Ehilà a tutti cari
lettori! ^__^
L’esame è ormai alle mie spalle
e dentro la mia sacca! Ce ne sono ancora tra questo mese e il prossimo, ma ora
posso godermi nuovamente una pausa di tranquillità, in cui lasciarmi andare
all’ispirazione e alla produzione! Così ecco a voi un nuovo capitolo, in cui
l’avventura prosegue con tanto di colpi di scena! Non ho ricevuto che un
commento con lo scorso aggiornamento… I calciatori al ritorno delle feste hanno
un calo di prestazioni d’accordo, ma agli scrittori un calo di commenti? XD
Che dire, spero vi stia
piacendo, e di riceverne qualcuno in più con questo capitolo! ^_^
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Natsu tirò su un bel
respiro, chiudendo gli occhi per ascoltare il cinguettio delle decine e decine
di uccelli sugli alberi tutto intorno il sentiero.
“Ah! Che bell’aria! Una
bella camminata a piedi di mattina in un bel posto come questo fa solo bene
alla salute!”
Poi si voltò verso i
compagni: “Di certo se avessimo preso quella corriera non avremmo potuto
goderci tutto questo!”
“Probabilmente no…” –disse
Gray asciugandosi la fronte- “Ma non avremmo dovuto nemmeno faticare tanto!”
Dietro di lui il resto del
gruppo esprimeva come lui il proprio disappunto sfaldandosi un po’ qui un po’
là, un po’ per terra, un po’ appoggiato ad un albero!
“Sono stanca!” piagnucolò
Lucy.
“Ma questa salita non
finisce mai?” domandò Wendy, che seduta su una pietra si lasciava massaggiare i
piedini da Charle.
“Natsu, mi sa che la bella
passeggiata te la stai godendo solo tu.” fece saggiamente notare Happy
svolazzandogli attorno.
Il rosa per tutta
risposta, colmo di menefreghismo, sbuffò: “Quante storie! C’è un bel sole, aria
fresca, tanto verde, e la destinazione è vicina. Siete delle vere mammolette.”
“NOI?!” –fece Lucy
imbestialita- “Chi è che si è praticamente incollato a quel palo pur di non farci
usare la corriera?”
Levi sospirò. Quel mattino
avevano scoperto che si poteva arrivare a Heartburg da Hosenka grazie ad una
corriera, una carrozza a cavalli, che passava due volte al giorno. Purtroppo
non avevano fatto i conti con l’insofferenza di Natsu ai mezzi di trasporto.
Questi si era abbracciato ad un lampione e nonostante i loro sforzi coraggiosi
per tirarlo via, non erano riusciti a staccarlo. Alla fine era stata proprio
lei, in quanto capo spedizione, a rinunciare al trasporto per raggiungere il
villaggio a piedi, dopotutto le avevano detto che ci sarebbe voluta un’oretta
appena…
Non le avevano detto che
una buona parte dell’oretta era in salita!
“Su, facciamo un ultimo
sforzo, ormai siamo qui.” disse un po’ titubante, stanca com’era pure lei,
cercando di rimettere in sesto i suoi. Nel suo gruppo con Jet e Droy di solito
non aveva questi problemi di morale basso: bastava la sua presenza a motivarli
a non sfigurarle davanti, e qualche volta a farli scannare l’uno con l’altro…
Con Natsu in testa, il
gruppetto di Fairy Tail percorse ancora alcune centinaia di metri, accorgendosi
nel mentre, con gran sollievo, che la pendenza diminuiva. Dopo che la salita fu
sparita, voltarono una curva dietro una macchia di alberi, e finalmente
comparve loro un basso muro di cinta merlato, nel quale il sentiero che
seguivano andava a finire con un arco di pietra.
“Ci siamo! Heartburg!”
L’arco non era bloccato da
alcun portale. Sulla sommità di esso si notava uno stemma scolpito nel marmo,
rappresentante uno scudo con all’interno tre cuori disposti a triangolo.
Levi lo seguì con gli
occhi mentre entrava nel paesino insieme agli altri. Quando poi riabbassò il
capo, notò che, nonostante la bellezza dell’ingresso, Heartburg era un posto
dall’aspetto semplice e umile.
Ai due lati della strada
che si apriva dinanzi a loro le case, bianche a due piani, si susseguivano a
destra e sinistra tutte uguali e tutte in ordine, coi loro balconi colorati di
fiori in vaso. Spingendo lo sguardo oltre la vista era occupata da una vicina
montagna. Appena alla loro destra poi si apriva una piazzetta, con qualche
albero e una specie di chiosco, sul cui piccolo bancone l’addetto poltriva
tranquillamente.
A parte lui, non si vedeva
quasi nessuno in giro.
“Bah, ha tutta l’aria di
essere un posto palloso…” disse Natsu.
Lucy scosse il capo:
“Sempre il solito tu. E comunque, non siamo mica venuti qui per fare turismo.”
“Meno male!” -ribatté lui
ironico- “Ok! Non perdiamo altro tempo: troviamo quella stupida villa di quello
stupido mago e cancelliamo il suo stupido incantesimo!”
“E dove ti avvii se non
sai neanche dov’è?” fece notare Charle.
“… Beh…”
L’unico stupido qui sei
tu, pensò la gattina, continuano poi a parlare: “Considerando che ci hai fatto
fare una sfacchinata fin quassù, suggerisco di riprendere le forze su quella
panchina. Nel frattempo qualcuno andrà a domandare a quel tipo addormentato
come si arriva alla villa del mago Oliver.”
“Sono d’accordissimo con
te!” esclamò Happy, sempre pronto a supportarla.
Levi e Lucy raggiunsero il
chiosco, che si rivelò essere, guarda caso, una specie di stand per i
visitatori!
“Mi scusi…”
L’uomo, magro, sulla
trentina, rassomigliava vagamente a Max, diede un forte sbadiglio, tuttavia il
suo risveglio ebbe una brusca accelerata quando si accorse che erano
forestiere, oltre che belle ragazze!
“Benvenute ad Heartburg
signorine! Prego, prendete pure una guida turistica gratuita!”
Levi la sfogliò con un
dito non mettendoci che un attimo! Erano cinque paginette appena!
“Paesino piccolo, eh?”
constatò ridacchiando, mettendo così in imbarazzo il loro sonnacchioso comitato
d’accoglienza.
“Sa, mi aspettavo tutto
meno che uno stand per turisti in questo posto.” disse Lucy guardandosi
attorno.
Con l’attivissima Hosenka
così vicina, non vedeva chi mai potesse accorgersi di quel paesotto, che non
pareva offrire nessuna attrattiva in particolare. Il fatto poi che il tipo
della proloco stesse dormendo della grossa al loro arrivo stava certamente a
significare che i turisti lì erano appunto specie rara!
“Beh, non dico che siamo
una meta molto ambita, ma abbiamo anche noi le nostre attrattive, per esempio…”
“La villa del mago
Oliver?” lo troncò Levi.
Il venditore reagì come
gli avessero dato una martellata sulla zucca: “Sigh! Niente da fare! Qui i
forestieri non vengono quasi mai e quando vengono sembra proprio che del nostro
rispettabile paese conoscano solo quella brutta storia!”
Levi controllò:
effettivamente della follia di Oliver D’Alambicco non c’era traccia in quello
striminzito opuscolo che le aveva regalato, né si menzionava la villa che
cercavano. Non bastasse questo ad incuriosirla, c’era la reazione di quel tipo
quando aveva solo nominato Oliver: chiaramente per i locali ciò che accadde
allora non doveva essere un ricordo piacevole.
“Suvvia, signorine, dimenticate
quello che avete sentito. Come ho detto questo è un paesino rispettabile e i
maghi strambi non sono più di casa qui!”
Il rutto con fiammata di
Natsu, seduto sulla panchina qualche metro più in là, sembrò voler dissentire
quella sua ultima affermazione. Non gli sfuggirono poi due gatti parlanti, di
cui una col vestitino, una bambina che si divertiva a smuovere le foglie degli
alberi solo soffiando, e un tizio in boxer che aggiungeva del ghiaccio dalla
sua mano (dove era apparso dal nulla) alla sua borraccia…
“… Dicevo, date
un’occhiata allo stand! Può interessarvi questo orsacchiotto di pezza col
cuoricino ricamato? O questi lecca-lecca a forma di cuore? Abbiamo cuori per
tutti i gusti, sono il simbolo della città!”
Lucy declinò con quanta
più gentilezza potesse: “Ci dispiace, i cuori ci piacciono ma vede noi siamo
venute qui apposta per la villa di Oliver.”
“Può dirci come ci si
arriva?”
Il loro interesse per
quella maledetta villa piuttosto che per i suoi souvenir lo contrariarono
visibilmente: “Sigh! Ma perché mai volete recarvi proprio lì? Nessuno se ne
occupa da decenni, tutti noi ci giriamo a largo, sarà tutta infestata di
erbacce…”
“È una lunga storia.” –gli
disse il mago dai capelli scuri, avvicinandosi insieme alla bambina, al
ruttafiamme e ai due mici parlanti- “Ed erbacce o non erbacce dobbiamo proprio
arrivarci.”
“Ci penso io a liberare il
percorso! Ih ih!” ridacchiò Natsu facendo avvampare fiamme intorno la mano
destra.
“Delle nostre amiche sono
finite nei guai, e forse lì troveremo come aiutarle. Ci dica come raggiungerla,
per favore.” pregò Wendy, ottenendo risposta da una voce alle loro spalle.
“Arrivarci è semplice
piccina. Basta attraversare il paese e prendere la via sulla destra che entra
nel bosco. Pochi minuti a piedi e sarete arrivati.”
I maghi di Fairy Tail
videro una vecchina venir loro incontro picchiettando un bastone da passeggio
sul selciato ad ogni passo.
“Dite un po’, non ci sarà mica
di mezzo l’Incanto Cupidus?” disse poi, lasciando tutti loro sbalorditi.
All’udire il nome di quella magia invece il tizio che li aveva accolti in paese
fece una smorfia.
“Conosce l’Incanto
Cupidus? Ne sa qualcosa?” si affrettò a chiederle Levi.
“Voi quanto sapete?”
domandò lei di rimando.
“Conosciamo la storia di quel che è successo qui, e di come sia finita.”
“Purtroppo…” aggiunse
l’uomo dello stand alzando gli occhi al cielo, come fosse quello il motivo per
cui non compravano i suoi souvenir!
“Dovete sapere allora che
il giovane che supplicò il mago Oliver lo fece perché io le venissi restituita.
Ero io la ragazza che amava e lui divenne mio marito.”
“WOW! COLPO DI SCENA!”
urlò Natsu.
Levi e Lucy congiunsero le
mani e sospirarono all’unisono: “Ah! Com’è fortunata lei!”
Il romanticismo di
quell’episodio le aveva toccate profondamente! Ciò non valeva però di certo per
Natsu!
“Ma allora se quel tipo è
suo marito può aver visto come si fa a cancellare l’Incanto Cupidus! Può dirci
dov’è ora, nonnina?”
“Al cimitero. Già da
qualche anno ormai.” disse la vecchia con serena rassegnazione.
Gray menò a Natsu un pugno
dietro la nuca: “I miei complimenti Mister Tatto e Delicatezza!”
I maghi invitarono
l’anziana a sedersi sulla panchina per non affaticarla, anche non sembrava poi
troppo acciaccata; mentre Gray, Natsu, Happy, Wendy e Charle parlavano con lei,
Lucy e Levi avevano ridonato il buonumore all’uomo dello stand comprando
qualcosina, un po’ per simpatia, un po’ per compassione!
“Mi dispiace, ma non so
come si neutralizza l’incantesimo. Non so nulla di magia.”
“Ma forse ricorda come
l’hanno liberata: magari facendole bere una pozione, o recitando una formula…”
“No, mi spiace.
Semplicemente mi svegliai una mattina di nuovo in me, ricordando perfettamente
ciò che avevo fatto durante il mio innamoramento magico; mi sentii malissimo,
in colpa, arrabbiata con me stessa per come avevo trattato l’uomo che amavo. Ma
lui era lì, ad attendere il mio risveglio col sorriso sulle labbra, a
rassicurarmi e a perdonarmi di tutto. Pochi giorni dopo ci sposammo.”
Wendy e Charle sospirarono
cuoricini: “Ah! Che cosa romantica!”
“Charle, che faresti se aprendo
gli occhi al risveglio trovassi me ad aspettarti con un sorriso?” domandò
Happy, quasi sperando nello stesso finale.
“Tornerei a dormire.”
Lo sconvolto Happy si
ritrovò rinchiuso in un blocco di ghiaccio: “Crudele…”
“Avete detto che la
pozione è finita addosso a un vostro amico?”
Wendy annuì: “Si, e alcune
nostre amiche si sono innamorate di lui ed hanno messo a soqquadro la gilda.”
“Tsk, maghi!” borbottò
l’uomo dello stand sfogliando un giornale.
“Il nostro master è stato
costretto a metterlo in “quarantena” per non fargli causare altri danni.
Praticamente lo ha recluso.” aggiunse Levi.
“Poverino… Mi spiace, ma
tutto quello che posso fare oltre a indicarvi la strada è augurarvi buona fortuna.
Anch’io sono stata costretta ad innamorarmi, e non è stato bello dopo rendermi
conto di ciò che stavo facendo, ciò a cui stavo rinunciando.” –disse con uno
sguardo trasognato al cielo- “Mi auguro riusciate a guarire le vostre amiche
prima che facciano qualche sciocchezza di cui rimproverarsi.”
“Può giurarci!”
Poco dopo, Natsu richiamò
tutti a sé levando alto il pugno: “Bene! Ora che siamo tutti riposati, gambe in
spalla!”
“Uh? Ma Gray?” domandò la
capogruppo Levi cercandolo fra i suoi.
Fullbuster tornò da loro, nuovamente vestito e con un foglietto in mano:
“Eccomi qui.”
“Che roba è quella?”
chiese Lucy.
“Un multa per atti osceni
in luogo pubblico…” si costrinse a dire seccato!
Qualche decina di metri
dietro di lui, vicino la piazzetta, un gendarme ancora lo guardava storto
battendo il piede in terra in segno di rimprovero!
La biondina non perse
occasione di bacchettarlo duramente: “Accidenti alla tua stupida mania di
esibizionismo! Puoi girare in mutande alla gilda, tanto ci siamo abituati
ormai, ma addirittura in mezzo alla strada!”
“Ehi, la salita mi ha
fatto sudare parecchio! Prenditela con Natsu!”
Non ebbe però il tempo di
indicarlo che fece finalmente caso a un vocina cantilenante che gli sparlava
dietro, come un malefico sibilo accusatorio…
“Maniaco… maniaco…
maniaco… maniaco… maniaco…”
Il mago si voltò
sventolando un braccio per scacciare via Charle che gli stava svolazzando
dietro l’orecchio!
“PIANTALA! Non sono un
maniaco!”
Wendy però accorse in
difesa di Charle stringendosela al petto: “Lascia stare Charle, maniaco!”
“WENDY, ORA ANCHE TU!”
“I-io… mi metto in
imbarazzo facilmente lo sai…”
“Maniaco!” annuì Charle,
determinata ora e sempre ad opporsi alle sue inclinazioni da stripper per
preservare l’innocenza della sua Wendy!
“E voi, smettetela di
sfottere!” urlò il mago del ghiaccio rivolto a Natsu, Lucy ed Happy che
scuotevano la testa con l’aria di chi la sa lunga.
“Per favore, non potremmo
metterci in cammino adesso?” domandò Levi risistemandosi lo zaino in spalla.
“Aye! Altrimenti Gray si
spoglia di nuovo e deve pagare un’altra multa!”
“Se ti acchiappo!”
Fu così che Gray diede ad
Happy l’incentivo che portò subito il gattino volante blu davanti il resto del
gruppo!
Dietro di loro, l’uomo
dello stand dei souvenir e la vecchia li osservavano allontanarsi. Anche lui
mentalmente augurava loro buona fortuna, ma era dai tempi di Oliver che non si
vedevano maghi in giro per quella zona, e non poteva non chiedersi se anche
questi non avrebbero potuto causare altri guai.
“Su, non fare quella
faccia.” –gli disse lei sorridendogli come a un nipote- “Non volevi che di qui
passasse un po’ più di gente?”
“Beh, si… almeno di quella
che acquista qualcosa.”
Percorrevano nuovamente un
sentiero racchiuso tra alberi a destra e sinistra, sebbene non in salita e meno
tortuoso. Le chiome degli alberi si sporgevano audaci sui viaggiatori, quasi a
voler impedire al sole di raggiungerli, l’erba e le piante che crescevano ai
margini e a chiazza sul percorso stesso ne rendevano i contorni meno definiti:
rispetto alla via che li aveva condotti ad Heartburg aveva tutta l’aria di un
sentiero poco battuto o comunque abbandonato, e la ragione la conoscevano. A
conferma di ciò ogni tanto si imbattevano in dei ceppi di marmo bianco, ormai
avvolto dall’edera, del tipo di quelli che fanno da sostegno a decorazioni come
vasi o statue, ma di queste nessuna traccia.
Mentre Gray e Natsu
facevano poco caso a tutto ciò, le ragazze, smesso di guardare intorno,
cercavano di sgomberare la mente da quell’ambiente a tratti selvaggio e
inquietante chiacchierando tra di loro.
“Tu cos’hai comprato?”
“Un agendina.” –di colore
rosa a cuoricini rossi, con le pagine improfumate addirittura- “Tu? Un
portachiavi?”
“Già.” annuì la biondina
mostrandoglielo, nemmeno a dirlo a forma di cuore rosso.
“In quel posto sono
veramente fissati coi cuori.” disse Happy.
“Già, e guarda caso proprio
qui da loro è stato inventato l’unico filtro d’amore che funziona davvero,
anche se non ne vanno affatto fieri.” disse Wendy.
“Del resto saresti fiera
se il posto dove vivi fosse conosciuto solo per un mago mezzo scemo?”
intervenne Gray.
“No, non direi.”
Natsu fece spallucce: “Se
proprio vogliono più turisti questa del mago pazzo non sarebbe male come
trovata pubblicitaria, ma la fanno così tragica…” intervenne Natsu.
“Ti ricordo che la nostra
gilda ha rischiato di essere demolita per colpa di quel mago pazzo e della sua
pozione!”
“Beh, da un certo punto di
vista siamo stati fortunati che sia finita alla nostra gilda, nonostante ciò
che è successo: pensate se quella boccetta fosse capitata in mani sbagliate.”
Lucy immaginò Juvia ridere
malvagiamente guardando Gray, con la pozione di Incanto Cupidus in una mano e
l’altra che la carezzava!
<<
MUAHAHAHAHAHAHA!!! >>
“Che c’è Lucy?” domandò il
mago del ghiaccio.
“Nulla!” rispose scuotendo
le mani.
“Ci siamo!” urlò Natsu.
Levi fece due veloci passi
avanti: dritto dinanzi a loro, ancora parzialmente coperti dagli alberi si
poteva vedere quelli che sembravano una cancellata, e, dietro ancora, la sagoma
di un edificio.
Il gruppetto accelerò il
passo.
“Quel posto mi mette i
brividi ancora più di questa brutta foresta! Se questo tipo era così romantico
poteva vivere in un posto più carino!” piagnucolò Lucy man mano che la villa
abbandonata di Oliver D’Alambicco si rivelava un dettaglio dopo l’altro mentre
si avvicinavano.
“Cosa ti aspettavi, non ci
vive nessuno da decenni.”
Anche Wendy però lo
trovava strano: il paese era tranquillo ed accogliente, chissà come mai quel
mago aveva deciso invece di costruirsi una casa in mezzo al bosco, come a
volersene stare lontano dal mondo, pensò la maghetta.
Natsu, approfittò di un
momento di silenzio per una innocente presa in giro: “Multa per atti osceni in
luogo pubblico! Ah ah! Ovunque vai ti fai sempre riconoscere, Gray!”
“E tu allora che rutti
fuoco in pieno giorno? Avrebbe dovuto multare anche te!”
“E per cosa?”
“Per piromania! E per
manifesta maleducazione!”
Il loro litigio finì per
rallentare tutto il gruppo fino ad arrestarlo del tutto.
“Ragazzi, per favore! Non
potremmo…” cercò di scuoterli Levi, senza successo.
Ognuno si era già
afferrato al bavero dell’altro.
“Nudista impenitente!”
“Buzzurro d’un fiammifero
ambulante!”
“Vai Natsu! Rispondi a
tono!” tifava Happy.
“Umpf!” sbuffava Charle.
“Maniaco!”
“Demente!”
“Tsk! Se avete fatto
questo tutto il viaggio non mi stupisce sia arrivato prima io di voi!”
?!?!?!?
Si voltarono tutti di
scatto verso le fronde di un albero sul lato destro della via, da cui era
arrivata quella voce. Fecero appena in tempo a vedere una figura scura balzare
via ed atterrare atleticamente sul sentiero, frapponendosi tra loro e la villa
di Oliver, ormai a pochi passi.
Su col morale, si disse: ci sono prigioni peggiori. Ben più
strette. Lui invece aveva un intero piano tutto per lui, in confronto ad altri
gli era andata di lusso.
Gazille aprì la finestra. L’aria della tarda sera spirava
nella sua stanza, rinfrescandogli il viso, smuovendogli lievemente i capelli.
Una nottata serena, piene di stelle ma con poca luna calante lo attendeva lì
fuori: una nottata ideale per fuggire.
Allungò la mano, come a voler afferrare un po’ di quella notte
e farla propria, ma sebbene i vetri fossero spalancati, la sua mano si fermò,
sull’uscio di quello spiraglio, come fossero chiusi.
L’aria entrava liberamente, ma lui non poteva uscire: la
barriera di Freed era estesa a tutte le uscite dal piano, finestre incluse.
Guardò per un attimo la sua mano, impotente davanti
quell’invisibile ostacolo, sbeffeggiata dal fresco vento che invece entrava
come natura esigeva. Non pensò a nulla nel mentre, e alla fine si voltò e si
gettò sul suo letto, con le braccia incrociate dietro la testa.
<< Mi tengono rinchiuso come un animale pericoloso. Beh,
pericoloso lo sono, Incanto Cupidus o meno. Proprio quando pensavo di essere
riuscito a farmi un etichetta diversa guarda un po’ che mi doveva capitare!
>>
Ripercorse mentalmente quella vicenda, che lo riguardava in
prima persona e che nonostante questo fino a quel momento sembrava non
riguardargli affatto: dal suo inizio a quella ingiuriosa fine in quella calda e
amichevole prigione non aveva fatto altro che subire passivamente i colpi di
quel destino burlone, sballottato qua e là a districarsi tra ammiratrici
moleste e molestatrici ammiranti.
Ripensò alla cocente determinazione dei suoi compagni di
partire alla riscossa, di salvare Erza, e Mira, e Cana, e Bisca… E lui?
Avevano citato anche lui… dopo le altre… Almeno questo. Non se
lo nascondeva: a parte per uno o due di loro, lui quasi non era considerato
vittima allo stesso livello delle ragazze che si erano innamorate di lui.
<< Se non faccio qualcosa sarà così per sempre. Un
compagno di serie B: un nuovo entrato dal brutto carattere di cui a momenti ci
si dimentica pure. >>
Si rialzò e si mise seduto. Stava già diventando insofferente:
si muoveva per la sua stanza, si sdraiava, cambiava posizione, si rialzava… Lo
sguardo perennemente imbronciato, perennemente senza pace, pieno di pensieri
per la testa.
<< Di sotto si saranno ormai messi l’animo in pace, ma
io no. Ci deve pur essere un modo per uscire di qui. >>
Il suono di una bussata alla finestra aperta recise il filo
dei suoi pensieri.
?!
Pantherlily lo guardava sornione dal piccolo davanzale di
pietra, abbastanza esteso al di là della barriera di Freed da permettergli di
starci comodamente all’inpiedi.
“Cos’è, l’orario delle visite?” chiese avvicinandosi.
“Come andiamo?” chiese il gatto facendo sparire le ali che lo
avevano portato lassù.
“C’è bisogno di chiederlo?” rispose lui furioso.
“Seccante essere lasciati dietro, eh?”
“Senti, Lily, se sei venuto qui a rompere ti consiglio di
sparire prima che ti inserisca nella lista nera di tutti quelli a cui la farò
pagare quando uscirò finalmente da qui!”
“Il che potrebbe essere tra un paio di giorni, se tutto va
bene.”
“Accidenti! A saperlo avrei chiesto a Levi di prestarmi
qualche libro!”
“Ti piace leggere?”
“No. Ma visto come sono ridotto…”
“E se ti dicessi che sono qui per farti uscire adesso, in
questo preciso istante, in modo da avere la tua giusta parte in questa
avventura, bruceresti questa tua lista nera?”
“……”
Gazille prima strabuzzò gli occhi. Poi lo guardò con sospetto.
“Questa gilda non ti ha voltato le spalle, e, credimi nemmeno
a loro piace tenerti qui. Io però sono dell’opinione che se il problema sei tu,
devi fare qualcosa per risolverlo; e io voglio dartene l’occasione!”
“E sentiamo, come faresti?”
Lily diede un colpetto alla barriera, sulla quale comparvero
le lettere arcane che ne specificavano le regole.
<< Nessuno può entrare o uscire da quest’area senza
permesso. >>
Gazille fu costretto ad osservarle per l’ennesima volta, ormai
gli dava il disgusto: “E con questo?”
“Bussa.”
“… Come prego?”
“Avanti, bussa!”
Bussare ad una finestra aperta: un’assurdità dopo l’altra!
Picchiettò due colpetti sotto il naso del suo gatto, il quale
con un inchino scherzoso rispose: “Avanti, prego!”
Gazille pensò di aver capito, ma non gli parve possibile:
“Andiamo! Non può mica essere una cosa tanto stu… ?!?!?”
La sua mano, che ora si sporgeva fuori, oltre la finestra,
nella notte che invano aveva cercato di afferrare, dimostrava che invece era
proprio così!
“Questa barriera è stata concepita per impedirti colpi di
testa come questo.” –iniziò a spiegare Lily- “Ma è fatta anche in modo da non
isolarti del tutto, portarti quello che ti serve, o farti compagnia.
Probabilmente per ottenere ciò è stata costruita con dei limiti, ma del resto
il master avrà pensato che nessuno sarebbe mai stato tanto pazzo da lasciarti
libero.”
Gazille non riusciva a dire una parola, guardava fuori, con
una mano sulla fronte, stentando a capire che era fatta, era libero, e tutto
era pronto per lui!
“Allora?”
“… Ghi ih ih ih!”
Gazille aprì le ante dell’armadio tanto forte da scardinarle,
sbatté sul letto la sua sacca e ci ficcò dentro alla svelta quel poco di cui
avrebbe avuto bisogno fino ad Heartburg, dal sacco a pelo agli avanzi della
cena! Se la caricò a tracolla, e si volse nuovamente verso Lily, contentissimo
di vedergli stampato in faccia quel ghigno affilato, carico di furia ed
entusiasmo.
Si appoggiò a un lato della finestra, come a lasciar libero il
passaggio: “Avanti, vai e scollatele di dosso!”
Furono però proprio quel gesto e quelle parole di
incoraggiamento a calmarlo. Guardò Pantherlily: da quando la sua vita era
cambiata entrando in Fairy Tail, lui era stato l’ultimo acquisto nella sua nuova
schiera di compagni.
Un nuovo arrivato proprio come lui, e come lui anche un
ex-nemico della gilda, eppure a differenza sua non aveva avuto alcun problema
ad ambientarsi: appena arrivato aveva trovato un dragon slayer invidioso dei
gatti altrui, pronto ad accoglierlo, a volerlo al suo fianco, come suo
affiatato compare.
Ed ora quel micio nero di ardore e capacità insospettabili
dietro la sua apparenza coccolosa era lì a toglierlo dai guai.
<< Se vuoi dei buoni compagni, sii tu un buon compagno!
>> si disse il dragone.
“Dov’è finita la tua fretta?”
“Dì un po’, cialtrone, non starai pensando di bigiare, eh?”
“……”
“Tu vieni con me! Sei il mio gatto no?”
Stavolta fu Lily a guardarlo sorpreso. Credeva che una volta
liberatolo, Gazille non si sarebbe lasciato fermare da niente e da nessuno.
“Umpf!”
Che sciocco! Arrivato a quel punto, nemmeno lui voleva tirarsi
indietro!
“Molto bene allora!”
Spiegò le ali e con un battito vigoroso si lanciò nell’aria.
Il dragone, ridendo a crepapelle saltò sul davanzale e con un
altro balzo si gettò nel vuoto, allargando le braccia nella caduta libera, come
a voler finalmente acchiappare con esse la libertà e l’avventura che la
barriera aveva negato alla sua sola mano.
Qualche istante di picchiata dopo riaprì gli occhi, e si vide
di nuovo in alto, molto più in alto, planare via, lasciandosi la sua cella alle
spalle e i tetti di Magnolia sotto di sé.
“Complimenti per l’uscita ad effetto!” scherzò Lily che lo
teneva per il colletto.
Potendo diventare di metallo la caduta non gli avrebbe fatto
nulla, ma essendoci Lily, perché non approfittarne per qualcosa di più discreto
e figo?
“Non avrai mica intenzione di farti portare per tutto il viaggio
ora?”
“Macché! Finora non ho fatto nulla e ho bisogno di moto! Raggiungiamo la
stazione e becchiamo il primo treno che si avvicini ad Hosenka, dopodiché
marciamo verso Heartburg di volata!”
“Agli ordini!”
A differenza di quelle mammolette partite col proposito di
salvarlo (che ridere!), lui, Gazille Reitfox, il dragon slayer d’acciaio, non
si faceva problemi a muoversi di notte, o di riposare all’aperto, altro che
albergo! Lo stesso valeva poi per Lily; non ci avrebbero messo nulla a
raggiungerli!
“Ed è così che sono
riuscito a fuggire, e tra l’altro sono pure arrivato prima! Umpf! Se lasciavo
fare a voi…” –finì di raccontare incrociando le braccia.
Rivolse a tutti un sorriso
determinato e con aria altezzosa disse: “Questo è quanto: sono qui e vi do una
mano a “salvarmi”. Sentiamo un po’ che avete da dire!”
“Idiota!”
“?!?!?”
Certo non si aspettava
facessero i salti di gioia, però…
“Idiota!” riconfermò
Charle, con gli occhi iniettati di sangue e non una ma ben due vene pulsanti
sulla testa!
“Tu sei un idiota epocale!
Guarda cos’hai combinato!”
Lucy stava guardando
Gazille…
“……”
Anche Wendy stava
guardando Gazille…
“……”
E anche Levi…
“……”
E Gray, Natsu e Happy guardavano
impotenti l’atmosfera tingersi di rosa sbrilluccicante e lo spuntare di
cuoricini al posto degli occhi fugare ogni dubbio!
“Aaah…”
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
urlò Charle, facendosi sentire fin quasi ad Heartburg!
“Ops…” fece il dragon
slayer, senza farsi sentire per il suo bene…
Ahi ahi ahi, Gazille!
Avresti dovuto pensare meno a vantarti e più ad osservare i presenti!
L’Incanto Cupidus non
perdona e miete altre vittime! Il gruppo dei soccorritori si appesantisce ora
di una zavorra di fungirl! La missione potrà completarsi lo stesso?
Quali difficoltà e quali
insidie si celano all’interno della villa diroccata del mago Oliver?
Per la risposta,
continuate a seguire la mia storia ^__^
Spero vi stia piacendo! X3
Ormai stiamo entrando nel vivo dell’azione! Preparatevi a nuove sorprese!
Commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!