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Autore: NonnaPapera    18/01/2011    4 recensioni
Si passò le mani sul volto singhiozzando sconsolato, sapeva che doveva finirla ma, li amava troppo per riuscire a sopportare di perderli.
Marc, Al, Tom amava profondamente ognuno di loro; solo da quando c’erano loro la sua vita aveva riacquistato colore e interesse.
Era un mostro, un maledetto e schifoso mostro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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crazy love

Crazy Love

Non sarebbe mai guarito e certamente la colpa sarebbe stata sua. Era lui che avrebbe dovuto aiutarlo a stare meglio, a combattere quella assurda patologia che ne dissociava la personalità.
Quattro uomini differenti in un’unica persona.
Marc -dal carattere dolce e sensibile, grande amante dei fiori e degli scacchi- era un giovane pacato e introverso che amava conversare di filosofia e giardinaggio.
Lui adorava Marc, lo trovava così fragile, così bisognoso di cure e di attenzione. Marc gli scatenava un istinto protettivo che non avrebbe mai creduto di possedere.


Al invece era un ragazzotto strafottente -grande patito di sport- riusciva bene in ogni attività fisica, coraggioso e determinato non indietreggiava mai di fronte ad una sfida. Oltre a tutte queste doti Al era anche un tipo molto sveglio e arguto. Passare il tempo in sua compagnia lo faceva sentire a suo agio, era come se anche lui –stando in sua compagnia- diventasse un uomo interessante -anziché uno scialbo medico psichiatra, per nulla spiritoso e spesso noioso-.
Si, Al tirava fuori la sua parte di carattere più nascosta, quella giocosa, allegra ed un po’ strafottente, che nessuno conosceva.

Per ultimo –ma non meno importante- c’era Tom.
Tom era una nuova personalità del paziente (che aveva in cura da più di due anni). Era venuta fuori circa sei mesi addietro. Per un medico che si rispetti, la cosa -cioè la comparsa di una terza personalità dissociata- sarebbe equivalsa ad un fallimento. Lui invece ne era rimasto affascinato ed entusiasta.
Tom era un ragazzo silenzioso e piuttosto nichilista, perennemente incazzato con il mondo intero. Straordinariamente bravo a dipingere, alcuni mesi fa, aveva dipinto un quadro con lui come soggetto e –pur sapendo quanto fosse sbagliato- ne era rimasto lusingato.
Tom l’aveva dipinto sdraiato in posa lasciva e sexy sul tavolo del suo studio… completamente nudo. Solo il camice bianco –che gli scendeva morbido lungo i fianchi- a coprirlo… senza però nascondere la sua virilità eccitata.
Tom aveva dipinto il suo amante così come lo vedeva ogni volta durante tutte le sedute.

Esatto! Lui medico quarantenne, stimato e rinomato , nel giro di due soli anni era caduto talmente in basso da diventare l’amante di un suo paziente.
Anzi –non era esatto- lui era diventato l’amante di ben tre persone distinte.

Marc -che ogni volta allargava le gambe per lui, tremando sotto il suo tocco- lo baciava sempre come se fosse l’unico uomo al mondo.
Al invece, ogni volta rendeva il sesso un’avventura straordinaria, con posizioni e giochetti amorosi spinti e divertenti. Con lui i ruoli erano variabili infatti, una buona metà delle volte, era Al a condurre il gioco.
Da poco però aveva fatto entrare anche Tom nel suo letto e la cosa si era rivelata estremamente piacevole.
Tom era sempre l’attivo tra loro. Non gli permetteva mai di prendere l’iniziativa, era gentile ma oltre modo possessivo nel fare l’amore.
Comunque tra le sue braccia si sentiva fremente ed al sicuro, come se fosse un’adolescente alla sua prima esperienza.

Gabriel si alzò dalla sedia e si avvicinò allo specchio dell’anticamera. Doveva smetterla, quella situazione era assurda, se qualcuno lo avesse scoperto sarebbe certamente finito in galera e poi… che razza di persona  schifosa ed immorale era diventato?

Si passò le mani sul volto singhiozzando sconsolato, sapeva che doveva finirla ma, li amava troppo per riuscire a sopportare di perderli.
Marc, Al, Tom amava profondamente ognuno di loro; solo da quando c’erano loro la sua vita aveva riacquistato colore e interesse.
Era un mostro, un maledetto e schifoso mostro.

Basta!
Quella sarebbe stata l’ultima seduta. Non importava chi avrebbe salutato per ultimo.
Se fosse arrivato Marc, probabilmente avrebbe dovuto consolarlo e poi accompagnarlo alla porta, se invece al colloquio si fosse presentato Al, certamente si sarebbero messi a litigare e Al se ne sarebbe andato sbattendo la porta.
Infine se fosse arrivato Tom…
Tom era ancora un mistero, lo conosceva da meno tempo e non riusciva ad immaginarsi che reazione avrebbe potuto avere alla notizia di una loro separazione, comunque se la sarebbe cavata anche con lui.
L’unica cosa che contava era interrompere quella assurda relazione che durava ormai da troppo tempo.
In fondo Sam –il vero nome del suo paziente con pluripersonalità - aveva il diritto di essere curato… curato veramente, anche se Sam era un ragazzetto scialbo,  balbuziente, leggermente ritardato e piuttosto noioso, lui era il vero paziente e aveva tutto il diritto di finire nelle  mani di un medico serio, che non si sarebbe approfittato così meschinamente del suo corpo e della sua malattia.

Un bussare deciso alla porta distolse Gabriel dai suoi ragionamenti: era arrivato il momento di agire.
“Avanti” parlò sperando che la sua voce risultasse abbastanza ferma e decisa.
La porta si spalancò ed entrò Sam.
“Benvenuto accomodati!” mormorò Gabriel, in attesa di capire con quale personalità avrebbe avuto a che fare.
“Ciao lovely doctor” mormorò l’altro con voce bassa e leggermente roca.
“… Tom, benvenuto” Gabriel alzò lo sguardo sul ragazzo e gli sorrise incerto.
“Siediti per favore, ti devo comunicare una decisione importante…”

Il giorno successivo Margaret, una collega di Gabriel che lavorava nello stesso studio, aprì la porta dell’ufficio del collega, per chiedergli se gli andava i prendere un caffè prima di cominciare il lavoro.
Ciò che vide la lasciò sconvolta e scioccata. Incespicando nei propri piedi corse per il corridoio urlando e piangendo. Afferrò il telefono della reception e tremando attese che qualcuno rispondesse dall’altro capo.
“Pronto… pronto, per favore venite subito… il mi-mio collega, il dottor Gabriel Mc Kanzie. Oh mio Dio… qualcuno l’ha assassinato…”

End

PICCOLO SAPZIO PRIVATO:

Partecipante al contest Slash e tarocchi come prompt ho usato la Torre

Il crollo l’ho inteso come la perdita di coscienza da parte del dottore, che incurante del suo ruolo concupisce o si lascia concupire dal suo paziente.
Naturalmente la punizione per la colpa è il finale, Gabriel perde la vita per mano di Tom, perché la relazione tra loro non era sana ma terribilmente sbagliata e la separazione ne porta con se le estreme conseguenze.
In ultimo la malattia… questa non credo serva spiegarla!

Partecipante alla Challenge Twenty for Seven Challenge [ Only Boy Love ]

Prompt pazzia

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