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Autore: crazyfred    18/01/2011    14 recensioni
da "London Calling": "Sempre che ci resterà tempo per parlare ..." aggiunse. Adorava provocarmi anche nei momenti meno opportuni. Ma aveva ragione, ero stanca, e non avevo la forza per stare dietro alle sue malizie.
"Non vedo l'ora" mi lascia sfuggire, lasciando che racchiudesse in se un mondo di significati. "Non vedo l'ora ...." ripetè lui "I love you baby" "I love you too, dude".
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Te lo darei un figlio Bentornate ragazze ad un nuovo appuntamento con questa raccolta di One Shot. Visto che le risposte alle recensioni ormai le avete quasi in tempo reale non mi resta che esprimervi il mio ringraziamento più profondo per le ben 10 recensioni...ed eravamo solo alla prima shot!!!! Grazie grazie grazie!!! Non potete capire quanto sia importante per me sapere che ho il vostro consenso.
Ringrazio anche quelle lettrici silenziose che contribuiscono anche loro a loro modo a farmi capire che la storia è buona...
Infine un grazie speciale va alla mia Iris (Bibis_gU) che ha pubblicizzato questa raccolta tramite le sue storie. Date uno sguardo anche alle sue ;-)
Ho deciso per comodità di abolire l'angolo dell'autrice. Quindi vi darà all'inizio di ogni shot qualche indicazione alla lettura e poi se avete domande o dubbi sarò ben felice di rispondervi tramite messaggi e recensioni.
Dopo Robert per par condicio è la volta di Kristen. è un tema questo che  va molto di moda negli ultimi giorni a causa del baby boom che ha colpito Hollywood. Ho cercato di affrontarlo come mia abitudine cercando di cogliere la vera Kris quella che si presenta nelle interviste o nei pochi attimi che ci permettono di leggerla. Lei è molto difficile al contrario di Rob che è un libro aperto. E davvero ho molta più difficoltà con lei. Quindi è naturale che devo lavorare un po' più di fantasia e il mio racconto questa volta sarà decisamente più breve rispetto al precedente.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!!!











And so They kissed








Te lo darei un Figlio






È
incredibile ritrovarsi senza niente da fare dopo tutti questi giorni in cui non siamo stati fermi un'attimo.
Tiro un bel respiro e mi lascio andare tra le coltri del nostro bel lettone. Fa freddo a Baton Rouge, manca poco a far scendere la neve.
Mi raggomitolo un altro po' e lascio che il piumone mi rivesta totalmente, quasi a nascondermi lasciando giusto una fessuretta per il naso. Però non è che io abbia tutto questo gran sonno arretrato. Certo sono stanca, ma mi manchi più tu.
Mi faccio più in là nel materasso, a destra, dove dormi tu. C'è il vuoto e il freddo. Però il tuo profumo sul cuscino c'è ancora. E vedrò di farmelo bastare per ora, per i prossimi tre giorni.
Sei a Los Angeles, nella mia calda ed assolata California, sempre per lavoro. Non che mi lamenti: per te non desidero altro; una carriera lunga e produttiva è la speranza che ho per il tuo futuro. Perché meriti molto di più che essere chiamato Edward Cullen in eterno. Perché sei molto di più: io lo so e so che anche tu lo sai, solo che a volte tendi a dimenticarlo quando la critica non è poi così benevola.
Non ci pensare: i giornalisti fanno solo il loro lavoro. E i loro articoli sono carta straccia, domani ne usciranno di nuovi e i vecchi saranno già dimenticati. Tu perciò pensa a continuare il tuo lavoro come fai, perché sei bravissimo. Cosicché un giorno potrò fregiarmi di averti "scoperto" e con una punta di orgoglio dirò: "è anche un po' merito mio".
Io ora scherzo ma so che tu lo pensi davvero. Forse è vero che io quel giorno...sembra passata un'eternità... forzai leggermente la mano di Catherine perché ti scegliesse, ma poi hai continuato a lavorare duramente e da solo. Hai scelto il tuo percorso e lo stai portando avanti egregiamente.
E adoro vederti orgoglioso ed entusiasta per i tuoi nuovi progetti. Quando qualcuno nomina Water for Elephants sorridi come quando ad un padre si chiede del proprio figlio. Lo so che è un passaggio cruciale per la tua carriera, la tua prima grande pellicola, con una casa di produzione dal nome altisonante e che senti il peso della responsabilità sulle spalle.
Le hai sentite anche tu quelle voci d'altronde no? Dicono che potresti anche vincere un Oscar l'anno prossimo. Scommettiamo che hanno ragione?

Due settimane fa su questo stesso letto abbiamo festeggiato a modo nostro un'altro dei tuoi meravigliosi traguardi.
"Cronenberg. Quel Cronenberg. Ha scelto me" ripetevi, più a te stesso che a me, ad alta voce, ancora incredulo.
Non riuscivi a realizzare che Cronenberg avesse chiamato proprio te per il suo nuovo film e cercavi di autoconvincerti, ridimensionandoti, che fossi solo una seconda scelta, selezionato solo perché Colin Farrell si era tirato indietro.
"Eppure ha scelto te, tra decine di attori possibili ha scelto proprio te" ti ho incoraggiato, scuotendoti da quel torpore che ti coglie ogni volta che gli ingranaggi nel tua testa iniziano a lavorare troppo velocemente. E allora mi hai sorriso, come sai fare solo tu, e mi hai riempito l'anima del tuo calore e mi hai abbracciato.
Sei contento, lo so, ma so anche che domani questo appagamento non ti basterà e iniziarai di nuovo con le tue congetture, e i tuoi pensieri e preoccupazioni andranno a mille. Perché sei cervellotico e tutto matto.
Ma qualcuno ha detto che tutti i migliori sono matti.
Vedi allora che avevo ragione io? Sei il migliore in tutto ciò che fai non c'è dubbio.

Ok, forse è il caso di smetterla di pensarti ogni minuto, sto diventando compulsiva e monomaniaca. Ma tu certo non mi aiuti, inviandomi messaggi praticamenti ogni minuto. Ci manca solo che mentre giri una scena messaggi con me. Ed il bello è che ti credo davvero capace di farlo.
Sono le undici del mattino qui in Louisiana. Abbiamo quasi finito le nostre riprese, la troupe sta smontando la gran parte delle attrezzature, e tutti stanno organizzando il nostro esodo verso il Canada, verso quella Vancouver che già ci conosce e sa quali segreti dovrà nascondere tra sue strade fredde e le calde suite d'albergo, e allora ho qualche giorno libero in più.
Dovrei rimettere in ordine dal casino che hai lasciato facendo le valigie o anche solo occuparmi di me stessa con un bel bagno o mangiando un boccone. Ma non ne ho voglia. Perché così ti percepisco ancora per un po':  nel disordine dei cassetti o nell'odore che mi hai lasciato addosso l'altra notte come souvenir d'amore. Profumi di sigarette e colonia, profumi di te. Ed ora anch'io, ed è una sensazione meravigliosa.

Allora decido di alzarmi e prendere il pc. Voglio sapere che si dice di noi. Insieme lo facciamo sempre. Ci piace sapere l'emozione che regaliamo a chi crede in noi, a volte sfiorando i limiti della follia. Ridiamo un po' meno quando invece parlano male ed offendono, ma noi siamo insieme e chi se ne frega di loro.
E anche sapere se stai davvero bene come dici. Non sei più abituato al freddo umido della tua Inghilterra e, a forza di fare lo spavaldo, ti sei beccato una bella influenza e, anche se mi dici il contrario, lo so che non ti è passata ancora. Hai la voce nasale al telefono e i colpi di tosse la notte ancora ti tormentano. Lo so che da solo fai il bimbo cattivo e capriccioso, che non prendi le tue medicine. Sei così pieno di vita che non voglio vederti a letto, intontito dalla febbre e dagli antibiotici.
Per questo curati e stai bene, per me.
Digito il tuo nome e su un sito qualsiasi trovo delle foto nuovissime, di ieri pomeriggio credo. Ed è così che il mio cuore ha preso a battere forte, come mai aveva fatto prima.
Corre all'impazzata quando ti ho vicino, certo, ma questo è decisamente un movimento diverso.
Si tuffa, annaspa, si riprende e poi precipita di nuovo, e sento caldo, un calore nuovo che nasce nel petto e mi prende tutta, ma al contempo mi gela. Mi scioglie e mi fredda. Quattro fotografie e mi hai fatto diventare come neve dopo una intensa giornata di sole.

Non so se il problema sei tu o quel ... bambino ... che tieni in braccio.
Forse entrambi.
So benissimo che quello è Jacob e quel cuccioletto paffuto è suo figlio, ma per un momento nella mia mente ho ben altre immagini e sogni. Vedo te e so che quello potrebbe essere il nostro bambino; è biondo, come te, e quasi noto una leggera somiglianza. Probabilmente è la prima volta che ti vede, eppure è così sereno, tranquillo tra le tue braccia, come se ti conoscesse da sempre, come se tu fossi davvero il suò papà.
La tua presa è ferma, sicura, ormai sei diventato bravo con i bambini, ci sai davvero fare. E poi li hai sempre amati e lo vedo nei tuoi occhi quanto ne desideri uno tutto tuo. Da coccolare, da crescere, insegnargli cos'è il mondo e quante cose straordinarie contiene, esattamente come stai facendo in quegli scatti, indicando a quella piccola creatura quel grande elefante. 
Lo so che che quello è Jacob, vestito di tutto punto, pantaloni in tweed e gilet, dal capello un po' retrò, eppure so che quei gesti sono i tuoi e soprattutto che dentro quegli occhi e quel sorriso ci sei tu davvero. A me di certo non li nascondi.
E allora penso a quante volte in quegli stessi occhi ho letto quella voglia malcelata che hai di diventare padre, ogni volta che qualche nostra amicizia esibisce un pancione o scorrazza qua e là tra passeggini e poppate.
So che ti piacerebbe vivere tutto questo e oggi, non l'avrei mai detto, scopro che piacerebbe anche a me.
Ma per ogni cosa nella vita c'è un tempo appropriato. Il tempo del gioco, il tempo del divertimento, quello dell'impegno ed infine quello delle responsibilità. Ho sempre pensato che fosse troppo presto per buttarsi nell'ultimo. Ora ci sarebbe bisogno di piantare le basi per un solido avvenire, per avere le spalle coperte se volessi mai avventarmi nel mondo dei grandi seriamente.
Eppure se certe condizioni sussistono, se la base portante è stata fondata, non esiste impedimento affinché la costruzione si edifichi.
E a volte sento che le basi ci sono. Oggi è una di quelle volte.
Mi dico che l'amore basta, il resto verrà da sé. Che non siamo come i nostri coetanei e il passo potremmo anche farlo.
Eppure, siamo realitsti. Le nostre carriere, il nostro futuro dipendono tutte dal tempo che gli dedichiamo.
A volte siamo troppo presi dai nostri lavori che non troviamo il tempo per noi stessi, per dedicarci l'un l'altro e Dio solo sa quanto rimpiangeremo questi giorni sul set, gli unici che ci permettono di stare sempre insieme.
Dunque non voglio vedermi costretta a decidere da che parte stare, scegliere tra la famiglia ed il lavoro. Perché al momento non sono lucida abbastanza da poterlo fare. Qualsiasi cosa scegliessi non sarebbe sana né per me né per colui a cui dedicherei il mio sacrificio. Saremmo in troppi a soffrire. Avrei rimpianti e non è possibile rimpiangere nulla a vent'anni.
Eppure te lo darei un figlio...


Te lo darei un figlio
per sentirti parte di me per nove mesi
Te lo darei un figlio
per sentirlo crescere dentro di me
Te lo darei un figlio
per vivere con lui e per lui il resto dei miei giorni
Te lo darei un figlio
per vederti fare lo stupido anche davanti a quel miracolo chiamato vita
Te lo darei un figlio
per accarezzare il ventre caldo e pieno
Te lo darei un figlio
per stringerti la mano tra i dolori del parto
Te lo darei un figlio
per lasciarti baciare la mia fronte madida di sudore
Te lo darei un figlio

per guardarti negli occhi mentre lo vedi per la prima volta
Te lo darei un figlio
per vedere le tue lacrime quando lo prenderai in braccio
Te lo darei un figlio
per emozionarti quando ti renderai conto che sei davvero un padre
Te lo darei un figlio
per stare a guardarti di nascosto mentre fai il pagliaccio per farlo ridere
Te lo darei un figlio
per lasciare a te il compito di cullarlo la notte
Te lo darei un figlio
per farlo dormire in mezzo a noi quando ha dei brutti sogni
Te lo darei un figlio
per dargli una mano nei suoi primi passi
Te lo darei un figlio
per metterlo sulle tue spalle e fargli vedere il mondo da lassù quando le cose saranno troppo più grandi di lui
Te lo darei un figlio
per stringerlo a te quando avrà paura
Te lo darei un figlio
per insegnargli l'alfabeto e i numeri e le note
Te lo darei un figlio
per insegnargli cosa sono i sogni e l'amore
Te lo darei un figlio
per vederci diventare vecchi
Te lo darei un figlio
per sapere che in qualche modo...continueremo ad esserci...insieme
Te lo darei un figlio
PERCHE' TI AMO















à bientot

Federica
   
 
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