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Autore: Burnt Orchid    16/01/2011    4 recensioni
Una notte di dicembre un terremoto squote l'Inghilterra e i ragazzi di Hogwarts si trovano in una difficile situazione. E quando diventa una questione di vita e di morte, una ragazza deve aprire gli occhi e vedere realmente ciò che c'è di fronte a sè: un ragazzo che farebbe di tutto per lei. Persino morire.
One-shot su James e Lily.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Earthquake
Earthquake







Era una notte di dicembre e la Sala Comune di Grifondoro era tranquilla, animata da poche voci.

Lily stava studiando Trasfigurazione al suo solito posto. Alzò per un momento gli occhi e vide che Alice si era addormentata con la testa sul libro. Sorrise teneramente.
Udì delle risate provenire da dietro di lei. Erano i Malandrini. Si voltò e lì guardò di sottecchi: Potter stava raccontando un aneddoto che sembrava essere divertente.

Che idiota, pensò. Ancora, dopo sei anni passati in questa scuola, si comporta come un pagliaccio.

"Lily?", biascicò Alice, che era stata svegliata dalle risate dei quattro ragazzi. Lily la guardò e alzò le sopracciglia, esprimendo i suoi sentimenti di disprezzo per loro.

"Alice, vai in dormitorio, non mi sembri nelle condizioni di continuare a studiare stasera".
Alice annuì, strofinandosi gli occhi con un gesto infantile.
"Buonanotte, Lily. A domani".

Lily tornò al suo saggio. Levò la bacchetta e asciugò l'inchiostro ancora umido, poi ripose la sua arma fedele sul tavolo accanto al foglio di pergamena.

Continuò a scrivere.




---



"Io sono stanco. Credo proprio che andrò a letto", bofonchiò Peter dopo aver sbadigliato. Remus spostò gli occhi da lui agli altri due Malandrini e poi disse: "Vengo anch'io, Pete! La luna piena si sta avvicinando e non mi sento per nulla in forma". I due ragazzi si alzarono e guardarono gli altri due.

James lanciò un'occhiata alla Evans. Era ormai rimasta solo lei in Sala Comune oltre a loro. Sussurrò agli amici "Voi andate. Io devo tentare per l'ennesima volta di conquistare la futura signora Potter".

Sirius sorrise.

"Farai cilecca come al solito, Ramoso", disse all'amico dandogli una pacca sulla spalla, guadagnandosi un'occhiataccia da quest'ultimo. Remus fece una risatina, ma tentò di difendere l'amico "Dai, Felpato, dagli almeno il beneficio del dubbio. Buona fortuna, Ramoso!"

James salutò gli amici e rimase per qualche minuto a sbirciare di nascosto la Evans.



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Lily intravide i tre Malandrini dirigersi al loro dormitorio e seppe subito che in quel momento si trovava da sola con Potter. E sapeva che lui presto le avrebbe chiesto di uscire per quella che probabilmente sarebbe stata la trecentoquarantesima volta.

Si alzò dal suo tavolo, per dirigersi in dormitorio. Avrebbe finito il suo saggio l'indomani.

Chiuse il calamaio e ripose piuma d'oca, libri e pergamene nella sua borsa.

Ma prima che potesse fare un passo, si scatenò l'inferno.

Per prima cosa sentì la terra tremare sotto ai suoi piedi, con un ritmo incessante e rapido. Poi udì le urla degli studenti che si trovavano nei loro dormitori. Sentì la voce di Potter gridare qualcosa, ma non avrebbe saputo distinguere le sue parole perchè la sua mente era vuota, per la paura, per lo shock. Perse l'equilibrio e cadde a terra. Alzò gli occhi e vide la libreria colma di libri di fronte a lei tremare. Non fu abbastanza veloce da spostarsi, quando vide la libreria oscillare pericolosamente verso di lei e prima che la sua mente potesse registrare quell'informazione la libreria cadde e lei chiuse gli occhi, strizzandoli dolorosamente. Sapeva che l'impatto sarebbe avvenuto molto, molto presto. Sarebbe rimasta schiacciata sotto il peso di quel mobile di legno.

Contò i secondi nella mente.

Uno...


Due...


Tre...


Quattro?

Lily aprì gli occhi molto lentamente, intimorita, e la prima cosa che vide furono un paio di occhiali. E dietro a quegli occhiali c'erano degli occhi marroni, color nocciola.

Le arrivò in testa un libro. "Ahi", disse, ma poi tornò a guardare quegli occhi.

"Potter?!" Chiese, stupefatta.



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James osservò i suoi amici dirigersi al dormitorio e quando furono spariti, lanciò uno sguardo furtivo alla Evans. Lei stava ancora studiando, anche se aveva smesso di scrivere ed ora stava guardando le scale del dormitorio maschile che gli altri tre Malandrini avevano appena salito.

James prese un profondo respiro e si alzò, passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli. Si stampò in faccia il suo più seducente sorriso e si prese qualche secondo per osservare la ragazza che amava.

Lily si era appena alzata e stava mettendo a posto le sue cose. Si sentì un po' deluso per il fatto che lei se ne stesse andando a causa sua. Nell'ultimo anno aveva cercato di cambiare per lei. Aveva smesso di fare stupidi scherzi e si era messo a studiare seriamente. Ma Lily sembrava non essersi accorta dei suoi sforzi, dei suoi sacrifici e continuava a rifiutare di uscire con lui.

Serrò la mascella e fece un passo verso di lei, ma prima che potesse farne un secondo, la terra iniziò a tremare convulsamente. Tentò di mantenere l'equilibrio e guardò Lily che era caduta a terra. "Evans, togliti di lì!" gridò, ma lei non si mosse e James, dopo aver visto la libreria davanti a lei traballare, corse e si stese su di lei, preparandosi al peso che sarebbe presto atterrato sulla sua schiena.

La libreria cadde e James sentì il proprio polso spezzarsi sotto al peso, ma mantenne i muscoli tesi e sostenne il mobile, mentre la terra sotto di loro continuava a sussultare.

Lily, sdraiata sotto di lui, teneva gli occhi serrati. James cominciò a respirare affannosamente per lo sforzo. La Evans aprì gli occhi e James vi scorse una grande sorpresa.

"Potter?!", domandò.

James fece un sorriso, che parve più una smorfia di dolore, nonostante lui c'avesse provato davvero a farlo sembrare un sorriso.

"Buonasera, Evans."

"Ma che cosa...?"

"C'è appena stato un terremoto, Evans e tu avevi deciso di morire schiacciata da questa dannata libreria, così sono arrivato io a salvarti la vita."

Lily osservò il suo viso madido di sudore e seppe che non avrebbe resistito a lungo. Respirava affannosamente ed ora aveva appoggiato la fronte a terra sopra la sua spalla.

Lily allungò una mano e cercò la propria bacchetta nella tasca dei pantaloni. "Oh no!",  disse con tono lamentoso.

"Cosa... c'è...?", chiese Potter.

Lily non rispose subito. Non sapeva cosa fare. Le braccia di Potter tremavano pericolosamente. "Non ho la bacchetta", disse.

"Oh."

Lily lo guardò con occhi disperati. "Che facciamo adesso?"

Lui alzò la testa dal pavimento e la fissò negli occhi. A Lily sembrò quasi di vedere le rotelle che lavoravano all'interno della sua testa. Poi lui si rivolse a lei: "Devi prendere la mia bacchetta, Evans. E' nella tasca posteriore dei pantaloni".

Lily spalancò gli occhi. Che cosa? Non solo si trovava petto a petto con Potter, ma doveva anche tastargli il didietro? Arrossì, senza accorgersene.

Potter la scosse dai suoi pensieri imbarazzanti. "Evans... Devi muoverti. Sono forte, ma non così tanto da resistere ancora a lungo".

Lei annuì freneticamente e porto la mano al suo sedere. Trovò la tasca, ma non la bacchetta. Infilò la mano nella sua tasca, senza riuscire ad evitare di pensare che ciò che stava toccando era così sodo e muscoloso e... piacevole al tatto.

"Ehm ehm", tossicchiò Potter.

Lei allontanò la mano improvvisamente, per paura che Potter avesse letto nei suoi pensieri. "Sì?", chiese con con un tono di voce innaturalmente acuto.





---





James fece un sorriso malizioso, nonostante il dolore al polso e alle spalle fosse insopportabile. "La bacchetta è dall'altra parte, Evans...", disse lascivamente. Lily era arrossita e James era sicuro che non fosse troppo dispiaciuta di ciò che le aveva chiesto di fare.

La Evans si morse il labbro con espressione imbarazzata e James si chiese se di vergogna si potesse morire perchè in quel caso la Evans sarebbe spirata tra le sue braccia.

Lily allora allungò l'altra mano e riuscì a toccare la sua bacchetta, indugiò per un momento e poi cercò di estrarla dai pantaloni di Potter, ma non ebbe successo, poichè la bacchetta era incastrata, essendo compressa dalla libreria nei jeans di Potter. "Allora...?", chiese il ragazzo con voce stanca. "Non... non ci riesco! E' incastrata!", disse Lily con tono isterico, "Adesso che facciamo?"

James appoggiò nuovamente la fronte a terra. Non c'era più da scherzare. Non avrebbe retto ancora per molto. "Non lo so."

Lily lo sentì respirare dolorosamente contro il suo petto. Allungò la mano e proferì: "Accio bacchetta di Potter".

Udirono il rumore della bacchetta che colpiva il legno della libreria ripetutamente ma sembrava che non riuscisse a liberarsi. "Ahhh!", gemette Lily con rabbia.

"Potter. Potter?!"

"Sì?", mormorò lui stancamente.

"Potter, devi resistere ancora un minuto. Devi abbassare il bacino cosi la bacchetta può svincolarsi. Puoi farlo?"

James non credeva di potercela fare. Non aveva più forze. Ma Lily glielo stava chiedendo così dolcemente. Non era mai stata così gentile con lui. Doveva sfruttare la situazione.

"Non lo so, Evans. Credo di aver bisogno di un incentivo..."

"Cosa?!", esclamò lei, esterrefatta.

"Un incentivo. Sai, sono un po' esausto."

"Brutto... pallone gonfiato", farfugliò lei con rabbia.

James sospirò in modo teatrale e disse "Allora credo che fra pochi minuti non riuscirò più a sostenere il peso. Allora non ci rimarrà che attendere che qualcuno ci salvi. Ma credo che non faranno in tempo".

"Ahhh! E va bene, Potter. Che cosa vuoi?"

Lily era furiosa. Potter era il solito idiota, prevedibile e infantile. Solo lui poteva comportarsi da bambino in quella situazione.

James sorrise soddisfatto.

"Devi uscire con me alla prossima gita a Hogsmeade."

"D'accordo", disse lei a denti stretti, "Ora abbassa il bacino".

"Devi anche baciarmi. Adesso."

"Che cosa?! Scordatelo!"

"Allora non se ne fa niente, Evans!"

"Oh, Merlino! Cosa mi tocca fare!" Lily alzò la testa e lo baciò in bocca con passione, ma James sapeva che quell'ardore era dettato dalla rabbia. Il bacio non durò poco. James lambì le labbra di Lily con ferocia e lei infilò la lingua nella sua bocca. Le loro lingue si accarezzarono, s'intrecciarono e lottarono l'una contro l'altra per avere il dominio della situazione. Alla fine, Lily si piegò e James ottenne il controllo. La baciò con dolcezza. Poi prese un respiro e la baciò di nuovo. Lily aprì gli occhi e li fissò in quelli semichiusi di Potter. E lui lesse la lussuria nelle sue iridi, e la voglia di continuare a baciarlo per sempre. Sorrise sulla sua bocca. A quel punto Lily alzò le mani e gliele mise tra i capelli. Gli fece abbassare la testa e prese possesso delle sue labbra carnose per un'ultima volta. Le bagnò e le accarezzò.

Poi lo lasciò andare e lui strusciò il proprio naso contro la sua guancia. Lily sentì qualcosa di bagnato caderle sul viso.

Lo guardò e vide che stava piangendo. Solo poche lacrime, ma stava davvero piangendo. Credette che fosse per lo sforzo fisico che stava facendo per sostenere la libreria. Gli asciugò le lacrime con le labbra. Poi scrutò i suoi occhi e vi vide la sua felicità ed il dolore e una strana tristezza che non riusciva a spiegarsi.

Ci avrebbero pensato più tardi. "Ora fallo", gli ordinò ma con tono di voce basso, perchè l'intimità della situazione le impediva di alzare la voce.

Lui sbattè le palpebre un paio di volte e poi annuì. Abbassò lentamente il bacino, con un gemito di dolore, poichè tutto il peso del mobile ora era sulle sue spalle.

La bacchetta di mogano e crine di unicorno volò nelle mani di Lily che, agitandola, disse: "Wingardium Leviosa".

La libreria si librò in aria e Lily la allontanò da loro, mandandola dalla parte opposta della stanza.

James si sentì libero dal peso e si lasciò andare sopra la ragazza, esausto.

Lily lo guardò e vide che aveva chiuso gli occhi, ma non era svenuto. Cercò di spostarlo con le mani, ma quando lo prese per il braccio, lui urlò. Lo lasciò immediatamente, ma poi con maggiore delicatezza lo riprese e lo osservò, con aria critica.

"Credo che sia rotto."

"Lo credo anch'io", sussurrò lui.

"Dobbiamo andare in infermeria, James."

Lui aprì gli occhi, sorpreso che lei avesse pronunciato il suo nome. Era preoccupata per lui. Lily Evans era preoccupata per lui. Il terremoto doveva aver spostato qualche asse terrestre e doveva averli trasportati in un'altra dimensione, perchè di sicuro quella non era la Lily Evans che lui aveva conosciuto sei anni prima. Ma poi la guardò negli occhi e fu certo che fosse proprio lei, la donna di cui si era innamorato.

Scosse la testa. "No, restiamo solo qualche altro minuto qui". Non potè fare a meno di stringerla a sè, ma lei non lo allontanò. Stette tra le sue braccia e respirò il suo profumo. Osò baciarla di nuovo e lei dischiuse le sue labbra, con dolcezza. Solo per lui.

"Non credevo che mi avresti mai permesso di baciarti", disse James, sospirando, qualche momento dopo.

Lily gli sorrise e rispose "E io non credevo che mi sarebbe mai piaciuto baciarti".

"Quindi dubitavi delle mie rinomate capacità?!"

"Sei sempre il solito idiota, Potter."

Lui rise e di nuovo aggredì le sue labbra arrossate.


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"James! James stai bene?"

Era la voce terrorizzata di Sirius. James lo guardò e, sorridendo, disse "Mai stato meglio, Felpato".








SPAZIO AUTRICE
Ok. One-shot semplicissima e anche poco probabile. E' una cavolata, lo so. Però mi è venuta questa idea e... non lo so, ho deciso di buttarla giù. Vi è piaciuta anche solo un pochino. Fatemi sapere se vi ha fatto schifo, per favore.

Baci,
pikkola prongs.

 
   
 
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