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Autore: Tsu_Chan    16/01/2011    1 recensioni
Non ho mai avuto problemi con le donne, ho sempre avuto chiunque mi fosse passato per la testa, tranne persone morte ovviamente... dicono che posso conquistare anche un uomo... ma questo fino a che mi sono interessato a ragazze piccole, dolci, gentili e delicati... fino a quando non sono stato io ad essere messo al muro. Fino a quando non ho incontrato una come te...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di iniziare una precisazione:
-Corsivo i personaggi parlano al telefono
-Grasseto le voci arrivano dal televisore
-I dialoghi per esclusione sono quelli rimanenti xD
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1 ottobre 2010... 6 mesi e 6 giorni

h: 01:30

Vivere da soli è sempre la più grande conquista che un uomo po’ fare; la seconda è riuscire a vivere da solo e ricordarsi che il divano non serve per buttarci le mutande sporche. Penso di essere ancora fermo al primo traguardo, le mie mutande vivono una vita indipendente e pensare che Tomoyo è andata via da soli sei giorni. Non riesco a capire come diavolo ho fatto a far tornare questa casa un mezzo porcile in così poco tempo, devo essere un campione di disordine e di poca abilità nelle faccende domestiche.
Oltre al fatto che la casa è invivibile dormire da solo dopo mesi di convivenza, quando inizia a fare freddo e senza sapere dove siano state infilate le coperte più pesanti è veramente umiliante! Devo dormire abbracciato al cane per non congelare, Gringoire non ha sempre un buon profumo e soprattutto perde più peli lui che un albero le foglie: i cani fanno la muta del pelo e questo lo so, ma non sapevo mica che con tutto il pelo che si lasciano dietro ci si possono fare delle parrucche.
Tutte le altre bestioline di casa si sono trasferite nella casa che la Psc ha comprato alle ragazze su a Sapporo percui non possono nemmeno sfruttare gatto e gatta come scaldini per la schiena: ma dove diavolo le ha infilate le coperte quella dannata ragazza! Mai far sistemare le cose alla propria coinquilina!
Come diavolo avrà fatto a farmi sparire in questa maniera le coperte? E come diavolo faccio a dormire stanotte?
Mi sa che mi devo ingeniare e sfruttare tutto il mio cervello per riuscire a scaldarmi, oltre naturalmente a dormire accozzatto al calorifero con le zampe che mi gira per casa: apro di nuovo il mio armadio e tiro fuori un paio di cappotti e li butto sul letto per sopperire alla mancanza di coperte.
‘Così va bene, Caro Ryo sei proprio un genio. Concediti un momento per farti ammirare.’
Gonfio il petto pieno di orgoglio ma un cane dallo sguardo perso nel vuoto con la lingua penzolini non è un pubblico molto caloroso, così spengo la luce e mi butto nel letto trascinandomi dietro la bestiolina, se ancora si può chiamare così, tenendolo per il collare.
È difficile perfino sentirsi compiaciuti di se stessi quando si è soli: fan ora avrei bisogno di voi! DOVE SIETE?!?!?

h: 3:20

Sento freddo e la cosa mi fa svegliare, percui non mi piace affatto, andiamo mi sarò addormentato da si e no quanto una due ore?
Tasto il letto alla cieca alla ricerca di Gringoire ma scopro con tanta felicità che è andato a farsi un giro, probabilmente a dormire sul divano oppure a mangiare: è insostenibile quella bestia se non dorme, mangia se non mangia vuole giocare se non vuole giocare, dorme. Perché Tomoyo non se l’è portato dietro … no altrimenti mi sentirei ancora più solo.
Non faccio nemmeno in tempo a pensare di girarmi dall’altro lato e avvolgermi intorno uno dei due giubbotti che qualcuno si mette ad armeggiare con la serratura della mia porta quasi nuova :mi arriva il rumore degli unghielli di Gringoire che ticchettano sul pavimento prima di mettersi a raspare sulla porta che intanto si è aperta con un cigolio sinistro.
Metto un piede giù dal letto e afferro il primo oggetto contundente che mi capita a tiro, ovvero la lampada che tengo sul mio comodino, e mi avvio facendo attenzione a non fare rumore e attirare l’attenzione dell’intruso: striscio fuori dalla mia stanza fino all’ingresso tenendomi rasente al muro e favoreggiato dal buio che regna in casa calo con forza la lampada in testa al misterioso intruso.
Il suono che mi torna indietro oltre a quello del vetro della lampada che si sfracassa è quello tipico di un oggetto molto solido che cozza su qualcosa di ancora più duro.
‘ ‘Orca miseria. CRETINO MA CHE MI VUOI AMMAZZARE!’
Allungo una mano mentre con l’altra punto il mozzicone di lampada che tengo ancora ben stretto verso l’intruso e accendo il lampadario appeso al soffitto.
Inginocchiata a terra che si tiene la testa con entrambe le mani, Tomoyo mi sta lanciando dietro una serie di spropositi non riproponibili, perché urtano perfino la mia sensibilità.
‘Tomo-chan tutto bene ?’
‘TUTTO BENE UN CORNO, PEZZO DI CRETINO! MI HAI APPENA ROTTO IN TESTA UN … ’
Mi strappa di mano il rimasuglio della mia arma e per ripicca me la sfracassa addosso incazzata nera.
‘UNA LAMPADA. MI HAI ROTTO IN TESTA UNA LAMPADA. TESTA DI CAZZO!’
‘Perdi sangue ?’
‘No è pomodoro.’
Mi fulmina con gli occhi e con enorme disgusto non la trovo solo incredibilmente sbattuta con occhiaie da far paura ma anche con un labbro tagliato e una guancia gonfia e arrossata.
‘Yuk.’
‘Non fare la faccia schifata, come se te non le avessi mai prese. E comunque … DAMMI QUALCOSA PER FERMARE ILSANGUE CRETINO!’
Corro in cucina a recuperare un paio di asciugamani e glieli piazzo in testa per tamponare il rivolo rosso che le scorre giù per il collo.
‘Andiamo in bagno così vediamo di fermare questo disastro.’
Dopo quasi mezz’ora di tamponamenti e una ventina di asciugamani puliti pronti per andare in tintoria o al peggio in pattumiera riesco a fermare il sangue che fuori usciva a fontanella  dal taglio relativamente piccolo ci ritroviamo seduti in cucina davanti a una tazza di caffè, Tomoyo con una piva lunga quanto un autostrada e un enorme cerotto sistemato alla bene e meglio all’incirca all’incollatura dei capelli sulla parte posteriore del collo.
‘Cooomuuunque, non per essere curioso ma cosa ci fai qui ?’
‘Non si vede, ho avuto una discussione con uno.’
Si indica il labbro tagliato e ancora gonfio e la guancia simile a una fragola matura.
‘Ma dico, perché! Perché ti sei fatta pestare da qualcuno! Chi era un fan? Un giornalista ?’
Tiro una frontata al tavolo rassegnato al fatto che Tomoyo non riuscirà mai ad instaurare un rapporto umano con una persona al primo tentativo: o incute terrore o li pesta o li rapisce, non capisco come faccia.
‘Macchè giornalista … Ho fatto a pugni con mio fratello maggiore!’
‘CON CHI?!?!? ’
Ma questa pesta pure i familiari: ciò mi significa anche che il resto della sua combricola familiare è delicata e tenera quanto lei ?
‘Ehy non credere avevo i miei motivi, quel brocco deve venire continuamente a dare fastidio.’
‘Non lo hai pestato a tua volta, vero?’
‘Scusa credi che mio fratello sia una persona indifesa? Non mi hai ancora conosciuto abbastanza allora.’
‘Sinceramente avevo già pensato che anche lui fosse particolare però mi sembrava sgarbato dirlo.’
‘E’ è un pugile professionista, categoria pesi massimi e ha vinto l’anno scorso un torneo nazionale e lo volevano nella squadra olimpica.’
No. Cosa fa suo fratello ? E poi mi sorprendo se lei picchia come un uomo con un modello simile in giro per casa cos’altro poteva diventare.
‘Percui tuo fratello è un pugile, tu una kickboxer e tuo padre cos’è un karateka ? ’
‘Naaa quello lo è mio fratello minore, mio padre è un pilota acrobatico si aerei ultraleggeri.’
‘CHE CAZZO DI FAMIGLIA HAI!’
‘Tutto sommato normale visto che la pecora nera sono, dagli ultimi aggiornamenti.’
Tira su un sorso così lungo di caffè che praticamente si deve essere scolata tutta in una volta più della metà della tazza e riprende fiato con uno sbuffo prima di riprendere a parlare.
‘Mio fratello è venuto a dirmi di tornare a casa, di smetterla di fare la stupida che non arriverò da nessuna parte, che tutti voi siete solo dei cretini perché nessuno si ricorderà di noi tra 20 anni e bla bla bla. Tirate le somme gli ho tirato un calcio in faccia che credo di avergli rotto la mascella, peccato che il suo gancio sinistro non sono mai riuscita ad evitarlo.’
‘Io a te ti mando in un centro di riabilitazione.’
Fisso la mia tazza di caffè con l’aria assorta: immaginate insieme a me, Tomoyo con la camicia di forza segregata in una stanza con le pareti foderate di gommapiuma, fa sbellicare o è solo la mia fantasia che oramai ha preso strane tangenti?
‘Senti io ho sonno vado a dormire.’
‘Aspetta, abbiamo un problema!’
Seguendo un percorso che non pensavo nemmeno possibile il mio piede rimane incastrato nello sgabello e quando tento di alzarmi con uno strattone mi tiro dietro tutto il pezzo di mobilio che mi colpisce dietro al ginocchio della gamba e mi fa finire per terra ridotto a un agglomerato non più identificato di legno e carne.
Intanto che io tento di rimontare i miei vari pezzi e magari anche quelli della sedia Tomoyo ha fatto in tempo ad arrivare in camera da letto e rimanere pietrificata sulla porta.
‘Ecco vedi, non so dove hai nascosto le coperte pesanti per quello dormo con i giubbotti.’
‘Ah. Colpa mia.’
Sfreccia verso lo zaino che ha abbandonato vicino alla porta quando gli ho sfasciato in testa la lampada e ne tira fuori la mia trapunta pesante.
‘Ehy! Perché l’avevi tu?’
‘In casa di la non avevamo nulla così mi sono portata via un paio di coperte e di cuscini, più qualche piatto.’
Ah ecco perché d’improvviso casa mia aveva perso metà di tutti i suoi oggetti, mi sa che mi conviene fare anche un controllino approfondito sui miei depositi di denaro contante sotto al materasso.
‘Comunque ti riporterò tutto ma dato che sono in moto ti devi accontentare di un solo oggetto alla volta: in pratica scordati di rifarti la batteria di pentole entro settimana prossima.’
Sbatte la coperta in faccia a Gringoire che non ha smesso un momento di seguirla un minuto e la bestia comprendendo l’antifona va a tuffarsi a letto.
‘Beh io vado a dormire, se ci tieni a dormire al caldo ti conviene convincere Gringoire a spostarsi da li.’
Ecco cosa avevo detto all’inizio? Avevo pensato che mi mancava? Avevo detto che mi sentivo solo? MA PERCHEEEEEE’?  se non parlavo a quest’ora ero ancora abbracciato al cane e dormivo sonni tranquilli!
‘Allontana quella bestia dal mio cuscino o vi sbatto tutti e due sul pianerottolo!’
‘Non oseresti mi sono fatta circa 17 ore di viaggio per arrivare qui, e so che non sei così cattivo.’
Corro in camera e senza guardare dove vado mi tuffo sul letto schiacciando esseri viventi pelosi e non.
‘Comunque mi sei mancata.’
‘Anche tu. Ora dormi ne parliamo all’incirca tra 4 ore, che dobbiamo vedere una cosa.’

È stata una notte piena di imprevisti percui non posso dire  di essere al massimo della mia forma psicofisica e anche se mi sono riuscito a concedere qualche ora di sonno dopo che Tomoyo mi è piombata in casa, quelle poche le ho passate immerso in strani incubi nei quali la ragazza sopra citata mi lanciava dietro lampade di ogni tipo e di ogni materiale, prendendomi a ogni lancio ovviamente.
Quando mi sono svegliato di soprassalto la prima volta mi sono ritrovato sudato fradicio ed abbracciato alla schiena di Gringoire che mi guardava terrorizzato: questa entra ufficialmente nella lista delle 10 notti peggiori mai passate. La metà di suddette notti le ho passate a prendermi a pugni con qualcuno le altre a litigare con Tomoyo percui per una questione di percentuali lei è la persona che mi abbia mai causato più incubi e brutti pensieri.
Mi dirigo come uno zombie in cucina dove mi aspetta già preparata la colazione, eppure sono solo le 7:30 di mattina, chissà a che razza di ora ha lasciato il letto quella ragazza.
‘Colazione all’americana, questa tenta di leccarmi giù.’
Arrotolo una frittella e me la infilo in bocca per metà, prendo in mano un bicchiere di succo d’arancia e vado ad appoggiarmi al muro accanto alla porta del bagno.
‘Avanfi, per osa i evi faf pevdonave ?’
La porta si apre di scatto e Tomoyo ne esce con i capelli bagnati legati a formare una cipolla dietro la testa e sfoggiando il suo miglior sorrisetto falso.
‘Non mi devo far perdonare nulla.’
‘Immi a veifà!’
‘Ingoia quella frittella e ripeti questo non l’ho capito.’
Annaffio la mia colazione con il succo d’arancia e a fatica riprendo fiato.
‘Dicevo di dirmi la verità, hai combinato qualcosa ti conosco troppo bene!’
‘Non ho nulla da farmi perdonare solo devo farti vedere una cosa e tu mi devi SOLO coprire ok ?’
‘Coprire ?’
Mi ritrovo trascinato sul divano davanti al televisore e obbligato a guardarmi una lunga ed interminabile serie di pubblicità inutili.
‘Ti sei buttata nel mondo della pubblicità ?’
‘Taci pirla e guarda.’
Rimango quasi shockato nel vedere passare in apertura ad un programma musicale il primo video delle Aka con il loro primo singolo: sono state via solo sei giorni ma a quanto pare sono partite con il turbo, io mi sarei sparato girare il video e incidere la canzone in meno di una settimana è assolutamente da pazzi. L’atmosfera del video è un po’ troppo tetra secondo me ma si addice perfettamente con la canzone, forte e dai bassi eccellenti: si sente che ci hanno lavorato molto e nella registrazione hanno messo tutto il loro cuore.
‘Vieni bene in video, non conoscendoti di persona mi lascerei andare a pensieri sconci su di te.’
‘Non so se detto da te è un complimento. O iniziamo a chiamare.’
Afferrato il mio telefono di casa, dovrei dire nostro dato che a quanto pare questa fa come se fosse a casa sua, si mette a comporre velocemente un numero tirato giù dal suo cellulare e lo lascia squillare per un po’ prima di chiudere la comunicazione e mettersi più comoda fissando lo sfondo del suo cellulare dove pochi secondi dopo comprare un avviso di chiamata al quale risponde prontamente. Non capisco questo strano giro di chiamate, ma non poteva chiamare direttamente con il suo telefono al posto di usare il mio: a meno che non dovesse passare il mio numero a qualcuno.
‘Moshi mo …’
‘TOMOYO-SAN! Dove diavolo sei finita ? Ti voglio in studio tra 10 minuti!’
Credo che l’interlocutore di Tomo-chan sia il suo manager, sempre detto che mi ricordo bene la sua voce, e deve anche essere parecchio arrabbiato se sono riuscito a sentirlo dalla distanza alla quale mi trovo.
‘Veramente mi è impossibile.’
‘COME! Prendi quella trappola urlante della tua moto e in 20 minuti entri in scena con le altre!’
In contemporanea il presentatore alla tele sta introducendo un gruppo di quattro ragazze che ci metto un po’ ad associare alle Aka dato il totale cambiamento immagine al quale le hanno sottoposte e solo adesso capisco da cosa devo coprire Tomoyo: quella se ne andata giusto un giorno prima della presentazione del nuovo singolo e della band al grande pubblico.
La addito con l’aria stupefatta e gli occhi sgranati, capisco anche perché il manager sembra essere diventato una specie di pitbull incazzato che non smette di abbaiare.
‘Ti dico che non posso venire, sono a casa di un amico che ha bisogno di una mano!’
‘Passami quest’amico dai, tanto so che menti!’
 ‘Vuole te.’
Mi ritrovo in mano il telefono e tento di mettere insieme un paio di parole giusto per dar l’impressione di essere ancora cerebralmente vivo.
‘S-salve.’
‘Ryo ?’
‘Eh eh in persona.’
‘Cioè Tomoyo è a casa tua ?’
Improvvisamente sento un gran fracasso dall’altra parte della cornetta e delle voci concitate che corrono in soccorso del giovane manager che a quanto pare ha appena avuto un attacco di cuore.
‘Credo ti sia appena morto il manager.’
‘Bene dammi il telefono devo chiamare le ragazze.’
‘Ma sono in diretta, non ti risponderanno!’
‘Kocchan ha il cellulare nella tasca di dietro dei pantaloni, lo ha sempre nella tasca di dietro dei pantaloni. Controllerà almeno chi è fidati.’
Sposto di nuovo la mia attenzione sullo schermo del televisore e mi scappa quasi da ridere nel vedere il presentatore che contava le ragazze una decina di volte con aria preoccupata.
‘Ma non dovevate essere cinque ?’
‘Si, siamo in cinque ma purtroppo la bassista è intrappolata nel traffico, arriverà presto.’
‘Tomoyo, quelle si stanno arrampicando sugli specchi.’
‘O vedrai ora su cosa si arrampicherà Kocchan.’
Intanto che il presentatore raccontava in generale la storia del gruppo, parlando del periodo che hanno fatto con noi, incomincio a vedere la chitarrista seduta più in esterno muoversi a disagio.
‘Ahah ha la vibrazione! Che fastidio!’
Tomoyo sta attendendo con il cellulare attaccato a un orecchio sostenuto con la spalla mentre spezzetta una frittella che non so bene da dove ha fatto comparire ed attende una qualche risposta da parte dell’amica, che intanto si sta contorcendo come se avesse le convulsioni e fa di tutto per tirarsi i capelli il più possibile sul davanti.
‘Cosa diavolo fa ?’
‘Si mette l’auricolare del cellulare… oh Kocchan che bello sentirti. Ti sto guardando in tele percui muovi la testa per farmi capire. Il manager vi ha detto dove sono ?’
Questa cosa ha dell’inverosimile , è in diretta televisiva ed è riuscita a portarsi dietro il cellulare e rispondere: piantono gli occhi sul televisore e vedo che la chitarrista muove lentamente la testa a destra  e sinistra sorridendo dolcemente.
‘Ahah sei pronta a una bella notizia, Sono a casa di Ryo in piena Tokyo!’
Tomoyo se la ride sotto i baffi crudele mentre l’amica sgrana gli occhi e fa cadere la mascella attirando l’attenzione di tutto lo studio televisivo.
‘Ho detto qualcosa di sbagliato, signorina ?’
‘N… No… è solo che, ho ho …’
‘Sicura che vada tutto bene ?’
‘Kocchan avvicina il cellulare al microfono e togli la cuffia’
Come un automa la ragazza esegue l’ordine di Tomoyo ancora con la bocca aperta per farci entrare le mosche. Il presentatore sembra interdetto si gira per guardare verso i direttori forse in cerca del manager delle ragazze che probabilmente sarà già all’accettazione in ospedale a quest’ora e scuote la testa disperato.
‘Non vi preoccupate questa cosa ha un senso… credo… almeno quando Raiha fa qualcosa solitamente ha un senso, contorto ma lo ha.’
Si toglie il microfono e lo appoggia al cellulare.
‘Coraggio donna parla.’
‘YO BOYS&GIRL! ANCORA NON CI CONOSCIAMO MA LO FAREMO PRESTO!’
Rimango sorpreso di sentire la voce di Tomoyo riproposta dal televisore con una nota più metallica.
‘Sono Raiha la bassista, non che l’addetta ai problemi delle Aka. Infatti in questo momento sono, indovinate …. a TOKYO! Non ho potuto fare di meglio per ora, volevo prendere un aereo e andare in America prima di chiamarvi ma il primo volo parte pomerigg…’
‘RAIHA-CHAN!’
‘Oh Yo, Maki. Ahaha la Maki si è arrabbiata.’
Con uno scatto la ragazza si è buttata lunga distesa sul tavolo e ha afferrato il cellulare mettendosi a sbraitarci dentro come una pazza mentre Haru tentava di saltarla via ed afferrare a sua volta il cellulare ancora più inviperita della cantante.
‘Come osi essere a Tokyo brutta microcefala? Ma lo sai che abbiamo bisogno di te …’
‘E lo so sono il motore del gruppo che ci si può fare…’
‘Taci vecchiaccia che non sei altro. Dove sei di preciso, la città è bella grande sai…’
Tomoyo si gira a guardarmi e copre un attimo il telefono con la mano, se si aspetta una risposta del genere, -Ma si digli che abiti da me in pratica da sei mesi- si sbaglia alla grande, meno persone sanno che conviviamo meglio è, ne va anche del mio onore: sempre che ne sia rimasto.
Scuoto la testa e mi metto a gesticolare come uno scemo per rafforzare il concetto dato che Tomoyo ha la zucca durissima, peggio della mia.
‘Sono a casa di Reita-senpai. È qui accanto che fa gesti strani.’
Praticamente le salto addosso e tento di strapparle il telefono di mano che vola a terra trasmettendo in mondo visione il rumore dello schianto dell’apparecchio a terra.
‘ZITTA!’
‘Ahah te la sei presa ?’
‘Zitta, ma sono cose da dire!’
‘Però è vero che sono qui con te, guarda che se non mi lasci gli dico che dormiamo nello stesso letto.’
Capitomboliamo giù dal divano intanto che tentiamo di allungarci per arrivare al telefono io per chiudere la chiamata, lei per continuare con il suo contorto giochino in cui sta convolgendo tutti quegli che gli passano sottomano praticamente: le attuali vittime sono Io, il Manager, Kocchan, e i nervi di Maky e Haru. Quante ne vorrà fare ancora ?
‘Ragazzi si sente tutto…’
‘Guarda che gli dico di quando esci dalla doccia e altri tuoi viziacci orridi, Reita!’
‘Perché vogliamo parlare dei tuoi!’
‘Ragazzi… sul serio prima di arrivare ai vostri inghippi sconci vi rendete conto che si sente tutto.’
Inizio a collegare che le voci che arrivano dal televisore prima di tutto sono le nostre e poi quelle delle ragazze che ci avvertono che stiamo esagerando.
‘Dammi quel telefono.’
Con un ultimo scatto di reni schiaccio completamente Tomoyo a terra e afferro il telefono piantandomelo all’orecchio così forte che quasi mi faccio male da solo.
‘Qualsiasi cosa abbiate sentito non è vera!’
Nello studio televisivo intanto sono tutti in preda alle risate soddisfatte di chi si aspettava uno spettacolo normale e lineare e invece si sta trovando ad assistere ad un vero e proprio circo messo in piedi e magistralmente orchestrato da una persona nemmeno presente.
Credo di aver capito quale sia l'obbiettivo ultimo di Tomo-chan...
Sta facendo proprio una bella pubblicità alle sue ragazze, altro che rockstar riservate e spocchiose, fossi una persona normale, cosa che non sono e non smetterò mai di ribadire, le prenderei subito in simpatia come se fossero vicine di casa o compagne di scuola: sanno come farsi amare.
Mi giro a guardare Tomo-chan  che sorridere birbante e mi lascio scappare un sospiro esasperato: questa bambinetta sa proprio come farsi amare, non penso di aver mai incontrato una come lei.

E con questo sono ufficialmente diventato un rammollito che si fa comandare da una donna… che fine ingrata.

---X---

Emh... Yo!

Ehehe scusate ci ho messo una vita ad aggiornare ma  ho sempre paura di dilungarmi troppo perchè ho un sacco di idea in testa e... e... e va bene non ho scuse ho lasciato un po' indietro questa fanfiction, ma cosa posso farci mi sono attaccata alla play in queste vacanze e mi sono scordata ç___ç Scusaaateeeee... spero comunque vi sia piaciuto questo capitolo molto senza senso....
Bye Bye,
Darky
   
 
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