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Autore: Bakabeans    18/01/2011    2 recensioni
Work at Shin-Ra, get your pay.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caith Sith, Nuovo personaggio, Reeve, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: FFVII
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The cute, stuffed, CAT-shaped thing

 

Era un gatto con mantello, coroncina e stivaletti. Parlante, per di più.

Stupidamente, Cat controllò che Flo fosse ancora nella sua boccia, strappando a quella faccia di volpe una risata stridula: "…Anche se è il pesce di quella Scarlet, non sono così meschino!" saltò dalla brandina trascinandosi dietro buona parte della coperta e rotolando sgraziatamente sul pavimento "Allora, andiamo?"

La lunga lista di nomignoli, qualità e aggettivi che aveva stilato nella sua prima giornata di lavoro andò ulteriormente ad allungarsi mentre aggiungeva una nuova nota: Reeve Tuesti, scapolone con parenti al seguito, appassionato di bricolage… ha un gatto parlante con gli stivali.

"…Non sono un vero gatto. Per esempio, non posso mangiare i pesci: danneggerebbero tutti i meccanismi interni." sentenziò tutta orgogliosa quella strana creaturina, come se le avesse letto nel pensiero  "Reeve mi ha costruito, sai?"

Cat rimase immobile sulla ginocchia, stringendo dubbiosa la boccia di Flo: "Dunque, cosa saresti?"

"Non ho un nome, Reeve ha detto che vuole un parere esterno per decidere." si sistemò la coroncina di latta, alzando il musetto verso di lei "A me però piace il tuo nome, sai?"

Camminavano lungo il corridoio silenzioso, l'uno davanti l'altra: "Cat è un diminutivo. Sai cos'è un diminutivo?" gli rispose dopo un po', come se stesse parlando a un bambino buffamente travestito per un qualche carnevale "Il mio nome è Cait, proprio come il gatto delle favole che raccontano a Nord."

Se quegli occhietti cuciti avessero potuto aprirsi, avrebbero brillato: "Mi chiamerò Cait, allora." Rimase un attimo pensieroso, passandosi la manina guantata sul mento: "Mi serve anche un cognome, però. Quel gatto ha anche un cognome?"

"Ne possiamo parlare più tardi… Cait?"

Il signor Capo Dipartimento era comparso davanti a loro con uno sguardo ancora più distrutto di quello che aveva accolto Cat davanti al modellino di Midgar. Il che non faceva presagire nulla di buono.

"Reeve, ora ho un nome!" esultò gettandosi tutto saltelli verso il suo creatore "Ora manca solo il cognome e poi sarò un gatto vero!"

"Ne discutiamo più tardi… Cait. Ora dobbiamo parlare con la signorina Empitsu." lo interruppe "Siamo entrati in una nuova era della Compagnia proprio mentre lei non era presente e ci terrei ad aggiornarla a riguardo."

Le sembrò di cogliere qualche genere di ironia nei suoi confronti, e cercò di capire che cosa volesse mai intendere con tutti quei paroloni altisonanti.

Rimasero immobili nel corridoio, l'uno di fronte all'altra e la strana creatura chiamata Cait nel mezzo. Cat pensò che se per aggiornarla bastavano due chiacchiere in piedi, la situazione non doveva essere poi tanto disperata.

E avrebbero potuto anche prendersi un caffè ai distributori automatici.

"L'AVALANCHE si è introdotta qui alla Shin-Ra."

Si trattenne dall'aggiungere che lei aveva cercato di avvisarlo a proposito, ma era stata beatamente ignorata.

"Il Presidente è stato ucciso."

In quel momento decise di tenere la bocca chiusa fino alla fine. I passati trascorsi della nottata sembravano peggiori dell'essere costrette a dormire su una brandina aziendale con un pesce rosso.

"Sephiroth. Immagino che lei ben sappia di chi si tratti."

 Annuì meccanicamente, cercando di mettere ordine alle frasi sconnesse che avrebbero dovuto chiarire come mai nonostante fosse ormai mattina i corridoi della Compagnia fossero tanto silenziosi.

"E' stato Sephiroth a uccidere il Presidente. E qualcos'altro ha ucciso tutto quello che ha trovato sul suo cammino fino ai laboratori."

Cat provò a tendere le orecchie per sentire la voce di qualche impiegato lamentoso o il semplice aprirsi delle porte scorrevoli. Ma non riuscì a sentire niente; niente che il suo cervello avesse registrato in tutto quel tempo come la Shin-Ra del primo mattino. Lo scalpiccio delle scarpe d'ordinanza, gli insulti che uscivano dai PHS già arroventati, l'aprirsi e chiudersi degli ascensori.

"L'AVALANCHE è riuscita a fuggire da qui con il nuovo soggetto di Hojo. Ed è a riguardo dell'AVALANCHE che il nuovo Presidente mi ha affidato l'incarico." abbassò lo sguardo su Cait per poi alzarlo su di lei "Più esattamente, direi che questo incarico riguarda tutti e tre."

La vocetta stridula di Cait invase il corridoio: "Andiamo in missione!" esultò, brandendo in aria un assurdo megafono gigante "Andiamo da quell'AVALANCHE!"

"A una ragazza più o meno della sua età potrebbero piacere i gatti robot?" Reeve ignorò gli strilli allegri della sua creazione "In particolare, lei cosa ne pensa di un gatto robot capace di prevedere il futuro?"

Un Cait Sith. Il fortune-teller delle favole dei paesi a Nord.

"Un suo amico della SOLDIER mi aveva parlato qualche tempo fa della sua capacità di vedere il futuro: certo, non mi serve che tutte le previsioni di Cait siano esatte, ne basta anche solo una ben azzeccata... per guadagnarci la fiducia del gruppo."

Tutto iniziava a farsi troppo complicato per una semplice chiacchierata da corridoio. Anzi, era tutto troppo assurdo per essere vero.

Il Presidente morto, Sephiroth vivo.

"Ho controllato personalmente lo stato delle sue conoscenze. Non si preoccupi, stanno bene. Ora le devo chiedere di concentrarsi su quello che le dico. Sono ordini del nuovo Presidente."

Il nuovo Presidente, meglio noto come lo Scapolo d'Oro Rufus Shin-Ra (ovvero il motivo Numero Uno per cui la maggior parte delle impiegate facevano il lavoro che facevano. I maschietti avevano il mito di Sephiroth, le femminucce il buon partito. Insomma, la Compagnia si reggeva su grandi e nobili ideali) era volato a Junon. Lasciando gli HQ lordi di sangue e interiora per dedicarsi ad allestire una bella parata in mondovisione.

Manie di grandezza da ragazzino viziato.

Anche il signor Reeve aveva detto lo stesso, quindi Cat poteva ripeterlo all'infinito senza rischiare di venire licenziata per una quisquilia come 'ingiurie a superiori'. Articolo 683bis comma 35.

"L'AVALANCHE è ora il secondo problema per noi della Shin-Ra. La preoccupazione maggiore, come può ben comprendere anche lei, è il ritorno di Sephiroth. O chi per lui, ovviamente."

In quel momento -come poteva ben comprendere anche un pesce rosso- si era chiesta che cosa c'entrasse un discorso del genere da parte del suo nuovo capo, uno scapolo con parenti al seguito appassionato di modellismo e pupazzi meccanici.

L'AVALANCHE era fuggita da Midgar su un furgoncino e una motocicletta bellamente rubati dagli espositori dell'Exhibit Room verso una meta vattelapesca. Sephiroth sembrava gironzolare per il Pianeta in compagnia di un corpo senza testa e una spada lunga qualche chilometro. Il suo capo non usciva dagli HQ da qualche decennio e invitava chiunque a non mettere il naso fuori casa. E per di più la sua occupazione maggiore era quella di assemblare piccoli pezzi di Midgar.

Di conseguenza, chiedersi che ruolo potesse mai avere il Capo Dipartimento Reeve Tuesti nella corsa al recupero dell'AVALANCHE era una domanda del tutto lecita.

"Così come io vorrei sapere da quando anche la SOLDIER è candidata alle pulizie generali."

Le inutili lamentele di Will rimasero senza risposta. Nessuno commentò con qualche parola di commiserazione l'occhio nero lasciatogli da una sventola di terrorista sbucata da dietro l'angolo, che aveva fatto da ritornello a tutta la giornata. Perché lui l'AVALANCHE l'aveva combattuta. Perdendo miseramente contro la sopraccitata terrorista solo perché a farle da spalla aveva un bulldog degli Slums e un tizio che assomigliava troppo a uno dei giochini di Hojo. Più correttamente, uno dei giochini di Hojo finiti male.

"Siamo crollati ancora di numero. Se Hojo e Heidhegger non ricominciano a fare nuove selezioni, della SOLDIER rimaniamo solo noi degli HQ e quei pochi sparsi nei reattori in giro. E abbiamo un'AVALANCHE da recuperare. E un Sephiroth, per il Pianeta."

Fuori dall'ingresso principale della Shin-Ra.Inc, la vita trascorreva tranquilla come ogni giorno. Forse per lo stridere dei treni e il borbottare dei motori delle auto del Settore 0 sembrava proprio la solita, brutta Midgar.

Il Pianeta allo scatafascio che Cat aveva visto ogni mattina.

Solo che ora era un pochino più allo scatafascio del solito.

"Hanno davvero una faccia da terroristi, non trovi?" Will sbirciò la cartellina da sopra la sua spalla "Specie quello biondo… Killer psico-sociopatico o qualcosa del genere. Imbottito di Mako, aggiungerei."

Cat fece spallucce tornando ai fascicoli che le erano stati sbattuti in faccia da un qualche sottoposto di Heidegger: anche se certe volte lei stessa si era chiesta come facessero certi della Turks a essere ancora in piedi tra sbronze e fallimenti assortiti, doveva ammettere che quelli del Dipartimento di Pubblica Sicurezza sapevano fare il loro meschino lavoro. Naturalmente, solo dopo aver messo da parte l'ideuzza di trovarsi sempre e comunque nel bel mezzo di un film d'azione-spara-spara-ammazzali-tutti di quinta categoria.

"Estendendo la tua brillante teoria, anche tu apparterresti alla famiglia del killer psico-sociopatico." commentò piatto Theo, aggiustandosi il cerottone che avrebbe dovuto sistemargli il naso, pietosamente rottosi dopo una rovinosa caduta dalle scale per sfuggire al qualcosa che aveva sterminato un buon numero di schiavi del Dipartimento di Scienza e Ricerca. Schiavi ormai definitivamente ex-colleghi, dei quali il buon dottor Hojo aveva dato ordine di raccoglierne in fretta i resti e buttarli nel condotto di scarico più vicino.

Cat approfittò nuovamente del momento di silenzio che era calato tra i due per sfogliare i fascicoli: un ex-minatore, una ex-barista, un ex-soggetto di studi sull'ibridazione, uno strambo felino arancione e un killer psico-sociopatico dal passato sconosciuto.

Avrebbe dovuto inventarsi una previsione più o meno azzeccata sul futuro di uno dei gruppi di terroristi peggio assortiti della storia del Pianeta, affidarla a un gatto meccanico di peluche e sperare che la cosa funzionasse?

Probabilmente la risposta che il signor Reeve aveva era un . Niente altro che un sì.

"Io dico di no. Non è possibile." che gli occhi colorati di Mako potessero addirittura emettere scintille, non era un dato certo. Tutto intento a torturare la coroncina di latta del nuovo pupazzo da compagnia della sua ex-ex-ex-ragazza, in quel preciso momento Will avrebbe potuto essere candidato come nuovo soggetto di studio sull'argomento: "Non può farcela da solo; deve avere un qualche congegno lì dentro per poter muoversi. E pure un qualche genere di coscienza artificiale per attentare al pesce di Scarlet."

"Non esistono le coscienze artificiali." puntualizzò Theo, afferrando malamente il neo-battezzato Cait Sith per il mantellino rosso "Ma tu di intelligenza è ovvio che ne sappia davvero poco."

Il pupazzo cercò di divincolarsi dalla presa, agitando le zampine e levando gli stessi strilli acuti di una cavia in vivisezione, cosa a cui probabilmente tutti quelli del Dipartimento di Scienza e Ricerca dovevano essere ben abituati.  

"Lascialo stare, se dovesse rompersi…" Cat cercò di mettere fine alla disperazione della bestiola, anche se pure lei aveva iniziato a porsi qualche domanda esistenziale sullo strano marchingegno che il signor Tuesti l'aveva incaricata di portare a spasso per i corridoi fino a nuovo ordine.

Doveva trovarne difetti e apportare suggerimenti utili per l'interazione con il gruppo dell'AVALANCHE.

"Il Capo del tuo Dipartimento crede davvero che questa cosetta qui riuscirà a tenere il passo con quelli?" commentò saccente Theo, che aveva iniziato a muovere la sua nuova cavia in un complicato esperimento di stretching pomeridiano "Guarda che zampine. Sarà anche a forma di gatto e sarà amato da voi ragazze, ma quelli corrono su una motocicletta e nemmeno con della Mako nei suoi cosiddetti circuiti potrebbe reggere. Se il Presidente avesse affidato questo genere di incarichi a noi della Ricerca…"

Dietro di lui, Will iniziò a fargli il verso: l'orgoglio degli schiavi del dottor Hojo era piuttosto noto anche tra quelle teste pompate della SOLDIER.

"Il tuo capo era troppo occupato a pensare ad altro. Lascialo stare, vale tutto il mio prossimo stipendio." Tagliò corto Cat, mentre un finalmente libero Cait Sith si lanciava verso di lei per poi nascondersi tremante dietro la sua schiena. Affastellando piccole maledizioni che sarebbero state utilissime per un futuro come veggente in un qualche angolo del Wall Market.

Dove l'assurdità era di casa.

Rimasero a guardare senza troppo interesse il traffico che continuava a scorrere davanti agli HQ: un'altra notte stava per calare su Midgar e nessuno di loro sembrava avere avuto il minimo permesso di prendere il primo treno e tornarsene a casa. O meglio, questo riguardava Cat, ancora preoccupata per la sua finestra in frantumi in un buco qualsiasi del triste Settore 6. Probabilmente anche quella sera avrebbe dovuto dormire su una brandina aziendale, in compagnia di un gatto meccanico.

Si alzò in piedi, facendo rovinare a terra Cait che dal momento in cui si era liberato non le aveva più staccato le zampine dalla giacca: "Vado a sentire se il mio capo si è inventato qualcosa di geniale per allungare le estremità anteriori dei suoi peluche meccanici…" abbassò lo sguardo al musetto offeso sotto le sue ginocchia "…Vieni anche tu, a meno che non voglia conoscere i bellissimi Laboratori del Piano 67…"

"Potresti portarmi sulle spalle."

Will non si preoccupò di soffocare una risata, mentre Theo sbuffò di rimando: "Ora ha persino delle pretese?"

"Oh, non sarai geloso di un ammasso di pelo sintetico e coscienza artificiale!" lo punzecchiò l'altro, facendo l'occhiolino in direzione di Cait "Tenero, carino e diretto. Così ci si lavora le ragazze!"

"Non metto in discussione l'intelligenza superiore degli esseri umani a un robot destinato ai bordelli…" bofonchiò sistemando la fascia da lavoro che gli era caduta sugli occhi "…Intendevo solo dire che…"

"Probabilmente è una buona idea?" Cat si piegò sulle ginocchia, poggiando i fascicoli sul gradino "L'hai detto anche tu che con le sue zampine non sarebbe in grado di reggere il passo. Se qualcuno gli prestasse delle gambe più lunghe potrebbe invece riuscirci benissimo."

Assai contento e senza alcuna intenzione di nascondere la gioia per la rivincita, Cait trotterellò dietro di lei, arrampicandosi sulla sua schiena per poi mettersi a cavalcioni sulle spalle: "Però non vedo niente!" e così detto si alzò su quelle zampette assurde, aggrappandosi senza troppi complimenti ai pon-pon della neo-eletta segretaria del suo creatore.

"Tira un solo capello e sarò io il tuo prossimo incubo. Ancor prima del dottor Hojo." lo minacciò Cat, ignorando gli strilli vittoriosi della cosina abbarbicata sulla sua testa. Salutò con un cenno i due, facendo retro-front oltre la grande porta scorrevole della Compagnia Elettrica Più Potente del Mondo.

Con un gatto meccanico sulle spalle.

Una spia, di nome Cait Sith.

 

***____*_**___*

Sproloqui dell'Autrice: (coff-coff) sì, uhm, sono tornata. Per un solo capitolo, ma almeno poi ho l'ansia giusta per continuare questa cosa qui.

Transizione, gente, transizione. E le email di "macomesarebbeadirechehaiilbloccodelloscrittore?!" della mia beta.

Forse perché non sono una scrittrice e quindi logicamente non dovrei averlo :D

   
 
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