Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: jas_    18/01/2011    6 recensioni
If the heart is always searching, can you ever find a home?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nicholas;
Lo ammetto, quella ragazza arrapava e anche tanto. In classe non ci avevo fatto troppo caso ma ora che correva davanti a me con dei pantaloncini blu che le coprivano a malapena i glutei e una maglietta bianca che mostrava il suo piercing all'ombelico quando alzava le braccia non potei che farci caso. Dovevo ancora capire di che gruppo facesse parte. Era una delle ragazze più belle che avessi incontrato. Aveva i capelli castano chiaro che le scendevano mossi fino ai gomiti, gli occhi grandi e blu e un sorriso meraviglioso. Era magra ma aveva un fisico tonico, doveva fare qualche sport o forse andava in palestra. Per come veniva trattata dai compagni avrei potuto pensare che fosse nuova come me se i professori non avessero dimostrato di conoscerla così bene. Nonostante fosse un po' messa da parte da tutti non riuscivo a provare simpatia per lei, forse per l'arroganza che mi aveva mostrato alla prima ora anche se effettivamente ero stato io a provocarla. E poi l'avevo difesa. Mi sentivo in dovere di farlo, se si era già beccata la ramanzina alla prima ora era colpa mia che mi ero seduto in quel posto nonostante la scritta blu risaltasse sul banco bianco. Perché mi ero accorto di quella scritta.
Il fischio della prof mi riportò alla realtà, non avevo ascoltato una parola di quello che aveva detto.
«Ehi Jonas» mi disse la ragazza a cui stavo pensando fino a un secondo prima facendomi segno di entrare nel campo, «Sei capace di giocare a pallavolo?». Mi avvicinai a lei in maniera che nessuno potesse sentirmi e le dissi «Almeno tanto quanto potrei farti godere a letto» «Oh, allora sarai un fulmine!» rispose ridendo. In realtà l'ultima volta che ci avevo giocato era stato alle medie, era uno sport da femmine ma mi piaceva provocarla quella ragazza poi dalla mia posizione riuscivo ad osservare ogni centimetro del suo fondoschiena da paura senza che lei, intenta a giocare, se ne accorgesse. Ronnie giocava come se non facesse altro nella vita, riceveva il pallone passandolo con precisione all'alzatore che glielo restituiva in alto di modo che potesse schiacciare. Addosso alla bionda con la divisa da cheerleader possibilmente. 
La battuta ora era per la squadra avversaria, un ragazzo che sembrava un infemminato si era spostato facendo un urlo da donnetta quando la palla si mosse nella sua direzione. Una ragazza alta e robusta andò alla battuta, quella cheerleader sarebbe stata sotto a reggere la piramide pensai ridendo ma qualcosa mi colpì fortemente sul visto facendomi cadere a terra. L'insegnante fischiò interrompendo il gioco,
«Jonas fuori! Entra.. oh entra tu signorino Brody», il poverino cercò di trovare scusanti per non dover entrare ma fu costretto. Il gioco riprese e la palla tornò alla nostra squadra. Ronnie ricomiciò la sua serie di schiacciate che andavano tutte a segno, sul viso della ragazza bionda di cui non sapevo il nome. Quando per l'ennesima volta la colpì con potenza l'insegnante fischiò, «Williams, sono in sei in squadra e non c'è bisogno di prendersela con un solo giocatore», «Se si vuole vincere bisogna prendersela con i più scarsi, è lei che me l'ha insegnato infatti abbiamo vinto due set e loro in totale quanti punti hanno fatto? cinque forse? Per colpa di Kurt e lui» disse indicando con il viso nella mia direzione. «Basta così, andate a cambiarvi e Williams ti voglio nel mio ufficio dopo».
Uscii per ultimo dallo spogliatoio, non avevo voglia di andare a casa con quel logorroico di un Brody e poi ci sarebbero stati gli scatoloni da svuotare ad aspettarmi. Passai davanti alla porta socchiusa dell'ufficio dell'insegnante e intravidi Ronnie seduta con l'aria di chi non volesse l'ora di andarsene. 
«..Se non puoi più essere una cheerleader non lasciarti andare così, fra tre giorni ci saranno i provini per la squadra di pallavolo e potresti partecipare, saresti presa di sicuro. In squadra abbiamo bisogno di un'attaccante come te». Ci fu silenzio, la ragazza non rispose e la prof proseguì porgendosi in avanti «Hai un grande potenziale, non buttarlo via così. Tu meglio di me sai che il liceo è un inferno se ti metti contro le persone sbagliate, l'hai provato sulla tua stessa pelle l'anno scorso. Prova a far si che la storia non si ripeta quest'anno», Ronnie si alzò in piedi, «Tanto ancora nove mesi e sarò fuori dalle palle se dio vuole, non ho intenzione di sbattermi per così poco». Detto questo uscì dalla stanza e feci a malapena in tempo a camminare verso il corridoio come se fosse appena uscito dallo spogliatoio. «Ti diverte origliare?» mi urlò quando ormai ero vicino all'uscita, mi voltai ma non le risposi. Aspettai che si avvicinasse a me ma non dissi niente e continuò, «Non c'era scuola peggiore che potessi scegliere tra tutte quelle di Los Angeles, scappa finchè puoi» «Ma a me questa scuola piace, soprattutto le ragazze, certe ragazze» dissi giocando con una ciocca dei suoi lunghi capelli castano chiaro. Fece un altro passo verso di me annullando le distanze fra noi, avrei anche potuto baciarla ma stetti al suo gioco, «Tra dieci minuti allo spogliatoio delle ragazze, ho una sorpresina per te» disse facendomi l'occhiolino e girò i tacchi dirigendosi da dove era venuta. 




   
 
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