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Autore: TonyCocchi    15/01/2011    2 recensioni
A volte essere circondati da ragazze può essere un guaio, specie se una pozione capita per sbaglio nel posto sbagliato! Pazza e divertente avventura con la nostra gilda preferita!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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fairytail cupidus

Ehilà a tutti cari lettori! ^__^

L’esame è ormai alle mie spalle e dentro la mia sacca! Ce ne sono ancora tra questo mese e il prossimo, ma ora posso godermi nuovamente una pausa di tranquillità, in cui lasciarmi andare all’ispirazione e alla produzione! Così ecco a voi un nuovo capitolo, in cui l’avventura prosegue con tanto di colpi di scena! Non ho ricevuto che un commento con lo scorso aggiornamento… I calciatori al ritorno delle feste hanno un calo di prestazioni d’accordo, ma agli scrittori un calo di commenti? XD

Che dire, spero vi stia piacendo, e di riceverne qualcuno in più con questo capitolo! ^_^

Buona lettura!

PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Natsu tirò su un bel respiro, chiudendo gli occhi per ascoltare il cinguettio delle decine e decine di uccelli sugli alberi tutto intorno il sentiero.

“Ah! Che bell’aria! Una bella camminata a piedi di mattina in un bel posto come questo fa solo bene alla salute!”

Poi si voltò verso i compagni: “Di certo se avessimo preso quella corriera non avremmo potuto goderci tutto questo!”

“Probabilmente no…” –disse Gray asciugandosi la fronte- “Ma non avremmo dovuto nemmeno faticare tanto!”

Dietro di lui il resto del gruppo esprimeva come lui il proprio disappunto sfaldandosi un po’ qui un po’ là, un po’ per terra, un po’ appoggiato ad un albero!

“Sono stanca!” piagnucolò Lucy.

“Ma questa salita non finisce mai?” domandò Wendy, che seduta su una pietra si lasciava massaggiare i piedini da Charle.

“Natsu, mi sa che la bella passeggiata te la stai godendo solo tu.” fece saggiamente notare Happy svolazzandogli attorno.

Il rosa per tutta risposta, colmo di menefreghismo, sbuffò: “Quante storie! C’è un bel sole, aria fresca, tanto verde, e la destinazione è vicina. Siete delle vere mammolette.”

“NOI?!” –fece Lucy imbestialita- “Chi è che si è praticamente incollato a quel palo pur di non farci usare la corriera?”

Levi sospirò. Quel mattino avevano scoperto che si poteva arrivare a Heartburg da Hosenka grazie ad una corriera, una carrozza a cavalli, che passava due volte al giorno. Purtroppo non avevano fatto i conti con l’insofferenza di Natsu ai mezzi di trasporto. Questi si era abbracciato ad un lampione e nonostante i loro sforzi coraggiosi per tirarlo via, non erano riusciti a staccarlo. Alla fine era stata proprio lei, in quanto capo spedizione, a rinunciare al trasporto per raggiungere il villaggio a piedi, dopotutto le avevano detto che ci sarebbe voluta un’oretta appena…

Non le avevano detto che una buona parte dell’oretta era in salita!

“Su, facciamo un ultimo sforzo, ormai siamo qui.” disse un po’ titubante, stanca com’era pure lei, cercando di rimettere in sesto i suoi. Nel suo gruppo con Jet e Droy di solito non aveva questi problemi di morale basso: bastava la sua presenza a motivarli a non sfigurarle davanti, e qualche volta a farli scannare l’uno con l’altro…

Con Natsu in testa, il gruppetto di Fairy Tail percorse ancora alcune centinaia di metri, accorgendosi nel mentre, con gran sollievo, che la pendenza diminuiva. Dopo che la salita fu sparita, voltarono una curva dietro una macchia di alberi, e finalmente comparve loro un basso muro di cinta merlato, nel quale il sentiero che seguivano andava a finire con un arco di pietra.

“Ci siamo! Heartburg!”

L’arco non era bloccato da alcun portale. Sulla sommità di esso si notava uno stemma scolpito nel marmo, rappresentante uno scudo con all’interno tre cuori disposti a triangolo.

Levi lo seguì con gli occhi mentre entrava nel paesino insieme agli altri. Quando poi riabbassò il capo, notò che, nonostante la bellezza dell’ingresso, Heartburg era un posto dall’aspetto semplice e umile.

Ai due lati della strada che si apriva dinanzi a loro le case, bianche a due piani, si susseguivano a destra e sinistra tutte uguali e tutte in ordine, coi loro balconi colorati di fiori in vaso. Spingendo lo sguardo oltre la vista era occupata da una vicina montagna. Appena alla loro destra poi si apriva una piazzetta, con qualche albero e una specie di chiosco, sul cui piccolo bancone l’addetto poltriva tranquillamente.

A parte lui, non si vedeva quasi nessuno in giro.

“Bah, ha tutta l’aria di essere un posto palloso…” disse Natsu.

Lucy scosse il capo: “Sempre il solito tu. E comunque, non siamo mica venuti qui per fare turismo.”

“Meno male!” -ribatté lui ironico- “Ok! Non perdiamo altro tempo: troviamo quella stupida villa di quello stupido mago e cancelliamo il suo stupido incantesimo!”

“E dove ti avvii se non sai neanche dov’è?” fece notare Charle.

“… Beh…”

L’unico stupido qui sei tu, pensò la gattina, continuano poi a parlare: “Considerando che ci hai fatto fare una sfacchinata fin quassù, suggerisco di riprendere le forze su quella panchina. Nel frattempo qualcuno andrà a domandare a quel tipo addormentato come si arriva alla villa del mago Oliver.”

“Sono d’accordissimo con te!” esclamò Happy, sempre pronto a supportarla.

Levi e Lucy raggiunsero il chiosco, che si rivelò essere, guarda caso, una specie di stand per i visitatori!

“Mi scusi…”

L’uomo, magro, sulla trentina, rassomigliava vagamente a Max, diede un forte sbadiglio, tuttavia il suo risveglio ebbe una brusca accelerata quando si accorse che erano forestiere, oltre che belle ragazze!

“Benvenute ad Heartburg signorine! Prego, prendete pure una guida turistica gratuita!”

Levi la sfogliò con un dito non mettendoci che un attimo! Erano cinque paginette appena!

“Paesino piccolo, eh?” constatò ridacchiando, mettendo così in imbarazzo il loro sonnacchioso comitato d’accoglienza.

“Sa, mi aspettavo tutto meno che uno stand per turisti in questo posto.” disse Lucy guardandosi attorno.

Con l’attivissima Hosenka così vicina, non vedeva chi mai potesse accorgersi di quel paesotto, che non pareva offrire nessuna attrattiva in particolare. Il fatto poi che il tipo della proloco stesse dormendo della grossa al loro arrivo stava certamente a significare che i turisti lì erano appunto specie rara!

“Beh, non dico che siamo una meta molto ambita, ma abbiamo anche noi le nostre attrattive, per esempio…”

“La villa del mago Oliver?” lo troncò Levi.

Il venditore reagì come gli avessero dato una martellata sulla zucca: “Sigh! Niente da fare! Qui i forestieri non vengono quasi mai e quando vengono sembra proprio che del nostro rispettabile paese conoscano solo quella brutta storia!”

Levi controllò: effettivamente della follia di Oliver D’Alambicco non c’era traccia in quello striminzito opuscolo che le aveva regalato, né si menzionava la villa che cercavano. Non bastasse questo ad incuriosirla, c’era la reazione di quel tipo quando aveva solo nominato Oliver: chiaramente per i locali ciò che accadde allora non doveva essere un ricordo piacevole.

“Suvvia, signorine, dimenticate quello che avete sentito. Come ho detto questo è un paesino rispettabile e i maghi strambi non sono più di casa qui!”

Il rutto con fiammata di Natsu, seduto sulla panchina qualche metro più in là, sembrò voler dissentire quella sua ultima affermazione. Non gli sfuggirono poi due gatti parlanti, di cui una col vestitino, una bambina che si divertiva a smuovere le foglie degli alberi solo soffiando, e un tizio in boxer che aggiungeva del ghiaccio dalla sua mano (dove era apparso dal nulla) alla sua borraccia…

“… Dicevo, date un’occhiata allo stand! Può interessarvi questo orsacchiotto di pezza col cuoricino ricamato? O questi lecca-lecca a forma di cuore? Abbiamo cuori per tutti i gusti, sono il simbolo della città!”

Lucy declinò con quanta più gentilezza potesse: “Ci dispiace, i cuori ci piacciono ma vede noi siamo venute qui apposta per la villa di Oliver.”

“Può dirci come ci si arriva?”

Il loro interesse per quella maledetta villa piuttosto che per i suoi souvenir lo contrariarono visibilmente: “Sigh! Ma perché mai volete recarvi proprio lì? Nessuno se ne occupa da decenni, tutti noi ci giriamo a largo, sarà tutta infestata di erbacce…”

“È una lunga storia.” –gli disse il mago dai capelli scuri, avvicinandosi insieme alla bambina, al ruttafiamme e ai due mici parlanti- “Ed erbacce o non erbacce dobbiamo proprio arrivarci.”

“Ci penso io a liberare il percorso! Ih ih!” ridacchiò Natsu facendo avvampare fiamme intorno la mano destra.

“Delle nostre amiche sono finite nei guai, e forse lì troveremo come aiutarle. Ci dica come raggiungerla, per favore.” pregò Wendy, ottenendo risposta da una voce alle loro spalle.

“Arrivarci è semplice piccina. Basta attraversare il paese e prendere la via sulla destra che entra nel bosco. Pochi minuti a piedi e sarete arrivati.”

I maghi di Fairy Tail videro una vecchina venir loro incontro picchiettando un bastone da passeggio sul selciato ad ogni passo.

“Dite un po’, non ci sarà mica di mezzo l’Incanto Cupidus?” disse poi, lasciando tutti loro sbalorditi. All’udire il nome di quella magia invece il tizio che li aveva accolti in paese fece una smorfia.

“Conosce l’Incanto Cupidus? Ne sa qualcosa?” si affrettò a chiederle Levi.

“Voi quanto sapete?” domandò lei di rimando.
“Conosciamo la storia di quel che è successo qui, e di come sia finita.”

“Purtroppo…” aggiunse l’uomo dello stand alzando gli occhi al cielo, come fosse quello il motivo per cui non compravano i suoi souvenir!

“Dovete sapere allora che il giovane che supplicò il mago Oliver lo fece perché io le venissi restituita. Ero io la ragazza che amava e lui divenne mio marito.”

“WOW! COLPO DI SCENA!” urlò Natsu.

Levi e Lucy congiunsero le mani e sospirarono all’unisono: “Ah! Com’è fortunata lei!”

Il romanticismo di quell’episodio le aveva toccate profondamente! Ciò non valeva però di certo per Natsu!

“Ma allora se quel tipo è suo marito può aver visto come si fa a cancellare l’Incanto Cupidus! Può dirci dov’è ora, nonnina?”

“Al cimitero. Già da qualche anno ormai.” disse la vecchia con serena rassegnazione.

Gray menò a Natsu un pugno dietro la nuca: “I miei complimenti Mister Tatto e Delicatezza!”

I maghi invitarono l’anziana a sedersi sulla panchina per non affaticarla, anche non sembrava poi troppo acciaccata; mentre Gray, Natsu, Happy, Wendy e Charle parlavano con lei, Lucy e Levi avevano ridonato il buonumore all’uomo dello stand comprando qualcosina, un po’ per simpatia, un po’ per compassione!

“Mi dispiace, ma non so come si neutralizza l’incantesimo. Non so nulla di magia.”

“Ma forse ricorda come l’hanno liberata: magari facendole bere una pozione, o recitando una formula…”

“No, mi spiace. Semplicemente mi svegliai una mattina di nuovo in me, ricordando perfettamente ciò che avevo fatto durante il mio innamoramento magico; mi sentii malissimo, in colpa, arrabbiata con me stessa per come avevo trattato l’uomo che amavo. Ma lui era lì, ad attendere il mio risveglio col sorriso sulle labbra, a rassicurarmi e a perdonarmi di tutto. Pochi giorni dopo ci sposammo.”

Wendy e Charle sospirarono cuoricini: “Ah! Che cosa romantica!”

“Charle, che faresti se aprendo gli occhi al risveglio trovassi me ad aspettarti con un sorriso?” domandò Happy, quasi sperando nello stesso finale.

“Tornerei a dormire.”

Lo sconvolto Happy si ritrovò rinchiuso in un blocco di ghiaccio: “Crudele…”

“Avete detto che la pozione è finita addosso a un vostro amico?”

Wendy annuì: “Si, e alcune nostre amiche si sono innamorate di lui ed hanno messo a soqquadro la gilda.”

“Tsk, maghi!” borbottò l’uomo dello stand sfogliando un giornale.

“Il nostro master è stato costretto a metterlo in “quarantena” per non fargli causare altri danni. Praticamente lo ha recluso.” aggiunse Levi.

“Poverino… Mi spiace, ma tutto quello che posso fare oltre a indicarvi la strada è augurarvi buona fortuna. Anch’io sono stata costretta ad innamorarmi, e non è stato bello dopo rendermi conto di ciò che stavo facendo, ciò a cui stavo rinunciando.” –disse con uno sguardo trasognato al cielo- “Mi auguro riusciate a guarire le vostre amiche prima che facciano qualche sciocchezza di cui rimproverarsi.”

“Può giurarci!”

 

Poco dopo, Natsu richiamò tutti a sé levando alto il pugno: “Bene! Ora che siamo tutti riposati, gambe in spalla!”

“Uh? Ma Gray?” domandò la capogruppo Levi cercandolo fra i suoi.
Fullbuster tornò da loro, nuovamente vestito e con un foglietto in mano: “Eccomi qui.”

“Che roba è quella?” chiese Lucy.

“Un multa per atti osceni in luogo pubblico…” si costrinse a dire seccato!

Qualche decina di metri dietro di lui, vicino la piazzetta, un gendarme ancora lo guardava storto battendo il piede in terra in segno di rimprovero!

La biondina non perse occasione di bacchettarlo duramente: “Accidenti alla tua stupida mania di esibizionismo! Puoi girare in mutande alla gilda, tanto ci siamo abituati ormai, ma addirittura in mezzo alla strada!”

“Ehi, la salita mi ha fatto sudare parecchio! Prenditela con Natsu!”

Non ebbe però il tempo di indicarlo che fece finalmente caso a un vocina cantilenante che gli sparlava dietro, come un malefico sibilo accusatorio…

“Maniaco… maniaco… maniaco… maniaco… maniaco…”

Il mago si voltò sventolando un braccio per scacciare via Charle che gli stava svolazzando dietro l’orecchio!

“PIANTALA! Non sono un maniaco!”

Wendy però accorse in difesa di Charle stringendosela al petto: “Lascia stare Charle, maniaco!”
“WENDY, ORA ANCHE TU!”

“I-io… mi metto in imbarazzo facilmente lo sai…”

“Maniaco!” annuì Charle, determinata ora e sempre ad opporsi alle sue inclinazioni da stripper per preservare l’innocenza della sua Wendy!

“E voi, smettetela di sfottere!” urlò il mago del ghiaccio rivolto a Natsu, Lucy ed Happy che scuotevano la testa con l’aria di chi la sa lunga.

“Per favore, non potremmo metterci in cammino adesso?” domandò Levi risistemandosi lo zaino in spalla.

“Aye! Altrimenti Gray si spoglia di nuovo e deve pagare un’altra multa!”

“Se ti acchiappo!”

Fu così che Gray diede ad Happy l’incentivo che portò subito il gattino volante blu davanti il resto del gruppo!

Dietro di loro, l’uomo dello stand dei souvenir e la vecchia li osservavano allontanarsi. Anche lui mentalmente augurava loro buona fortuna, ma era dai tempi di Oliver che non si vedevano maghi in giro per quella zona, e non poteva non chiedersi se anche questi non avrebbero potuto causare altri guai.

“Su, non fare quella faccia.” –gli disse lei sorridendogli come a un nipote- “Non volevi che di qui passasse un po’ più di gente?”

“Beh, si… almeno di quella che acquista qualcosa.”

 

Percorrevano nuovamente un sentiero racchiuso tra alberi a destra e sinistra, sebbene non in salita e meno tortuoso. Le chiome degli alberi si sporgevano audaci sui viaggiatori, quasi a voler impedire al sole di raggiungerli, l’erba e le piante che crescevano ai margini e a chiazza sul percorso stesso ne rendevano i contorni meno definiti: rispetto alla via che li aveva condotti ad Heartburg aveva tutta l’aria di un sentiero poco battuto o comunque abbandonato, e la ragione la conoscevano. A conferma di ciò ogni tanto si imbattevano in dei ceppi di marmo bianco, ormai avvolto dall’edera, del tipo di quelli che fanno da sostegno a decorazioni come vasi o statue, ma di queste nessuna traccia.

Mentre Gray e Natsu facevano poco caso a tutto ciò, le ragazze, smesso di guardare intorno, cercavano di sgomberare la mente da quell’ambiente a tratti selvaggio e inquietante chiacchierando tra di loro.

“Tu cos’hai comprato?”

“Un agendina.” –di colore rosa a cuoricini rossi, con le pagine improfumate addirittura- “Tu? Un portachiavi?”

“Già.” annuì la biondina mostrandoglielo, nemmeno a dirlo a forma di cuore rosso.

“In quel posto sono veramente fissati coi cuori.” disse Happy.

“Già, e guarda caso proprio qui da loro è stato inventato l’unico filtro d’amore che funziona davvero, anche se non ne vanno affatto fieri.” disse Wendy.

“Del resto saresti fiera se il posto dove vivi fosse conosciuto solo per un mago mezzo scemo?” intervenne Gray.

“No, non direi.”

Natsu fece spallucce: “Se proprio vogliono più turisti questa del mago pazzo non sarebbe male come trovata pubblicitaria, ma la fanno così tragica…” intervenne Natsu.

“Ti ricordo che la nostra gilda ha rischiato di essere demolita per colpa di quel mago pazzo e della sua pozione!”

“Beh, da un certo punto di vista siamo stati fortunati che sia finita alla nostra gilda, nonostante ciò che è successo: pensate se quella boccetta fosse capitata in mani sbagliate.”

Lucy immaginò Juvia ridere malvagiamente guardando Gray, con la pozione di Incanto Cupidus in una mano e l’altra che la carezzava!

<< MUAHAHAHAHAHAHA!!! >>

“Che c’è Lucy?” domandò il mago del ghiaccio.

“Nulla!” rispose scuotendo le mani.

“Ci siamo!” urlò Natsu.

Levi fece due veloci passi avanti: dritto dinanzi a loro, ancora parzialmente coperti dagli alberi si poteva vedere quelli che sembravano una cancellata, e, dietro ancora, la sagoma di un edificio.

Il gruppetto accelerò il passo.

“Quel posto mi mette i brividi ancora più di questa brutta foresta! Se questo tipo era così romantico poteva vivere in un posto più carino!” piagnucolò Lucy man mano che la villa abbandonata di Oliver D’Alambicco si rivelava un dettaglio dopo l’altro mentre si avvicinavano.

“Cosa ti aspettavi, non ci vive nessuno da decenni.”

Anche Wendy però lo trovava strano: il paese era tranquillo ed accogliente, chissà come mai quel mago aveva deciso invece di costruirsi una casa in mezzo al bosco, come a volersene stare lontano dal mondo, pensò la maghetta.

Natsu, approfittò di un momento di silenzio per una innocente presa in giro: “Multa per atti osceni in luogo pubblico! Ah ah! Ovunque vai ti fai sempre riconoscere, Gray!” 

“E tu allora che rutti fuoco in pieno giorno? Avrebbe dovuto multare anche te!”

“E per cosa?”

“Per piromania! E per manifesta maleducazione!”

Il loro litigio finì per rallentare tutto il gruppo fino ad arrestarlo del tutto.

“Ragazzi, per favore! Non potremmo…” cercò di scuoterli Levi, senza successo.

Ognuno si era già afferrato al bavero dell’altro.

“Nudista impenitente!”

“Buzzurro d’un fiammifero ambulante!”

“Vai Natsu! Rispondi a tono!” tifava Happy.

“Umpf!” sbuffava Charle.

“Maniaco!”

“Demente!”

 

“Tsk! Se avete fatto questo tutto il viaggio non mi stupisce sia arrivato prima io di voi!”

?!?!?!?

 

Si voltarono tutti di scatto verso le fronde di un albero sul lato destro della via, da cui era arrivata quella voce. Fecero appena in tempo a vedere una figura scura balzare via ed atterrare atleticamente sul sentiero, frapponendosi tra loro e la villa di Oliver, ormai a pochi passi.

 

 

Su col morale, si disse: ci sono prigioni peggiori. Ben più strette. Lui invece aveva un intero piano tutto per lui, in confronto ad altri gli era andata di lusso.

Gazille aprì la finestra. L’aria della tarda sera spirava nella sua stanza, rinfrescandogli il viso, smuovendogli lievemente i capelli. Una nottata serena, piene di stelle ma con poca luna calante lo attendeva lì fuori: una nottata ideale per fuggire.

Allungò la mano, come a voler afferrare un po’ di quella notte e farla propria, ma sebbene i vetri fossero spalancati, la sua mano si fermò, sull’uscio di quello spiraglio, come fossero chiusi.

L’aria entrava liberamente, ma lui non poteva uscire: la barriera di Freed era estesa a tutte le uscite dal piano, finestre incluse.

Guardò per un attimo la sua mano, impotente davanti quell’invisibile ostacolo, sbeffeggiata dal fresco vento che invece entrava come natura esigeva. Non pensò a nulla nel mentre, e alla fine si voltò e si gettò sul suo letto, con le braccia incrociate dietro la testa.

<< Mi tengono rinchiuso come un animale pericoloso. Beh, pericoloso lo sono, Incanto Cupidus o meno. Proprio quando pensavo di essere riuscito a farmi un etichetta diversa guarda un po’ che mi doveva capitare! >>

Ripercorse mentalmente quella vicenda, che lo riguardava in prima persona e che nonostante questo fino a quel momento sembrava non riguardargli affatto: dal suo inizio a quella ingiuriosa fine in quella calda e amichevole prigione non aveva fatto altro che subire passivamente i colpi di quel destino burlone, sballottato qua e là a districarsi tra ammiratrici moleste e molestatrici ammiranti.

Ripensò alla cocente determinazione dei suoi compagni di partire alla riscossa, di salvare Erza, e Mira, e Cana, e Bisca… E lui?

Avevano citato anche lui… dopo le altre… Almeno questo. Non se lo nascondeva: a parte per uno o due di loro, lui quasi non era considerato vittima allo stesso livello delle ragazze che si erano innamorate di lui.

<< Se non faccio qualcosa sarà così per sempre. Un compagno di serie B: un nuovo entrato dal brutto carattere di cui a momenti ci si dimentica pure. >>

Si rialzò e si mise seduto. Stava già diventando insofferente: si muoveva per la sua stanza, si sdraiava, cambiava posizione, si rialzava… Lo sguardo perennemente imbronciato, perennemente senza pace, pieno di pensieri per la testa.

<< Di sotto si saranno ormai messi l’animo in pace, ma io no. Ci deve pur essere un modo per uscire di qui. >>

Il suono di una bussata alla finestra aperta recise il filo dei suoi pensieri.

?!

Pantherlily lo guardava sornione dal piccolo davanzale di pietra, abbastanza esteso al di là della barriera di Freed da permettergli di starci comodamente all’inpiedi.

“Cos’è, l’orario delle visite?” chiese avvicinandosi.

“Come andiamo?” chiese il gatto facendo sparire le ali che lo avevano portato lassù.

“C’è bisogno di chiederlo?” rispose lui furioso.

“Seccante essere lasciati dietro, eh?”

“Senti, Lily, se sei venuto qui a rompere ti consiglio di sparire prima che ti inserisca nella lista nera di tutti quelli a cui la farò pagare quando uscirò finalmente da qui!”

“Il che potrebbe essere tra un paio di giorni, se tutto va bene.”

“Accidenti! A saperlo avrei chiesto a Levi di prestarmi qualche libro!”

“Ti piace leggere?”

“No. Ma visto come sono ridotto…”

“E se ti dicessi che sono qui per farti uscire adesso, in questo preciso istante, in modo da avere la tua giusta parte in questa avventura, bruceresti questa tua lista nera?”

“……”

Gazille prima strabuzzò gli occhi. Poi lo guardò con sospetto.

“Questa gilda non ti ha voltato le spalle, e, credimi nemmeno a loro piace tenerti qui. Io però sono dell’opinione che se il problema sei tu, devi fare qualcosa per risolverlo; e io voglio dartene l’occasione!”

“E sentiamo, come faresti?”

Lily diede un colpetto alla barriera, sulla quale comparvero le lettere arcane che ne specificavano le regole.

 

<< Nessuno può entrare o uscire da quest’area senza permesso. >>

 

Gazille fu costretto ad osservarle per l’ennesima volta, ormai gli dava il disgusto: “E con questo?”

“Bussa.”

“… Come prego?”

“Avanti, bussa!”

Bussare ad una finestra aperta: un’assurdità dopo l’altra!

Picchiettò due colpetti sotto il naso del suo gatto, il quale con un inchino scherzoso rispose: “Avanti, prego!”

Gazille pensò di aver capito, ma non gli parve possibile: “Andiamo! Non può mica essere una cosa tanto stu… ?!?!?”

La sua mano, che ora si sporgeva fuori, oltre la finestra, nella notte che invano aveva cercato di afferrare, dimostrava che invece era proprio così!

“Questa barriera è stata concepita per impedirti colpi di testa come questo.” –iniziò a spiegare Lily- “Ma è fatta anche in modo da non isolarti del tutto, portarti quello che ti serve, o farti compagnia. Probabilmente per ottenere ciò è stata costruita con dei limiti, ma del resto il master avrà pensato che nessuno sarebbe mai stato tanto pazzo da lasciarti libero.”

Gazille non riusciva a dire una parola, guardava fuori, con una mano sulla fronte, stentando a capire che era fatta, era libero, e tutto era pronto per lui!

“Allora?”

“… Ghi ih ih ih!”

Gazille aprì le ante dell’armadio tanto forte da scardinarle, sbatté sul letto la sua sacca e ci ficcò dentro alla svelta quel poco di cui avrebbe avuto bisogno fino ad Heartburg, dal sacco a pelo agli avanzi della cena! Se la caricò a tracolla, e si volse nuovamente verso Lily, contentissimo di vedergli stampato in faccia quel ghigno affilato, carico di furia ed entusiasmo.

Si appoggiò a un lato della finestra, come a lasciar libero il passaggio: “Avanti, vai e scollatele di dosso!”

Furono però proprio quel gesto e quelle parole di incoraggiamento a calmarlo. Guardò Pantherlily: da quando la sua vita era cambiata entrando in Fairy Tail, lui era stato l’ultimo acquisto nella sua nuova schiera di compagni.

Un nuovo arrivato proprio come lui, e come lui anche un ex-nemico della gilda, eppure a differenza sua non aveva avuto alcun problema ad ambientarsi: appena arrivato aveva trovato un dragon slayer invidioso dei gatti altrui, pronto ad accoglierlo, a volerlo al suo fianco, come suo affiatato compare.

Ed ora quel micio nero di ardore e capacità insospettabili dietro la sua apparenza coccolosa era lì a toglierlo dai guai.

<< Se vuoi dei buoni compagni, sii tu un buon compagno! >> si disse il dragone.

“Dov’è finita la tua fretta?”
“Dì un po’, cialtrone, non starai pensando di bigiare, eh?”
“……”
“Tu vieni con me! Sei il mio gatto no?”

Stavolta fu Lily a guardarlo sorpreso. Credeva che una volta liberatolo, Gazille non si sarebbe lasciato fermare da niente e da nessuno.

“Umpf!”

Che sciocco! Arrivato a quel punto, nemmeno lui voleva tirarsi indietro!

“Molto bene allora!”

Spiegò le ali e con un battito vigoroso si lanciò nell’aria.

Il dragone, ridendo a crepapelle saltò sul davanzale e con un altro balzo si gettò nel vuoto, allargando le braccia nella caduta libera, come a voler finalmente acchiappare con esse la libertà e l’avventura che la barriera aveva negato alla sua sola mano.

Qualche istante di picchiata dopo riaprì gli occhi, e si vide di nuovo in alto, molto più in alto, planare via, lasciandosi la sua cella alle spalle e i tetti di Magnolia sotto di sé.

“Complimenti per l’uscita ad effetto!” scherzò Lily che lo teneva per il colletto.

Potendo diventare di metallo la caduta non gli avrebbe fatto nulla, ma essendoci Lily, perché non approfittarne per qualcosa di più discreto e figo?

“Non avrai mica intenzione di farti portare per tutto il viaggio ora?”
“Macché! Finora non ho fatto nulla e ho bisogno di moto! Raggiungiamo la stazione e becchiamo il primo treno che si avvicini ad Hosenka, dopodiché marciamo verso Heartburg di volata!”
“Agli ordini!”

A differenza di quelle mammolette partite col proposito di salvarlo (che ridere!), lui, Gazille Reitfox, il dragon slayer d’acciaio, non si faceva problemi a muoversi di notte, o di riposare all’aperto, altro che albergo! Lo stesso valeva poi per Lily; non ci avrebbero messo nulla a raggiungerli!

 

“Ed è così che sono riuscito a fuggire, e tra l’altro sono pure arrivato prima! Umpf! Se lasciavo fare a voi…” –finì di raccontare incrociando le braccia.

Rivolse a tutti un sorriso determinato e con aria altezzosa disse: “Questo è quanto: sono qui e vi do una mano a “salvarmi”. Sentiamo un po’ che avete da dire!”

“Idiota!”

“?!?!?”

Certo non si aspettava facessero i salti di gioia, però…

“Idiota!” riconfermò Charle, con gli occhi iniettati di sangue e non una ma ben due vene pulsanti sulla testa!

“Tu sei un idiota epocale! Guarda cos’hai combinato!”

Lucy stava guardando Gazille…

“……”

Anche Wendy stava guardando Gazille…

“……”

E anche Levi…

“……”

E Gray, Natsu e Happy guardavano impotenti l’atmosfera tingersi di rosa sbrilluccicante e lo spuntare di cuoricini al posto degli occhi fugare ogni dubbio!

“Aaah…”

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!” urlò Charle, facendosi sentire fin quasi ad Heartburg!

“Ops…” fece il dragon slayer, senza farsi sentire per il suo bene…

 

 

 

Ahi ahi ahi, Gazille! Avresti dovuto pensare meno a vantarti e più ad osservare i presenti!

L’Incanto Cupidus non perdona e miete altre vittime! Il gruppo dei soccorritori si appesantisce ora di una zavorra di fungirl! La missione potrà completarsi lo stesso?

Quali difficoltà e quali insidie si celano all’interno della villa diroccata del mago Oliver?

Per la risposta, continuate a seguire la mia storia ^__^

Spero vi stia piacendo! X3 Ormai stiamo entrando nel vivo dell’azione! Preparatevi a nuove sorprese! Commentate!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

  
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