Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: _Hiromi_    15/01/2011    6 recensioni
Near, ormai senza alcuna voglia di vivere, si lascerà andare sotto la pioggia, così da non piangere da solo...non sa che, proprio sotto quelle gocce d'acqua fredda farà un incontro che gli cambierà la vita...forse...Eccomi qua con una nuova ficcy!! ^_^ spero che vi possa piacere!! Pairing: MxN *_* kisses _Hiro_ ^O^
P.S. il rating ARANCIONE della fanfic è riferito esclusivamente al capitolo 19, l'ultimo, in quanto il rating generale della storia è il verde^^
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Attention!!!! POV di MELLO!!!!

***

-Mi chiamo Nate...Nate River.-
La sua voce esce spezzata, quasi fosse sull'orlo del pianto, ma comunque ti sorride, e quel sorriso triste e rassegnato ti spezza il cuore in un modo che mai avresti immaginato, è una sensazione quasi...dolorosa. Si volta e corre via, scappando da te e da quello che rappresenti, e tu non riesci a trattenerti: spalanchi violentemente la portiera dell'auto e scendi, chiamandolo per nome, gridando nella speranza che si volti, che torni da te, ma lui non lo fa. Sei tentato di seguirlo, di fermarlo, disposto anche a rapirlo se necessario, ma è troppo tardi: lo vedi superare il grande cancello in ferro battuto della proprietà. Osservi quel cancello chiudersi lentamente, e ad ogni centimetro avverti delle strane fitte al petto, come se ti stessero pugnalando più e più volte.
Rientri in macchina chiudendo la portiera, ma non riesci ancora ad andartene da lì, non riesci a mettere in moto e partire come se nulla fosse...semplicemente non puoi.
Ti lasci andare contro il sedile, gli occhi chiusi, e ripensi alla prima volta che l'hai incontrato, piccolo, tremante e bagnato, abbandonato in mezzo alla strada come un cucciolo, sotto la pioggia scrosciante e il gelo invernale. Certo che, allora, non sapevi che cosa sarebbe successo, che cosa avresti provato, e perciò non ti eri fatto nessun problema nel prenderlo in braccio e portarlo a casa tua: dovevi mantenere la promessa fatta a Mail, e poi, in fondo, si trattava solo di rimettere in sesto quel relitto umano e restituirlo nuovamente al mittente. Quella sera pensavi davvero che sarebbe stato facile, una cosa da niente, rapida e indolore per te, di cui ti saresti scordato in men che non si dica, però...
Però ti sbagliavi, eccome se ti sbagliavi!
Ti passi una mano tra i capelli biondi, scompigliandoli, mentre un sospiro ti sfugge dalle labbra: chi l'avrebbe mai detto che saresti stato così stupido...se qualcuno l'avesse insinuato, probabilmente gli saresti scoppiato a ridere in faccia! E invece...ci sei cascato, in pieno, come un vero idiota; e pensare che sapevi fin dall'inizio che sarebbe andata a finire così...
Trattenendo a stento la voglia di andare a riprendere Near, metti in moto l'auto e parti diretto al tuo appartamento; le nocche diventano bianche tanta è la forza con cui stringi il volante...con cui cerchi di lasciar andare quel ragazzino...
In meno di un quarto d'ora sei a casa, e l'unica cosa che riesci a fare è buttarti a peso morto sul letto, esausto, una stanchezza più mentale che fisica che ti impedisce di fare alcunché. Chiudi gli occhi, tentando di rilassarti, e speri di essere così fortunato da riuscire addirittura ad addormentarti.
Il tempo passa, lento, inesorabile; i secondi scorrono uno dopo l'altro, uguali, identici, e ti trovano sempre nella medesima condizione, abbandonato sul materasso con gli occhi chiusi in preda ad un'angoscia che inutilmente cerchi di scacciare.
Ti giri, nervoso, e finisci steso su un fianco,un braccio a farti da cuscino, ma non sei abbastanza comodo perciò ti muovi ancora, senza pace, finché non resti supino sul letto a fissare il soffitto bianco, e allora non riesci più a trattenere un'imprecazione scocciata che ti sfugge dalle labbra tese in una linea dura.
Perché? ti chiedi innervosito Perché sono finito in una situazione del genere? Non bastano le sofferenze che ho patito fino ad ora? Non sono sufficienti?
Sbuffi seccato per poi scattare a sedere, non sapendo che fare, e con una stretta al cuore ti rendi conto di come sia cambiata la tua routine quotidiana da quando Near è entrato in casa tua, nella tua vita. Prima eri abituato a stare solo, non ti annoiavi quando stavi a casa senza far niente, e quelle poche volte che riuscivi ad incontrarti con Mail fra i vari impegni lavorativi (tuoi e suoi) erano più che sufficienti per impedire alla solitudine di attanagliarti il cuore. Ora però...quello stesso appartamento che prima ti andava benissimo ti sembra vuoto, freddo...ti eri già abituato all'avere Near che gironzolava per la tua camera, che occupava il tuo letto, che disordinava il tuo bagno, che leggeva i tuoi libri seduto sulle tue poltrone...per quelle due settimane, ti è sembrato che quella casa non fosse solo tua, ma vostra, ed era una sensazione che ti scaldava ogni centimetro del corpo.
Ti lasci di nuovo cadere sul materasso e, disperato, cerchi di pensare ad altro, di allontanare l'immagine di quello pseudo-bambino candido dalla tua mente, ma ti risulta difficile, molto difficile.
Oddio! Ma come ci sono finito in queste condizioni?! ti lamenti provando una sofferenza ben diversa da quelle che hai provato nella tua vita, un tipo di dolore che non sei affatto in grado di controllare, di arginare in alcun modo, ti stringe a sé e non ti lascia alcuna possibilità. Sbuffi ancora, sempre più agitato ad ogni secondo che passa, e a quel punto non riesci a stare fermo in un punto e ti alzi dal letto cominciando a camminare avanti ed indietro sul tappeto, senza sosta.
Ed io dovrei essere un genio! l'agitazione svanisce per un attimo lasciando spazio alla rabbia, alla frustrazione, ma non te ne curi, continuando nella tua opera di autocompiangimento Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andato via!
-E allora perché cazzo mi sono innamorato?!- urli fermandoti in mezzo alla stanza, ansimando nervoso, scioccato anche tu per quello che hai detto.
Innamorato?
Te lo ripeti nella testa, una volta, due volte, tre volte, quattro volte, ancora, ancora, ancora, cercando di capire, e alla fine non puoi che accasciarti al suolo, sconvolto da quell'insensata ed inaspettata scoperta, ancora alla ricerca di una qualche altra ragione che spieghi quel che provi, quel che senti.
Innamorato...di Near?
Ci ripensi, lo ripeti, ma alla fine sei costretto ad accettare quell'innegabile evidenza, una realtà che ti sta davanti agli occhi e che non puoi ignorare e, incosciamente, ti correggi.
Innamorato di Nate River., e sorridi per un secondo, prima di tornare a pensare che è davvero una situazione assurda.
Com'è potuto succedere in così poco tempo? Non...non mi è mai successo..., e rendendoti conto di ciò, ti senti impotente, confuso, senza sapere che fare, da dove cominciare, e alla fine è il tuo corpo stanco a dirti cosa fare: comincerai col riposare.

***

E' quasi l'alba quando sollevi le palpebre, e solo una tenue luce filtra attraverso le tende scure, non disturbando i tuoi occhi ancora abituati al buio portato dal sonno.
Rimani fermo per qualche istante, sorpreso per essere riuscito a dormire per così tante ore nonostante tutto, poi ti alzi per stiracchiarti un po' i muscoli indolenziti, e dopo mezz'ora sei lavato e vestito a cavallo della tua moto, una barretta di cioccolato stretta trai denti: ancora non sai che farai, ancora non hai un piano, l'unica cosa che sai è che devi andare a casa sua, per assicurarti che stia bene, sperando, magari, di riuscire a vederlo...
Ti basta un quarto d'ora per arrivare a destinazione e, una volta lì, rimani seduto a guardare l'immensa villa, chiedendoti per l'ennesima volta perché quel ragazzino abbia abbandonato un posto simile, una famiglia, rischiando di morire sotto una pioggia scrosciante. Ed è in quel momento che decidi di usufruire delle tue conoscenze.
Afferri il cellulare e chiami J, uno dei tuoi contatti più fidati, l'unico dell'orfanotrofio con cui sei rimasto in comunicazione, e dopo pochi squilli ti risponde.
-Ehilà Mello! Da quanto tempo!-
-Ciao J...- e prima che tu possa aggiungere qualcosa ti blocca ridacchiando.
-Che ti serve?-
-Informazioni su un tizio.-
-Avanti, spara!-
In pochi minuti concludi la conversazione, e riprendi a fissare l'abitazione, immaginando Nate che cammina per quei corridoio, che parla felice con la propria famiglia festeggiando il suo rientro a casa, eppure, nonostante si tratti di un'inutile immaginazione, ti ritrovi a pensare che, probabilmente, le cose in quella casa non sono proprio così...
Una stupida apprensione per il piccoletto e le sue condizioni si fa strada in te, e desideri che J ti chiami al più presto per darti qualche informazione, magari anche qualche risposta.

***

E con questo cappy la storia si avvia alla fine... Alla Prossima!!!! ^___^

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: _Hiromi_