Nella terra sferzata dal
vento di nessuno nacquero un giorno due bambini dallo stesso ventre:
l'uno più
biondo dell'oro, l'altro rosso più del dolce rubino. La loro
madre, malata e vinta
da un forte morbo, non visse abbastanza per vedere il marito fuggire
dal suo
destino di padre. Figli di nessuno, senza nome e senza storia vissero
per la
carità, il primo del convento della città, il
secondo di un contadino. Troppo
poco però è il passaggio per diventare grandi che
le povere monache dovettero
lasciare il ragazzo al suo destino e il contadino che dell'altro si era
preso
cura dopo pochi anni venne ucciso ingiustamente. L'uno, chiamato Cal
dalle
donne, e l'altro, chiamato Rouge per il suo di crin colore,
continuarono,
quindi, a vivere lontani senza conoscersi per tanto tempo ancora.
Il vento di nessuno era
ancora lo stesso ma era il viso che stava sferzando ad essere mutato.
Il biondo
ragazzo stava, infatti, riposandosi, steso, all’ombra di una
quercia le cui
fronde seguivano la brezza. Aveva passato dieci anni a studiare il
mondo e le
leggi che lo costituiscono e la profondità con cui compiva
la sua ricerca lo
aveva reso capace di creare, in un unico istante, qualunque materia:
mura, case
e poi palazzi, alberi che producono frutto e poi seme o, semplicemente,
un
pezzo di pane nei giorni della fame. Eppure la vita di Cal non era
tranquilla,
a lui si chiedevano le più mirabolanti opere e tutti
volevano lui e lui solo
come autore delle più sublimi arti. Così aveva
deciso di fuggire da tutto e
vivere nella pace della natura di cui ancora anelava la conoscenza
totale.
Sangue e rabbia, invece,
sentiva e vedeva Rouge, solo nel vuoto lasciato da una torre caduta,
dilaniata.
Proprio la rabbia e lo sconforto per la morte del padre contadino lo
avevano
logorato per dieci lunghi anni lasciandolo capace di distruggere, in un
solo
istante, qualunque cosa: mura, case e palazzi dei più grandi
signori cadevano
solo se lui lo desiderava; per questo la gente lo teneva a distanza, e
più si
distaccava e più il mostro nel suo petto diventava forte e
lo accompagnava
verso morte e distruzione.
Nato il primo per creare
quanto il secondo per distruggere, si disse poi di loro, e la storia
che ne
seguì fu per quelle terre un capitolo degno del
più fantasioso cantastorie.
Avvenne un giorno, infatti, che le voci sul Diavolo Rosso, nome che
descriveva
a pieno Rouge, arrivarono, portate dall’urlo della
città in cui viveva, alle
orecchie del venticinquenne Cal. Proprio un giorno qualunque, infatti,
si recò
in piazza dove vide un gruppo di uomini che discutevano concitati:
“ed io vi dico che
è proprio
il Diavolo in persona!” urlava uno dei più
infiammati ” Solo Satana, difatti,
può distruggere qualunque cosa solo pensando alla sua
fine” Sentite queste
frasi il ragazzo si fece attento alle loro parole.
“Come
può” continuava l’uomo
”un essere umano distruggere un’intera torre e
uccidere tutte le persone al suo
interno da solo?” Ora sembrava un predicatore che insegnava
al piccolo
capannello di persone che gli si erano radunate attorno. Continuava
ancora a
declamare la sua verità quando Cal si fece coraggio e
urlò:
“Dove si trova
quest’uomo che
tu dici?”
“Colui di cui parlo
è un
ragazzo, avrà più meno la vostra età!
Io l’ho visto da lontano, i suoi capelli
rossi potevano solo essere le lingue del fuoco infernale! Dove si
trova, mi
chiedi? Chi lo sa?!? Le ombre sono la sua casa, ma se ti può
aiutare la torre
distrutta si trova nel paese a est, con una buona cavalcatura lo si
può raggiungere
in un giorno!”
Detto questo ricominciò
a
farneticare a proposito degli occhi del male che possedeva quel diavolo
d’uomo
ma a quel punto il nostro giovane era già corso via.
Tuttavia la corsa ben presto finì, quando Cal raggiunse la stalla dove aveva affidato il suo cavallo con il quale iniziò a cavalcare verso il sorgere del sole.
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Ciao a Tutti!! :D
allora... premetto subito che questa è la mia prima storia,
quindi siate gentili (no dai.. realisti almeno :D). È nata
un po' per caso... stavo ascoltando una canzone quando mi si
è aperta tutta la trama nella mente (anche se questo mi
succede spesso). Una cosa importante da dire è lo stile...
ho tentato, ripeto tentato, di scrivere come se fossi stato uno
scrittore medioevale (o qualcosa del genere) anche se il risultato
può non essere prefetto mi piace pensare che lo sia... per
il resto spero che vi piaccia e fatemi sapere se vale la pena di
continuare!! BuonCiao!!