quei bei discorsi sul da farsi.
Dopo qualche
minuto Milena tornò a casa, accompagnata in macchina da qualcuno. Heles sentì
dentro un moto di gelosia prenderle lo stomaco, ma non disse niente, anzi andò
ad accogliere i nuovi arrivati con un cordiale sorriso…
Buon giorno a tutti!!!
Lo so, lo so… sono da picchiare, trucidare, ammazzare e soprattutto da punire
severamente… 8 mesi… 8 lunghissimi mesi prima di postare… chiedo umilmente
perdono… non ho scusanti… ma per chi mi ha seguito fino a qui e aspettato con
mannaia a seguito… grazie!!! Giuro, farò la brava bimba e mi rimetterò in
carreggiata… prometto!!!!!
Grazie mille a
tutti!!!
_Umi_