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Autore: crazyhorse    17/01/2011    1 recensioni
Sulla Highway 89 a quell’ora del mattino l’unico rumore che si poteva udire era il rombo del motore della Chevrolet Impala nera del ’67 di Dean e Sam Whinchester.
Proseguivano indisturbati sulla highway deserta costeggiata da entrambe i lati da una fitta boscaglia, tuttavia nessuno dei due era tranquillo.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione, Terza stagione
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FREAK LIKE ME FREAK LIKE ME

-Dannazione!- imprecò Sam; poi rivolto al fratello: -Dean quello che hai trovato in biblioteca ha una portata gigantesca…vuol dire che anche lei…ha…dei poteri. Se è così veramente, significa che è in pericolo!- era sconvolto.
Dean, che ormai aveva capito cosa provasse suo fratello per quella ragazza, rispose:
-Lo so….e muoviti fratello cosa ci fai ancora qui! Corri fuori, fermala e riportala indietro! Devo insegnarti proprio tutto?-
Sam non ci pensò due volte, si precipitò fuori dalla stanza con lo scopo di riportare indietro Allison.
Nel frattempo lei si era avvicinata al suo fuoristrada e stava cercando le chiavi che, però, erano sul tavolo della stanza del motel:
-Accidenti!!- stava infatti sussurando nervosamente cercando nella propria borsa.
Quando Sam fu esattamente dietro di lei allungò un braccio per fermarla e le disse:
-Aspetta, scusa…-
La ragazza fece un saltò in avanti per lo spavento:
-Cavolo!! Sam, mi hai spaventata a morte!!-
-Scusa...senti torna dentro. Hai ragione. Dobbiamo sederci e spiegarti tutto dall’inizio. Va bene?- le disse stringendole le spalle e fissando il proprio sguardo sul viso di lei.
-Sam è tutto così assurdo, non so cosa credere..- rispose la ragazza sentendosi addosso quegli occhi infiniti e temendo di perdersi dentro di essi.
-Credi a quello che hai visto tu stessa,  poco fa al ranch! Alli…son c’è una spiegazione per tutto ciò che è successo, sembra assurdo ma c’è, te lo assicuro!- questa volta Sam fissò i suoi luminosi fanali blu dritti negli occhi di lei.
Allison pensò che effettivamente Sam non aveva tutti i torti: poco fa al ranch c’era anche lei, anche lei aveva visto quel cane enorme e minaccioso muoversi verso di lei in un’aura candida e scomparire verso il cielo non appena tutti e tre (cavallo compreso) si furono riparati all’interno di un cerchio di sale disegnato sul terreno. Infine disse un po' imbarazzata:
-Ok, vengo…senti...ehm mi dispiace per prima. Non dovevo aggredirti a quel modo. E’ solo che…prima d’ora solo un’altra persona mi aveva chiamato così…- poi, arrossendo e con una punta di esitazione nella voce, finì la frase: -Se ti fa piacere puoi continuare a chiamarmi Ally.-
Sam si accorse che lei tremava mentre pronunciava quelle parole e, mosso da un istinto profondo che sentì partire direttamente dal suo stomaco, le si avvicinò e la sommerse in un lungo abbraccio caldo, confortante e potente: voleva farle sentire la sua presenza e farle capire che lui era lì per lei, per aiutarla e starle vicino. Dopo un paio di minuti, nonostante non volesse, chiamò a raccolta tutta la sua forza, e disse:
-Dobbiamo rientrare, ci sono un sacco di cose di cui parlare.-
Rientrarono nella stanza, dove Dean stava studiando attentamente la piantina della contea di Lincoln.
Fu Allison a prendere l’iniziativa sedendosi di fronte a lui e dicendo con determinazione:
-Ok sono tutta orecchi!!- ma continuò immediatamente, interrompendo Sam che aveva già aperto la bocca per cominciare a parlare: -E cominciate da chi siete veramente!-
-Ehi la copertura di giornalisti era ottima!- protestò Dean ferito nell'orgoglio.
Allison rispose sarcastica:
-LINCOLN DAILY MIRROR? Andiamo Dean, LINCOLN...DAILY...MIRROR? La prossima volta provate con una testata più americana per favore!-
A quel punto Sam pensò fosse meglio porre fine a quel battibecco sterile e disse:
-Ok, ok, ora basta! Winchester. Sam e Dean. Questi sono i nostri nomi, siamo fratelli e quello che hai visto al ranch stasera è quello che facciamo, che abbiamo sempre fatto.- 
-Fatemi capire voi combattete cosa di preciso? Spiriti, demoni, cosa? E come mai fate questo nella vita? Insomma...- proseguì con la voce piena di incertezza: -non ho mai sentito di….un’organizzazione....governativa...che combatta…queste…cose.-
Questa volta fu Dean a risponderle:
-Affari di famiglia. Fattelo bastare!- Non avrebbe voluto essere così sgarbato, ma quello non era nè il luogo nè tanto meno il momento per discutere della storia della sua famiglia. Inoltre non era mai stato molto a suo agio a parlare di questi argomenti con persone che non erano Sam. Per fortuna Allison fu abbastanza sveglia per capirlo e parve soddisfatta quando disse semplicemente:
-Oh! Ok, liberi professionisti quindi. Andiamo avanti!- 
-Ascolta Ally, quella di questa sera è una cosa seria. Quello spirito c’è l’ha con te, e in genere quando uno spirito ce l’ha con qualcuno non lo molla tanto facilmente. In più non sono trascorsi 6 anni dall'ultima volta che questo gytrash si è risvegliato nel 2007, quindi dobbiamo capire cos’hai tu di speciale che...-
Sam non fece in tempo a finire la frase perché arrivò secca la risposta di Allison:
-Ehi! Di speciale ho un sacco di cose, tesoro, vuoi che ti faccia un elenco?- lasciò in sospeso la frase perché facesse più effetto, poi riprese: -Scherzo! Non lo so Sam, sono nata qui, ho vissuto sempre qui, ho dovuto imparare ad arrangiarmi fin da piccola…mando avanti la ditta di mio padre e ho un sacco di responsabilità per questo, ma non penso che ad un grosso cane-spirito che se ne va in giro in un’aureola interessi tutto questo!-
Sam ebbe un sussulto quando lei nominò suo padre e volle affrontare subito la questione:
-Dean ha trovato questo in biblioteca.- e le mise sotto gli occhi una stampa di un vecchio articolo del Lincoln Gazzette. Allison non ci mise molto a riconoscerlo:
-Sì, è l’articolo sulla morte di mio padre nel 2007 a causa di un incidente stradale. Era andato ad una cena di lavoro ad Alpine, poi nel ritorno ad...Aubun...uscì...di strada...-
Mentre pronunciava queste parole impallidì visibilmente e le mancò il respiro:
-Voi pensate che…oddio…- cercò con lo sguardo il viso di entrambi i fratelli Winchester per avere spiegazioni riguardo a quel pensiero tanto spaventoso.
-Mi sembra di aver capito che sia il caso di non nasconderti nulla- disse Dean cercando una conferma nello sguardo di suo fratello che annuì, quindi continuò: -perciò sì, potrebbe anche essere che ad uccidere tuo padre sia stato il gytrash. Scommetto che non sei stata tu a riconoscere il suo corpo, vero? E poi, ho letto nell’articolo che il funerale è stato fatto a bara chiusa.-
-Infatti, Grant...lo sceriffo Valenti disse che il corpo era troppo sfigurato a causa dell’incidente e volle riconoscere lui la salma. E poi, per lo stesso motivo non fu possibile lasciare aperta la bara durante il funerale. Perché, cos’hai in mente?- chiese sentendosi il cuore in gola, anche se aveva già intuito dove volesse arrivare Dean.
-Beh, l’incidente dell’altra sera è sicuramente stato causato dal gytrash e i corpi dei genitori della bambina non sono stati trovati, perciò…-
-Vuoi dirmi che Grant mi avrebbe mentito e che in realtà il corpo di mio padre non fu mai  trovato?- dare voce a quel pensiero le provocò una fitta di dolore allo stomaco; guardò Sam in cerca di aiuto e lui provò a tranquillizzarla:
-Ascolta per ora non sappiamo molto di questo gytrash, se non che attacca i viaggiatori, quindi se tuo papà è stato  attaccato fuori  Afton è probabile che sia colpa di questo spirito. Purtroppo, però non sappiamo altro, voglio dire perché lo fa? In genere gli spiriti uccidono per una ragione: difesa, vendetta, sopravvivenza, ma senza dati, informazioni o prove di nessun tipo brancoliamo nel buio.- Fece una pausa, sembrava pensieroso, poi continuò: -Però mi è venuta in mente un cosa. Dean non hai appena detto che il gytrash ha origini inglesi e che potrebbe essere giunto in America con i primi emigranti?-
-Sì, perché?-
-Beh, non può essere venuto negli Stati Uniti sulla Mayflower a spasso per il ponte della nave, no? Deve essere stato portato qui attraverso un oggetto, magari un dipinto, un’urna, un vaso, qualcosa dalla quale poi, per qualche motivo, è riuscito a liberarsi.- si voltò verso Allison: -Ally, tu conosci questa gente, dev’essere una famiglia di persone riservate, scontrose, magari poco conosciute e che rifiutano la compagnia e la vita sociale del paese e della comunità! Non ti viene in mente nessuno?-
Allison ci pensò un istante poi disse:
-Sam, la città è piccola, ci conosciamo tutti più o meno…aspetta un momento al confine sud di Afton c’è una casa abbandonata, vecchia, sta quasi per crollare. Mio padre diceva che ci abitava una vecchia signora da sola, ma io non l’ho mai vista e non so neanche che fine abbia fatto adesso che ci penso. Ci sono stata un paio di volte con i miei amici quando era piccola, perché i ragazzi più grandi dicevano che la casa era infestata dai fantasmi! A parte questo, gli altri abitanti sono tutta gente tranquilla che lavora.-
-Ok allora domani mattina come prima cosa andiamo a controllare questa villa.- disse Sam rivolgendosi a Dean. Poi verso Allison: -Dove si trova questa casa abbandonata?-
Allison lo stava fissando con occhi infuocati:
-Oh, non c’è bisogno che te lo dica ora, ti darò le indicazioni domani lungo la strada!- rispose lei con fermezza.
-No Ally tu non vieni, è troppo pericoloso, quella cosa vuole te, capisci?-
-Sam ha ragione, è troppo pericoloso.- gli diede man forte il fratello.
-Quella cosa, potrebbe aver ucciso mio padre, forse siete voi che non capite!!- ci fù un attimo di tensione palpabile fra tutti e tre, poi lei proseguì irremovibile: -Niente su questa terra o fuori da essa potrebbe tenermi lontano da quel posto. O vengo con voi domani o ci vado io da sola adesso! Come preferite!- e fece per alzarsi.
Sam e Dean si scambiarono uno sguardo sorpreso e Dean, alzando le mani in segno di resa, disse:
-E' tutta tua fratello!-
-Allora siamo d'accordo per domani!- disse Allison. Evidentemente rincuorata  e, dopo aver riacquistato un colore più umano in viso, continuò:
-Ho fame e voi? In più mi devo fare una doccia!- 
-Bene, anch'io ho proprio voglia di un bell'hamburger!- concordò Dean.
-Hamburger?! Ma sei matto?!- gli rispose Allison come se lui l’avesse insultata. -Italiano!! Venite, offro io!-
Allison, ora, si sentiva eccitata, carica come una molla. Precedette i fratelli Winchester lungo la strada che portava a casa sua e,  quando arrivarono, per prima cosa aveva intenzione di rendersi presentabile: aveva bisogno di una doccia. Stava per dirigersi verso il bagno dicendo:
-Vado a farmi…-
Ma Dean la interruppe:
-No ,sentite io devo fare una cosa…sai Sam...quella cosa… emh…capito?-
-Dean cosa dici non…- non finì la frase perché Dean lo precedette:
-Ok siamo d’accordo! Domani mattina voi andate a controllare la casa, io andrò a farmi un giro nella foresta, non penso che i corpi di tutta quella gente si siano volatilizzati nel nulla. Buona serata!- senza lasciare il tempo nè a Sam nè ad Allison di replicare, si voltò ed uscì speditamente dalla casa.
Allison fu la prima a riscuotersi:
-Bene, allora io vado a farmi una doccia tu mettiti comodo.-
-Ok- rispose semplicemente Sam che cominciava a sentirsi un po’ in imbarazzo.
Prima di andare in bagno, Allison si avvicinò allo stereo, ragionò per qualche secondo sui cd caricati: pensò che i Deep Purple, per quanto le piacessero, non sarebbero stati in grado di  creare l’atmosfera che voleva lei:
“Ok Carter, vediamo se riesci a sciogliere un po' Sam dagli occhi blu seduto sul tuo divano” pensò. Decise invece che Lauryn Hill era perfetta, per cui lasciò il cd che era già nello stereo e fece partire la riproduzione: subito una voce calda, sensuale ed avvolgente invase la casa:

"You're just too good to be true
Can't take my eyes off  you.
You'd be like heaven to touch.
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived.
And I thank God I'm alive.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off  you..." (1)

Sam fu colto alla sprovvista: prima il profumo stuzzicante di un cibo vero invece che il solito panino ed ora anche la musica adatta all’occasione; pensò:
“Accidenti e ora come faccio a non saltarle addosso appena esce dal bagno? Ok, ok pensa Sam pensa, devi trovare qualcosa da fare per tenerti impegnato!”
Decise di andare in cucina e preparare la tavola: cominciò a cercare fra i pensili, i cassetti e gli armadi finchè non ebbe perfettamente apparecchiato. Stava ammirando il suo lavoro, soddisfatto, quando lei finalmente ritornò:
-Wow che servizio!- disse mentre andava  a controllare la pasta.
-Ho pensato di apparecchiare nel frattempo.- si giustificò incerto Sam.
-Hai fatto benissimo. Siediti è pronto.- lo invitò lei. Dopo di che preparò i piatti, mise in tavola una bottiglia di Chianti che aveva portato dall’Italia l’estate passata e raggiunse Sam a tavola.
-Chianti?- chiese lui incuriosito.
-Si, è un vino italiano. Mia madre era italiana. L’estate scorsa sono stata un mese a casa dei miei nonni in Toscana. Quello è un souvenir. Ma ora tu sai più o meno tutto di me e io non so quasi nulla di te. Dai racconta!-
-Beh la storia della mia vita è..è una storia lunga.- divagò Sam nella speranza di ovviare l'argomento.
-Pensi che riuscirò a dormire dopo quello che è successo stasera? Ho tutta la notte a disposizione! Dai racconta!- insistette lei.
-Ok, ok.- Sam si arrese e cominciò:
-Beh, io e mio fratello facciamo questo lavoro praticamente da sempre. E' stato nostro padre ad insegnarci tutto quello che sappiamo, l’agenda che hai visto in camera nostra è sua. Lui iniziò a cacciare demoni in cerca di quello che uccise nostra madre quando io avevo 6 mesi....-  mentre parlava pensò che, forse, non era il caso di darle tutti quei dettagli sulla morte della madre, ma fissando gli occhi grigi di Allison si rese conto che resistere sarebbe stato molto più difficile del previsto...anche se il pensiero di sua madre gli gonfiò il cuore di tristezza ed amarezza.
-E tu ti senti tremendamente in colpa per quello che è successo a tua madre. Conosco quella sensazione. Mi ha accompagnato per mesi, dopo la morte di mio padre. Ma, Sam tu non c’entri, inoltre avevi solo 6 mesi che...cosa...potevi...fare...aspetta…aspetta...- Il velo che aveva coperto i luminosi occhi di Sam mentre parlava di sua madre aveva inizialmente indotto Allison a cercare di consolarlo, ma poi  una folgorazione attraversò la sua mente:
-Tua madre è morta quando tu avevi 6 mesi? Com’è possibile? Sam, mia madre è morta nello stesso modo! Vuoi dire che anche lei è stata uccisa da un...accidenti!- Allison non sapeva cosa pensare, possibile che quella fosse solo una coincidenza?
Come se lui le avesse letto nel pensiero rispose:
-Lo so...ehm Dean ha trovato anche un'articolo sull'incendio di casa tua, in biblioteca. Comunque, non penso che sia solo una coincidenza..ma in ogni caso quella cosa ora non è più un problema, l’abbiamo eliminato tempo fa!-
Sam cercò le parole con estrema cura, senza scendere troppo nei dettagli: non fece riferimento ai poteri, al fatto che la porta dell’inferno si trovasse a pochi km da dove lei aveva sempre vissuto ed al fatto che le persone come loro (ormai non aveva dubbi sul fatto che anche Allison avesse dei poteri, si trattava solo di scoprire che cosa era in grado di fare) potevano essere il bersaglio preferito delle forze del male. In quel momento fu contento che il demone dagli occhi gialli si fosse concentrato su di lui: chissà cosa sarebbe successo se avesse scoperto di avere Allison a due passi dalla porta dell’inferno! Un senso di sollievo lo pervase: in qualche modo, anche se allora non si conoscevano ancora, era stato in grado di proteggerla.
-Oddio i miei sono stati ammazzati da demoni e spiriti e io me ne stavo qui…- solo in quel momento Allison collegò le morti dei suoi genitori e gli occhi le si riempirono di lacrime, ma non voleva piangere:
-Sam mi mancano così tanto!-
-Sì, lo so, anche a me...- cercò di calmarla stringendole forte le mani. Apparentemente funzionò, perché lei lucidamente disse piano:
-Sai cosa penso? Penso che loro, i nostri genitori, siano sempre con noi, che vigilino su di noi e ci proteggano. Puoi metterli in paradiso o su una stella, dove vuoi. Personalemte ho bisogno di credere che mio padre sia con me tutti i giorni alla Carter Tools perché se sapessi di essere sola non potrei prendere tutte quelle decisioni che prendo quotidianamente e che influenzano anche la vita di tutti quelli che ci lavorano; ho bisogno di credere che mia madre sia al mio fianco giorno dopo giorno per darmi la forza di cui ho bisogno.-
Allison stava raschiando tutta l'energia che aveva in corpo per non piangere, per non crollare, cosa che le risultò ancora più difficile quando Sam fissò i propri enormi occhi blu nei suoi.
-Ok, per stasera può bastare, non ti chiederò come mai questi demoni ce l’hanno con i miei genitori.- Allison si abbandonò sulla sedia e respirò profondamente, per raffreddarsi un poco, poi continuò, desiderosa di cambiare argomento:  
-Perciò tu e Dean girate in macchina gli Stati Uniti in cerca di qualcosa di sopranaturale da eliminare? Sam è…è assurdo. Se non fosse per quello che ho visto stasera penserei che sei matto.-
-Lo so sembra fuori da ogni logica ed è veramente dura, voglio dire sei sempre in giro alla ricerca del male, ma quando sai di aver salvato la vita di qualcuno, che qualcuno vivrà per merito tuo, vedere la gratitudine nei loro occhi…questo ti ripaga di tutti i sacrifici…beh, quasi tutti.-  Non gli era mai capitato di aprirsi così con una persona appena conosciuta, ma aveva l'impressione che di fronte ad Allison il filtro che si trovava fra il suo cervello e la sua bocca smettesse improvvisamente di funzionare; questa cosa lo impauriva un po' ma allo stesso tempo lo sollevava, perchè gli permetteva di liberarsi di un peso che gli premeva costantemente il cuore. Quel "quasi tutti" era riferito alla morte dei suoi genitori: entrambi, in circostanze differenti, avevano sacrificato la propria vita per salvarla a lui e a suo fratello. Se la madre di Allison era morta in un incendio quando lei aveva 6 mesi, doveva essere stato Azazel ad ucciderla e questo voleva dire che uno dei genitori della ragazza dieci anni prima aveva fatto un patto con il demone per salvare la vita di qualcuno. Sam decise, però, di tenere per sè anche questo...piccolo particolare: per quella sera c'era già abbastanza carne al fuoco ed aggiungere anche della benzina avrebbe solo peggiorato le cose. Aveva, invece, una domanda che gli frullava nella mente e a quel punto non ce la fece più a tenerla per sé:
-Senti, avrei una domanda...puoi anche non rispondermi se vuoi. Prima nel parcheggio del motel hai detto che solo un’altra persona nella tua vita ti chiamava Ally…- mentre parlava la sua mente recitava silenziosamente una preghiara: "Ti prego dimmi che era uno dei tuoi genitori!". Trasse un profondo sospiro di sollievo quando lei rispose:
-Mio padre…era mio padre. Lui mi chiamava sempre Ally.- rimase in silenzio per qualche secondo poi riprese:
-Ma non ti preoccuppare, va bene così, mi piace quando mi chiami Ally.- e sorrise.
"Accidenti quando sorride è ancora più bella!!” pensò Sam mentre il suo cuore accellerava paurosamente la frequenza dei battiti come se volesse saltargli fuori dal torace.
Si fissarono negli occhi per un lungo momento, restando in silenzio, come se quel silenzio in realtà potesse sussurrare loro quello che provavano l’uno per l’altra in quell’istante. Entrambi si sentivano come se una corda dolce e vellutata ma nello stesso tempo forte ed indistruttibile improvvisamente li avesse legati insieme.
Affondando negli occhi grigi e sconfinati di Allison per la prima volta da quando quella mattina l’aveva incontrata i lacci che stringevano il cuore e lo stomaco di Sam si allentarono. Con una luce brillante negli occhi che ora sembravano ancora più grandi, Allison si alzò dal tavolo e si avvicinò a Sam, gli prese la mano stringendola forte e  lo accompagnò sul divano dove lui si sedette.
Questa volta fu Sam a dover fare appello a tutta la forza che aveva in corpo per non rovinare quel momento: il suo istinto (che stranamente aveva la voce di suo fratello; “Chissà perché?” si chiese) gli diceva di andare avanti, di portarla di sopra e fare l’amore con lei tutta la notte, ma il suo cervello ed il suo cuore glielo impedirono, non doveva essere la storia di una notte: non con lei!
Mentre tutti questi pensieri turbinavano nella mente di Sam come un uragano, Allison aveva spento lo stereo e finalmente si stava accoccolando di fianco a lui; coprì entrambi con il piumino che teneva sempre a portata di mano, gli prese il braccio e lo sollevò intorno alle proprie spalle, poi si allungò per dargli un bacio: in quel momento lo stomaco di Sam fece una capriola e lui si sentì invadere completamente da un’esplosione allo stesso tempo di pace e liberazione: la strinse forte a sè.
Si addormentarono così: rannicchiati su un divano troppo piccolo, stretti l'uno all’altra ma in pace.

(1) "Can't Take My Eyes Off You" 1967 scritta da Bob Crewe e Bob Gaudi. La versione a cui faccio riferimento è, ovviamente, quella del 1998 di Lauryn Hill (album "The Miseducation of Lauryn Hill)
  
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