Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Blavet    16/01/2011    1 recensioni
Parsley,sage, rosemary and thyme...
Tutto ruota, ruota piano e poi fortissimo, come le pale di un mulino in preda al vento.
Scritta ascoltando Scarborough Fair di Simon&Garfunkel.
Liberi di commentare, recensire :D
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spero tanto vi piaccia, o almeno sia gradevole e scorrevole pur essendo totalmente descrittiva ^^
Lascio un link con la canzone :D enjoy it http://www.youtube.com/watch?v=BYQaD2CAi9A


Parsley, sage, rosemary and thyme…
Entrare in quella serra dopo molto tempo, è stato un grande shock. Non c’erano più rose, iris e gladioli, come ricordavo dalla mia infanzia, ma sono prezzemolo, salvia, rosmarino e timo.
I vetri si erano ingialliti nel tempo. L’innaffiatoio verde che tanto amavo, era ricoperto di ruggine, così come tutti gli altri attrezzi, ancora perfettamente appesi in un armadietto in legno dipinto e decorato da me in un estate di dieci o massimo dodici anni fa.
I vetri erano ingialliti e il  già timido sole di oggi, coperto da nuvoloni di panna, pareva filtrato da quelle imponenti vetrate.
Il profumo che si poteva sentire là dentro era intenso e inebriante, decisamente differente dal delicato dall’aroma dei fiori di un tempo. Mi annebbiava la mente, stancava gli occhi e portava una pesante sonnolenza. Mi adagiai su una poltrona in vimini dall’aria poco stabile e in una manciata di minuti mi lasciai cullare tra le braccia di Morfeo.
Una serie veloce di immagini iniziarono a girare nella mia mente, come un caleidoscopio di dolci ricordi d’infanzia.
Una fiera di paese: montagne di canditi e frittelle con zucchero filato. Una ruota panoramica dondolante, in cui vidi il mio primo amore scambiare dolci baci con la mia migliore amica. Pesci rossi, peluches, montagne di lattine da colpire. Un’enorme giostra di cavalli a due piani, finemente decorata, che pareva un pezzo d’arredamento stile veneziano. Scommesse ippiche, tappeti elastici gremiti di coetanei spensierati, stanze-labirinto piene di specchi. Magia, illusioni. Tutto correva velocemente, in mille colori diversi.
Un momento di buio profondo, con forme simili alle linee di Nazca ma di colori neon.
E poi una spiaggia. La ricordo perfettamente. Io e lui, dolcemente avvinghiati a contare le stelle cadenti, a fare l’amore fino all’alba. Le barchette arenate a riva, i sassi tondeggianti, le boe rosse e bianche, il faro che dalla fine del promontorio pareva osservarci.
E l’eccitazione dell’avventura, della libertà, dell’indipendenza. Questi ricordi aleggiano in me chiari, le emozioni nitide e immutate, nel desiderio di tornare spensierata.
Tutto ruota, ruota piano e poi fortissimo, come le pale di un mulino in preda al vento.
Ancora quelle linee, forti e fitte. E d’un tratto, un mercatino. Avrò avuto cinque anni.
Ricordo le sciarpe di gobelin, i guanti in pelle bordati di pelliccia, baschi e borsalini. Stivaletti da montagna e cappotti in cammello. Le zuppe di legumi bollenti vendute alla ciotola, tè al limone per tutti e il vapore che usciva dalla bocca dei miei genitori come fumo di sigaretta. Io e i miei anifbietti rossi, l’innocenza, la curiosità.
Rivedo la nostra vicina di casa con la sua bancarella e le tende, tutta la gente del mio paese coinvolta in questo rito settimanale; compra, vendi, scambia. Montagne di stoccafisso, olive in salamoia sistemate come castelli e un cagnolino abbandonato che vagava in cerca di cibo.
Ma all’improvviso tutto questo si spegne. Mi sento cadere come Alice nel paese delle meraviglie cade nella tana del Bianconiglio. E sento una dolce melodia, un delicato coro : Are you going to Scarborough Fair? Parsley, sage, rosemary and thyme…
La mia mente si stacca da quel viaggio, da quel sogno e sobbalzo al suono della suoneria del mio cellulare. Mi trovo con il sedere per terra. La sedia in vimini ha ceduto.
Il mio telefono continua a suonare: She once was a true love of mine…
Mi alzo, con i muscoli intorpiditi dalla scomoda dormita e chiudo la chiamata. Anonimo.
Annuso l’aria della serra, gusto il profumo di quelle piante e stravolta da quel viaggio nei ricordi esco dalla sera, chiudo la porta a chiave e la butto in un torrente lì nei paraggi. Chiudo i miei ricordi lì dentro, risvegliati da nuovi aromi ma dalla stessa aria polverosa, dagli stessi oggetti che un tempo allietarono la mia infanzia.


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Blavet