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Autore: Lady Numb    16/01/2011    8 recensioni
"Un gradino.
Due gradini.
Tre gradini.
Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.
Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.
Come se fosse facile.
Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
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Tre giorni più tardi, Natalie si trovava un’altra volta davanti ad una rampa di scalini, questa volta quelli di casa di Zacky.

Era arrivato il giorno.

Aveva chiesto a Brian di accompagnarla, o meglio, aveva fatto credere a Brian di voler essere accompagnata, gli aveva detto di arrivare per le due e mezzo ed erano solo le due.

In realtà, Natalie pensava che Zacky avrebbe avuto bisogno del suo amico per digerire il colpo.

Suonò il campanello, ricacciando indietro la voglia di correre: buffo come ultimamente quello fosse il sentimento più normale per lei davanti ad una porta chiusa.

‘Nat?’ chiese stupito Zack.

‘Ciao... ti disturbo?’ chiese timidamente lei.

‘No, no, sono solo... sorpreso, diciamo?’

‘Immagino... ho bisogno di parlarti’

‘Nat...’ cominciò Zacky: le aveva promesso che ci avrebbe provato, ma in quel momento proprio non era dell’umore giusto.

‘Per favore Zack... non ti disturberei se non fosse importante... e se non riesco a dirtelo ora, non credo troverò il coraggio un’altra volta’.

Zack la fissò confuso per qualche istante, ma alla fine le fece cenno di seguirlo in casa.

‘E’ successo qualcosa?’ chiese Zack, sedendosi al tavolo del salotto, mentre Nat decise che preferiva restare in piedi.

‘Non esattamente... Zack, l’altro giorno... ecco, non... diciamo che non ti ho detto proprio tutta la verità sul perché me ne sono andata’

‘Non credo di capire...’ rispose lui confuso.

‘Ok... non esiste un modo più o meno delicato per dirtelo, quindi te lo dirò e basta: due giorni dopo la festa ho scoperto di essere incinta... e quello è fondamentalmente il vero motivo per cui ho deciso di sparire’.

Nat osservò Zack, la stava fissando con gli occhi sgranati e poteva anche sbagliarsi, ma le sembrava decisamente più pallido del solito.

‘Io... noi... abbiamo un figlio?’ chiese infine sussurrando appena.

Nat annuì.

‘Sai una cosa, Nat?’ riprese il ragazzo, mentre lei pensava che quell’espressione che aveva in volto Zack non le piaceva per niente ‘Ho passato gli ultimi quattro anni a sentirmi uno schifo, credendo di essere stato un completo idiota per aver mandato a monte l’unica storia decente che avessi mai avuto... e poco importava che tu ti fossi comportata da indicibile egoista sparendo nel nulla, ho sempre dato la colpa solo a me... sempre... ed invece salta fuori che sei molto più egoista di quanto non pensassi’

‘Zack...’

‘Zack un accidente!’ sbottò lui, facendola sobbalzare ‘Per l’amor del cielo Nat, ho un figlio e non ne sapevo niente, ti sembra una cosa normale?!’

‘Ho... ho sbagliato, io...’

‘Oh, puoi giurarci che hai sbagliato, alla grande... ero una persona così orribile da non meritare nemmeno di saperlo, Nat?’

‘Non l’ho mai pensato’

‘E allora spiegami, illuminami sul perché hai pensato che sparire nel nulla e non dirmi niente fosse un’idea tanto geniale!’

‘Voi... avevate appena avuto successo... era il momento più sbagliato... e non facevamo altro che litigare...’

‘E non hai mai pensato che avrebbe potuto sistemare le cose? Dannazione Nat, credi davvero che ti avrei mollata perché eri incinta?’.

Nat scosse la testa decisa: quello non  lo aveva mai pensato, Zack non lo avrebbe mai fatto, che lei fosse o meno la sorella di Brian.

‘Fuori di qui Natalie’ disse Zack, a voce talmente bassa che la ragazza fece quasi fatica a sentirlo.

Nat non disse una parola, semplicemente si voltò e si diresse verso la porta, cercando di ricacciare indietro le lacrime, non voleva piangere, non prima di aver raggiunto casa sua almeno.

Una volta fuori si trovò davanti Brian, che la fissò sorpreso, poi la sua espressione cambiò quando capì cosa probabilmente era successo.

‘Glielo hai detto’ disse lui e non era una domanda, gli bastava guardare sua sorella in faccia per capirlo.

Natalie si limitò ad annuire e cercò di passargli di fianco, ma lui la fermò.

‘Stai bene Nat?’

‘Io sto bene... vai da lui, ne ha più bisogno di me’ disse, riuscendo a liberare il polso dalla presa di Brian e correndo alla sua macchina.

Mise in moto prima che Brian potesse avere il tempo di raggiungerla e nel giro di cinque minuti arrivò a casa sua.

Sorpassò l’appartamento di Viki senza nemmeno pensarci, Jess era con la sua amica e stava decisamente meglio lì in quel momento.

Una volta in casa sua, si lasciò cadere sul divano e finalmente si concesse di scoppiare in lacrime.

 

Natalie sobbalzò al suono del campanello, doveva essersi addormentata.

Cercò di sistemarsi come meglio poteva, anche se era assolutamente certa che i suoi occhi fossero ancora rossi, e andò ad aprire.

‘Mamma!’ urlò Jess, abbracciandole la gamba.

‘Ehy, amore...’ lo salutò lei, abbassandosi per abbracciarlo ‘Hai fatto il bravo con Viki?’.

Il piccolo annuì vigorosamente, poi si diresse verso l’angolo del salotto dove Nat aveva steso il suo tappetino di gomma colorato e dove si trovavano anche alcuni dei suoi giochi.

‘Ehy...’.

Nat alzò lo sguardo su Viki, che la osservava preoccupata.

‘Brian mi ha chiamato... mi ha chiesto di controllare se stessi bene... è evidente che non stai bene’ le disse la ragazza, rispondendo per Nat.

‘Non adesso...’ rispose l’altra, facendo un cenno a Jess: non ne voleva parlare davanti a lui.

‘Certo... dimmi solo cosa devo dire a Bri, voleva venire qui...’

‘No... ringrazialo, ma digli che sto bene... cioè, potrei stare meglio, ma non ho voglia di parlarne ora...’

‘Ok... se più tardi invece passo io? Diciamo verso le cinque, quando il signorino dorme?’ chiese Viki.

‘Sì... quello mi va bene’ rispose Nat, accennando un sorriso.

‘Ok, a dopo tesoro... ciao Jesse!’.

Il bambino si voltò verso la porta e cominciò ad agitare la manina in segno di saluto.

‘Cia Viki!’ urlò, sorridendo e facendo sorridere anche Natalie.

Quando Viki se ne fu andata, Nat andò a sedersi sul tappeto di Jess, guardandolo giocare, completamente perso in chissà quale mondo: avrebbe pagato per poter fare lo stesso, invece sfortunatamente era adulta e doveva prendersi tutte le responsabilità del caso.

Aveva sbagliato, aveva seguito l’istinto e aveva sbagliato e ora Zack la odiava.

‘Mamma, giochi?’.

Nat sorrise al piccolo Jess, pensando che era stato provvidenziale: non voleva pensarci, ricordarsi dello sguardo gelido di Zack era come ricevere un pugno direttamente nello stomaco.

 

Erano quasi le dieci quando il suo cellulare squillò.

Nat non guardò chi la stesse chiamando, tanto sapeva benissimo di chi si trattava: a quell’ora non poteva che essere Brian che, doveva riconoscerglielo, era stato davvero bravo a lasciarle i suoi spazi per tutto il giorno.

‘Dimmi Bri’ rispose lei, sdraiandosi sul suo letto.

‘Posso vederlo?’.

Nat scattò a sedere: normalmente avrebbe risposto con una battuta del tipo “ciao anche a te, Zack”, ma in quel momento le sembrava decisamente fuori luogo.

‘Certo... certo che sì’ rispose infine lei.

‘Quando?’ chiese lui.

‘Anche domani... sì, domani sera può andar bene? Così ci parlo prima...’

‘Perfetto, a che ora?’

‘Sette e mezzo?’ propose Nat.

‘Ok, a domani’ rispose lui, riagganciando.

Natalie rimase a fissare il telefono per qualche istante: ok, forse l’avrebbe odiata a vita, ma almeno voleva conoscere Jess, quella era la cosa più importante.

Solo in quel momento si rese conto che Zack non le aveva chiesto né dove abitasse, né soprattutto qualche informazione sul bambino, ma immaginò che ci avesse già pensato Brian, in fondo era anche per quello che lo aveva fatto andare da Zack, sotto sotto sperava che suo fratello facesse esattamente quello che aveva fatto, ossia raccontare tutta la storia a Zack così da non doverlo fare lei.

Il telefono ricominciò a squillare e stavolta controllò chi la stava chiamando e vide che si trattava davvero di Brian.

‘Ehy Nat, tutto ok?’ chiese preoccupato il ragazzo: Viki gli aveva riferito che sua sorella stava meglio, ma preferiva sentirselo dire di persona.

‘Mi ha appena chiamato Bri... vuole vedere Jess’

‘Beh...’ rispose Brian, dopo qualche secondo di silenzio ‘Suppongo che stia seguendo il mio consiglio e non stia facendo l’idiota, almeno con suo figlio’

‘Bri, sinceramente... puoi biasimarlo?’ chiese Natalie: sapeva che Brian voleva solo farla stare meglio, ma non ne aveva bisogno, sapeva di aver sbagliato.

‘In effetti, conoscendomi avrei reagito anche peggio di come ha fatto lui... beh, un passo alla volta, sbaglio?’

‘Al momento l’unica cosa che mi interessa è Jess, può odiarmi per tutta la vita, basta che le cose con Jess vadano bene’ rispose lei ed era sincera, per quanto le facesse male sapere che Zack la detestava, non le importava se in cambio suo figlio poteva avere un padre.

‘Sai una cosa Nat? Non che prima tu fossi un’irresponsabile, sia chiaro, quelli siamo sempre stati noi cinque... ma sei davvero... molto mamma, ecco’ le disse Brian, non riuscendo a trovare un’espressione migliore.

‘Beh, considerato che lo sono, è decisamente un complimento, quindi grazie fratellone... ti lascio, sono un po’ stanca...’

‘Ti va se passo domani pomeriggio?’

‘Certo... ma sappi che Jess è rimasto molto affascinato dalla tua abilità di giocare con le macchinine, ti toccherà’

‘Sarà un piacere! Buonanotte piccoletta’

‘Notte Bri’ rispose lei, ignorando per una volta quell’odioso soprannome e riagganciando.

Natalie rimase a fissare il telefono per qualche istante: non aveva per nulla sonno, le era completamente passato dopo la chiamata di Zack.

Decise di andare a controllare che fosse tutto a posto in camera di Jess, giusto per fare qualcosa.

Si avvicinò lentamente al lettino per non svegliarlo e, come sempre, rimase incantata: certo, lei non era obiettiva perché si trattava di suo figlio, ma Nat aveva sempre pensato che Jess fosse semplicemente meraviglioso quando dormiva, aveva qualcosa di così innocente, così angelico, era impossibile non trovarlo adorabile.

Sperò ardentemente che anche Zack la pensasse come lei.

Ora aveva paura, ma non per quello che sarebbe successo quando si fosse trovata di nuovo faccia a faccia con Zack, era terrorizzata all’idea che Jess potesse soffrire per colpa di quella situazione: in tutta quella storia Jess era assolutamente innocente, lui non aveva nessuna colpa dei loro errori e nessuno poteva permettersi di farlo soffrire, nemmeno Zack, anzi, soprattutto Zack.

Gli accarezzò la testolina delicatamente, facendo attenzione a non svegliarlo, poi tornò in camera sua: doveva sforzarsi di dormire, il giorno dopo sarebbe stato stressante sotto ogni punto di vista.

 

‘Buongiorno piccolino!’ disse Brian a Jess, che aveva aperto la porta, o meglio, era in braccio a Nat che aveva aperto la porta.

‘Zio Brian!’ esclamò lui, tendendo le braccia verso il ragazzo per farsi prendere in braccio.

Nat sorrise, passandogli il bambino: Jess adorava Brian, dopo il primo giorno, in cui era stato un po’ timido, fra quei due era scoppiato l’amore.

‘Ciao anche a te, Brian...’ commentò divertita Nat, mentre il fratello si dirigeva alle macchinine di Jess, un po’ troppo volentieri per un ragazzo di ventotto anni, in realtà.

‘Oh, ciao sorellina!’ la salutò lui, alzando lo sguardo verso di lei ‘Tutto ok?’ chiese poi più serio e Nat si limitò ad annuire: non era propriamente vero, ma di quello ne avrebbero discusso dopo.

‘Zio Brian! Oggi vedo il mio papà, lo sai?’ esclamò Jess, sfoderando uno dei suoi sorrisi più allegri.

‘Ah sì?’ chiese Brian, lanciando una rapida occhiata alla sorella.

Jesse annuì vigorosamente, poi cominciò a giocare con le sue macchinine.

‘Ehy, piccolino, io vado a prendere un caffè con la mamma, torno dopo, ok?’.

Di nuovo, Jess annuì, perso in chissà quale mondo fantastico.

Il ragazzo andò a sedersi al tavolo del salotto insieme alla sorella e sorseggiò per qualche istante il suo caffè prima di parlare, tenendo il tono di voce volutamente basso per non farsi sentire da Jess, anche se dubitava che fosse interessato alla loro conversazione.

‘Beh... mi sembra che l’abbia presa bene, no?’ chiese Brian.

‘Già... spero che la prenda bene anche Zack’ rispose lei, chiaramente preoccupata.

‘Sai... ci ho parlato ieri...’

‘Di cosa?’

‘Gliel’ho detto chiaro e tondo Nat: per quel che mi riguarda può fare quello che vuole, ma se sceglie di entrare nella vita di Jess, che non faccia cazzate o stavolta lo rovino con le mie stesse mani’

‘Wow... mi piaci quando fai così...’ disse Nat, sorridendo.

‘E vedi di deciderti però... quando vi ho beccati che vi baciavate hai detto che mi odiavi in versione fratello protettivo, ora ti piace...’

‘Mi piace lo zio protettivo, non il fratello ossessionato’ puntualizzò lei.

‘Questione di punti di vista... comunque, lo conosco abbastanza da pensare di potermi fidare di lui... se ha deciso così, sono sicuro che ci ha pensato bene...’

‘Credimi, me lo auguro per il suo bene...’

‘Sei sempre più mamma...’

‘Vorrei vedere’

‘Sai...è strano...voglio dire, tu sei la mia sorellina, è strano vederti così...ah, non lo so, sto diventando sentimentale’

‘Effetto Mich’ disse lei, sorridendo.

‘Probabile, sì...beh, comunque, tornando a noi... fossi in te, starei tranquilla...’

‘Come hai detto tu, sono mamma, ho perso la facoltà di stare tranquilla quasi quattro anni fa, Brian’

‘Vero anche questo...ok, allora cerca di stare un po’ più tranquilla di come sei ora, ok?’

‘Non è solo Jess, Brian...’

‘Ah, lo vedi che c’era qualcos’altro?’ disse lui, sorridendo.

‘Ieri... ieri non ti ha detto nulla di me?’

‘No... credo che non l’abbia fatto perché si trattava di me, Nat... sono pur sempre tuo fratello e questo Zack lo sa benissimo...’

‘Lo so che ora mi odia, non ho bisogno che lo dica a te o a chiunque altro... è solo che... beh, volente o nolente Jess è figlio di entrambi... non voglio che respiri tutta questa tensione... e non mi piace che mi odi, ma questo già lo sai’

‘Dagli tempo sorellina... non è un colpo facile da digerire... soprattutto perché credo che gliene importi molto...’

‘Cioè?’

‘Nat... non è una situazione facile per me, tu sei mia sorella, ma lui è il mio migliore amico... non posso dirti tutto quello che mi ha detto, tradirei la sua fiducia e non voglio farlo... però questo posso dirtelo, gliene importa’.

Nat annuì, Brian aveva ragione, in fondo c’era un motivo se aveva fatto in modo che lui fosse lì quando Zack avrebbe ricevuto la notizia.

‘Lo so Brian, scusa... è solo che questa cosa sta cominciando a terrorizzarmi... sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non pensavo che... non so nemmeno io che pensavo, di certo non che facesse i salti di gioia... ma ha fatto più male di quanto non pensassi’

‘Passerà Nat...’ la consolò il fratello, abbracciandola.

Nat si lasciò abbracciare volentieri da Brian, lui era una delle pochissime persone che avevano il potere di farla sentire bene qualunque cosa succedesse.

Tuttavia, non le era sfuggito come Brian avesse detto ‘passerà’ e non ‘gli passerà’: certo, probabilmente era lei che andava a cercare dettagli che non c’erano, ma se persino Brian non credeva che a Zack sarebbe passata, allora aveva definitivamente perso qualsiasi chance di avere un rapporto di qualsiasi tipo con lui.

 

Natalie continuava a girare nervosamente per casa, passando da una stanza all’altra senza una ragione apparente.

Jess, che come sempre stava giocando tranquillo, le aveva lanciato un paio di occhiate perplesse e Nat si chiese se non era il caso di calmarsi, arrivare al punto di far preoccupare un bambino di tre anni era decisamente qualcosa che doveva far riflettere.

Quando il campanello suonò, sobbalzò visibilmente, ma si impose immediatamente di calmarsi: non sarebbe successo nulla di grave, non era niente di tragico.

Certo, continua a ripetertelo, Nat.

Andò ad aprire la porta e la prima cosa che vide furono gli occhi, gelidi, di Zack.

‘Nat’ disse lui, distogliendo immediatamente lo sguardo.

‘Ciao Zack’ disse lei, spostandosi per farlo entrare: ok, decisamente era tragica.

Mentre Nat stava cercando disperatamente un modo per sciogliere la tensione, sentì Jess correre e un attimo dopo se lo trovarono davanti.

Vide Zack sobbalzare, d’altronde trovarsi davanti un mini se stesso doveva essere un’esperienza già di per sé shockante, senza contare il fatto che lui sapeva che quel bambino era suo figlio.

Jess si avvicinò a Zack, osservandolo incuriosito.

‘Sei il mio papà?’ gli chiese lui con tutta l’innocenza che contraddistingueva i suoi tre anni.

Zack gli sorrise, quel sorriso che Nat conosceva anche troppo bene, e fece un passo verso il bambino.

‘Pare di sì’ gli rispose lui.

Jess allora gli prese la mano e lo portò con sé verso il salotto, fermandosi davanti ai suoi giochi.

‘Queste sono le mie macchinine’ disse lui, orgoglioso e a Nat venne quasi da ridere: aveva la netta sensazione che quel bambino da grande avrebbe avuto una passione smodata per le automobili.

‘Wow...’ disse Zack e Nat pensò che, come Brian, pareva un po’ troppo sinceramente entusiasta.

‘La sai una cosa?’ gli disse Zack, sedendosi sul tappeto di fianco al bambino ‘Io adoro le macchinine’ continuò a voce più bassa, come se gli stesse rivelando un segreto.

Jess sorrise passandogliene una, poi i due cominciarono a giocare, o meglio, il bambino giocava e Zack gli andava dietro, assecondando qualsiasi cosa Jess dicesse e, Nat lo notò immediatamente, osservandolo estasiato.

Dopo qualche minuto, vedendo che Jess non sembrava aver bisogno di lei si spostò il più silenziosamente possibile in cucina, lasciandoli da soli.

Si mise a sedere al tavolo dove aveva lasciato il portatile e lo riaccese, decidendo di lavorare un po’, se avessero avuto bisogno di lei l’avrebbero chiamata, ma era giusto che Zack potesse restare da solo con Jess, finché lei fosse stata presente il bambino avrebbe fatto riferimento a lei e lo sapeva.

Cercò il file che stava traducendo in quei giorni e si mise al lavoro, stando comunque attenta a quello che succedeva in sala, ma tutto quello che sentiva erano le risate di Jess e quelle di Zack mentre giocavano.

 

‘Credo che abbia sonno’.

Natalie alzò la testa dallo schermo, non aveva sentito Zack entrare in cucina.

‘Che ore sono?’ gli chiese, distogliendo immediatamente lo sguardo, non sopportava le sue occhiate gelide.

‘Nove e mezza’.

Nat fu sorpresa, non si era accorta che fosse passato così tanto tempo.

‘Allora è probabile, di solito alle nove dorme già’

‘Ok, allora lo saluto e vado’ disse Zack, voltandosi per tornare in salotto, ma Nat lo richiamò prima.

‘C’è una cosa che dovresti sapere...’.

Il ragazzo si fermò e si voltò verso Nat, in attesa.

‘Ecco... fra quattro giorni è il suo compleanno’.

Zack sembrò per un attimo confuso, non capiva perché Nat si fosse incupita in quel modo per quella semplice informazione.

Poi ci arrivò.

‘Stai scherzando?’ chiese Zack, che sembrava quasi essersi dimenticato di avercela con lei.

Nat scosse la testa ‘No... Jess è nato il 9 Febbraio del 2006’.

Zack annuì un paio di volte, assorbendo l’informazione.

‘Grazie...’ disse infine, tornando però all’atteggiamento freddo di poco prima ‘Ok...io vado allora’

‘Non andare via!’ disse Jess, entrando in cucina e aggrappandosi alla mano di Zack.

‘Ehy, prometto che...’ iniziò il ragazzo, lanciando suo malgrado un’occhiata a Nat, che annuì, capendo cosa stesse per dire ‘Domani torno, ok?’

‘Davvero?’ chiese Jess.

‘Promesso’ gli rispose lui, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulla guancia ‘Buonanotte cucciolo’

‘Buonanotte papà!’ rispose lui, abbracciandolo e dandogli a sua volta un bacio.

Nat ebbe l’impressione che per Zack fosse estremamente difficile rimettere il bambino a terra, poi si diresse, seguito da Jess, verso l’ingresso, senza averla degnata di uno sguardo, non che ne fosse sorpresa d’altronde.

Sentì che il ragazzo salutava il piccolo un’altra volta, poi la porta si chiuse e un attimo dopo Jess tornò in cucina, stropicciandosi gli occhi.

Nat sorrise prendendolo in braccio, era evidente che moriva di sonno, ma probabilmente aveva resistito fino a quel momento solo perché finalmente il suo papà era lì.

Certo, questo non aiutava il suo senso di colpa, pensò mentre preparava Jess per la notte, ma non le importava quanto prima, vedere il suo bambino così felice come in quel momento valeva qualsiasi sofferenza.

 

 

Brian rimase alquanto sorpreso quando aprì la porta e si trovò davanti Zack, anche se tutto considerato, vista l’ora quel giorno poteva trattarsi solo di lui o di sua sorella.

‘So che sei l’ultima persona da cui sarei dovuto venire, ma non so davvero da chi altro andare’ disse Zack.

‘Mi dimenticherò che Natalie è mia sorella per una mezz’oretta’ gli disse Brian, facendogli cenno di entrare.

‘Grazie’ rispose Zack, accomodandosi in soggiorno ‘Mich?’

‘Da Val’

‘Ok’

‘Spara Zack’

‘Perché mi ha fatto una cosa del genere Brian?’.

Solo in quel momento si accorse che Zack era veramente sconvolto, Brian non ci aveva fatto molto caso sul momento, ma ora che lo osservava bene, il suo amico sembrava davvero a pezzi.

‘Che è successo Zack?’ chiese perplesso.

‘Che è successo? È successo che ho un figlio che non avevo mai visto prima di oggi e che la sola idea di essermi perso quattro anni della sua vita mi fa seriamente venir voglia di spaccare qualcosa, ecco cos’è successo’ disse tutto d’un fiato Zack.

‘Zack... hai ragione, non so che altro dirti se non che hai ragione...’

‘È...è stata la cosa più bella della mia vita Bri... persino meglio che salire sul palco...e tutto quello che riesco a pensare adesso è che la odio per avermi impedito di scoprirlo prima’.

Brian annuì, aveva promesso che non sarebbe stato il fratello di Natalie, quindi ignorò l’ultima parte, senza contare che non poteva davvero biasimare l’amico, chi avrebbe potuto farlo?

‘Posso solo immaginarlo Zee e credimi, sono convinto anch’io che abbia sbagliato... ma ora Jess è qui, nessuno ti può ridare quello che hai perso, ma se posso darti un consiglio, non vale la pena perdere tempo ad odiare... fregatene di Nat, l’unica cosa davvero importante è Jess, che tu passi più tempo possibile con lui e impari a conoscerlo, il resto è sinceramente irrilevante’

Zack osservò l’amico perplesso e rimase in silenzio per qualche istante.

‘Caspita... eri serio quando dicevi che ti saresti dimenticato che è tua sorella’ osservò infine Zack, accennando un sorriso.

‘Certo che lo ero... Zack, il fatto che sia mia sorella non significa che non possa sbagliare e per quanto la difenderei in qualsiasi caso, non posso farlo stavolta... avrei reagito molto, molto peggio di te se mi fosse capitata una cosa del genere...’

‘Comunque hai ragione... so che devo concentrarmi solo su Jess ed è quello che voglio fare... è solo che non è facile... doverla vedere ogni singola volta e far finta di niente’

‘Vedila così: che ti piaccia o no, le cose stanno così e non puoi cambiarle e lei resta sempre la madre di Jess... e credo che la cosa migliore per lui sia una pacifica convivenza, non certo capire che odi Natalie... so che non è facile, te lo ripeto, capisco che tu ce l’abbia con lei ora e va benissimo... ma i casi sono due Zack, o gliela perdoni, o ti supplico non fare mai, mai capire a Jess questa cosa...’

‘Quello era logico, Brian... non avrò mai fatto il padre prima, ma un briciolo di buonsenso ce l’ho’

‘Non si sa mai...’

‘Sei innamorato perso di lui anche tu, vero?’ gli chiese Zack.

‘Completamente andato... credo che lo saranno tutti’

‘Gli altri lo sanno ora?’ domandò Zack: il giorno prima, Brian gli aveva spiegato come stavano le cose, che per il momento lo sapevano solo loro due, Mich e Viki.

‘Sì...Nat mi ha chiesto di dirglielo oggi... sono tutti entusiasti’

‘Posso immaginarlo...’

‘Zack... se ti faccio una domanda, prometti di non picchiarmi?’ chiese all’improvviso Brian, cambiando discorso.

‘Posso provarci... ma non posso garantire che ti risponderò, vista la premessa’ ribatté Zack, perplesso, aveva la netta sensazione che Brian stesse per andare a toccare un tasto dolente.

‘Sei sincero quando dici che non sei più innamorato di lei? Perché ho l’impressione, ma potrei sbagliarmi, che un’altra cosa che ti dia fastidio sia il fatto di odiarla...’.

Zack non rispose subito, ma resse lo sguardo di Brian, nonostante avesse una voglia incredibile di abbassare la testa: come volevasi dimostrare, tasto molto dolente.

‘Ha qualche importanza?’ chiese infine a Brian.

‘Ancora non lo so... voglio solo capire’

‘Posso avvalermi della facoltà di non rispondere? Perché sinceramente, non lo so’ ammise Zack: era solo una mezza bugia, non era affatto sicuro che ciò che provava per Nat fosse lo stesso sentimento di tre anni prima, ci aveva pensato, ma non ne era ancora venuto a capo.

‘Ok...’ rispose rassegnato Brian: da un lato avrebbe voluto capirci qualcosa, ma gli sembrava evidente che Zack fosse sincero.

‘Ok, torna pure ad essere suo fratello, credo di aver finito’ disse Zack.

‘Quando lo rivedi?’

‘Domani... poi con lo studio non sarà una passeggiata, ma farò l’impossibile’ rispose Zack, riferendosi al fatto che di lì a due giorni lui e gli altri sarebbero entrati in studio per registrare il loro nuovo album.

‘Già...’ commentò Brian, facendosi pensieroso: non era stato facile decidere di farlo, ma glielo dovevano a Jimmy, quell’album dovevano farlo.

Il futuro... beh, il futuro era ancora lontano, troppo presto per pensarci.

‘Jess è nato il 9 Febbraio, sai?’.

Brian strabuzzò gli occhi, questa era un’informazione che gli mancava.

‘Lo so, ho avuto la stessa reazione...’ commentò Zack.

‘C’è un non so che di macabro e ironico in tutto questo...’ ribattè Brian.

‘Io preferisco vederci un buon motivo per non passare la giornata a piangerci addosso...’

‘Messa così in effetti suona meglio’

‘Già... beh, notte Brian... e grazie, sul serio’

‘Ah, non dirlo neanche Zack... piuttosto... pensaci, ok?’ gli disse Brian e non c’era bisogno che specificasse a cosa, Zack lo capì da solo: doveva chiarire la confusione che aveva in testa, ma questo lo sapeva benissimo da solo.

‘Ok... notte, saluta Mich’ rispose, uscendo di casa e salendo sulla sua auto.

Una volta a casa, si cambiò e si mise subito a letto, erano solo le dieci e mezzo, ciononostante si sentiva incredibilmente stanco.

Tuttavia, una volta che ebbe spento la luce anziché dormire si mise a pensare: aveva un figlio, un bambino assolutamente meraviglioso, un piccolo miracolo che gli aveva fatto dimenticare tutto il resto per due ore intere.

Non aveva pensato a Jimmy e quanto gli mancasse, non aveva pensato a Nat, non aveva pensato assolutamente a nulla, solo a quel cucciolo che si divertiva un mondo giocando con le sue macchinine.

Sorrise, ripensando alla serata appena trascorsa, a come Jesse era sembrato felice di vederlo.

Era incredibile quanto gli assomigliasse: gli stessi occhi, gli stessi lineamenti, con l’unica eccezione del naso, quello era di Natalie, così come il colore dei capelli.

Natalie.

Sospirò, rigirandosi nel letto: si sentiva un bambino cocciuto, ma lui non ci voleva pensare a Nat.

La verità era che, in fondo, sapeva benissimo la risposta alla domanda di Brian: certo che vi ho mentito, nonostante tutto sono ancora un idiota innamorato di lei.

Odiava ammetterlo, era orgoglioso e odiava doverlo fare, ma non aveva mai avuto la possibilità di dimenticarla, non dopo che se ne era andata senza una spiegazione.

Però al tempo stesso sentiva di essere molto più che furioso con lei per avergli tenuto nascosta l’esistenza di Jess ed era certo che non fosse solo una falsa impressione, si conosceva, sapeva capire quando era arrabbiato e quando non lo era e questa volta lo era decisamente.

Brian aveva ragione, doveva proprio fare un po’ di ordine nella sua testa.

 

Buongiorno a tutti!

Dunque, avendo io la stessa forza di volontà di una pera cotta, non ce l’ho fatta a farvi penare ulteriormente…anche perché mi avete lasciato delle recensioni così belle che sarebbe stato molto più che crudele…per cui ecco qui la rivelazione! Mamma mia, spero di non aver deluso nessuno… mi pare di aver capito che c’erano grandi aspettative su questo momento…

Una piccola nota: rileggendo la storia, mi sono resa conto di un’imprecisione temporale, che vi spiego in breve: all’inizio ho detto che Nat è sparita per tre anni e mezzo, ma come ho scritto qui, Jess ha quasi quattro anni, per cui rettifico, Nat è stata via per quattro anni e qualche mese… appena riesco lo correggo anche nei capitoli precedenti (abbiate pazienza, è già tanto se riesco ad aggiornare, la tecnologia è contro di me sembra XD)… nel resto della storia invece dovrebbe essere stato corretto, se doveste trovare degli errori d’ora in poi, bacchettatemi a dovere =).

E ora una piccola news: con la sua recensione, PublicEnemy mi ha dato un’ideuzza…

Se non sbaglio, avevo detto che questa storia non è ancora stata scritta per intero… la situazione attuale mi vede a quota 109 pagine, ma a partire dal prossimo capitolo rallenterò gli aggiornamenti perché quelli che ho soni pezzi sparsi, per lo più alla fine… ma per non lasciarvi senza nulla, ho pensato (se vi piace l’idea, vi invito a dirmelo nelle recensioni) di pubblicare fra un capitolo  e l’altro dei piccoli capitoli bonus…cosa sono? Beh, dovete sapere che quando comincio una storia, nella mia testolina malata i personaggi prendono vita loro e gli creo una vita prima e dopo la storia raccontata nella fan fiction… ora,  io ho moltissimi ipotetici flashback della relazione fra Zack e Nat di cui magari ho parlato, ma che non riesco ad inserire perché sarebbero troppo forzati, quindi pensavo appunto di pubblicarli a parte…sono molto brevi, ma li ho scritti comunque perché mi piacevano… insomma, il concetto è: se pensate che sia un’idea simpatica, dimmelo e li pubblicherò ben volentieri!

Ok, credo di aver detto tutto… come sempre, GRAZIE a chi ha recensito (le risposte sempre nelle vostre caselle personali o di fianco alla vostra rec).

Al prossimo capitolo!!!

LadyNumb

 

   
 
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