So
che mi dimenticherai. L’ho accettato. Lo so.
Non posso fare altro che chinare il capo ed attendere che i tuoi occhi mi
divengano estranei. Sei così vicino, ma fra pochi istanti sarai così lontano. Non
posso guardarti, perché le lacrime mi nascondo il tuo viso, circondato da quel
muro magico che sta cancellando i tuoi ricordi di me.
Ma non riesco, non riesco davvero ad arrendermi.
Ci ho messo tanto a dirtelo, sai? Solo quelle poche parole. Poche parole. Due.
Ti amo.
Non ci sono riuscita, non ce l’ho fatta. Non ce l’ho fatta.
E’ sciocco lo so, perché non dovevo temere una tua risposta, non avevo dubbi
sul tuo cuore, non potevo averne. E non per le tue parole, prima della
partenza. E non per la certezza che siamo stati fatti per noi stessi. Ma per
ciò che i tuoi occhi mi dicevano, che mi facevano imbarazzare e incespicare la
lingua. Tutti mi dicono che sono coraggiosa, per la mia età.
Ma ho tremato davanti a te. Ho fatto tanto per arrivare a questo punto.
Ne abbiamo passate tante insieme, abbiamo affrontato prove infinite, rischi,
abbiamo visto sparire molte cose e abbiamo lottato per riaverle.
Mi hai insegnato ad asciugare le lacrime quando ho paura e non ne ho più avuta.
Grazie a te ho superato tutto, ripreso ciò che ci apparteneva e affrontato i
miei timori.
E proprio tu, senza cui non avrei potuto niente, te ne stai andando da me.
Ho perso, questa volta. E le parole mi escono infine, fra una lacrima ed
un'altra, un singhiozzo soffocato e un brivido di paura.
La mia voce è distante, non so neanche se sono io a parlare, la mia bocca si
muove da sola, e il cuore si contorce dolorosamente.
- Perché sono innamorata di te. -
La
magia è finita. E’ tutto finito.
- Sei l’unico che ami. -
Silenzio. Torna, spezzato solo dai singhiozzi che soffoco. Non posso fare altro
che piangere, perché tu ormai te ne sei andato. Non è solo questo baratro a
separarci. E’ un muro di silenzio. Chiudo gli occhi e attendo. Attendo che tu
mi scruti con diffidenza e mi domandi chi sono, cosa faccio lì, e come oso dire
una sciocchezza simile.
Ma tutto rimane in silenzio. Tutto è vuoto, ora. E il mio cuore è coperto di
crepe.
Stai per parlare. Il mio cuore si spezzerà.
Avrò perso.
- Anch’io. -
Il sangue mi defluisce dal viso. Non credo di aver sentito bene. Non riesco a
credere di aver sentito queste due parole da te. Ti guardo, gli occhi sgranati,
e il muro di lacrime scivola via dai miei occhi. Ora riesco a vederti, a
vederti di nuovo.
Sorridi.
Il mio cuore ha ripreso a battere, sembra che un peso insopportabile si sia
appena volatilizzato, permettendomi di respirare. Sorridi.
Un’altra lacrima, l’ultima.
Gioia. Un raggio di luce mi accarezza il viso, non ci faccio caso. Riesco solo
a vedere il tuo viso, mentre tutto torna alla normalità, intorno a noi. E’ come
i contorni di un incubo che svaniscono quando un sorriso dolce accoglie il tuo
risveglio. E’ come il sole che spunta dietro le nubi, accompagnato da un
arcobaleno vivace. E’ come un camino acceso, dopo una lunga passeggiata al freddo.
-
Sakura. -
Il
mio cuore pulsa ad una velocità impressionante, non posso descrivere il
sollievo e la gioia nel sentirti fare il mio nome. Il desiderio di arrampicarmi
sulla torre di Tokyo e gridare al mondo ciò che sento.
Ora il fosso che ci separa mi sembra insopportabile. La luce è tornata a
brillare, e la città si ricostruisce, forse gli altri saranno tornati, ma,
obbiettivamente, l’unica cosa che mi interessa ora è vedere il tuo viso. Voglio
sentire il tuo calore, il tuo dolce profumo. Faccio un passo indietro. Salterò,
salterò fra le tue braccia. Sembri capire e mi guardi, allarmato, alzando le
mani, per incitarmi a stare ferma lì.
- Sakura, è pericoloso! Aspetta che torni…-
Non ascolto i tuoi avvertimenti, ma salto, dopo la rincorsa, per precipitare
tra le tue braccia, salto attraverso l’aria, perché voglio venire da te, mentre
un fascio di luce suggella la mia gioia.
Un grido da cuore.
- Ti amo! -