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Autore: oilloi123    18/01/2011    6 recensioni
Il carattere instabile di Axl sembra riuscire a creare scompiglio con Erin. Riuscirà a dividerli o troveranno una soluzione?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erin stava riordinando velocemente la cucina.
Ieri notte aveva sentito Axl alzarsi dal letto, quasi sicuramente era andato in cucina per prepararsi qualcosa, ma forse per il buio, forse per il sonno, forse perché proprio non ci era portato, aveva fatto una bella confusione, e come al solito non si era curato di rimettere a posto, e adesso toccava farlo a lei.

Stava finendo di sistemare l'ultima padella e di pulire l'ultima macchia, quando il telefono iniziò a squillare. Lo lasciò squillare un paio di volte, per poi avviarsi verso l'apparecchio. A metà strada fu invitata 'gentilmente' ad aumentare il passo.

< Erin, cazzo! Muoviti a rispondere a quel fottuto telefono! > Le urlò Axl dalla loro camera matrimoniale al piano di sopra.

Erin sospirò. “Accidenti a chi chiama a quest'ora... Poi ci devo vivere io con lui con un consistente malumore!”

< ….Erin? > Chiese la voce dall'altra parte della cornetta.

< Sì, sono io. > Rispose appoggiandosi al mobiletto in legno e iniziando ad attorcigliarsi il filo del telefono intorno ai diti.

“Perché il manager dei Guns li stava chiamando? E poi perché così presto? Lo sapeva benissimo che se Axl veniva svegliato da un forte rumore diventava intrattabile.

< Che succede? >

< Dov'è Axl? > Chiese trafelato.

< Sta ancora dormendo. >

< Oh, menomale. Togli dalla sua vista tutti i quotidiani del Times. Se legge le cazzate che quegli stronzi hanno scritto chi lo sente quello! Tutto bene lì a casa? > Chiese con voce preoccupata.

< Sì, sì, tutto bene adesso. > Gli rispose. Ormai lui e sua moglie erano diventati quasi i suoi confessori. Quando Axl dava di matto e aveva bisogno di stare lontano da lei per un po', era Doug ad accoglierla a casa sua e a consolarla, senza mai aspettarsi niente in cambio.

< Bene. Mi dispiace per l'ora, Erin. Ma avevo paura di non aver fatto in tempo... >

< Fa niente, Doug. Ci penso io. Ciao, grazie. >

< Ciao, Erin. >

Riattaccata la cornetta, si mosse veloce verso la porta, per poi prendere il giornale nella cassetta della posta e tornare di nuovo dentro casa.

Erin aprì la porta e si ritrovò davanti Axl che la guardava con un punto interrogativo stampato sulla faccia e un'espressione parecchio nervosa.

< Che ci fai fuori dalla porta? >

< Ho preso la posta, amore. Come hai dormito? > Gli chiese, mettendosi il giornale dietro la schiena e avvicinandosi a lui. Gli mise un braccio intorno ai fianchi e si accoccolò al suo petto.

< Bene, finché quel cazzo di aggeggio non ha iniziato a trapanarmi i timpani. Ma chi cazzo era a quest'ora? > Chiese senza ricambiare l'abbraccio, ma senza allontanarla.

< ...Doug. > Disse staccandosi leggermente da lui.

< E che voleva a quest'ora? >

< Non lo so... Gli ho detto che stavi dormendo. Vuoi qualcosa per colazione? > Gli chiese appoggiando la posta sul tavolo.

< No. > Rispose lui secco. Erin era davvero avvilita. Le stava provando tutte per farlo stare tranquillo, ma lui continuava a sprangare le porte della comunicazione.

Erin sospirò, dando la schiena al tavolo a cui era seduto Axl. Le si fermò il respiro quando sentì un rumore di fogli spiegazzati.
Si girò a guardare Axl con gli occhi sbarrati.

Axl sfogliò le prime pagine, saltando gli articoli di politica. Non ci capiva molto, non seguendo tutti gli scandali e i diverbi politici, e in più lo innervosivano. Non gli piacevano proprio i volti della politica.

Ma questo salto lo portò più velocemente ad un articolo su cui, per ovvi motivi, non riuscì a non soffermarsi.

< “La pazzia di Axl si scatena di nuovo. Il leader dei Guns n' Roses ha dato spettacolo della sua follia ieri sera al loro primo spettacolo losangelino di ritorno dalla loro tournée europea. Axl Rose ha prima scatenato un diverbio verbale piuttosto duro, per poi, preso da un raptus, scagliargli contro il microfono colpendolo vicino all'occhio ferendolo piuttosto gravemente. Sembrerebbe davvero che il successo gli abbia dato alla testa.”?! Chi cazzo l'ha scritto questo fottutissimo articolo?! > Urlò in preda ad una crisi nervosa. Si girò a guardare Erin che lo fissava con gli occhi colmi di paura.

< Tu lo sapevi. > Le disse puntandole l'indice davanti agli occhi e avvicinandosi minacciosamente a lei. < Ora ho capito... Doug ti ha chiamato per dirti di levarmi il giornale di sotto gli occhi e tu non l'hai fatto di proposito. >

Ora stava davvero iniziando a spaventarla. Non era così che era andata la faccenda.

< No, Axl, non è vero. >

< Cosa non è vero?! Non è vero che Doug ti ha chiesto di nascondere il giornale? Non è vero che tu eri fuori di casa per prenderlo dalla cassetta della posta? Non è vero che l'ho appena letto?! Oppure vuoi negare pure questo?! >

< Axl, fammi spiegare! Non volevo che tu lo leggessi. Non volevo che ti ferissero. Lo sai anche tu che non lo farei mai. > Gli disse guardandolo quasi supplichevolmente, mentre cercava con le mani il suo petto.

< Perché allora era lì sul tavolo? > Le disse a denti stretti, mettendo la faccia a pochi centimetri di distanza da quella di Erin.

Erin non riusciva più a resistere. Sentiva le lacrime spingerle negli occhi, il respiro stava cominciando a spezzarsi. Erin cercò in tutti i modi di reprimere il pianto, non voleva farsi vedere debole, altrimenti Axl ne avrebbe sicuramente approfittato, e allora sarebbe stata la fine. Così rimase zitta, cercando di controllare, per quanto possibile, le sue emozioni. La cosa però divenne davvero insostenibile quando si ritrovò per terra con una guancia che le bruciava da impazzire. Alzò lo sguardo su Axl che aveva ancora il braccio teso dopo averle dato lo schiaffo.

< Allora, mi vuoi rispondere?! O vuoi continuare a frignare? > Aveva colpito il punto in pieno. Erin non aveva resistito a quel contatto così aggressivo con l'uomo che amava. Eppure vedeva qualcosa vacillare negli occhi di Axl. Lui la amava, e lei lo sapeva. Axl non poteva negarlo. Non poteva negare che vederla in lacrime così piccola e inerme lo metteva un po' in soggezione, e lo faceva stare male. Gli sarebbe venuta voglia di accucciarsi accanto a lei, di abbracciarla e di baciarla. Ma non poteva per due motivi trascinanti.

Era incazzato nero con lei. Lo aveva fatto apposta a fargli leggere quell'articolo, ne era sicuro. Lei lo sapeva che stava sostenendo una terapia e che stava consultando uno psichiatra, lei lo sapeva quanto doloroso fosse per lui questo argomento.

E poi perché non poteva mostrarsi debole. Lui era forte. Non poteva mostrare tenerezza e compassione. Eppure non poteva smettere di perdersi in quegli occhi blu che che lo guardavano tristi.

< Axl... > Gli sussurrò supplichevolmente. < Ti prego, devi credermi. Io ti amo, Axl. >

Cercò piano piano di alzarsi. Si sentiva debole. Pensava di stare per cadere quando sentì una presa sicura tirarla su. Specchiò i suoi occhi blu in quelli verdi e brillanti di Axl. Li stava ancora guardando, quando sentì le labbra di Axl posarsi delicatamente e dolcemente sulle sue. Chiuse gli occhi godendosi quel dolce gioco di lingue e di amore. Iniziarono a spogliarsi dirigendosi verso camera loro al piano di sopra. Ma la passione era davvero irrefrenabile che non riuscirono nemmeno ad arrivare in cima alle scale. Fecero l'amore sulla scalinata per camera loro, e per la prima volta Axl sussurrò ad Erin dolci parole d'amore.



Ecco una nuova ff. Una one-shot veloce su Axl ed Erin. Fatemi sapere la vostra opinione, mi interessa molto. Grazie a tutti coloro che lo leggeranno o lo commenteranno.
Un bacio : *

   
 
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