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Autore: Robigna88    14/01/2011    2 recensioni
La vita può cambiare in un istante. Lo scopriranno sulla propria pelle Allison e Castiel diventato umano per stare con lei.
La loro normalità verrà bruscamente interrotta..
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Grazie millissimo a  brokendream  <3



The crossroads



«Hey amore.. come te la cavi?» gli chiese Allison accarezzandogli la testa poggiata sulle sue gambe.
Castiel sospirò sonoramente e si strinse nelle spalle per quanto la posizione gli consentiva.
Era il quinto mesiversario del suo essere umano.
Da cinque mesi viveva senza poteri da perfetto essere umano.
All'inizio aveva avuto grosse difficoltà a capire come abituarsi al cambiamento, ma col tempo e le amorevoli cure della sua Allison, tutto era andato per il meglio.
Ora era un essere umano nello spirito e nel corpo.
Un uomo e basta, a tutti gli effetti.
Ma per quanto il cambiamento oramai non lo disorientasse più, il giorno esatto della sua caduta, non era ancora motivo di festeggiamento per lui.
Forse non lo sarebbe mai stato.
Per quanto amasse essere un semplice uomo, libero di amare la sua donna senza il senso di colpa che il suo essere celeste gli procurava, per quanto la prospettiva di invecchiare con lei e tenerla tra le braccia anche quando sarebbero stato rugosi e avrebbero avuto i capelli bianchi lo inteneriva e lo faceva sentire bene, non avrebbe mai scordato l'essere angelo e sopratutto non avrebbe mai rinnegato di esserlo stato.
«Credo bene...» sussurrò dando una rapida occhiata all'orologio appeso alla parete«Però sono grato che la giornata stia finendo.»
«Si anche io.»
«Tu stai bene?» gli chiese dolcemente «Voglio dire, questo non è un giorno felicissimo per me e mi rendo conto di essere un po'...»
«Complicato da gestire durante questa giornata?» concluse Allison per lui.
«Si!» ammise l'uomo con un sorriso «Complicato da gestire.»
«Non preoccuparti per me..» lo rassicurò lei «Io ti amo e voglio prendermi cura di te, in questo giorno in particolare.»
«Allora perchè mi sembri così triste?»
«Perchè ogni volta che questo giorno del mese arriva, tu sei triste, non hai appetito e stai rintanato in casa tutto il tempo, ed io mi sento colpevole.»
Cass scosse lievemente il capo e si sollevò piano fino ad essere seduto.
Si mise a sedere sull'altra parte del divano, accanto a lei e le spostò una ciocca di capelli dal viso.
«Colpevole per cosa?» le chiese sinceramente confuso.
«Per tutto questo. Se tu non ti fossi innamorato di me non saresti caduto e se non fossi caduto non saresti così triste adesso.»
Castiel le prese il viso con entrambe le mani e glielo fece girare verso di lui.
Le baciò la bocca dolcemente e poi, prendendola dolcemente per le mani la fece sedere a cavalcioni su di lui.
«Io ti amo Allison.» le disse «E se potessi tornare indietro, rifarei tutto da capo, ogni singola cosa. Non mi pento di niente. Ripercorrerei ogni passo per vedere il tuo sorriso o il tuo broncio al mattino appena apro gli occhi. Per sentire la tua voce stonata sotto la doccia, per sentire il tonfo che le tue scarpe fanno quando rientrando le lanci in giro per casa. Per vederti mangiare tutte le porcherie che ingurgiti e per vederti riflettere e ragionare ogni volta che devi affrontare qualcosa.» aggiunse «Per poterti stringere così come sto facendo adesso, per il sapore di questa pelle e l'odore dei tuoi capelli. Per il tuo respiro caldo che mi accarezza ogni volta che facciamo l'amore.. Rifarei ogni cosa e anche di più se servisse a condurmi da te.»
Allison, che lo aveva ascoltato in silenzio, annuì lentamente e gli baciò dolcemente la bocca.
«Portami di sopra Cass..» gli sussurrò «Ti sei appena meritato una notte d'amore.»
Cass rise appena e fece scivolare la spallina della sua camicia da notte.
Le baciò la spalla e poi il collo piano piano.
Fece scendere anche l'altra spallina e la camicia da notte scivolò lasciando il seno di Allison scoperto.
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, lasciando che i loro respiri diventassero veloci e caldi.
Cass baciò entrambi i suoi seni con amore con le labbra calde. Poi dischiuse poco la bocca e lasciò che la sua lingua ci giocasse.
Allison gemette sommessamente e rise appena inebriata e scossa da un violento fremito.
«Chi ha bisogno del letto..» le sussurrò Cass alzandosi e tenendola in braccio.
Si diresse alla parete più vicina e vi poggiò delicatamente Allison.
La baciò voracemente e poi con le mani calde e tremanti la liberò delle mutandine e liberò se stesso dai pantaloni e dai boxer.
Si strinse a lei ancora un po' e la penetrò con desiderio e calma.
Allison sentì il suo cuore balzare e poggiò la fronte sulla sua gemendo piano.
Cass strinse la mascella e poi la baciò di nuovo intrecciando la lingua alla sua.
Staccò le labbra dalle sue e si mosse dentro di lei dapprima delicatamente e poi deciso, aumentando il ritmo man mano che i loro corpi si avviavano verso l'orgasmo.
Allison gemette e quando lui si spinse ancora più affondo dentro di lei, con un ultimo calibrato movimento, sentì il freddo della parete diventare bollente e levò in aria un intenso gemito di piacere poggiando la testa al muro e tremando.
Anche Cass si lasciò sfuggire un gemito, premette la fronte contro la clavicola di Allison e lasciò che il brivido che lo aveva colpito, lo percorresse per intero.
Quando fu di nuovo capace di controllare il suo corpo, deglutì a vuoto e le baciò la bocca.
Si, avrebbe rifatto tutto da capo, perchè stringerla e amarla con tutto se stesso, valeva tutto quello che aveva perso.


Allison scavò a mani nude una piccola buca.
Vi inserì dentro qualche dei particolari ossicini, delle polverine e una sua foto.
Ricoprì il tutto con dell'altra terra e si guardò intorno.
Si sentiva debole e stanca.
Aveva girato tutto il giorno. Si era fermata ad ogni incrocio della città, aveva evocato il demone, e aveva cercato di riportare indietro Castiel e nessuno di quei dannati esseri schifosi aveva voluto fare un patto con lei.
Uno di loro però, quello dell'incrocio precedente in cui si trovava adesso, dopo essere stato torturato per qualche lungo minuto, le aveva consigliato di rivolgersi al capo di tutti loro.
L'anima di Castiel, a detta di quell'essere maledetto, valeva troppo perchè loro, semplici demoni di secondo grado, potessero occuparsene personalmente.
E così Allison l'aveva esorcizzato, costringendolo a lasciare il corpo di quel pover'uomo, aveva pagato un taxy al posseduto, gli aveva dato una collana anti-possessione e l'aveva mandato a casa dicendogli di scordarsi tutto e andare avanti.
Difficile! Lo sapeva, ma cos'altro poteva dirgli?
Aspettò diversi minuti, con la pelle che scottava e un forte dolore al torace, per la tensione e anche perchè era ancora un po' ammaccata dopo l'incidente, e pensò che nessuno si sarebbe presentato.
Ignorò il suo cellulare che squillava insistente, schiacciato dal peso delle continue chiamate di Sam e Dean e allargò le braccia.
«Avanti brutto figlio di puttana. Fatti vedere.» urlò con tutta la forza che aveva.
Si sentì come se stesse per svenire, ma non gliene importava nulla.
Il suo tormento, il suo vivere senza da Cass durava oramai da una settimana.
Non ce la faceva più.
Si sentì in colpa per non aver fatto qualcosa prima, ma poi si ricordò che non era colpa sua.
Lei avrebbe girato ogni incrocio anche subito, ma Sam e Dean la sorvegliavano costantemente.
Solo dopo sette giorni avevano abbassato la guardia, convinti forse che si stesse lentamente rassegnando, e lei aveva potuto dare inizio al suo piano.
Era molto semplice.
Avrebbe evocato ogni demone dell'incrocio in città e in un modo o in un altro avrebbe fatto un patto per riavere Castiel.
Fino a quel momento non aveva ottenuto grandi risultati, ma il grande capo dei demoni stava per arrivare e avrebbe sicuramente aperto una trattativa che le avrebbe permesso di riavere il suo uomo.
«Cos'è. Hai paura di me?» urlò ancora al vento.
«Non essere ridicola!» sentì rispondere.
Si girò di scatto e guardò il suo interlocutore.
«Una povera ragazza indifesa, debole, malaticcia e con il cuore spezzato.. non fai paura a nessuno.»
Allison strinse i pugni e si schiarì la voce.
«Sapevo che avresti provato a riavere il tuo uomo.. Quello che non capisco,» disse il demone «è come hai fatto ad invocare me in particolare. Il procedimento è.. diverso.»
«Ho fatto paura ad uno dei tuoi e mi ha detto come fare.. Non sono così poco spaventosa come credi forse.»
Il demone rise e annuì appena «I miei.. impiegati si spaventano facilmente.» disse «Cosa posso fare per te?»
«Credo che tu lo sappia già.» rispose Allison.
«Giusto!» esclamò il demone «Tu rivuoi il tuo piccolo ex angelo ora umano.»
«Esatto!»
«Vedi..questo non è possibile. Nessuno ti ha mai detto che quando si muore si è.. andati per sempre?»
«Non fare questi giochetti con me Crowley!» replicò Allison «Ti conosco da abbastanza tempo per sapere che puoi riportarlo indietro.»
«E' vero!» esclamò lui massaggiandosi il mento «Allora mettiamola così.. posso ma non voglio.»
«Io non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando.»
«Ordinando?» ripeté Crowley «Tu dai ordini a me? In qualità di cosa?»
Allison rise appena e tirò fuori dalla giacca la Colt puntandogliela contro.
«In qualità di cacciatrice, ferita e arrabbiata con una delle due uniche armi che possono ucciderti in mano.» disse.
Crowley sembrò preoccupato per un attimo, ma continuò ad ostentare sicurezza.
«Dovrei avere paura?» chiese «Se mi uccidi come riavrai il tuo piccolo angioletto caduto?»
Allison si strinse nelle spalle e poi abbassò la pistola all'altezza della gamba e sparò un colpo che centrò in pieno la sua coscia.
Crowley si piegò urlando poco di dolore e si strinse la gamba tra le mani.
«Chi ha parlato di uccidere?» chiese Allison avanzando piano verso di lui.
«Puttana!» sibilò il demone.
«Questo è solo l'inizio!» esclamò Allison.
Camminò a passo svelto verso di lui e di colpo si ritrovò da un'altra parte.
Era un.. giardino.
«Ma che..»
«Ciao Allison!»
Si voltò e vide una figura luminosa e familiare andarle incontro.
Focalizzò dopo qualche secondo quel viso e scosse il capo incredula.
«Nonno?!» chiese a metà tra la domanda e l'affermazione.
«Non proprio.» rispose l'uomo sorridendo.
«Che significa non proprio? E dove sono finita? Stavo facendo una cosa importante.»
L'uomo le sorrise bonariamente e si avvicinò ancora di più.
Le prese le mani e le strinse tra le sue.
«Il tuo cuore è spezzato e la tua anima piange.. Ma quello che volevi fare non era la cosa giusta.»
Allison sospirò e si sentì di colpo più calma. «Chi sei tu?» chiese.
«Sono Dio!» rispose lui «E voglio aiutarti..»










   
 
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