Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: AmaranthineMess    17/01/2011    0 recensioni
Nina cammina. Guarda dritto davanti a sè. Ha grandi occhi scuri e tanta paura di cadere.
Nina ama quel gatto che le cammina accanto. Si chiama “Gatto”, perché Nina crede che i nomi siano un pretesto di noi umani per arrogarci il possesso di qualcosa. Di qualcuno.
Nina non ha bisogno di un nome per il suo gatto. E non ha bisogno di un nome per sentire di appartenere a qualcuno.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Primo
-…tanta voglia di volare…-

ai “Matti”

"i matti tutta la vita dentro la notte
chiusi a chiave"
F. De Gregori

Nina cammina. Guarda dritto davanti a sè. Ha grandi occhi scuri e tanta paura di cadere.
Nina ama quel gatto che le cammina accanto. Si chiama “Gatto”, perché Nina crede che i nomi siano un pretesto di noi umani per arrogarci il possesso di qualcosa. Di qualcuno.
Nina non ha bisogno di un nome per il suo gatto. E non ha bisogno di un nome per sentire di appartenere a qualcuno.
Nina appartiene ad una voce. Ma è una voce ormai lontana. E’ un’eco di passato. E’ un soffio di buio. E’ uno sguardo perso nel vuoto. Nina appartiene a chi l’ha trovata per primo.
Era un ragazzo pallido dai capelli sottili. Era il petalo di una margherita. Era una piccola luce inaffondabile su un oceano di disperazione.
Quel ragazzo prese Nina per mano e allora lei sentì di essere salva. Sentì che adesso poteva parlare liberamente di ciò che le accadeva dentro, perché qualcuno, adesso, poteva capire. Nina era certa che lui potesse capire.
Ma gli sguardi non sono parole, e Nina capì ben presto che i propri pensieri erano troppo persino per quel barlume di speranza dentro gli occhi di quel giovane.
Nina adesso ripercorre la sua vita e la sente lontana. Vede ciò che ha vissuto e sente di non averlo mai vissuto. Nina, adesso, ama il profumo della notte che l’avvolge. Ama se stessa e Gatto. Ama essere rimasta la sola persona sulla faccia della terra. La sola importante, perlomeno. La sola capace di volare.
Nina ama sentire il vuoto sotto i piedi. Gatto non può capire quella sensazione, perché se Gatto cadesse, adesso, atterrerebbe in piedi. Nina, invece, si schianterebbe al suolo. Il suo cranio diventerebbe poltiglia e presto verrebbe una squadra di poliziotti a raccogliere i pezzi del suo cervello spappolato sul marciapiede. E recupererebbero anche i pezzi schizzati lontano, lontanissimo, chissà dove..
Amare per capire la vita. Nina pensa che se facesse un salto, adesso, il suo nome rimarrebbe impresso per sempre sulla prima pagina del giornale di domani. Nina sarebbe il primo cadavere del nuovo anno.
Nina è al quinto piano e sente sotto di se i sorrisi di chi festeggia il novello anno. Auguri, Nina. Auguri, Gatto. Auguri a tutti gli altri..
Nina si sporge, adesso, e vede, dall’alto, sotto il suo alluce nudo, un’insegna luminosa.
Nina è matta. Matta da legare. Lo dicono tutti, anche i “dottori”, ma Nina è l’unica ad esserne convinta. Nina pensa di essere matta. Nina sa di essere matta.
Il vento le sposta i capelli dalla spalla destra. Li fa svolazzare un po’, poi li riappoggia sulla spalla bianca e lunare.

Nina, è inverno, copriti! Ma Nina sente caldo. Anzi, avverte il freddo, ma non vuole abbandonarsi ad esso. Non può perdere questa nuova battaglia. Gatto fa “miao” e Nina lo guarda e sorride.
Ha camminato molto, Nina, dalla sua finestra sino alla fine del cornicione. Ma è finito quel corridoio di limbo. Adesso deve scegliere la via da seguire. Ma è stanca e allora si siede su quell’ultima striscia di vita. Ciondola le gambe nel vuoto. Guarda le luci sotto di sè e le ammira con uno sguardo incantato ed infantile.
Nina sente freddo, ma non può darlo a vedere. Gatto non sarebbe più orgoglioso di Nina se lei si abbandonasse al freddo. E Nina ama Gatto e non può perdere la sua stima. Ne morirebbe. Nina respira profondamente quell’aria di notte. Quell’aria di buio. Di freddo. Poi una goccia su Nina.
E quel cielo nero, da ultimo dell’anno, inizia a piangere su quella ragazza seduta su di un cornicione.
Adesso quell’aria di notte e di buio e di freddo sa anche di pioggia. E diventa sempre più freddo.
Nina trema, e Gatto le salta sulle gambe e si accovaccia dentro di lei. Nina trema e fa molta pena a Gatto, che le si accovaccia dentro proprio per farla soffrire di meno. Ma se Nina deciderà di saltare, allora Gatto dovrà scostarsi. Deciderà da solo se seguirla o meno. Nina non vuole scegliere anche per lui. Nina non vuole costringere nessuno ad essere come lei è. Ad essere come lei vorrebbe che fosse.
Nina ama e quell’amore le bolle dentro. Le scoppia dentro. Nina pensa ad una ragazza seduta ad una scrivania, chissà dove, che scrive, e scrive di lei e di Gatto. E’ una ragazza riccia e irrequieta, Nina la vede. Ma non la conosce. Non sa chi sia. E’ una ragazza seduta e ferma, quella che Nina sta osservando. Una ragazza immobile che viaggia fra i sogni. Nina sta iniziando ad amare anche lei. E se deciderà di saltare giù, nell’ultimo istante della sua vita, penserà a Gatto e alla sua scrittrice. Lo promette a se stessa.
Nina si scosta e si siede più comodamente. Gatto le miagola qualcosa che sembrerebbe una canzone d’amore. Una canzone commovente e densa. E’ una canzone che ti scorre addosso e ti si appiccica alla pelle. E’ vischiosa e dolce. E’ miele caldo tradotto in amore. Tradotto in sentimento.
Nina sa che ciò che pensa è assurdo eppure verissimo. Adora pensare in quel modo, perché nessuno penserebbe mai così. Adesso Nina pensa in modo tale che almeno Gatto e la scrittrice possano capire. Sta stemperando la sua follia in un po’ di quel miele caldo.
Nina si sente forte abbastanza, adesso. E decide di decidere.

Ma non ti dirò cosa Nina abbia deciso.
Perché io l’ho vista, in questa notte di pioggia e di auguri, scivolare giù da quel cornicione, lentamente, quasi non volesse disturbare. E atterrare su quel marciapiede duro e bagnato. Ed ho visto quella testa di matta esplodere all’impatto con il suolo. E distruggersi in mille pezzi.
Ed io ho visto Nina, in questa notte di brindisi e sorrisi e l’ho vista arrampicarsi su per il cornicione e rientrare, dalla finestra, nella sua stanza. L’ho vista camminare febbrile verso l’armadio. L’ho vista mentre lo apriva e ne estraeva un maglione bianco. L’ho vista indossare quel maglione e dare la buona notte a Gatto.
In questa notte di auguri e ipocrisia ho visto Nina seduta su un cornicione. L’ho osservata ed era ferma, e guardava la notte negli occhi e respirava con lei. Ho visto Nina rimanere seduta su un cornicione e fondersi con la notte.
Ed ho scelto che la realtà fosse quest’ultima immagine.
Ma non ti dirò quale delle tre immagini sia quella reale, perché non ve ne è alcuna realmente reale. Sono tutte reali e tutte false. Ne esiste una reale per ognuno di voi. E sono tutte diverse. E quelle che ti ho prospettato sono le tre immagini che io sono riuscita a vedere, ma ognuno di voi potrebbe vederne altre cento, altre mille. Altre mille fini per Nina.
Non ti dirò se adesso Nina dorme dentro un maglione di lana bianca o giace spappolata su un marciapiede o aspetta, seduta, che la notte le dia una risposta.
E non te lo dirò perché lo sai già.
Sai già, in cuor tuo, quale sia stata la sorte di Nina.
Nina è tutto ciò che vorresti che finisse o che continuasse in eterno. Nina è ciò che tu non puoi fare. Nina è ciò che non puoi scegliere. Nina è vera e immortale. Nina è un sogno. E’ libertà.
Nina è la libertà di scegliere. Nina è la non-paura di scegliere.
E se hai troppa paura di scegliere quale futuro iniziare a vivere, allora scegli la sorte di Nina. E nella sua sorte riconoscerai la strada migliore per te.
Scegli, pensa cosa ne è stato di Nina e del suo Gatto senza nome e della sua scrittrice.
E dà a lei ciò che ti spaventa.
Nina saprà come custodirlo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: AmaranthineMess